Stefano Gilardi mi ha raccontato come è stato l’esodo della sua nonna. Si chiamava Redenta Orlich, nata a Zara nel 1919 e deceduta ad Alghero nel 2013. È da premettere che risale all’Ottocento la fondazione della Gilardi & Bettiza di Spalato, la più antica e la più importante di tutte le fabbriche dalmate. L’impresa affronta i sempre più grandi e frequenti ampliamenti e rimodernamenti a cavallo dell’Ottocento e Novecento, per terminare con la vendita alla famiglia croata Ferić, negli anni Venti del Novecento, messa in atto a causa un susseguirsi di circostanze storiche e politiche sfavorevoli. Ci fu un primo esodo dei Gilardi da Spalato a Zara, unico territorio dalmata nel Regno d’Italia, dal 1918 al 1943.
Redenta Orlich, sposata a Lorenzo Gilardi, scappò un’altra volta da Zara, probabilmente nel 1943, in treno, transitando per Trieste e la destinarono al Centro raccolta profughi di Reggio Calabria, poi la famiglia trovò un alloggio a Fertilia, nel Comune di Alghero, provincia di Sassari. Fertilia è una città di fondazione del fascismo, sorta nel 1936, ma non completata per lo scoppio della Seconda guerra mondiale. L’opera di colonizzazione in Sardegna si bloccò e la maggior parte degli edifici rimase di fatto inutilizzata. Nel dopoguerra giunsero gli esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, diventando un microcosmo linguistico culturale vicino a quello di Alghero, di lingua catalana.Sentiamo un’altra voce.
Carla Pocecco, esule da Cittanova, mi ha detto che “semo vignudi via nel 1955
iera la Zona B appena passada sotto la Jugoslavia col Memorandum de Londra,
mentre i fratelli de mia nonna iera stadi spedidi in Italia nel 1947”. È
passata da qualche Campo profughi? “Sì, certo ierimo al Centro raccolta profughi
de Valmaura a Trieste – ha aggiunto la Pocecco – me ricordo che ierimo tel
fango e andavo a giogar al Campo profughi de San Sabba con tutte quelle scritte
sui muri, chi ge gaveva dà el permesso de scriver su pei muri?” Poi la signora
Pocecco, da grande, scopre che erano graffiti dei prigionieri ebrei, che furono
deportati al Campo di sterminio di Auschwitz.
Perché siete fuggiti
dall’Istria? “La gente italiana subiva atti di intimidazione e di violenza fisica
– ha proseguito la Pocecco – che non
potevano risolversi diversamente che nella scelta dell’esodo, avevo fatto le
scuole croate, dopo me vergognavo de essere profuga e domandavo papà cosa xe
successo?”. Solo quando compì diciassette anni, il babbo che era carabiniere
spiegò alla signora Carla Pocecco i fatti accaduti alla famiglia e la fuga
dall’Istria, abbandonando i vari beni economici. “I miei decisero di partire
prima che fosse troppo tardi – ha detto – mi dispiace, gò perso la cultura
agraria e della pesca dei nonni, quella xe la mia storia”.
Fabbrica Gilardi e Bettiza a Spalato |
Andare via da Pirano
con il “lasciapassare il 20 maggio 1960”. È capitato a Mario Dugan esule a
Marina di Ravenna. Egli ha voluto “ritornare in Istria nel mese di ottobre 1964
– ha concluso – e ho dovuto fare il passaporto italiano e aspettare il visto jugoslavo;
non vi dico i controlli alla frontiera, molte volte le persone venivano
spogliate, biancheria intima compresa. Buona giornata”.
Fonti
orali - Le interviste (int.) sono state condotte a Udine
con taccuino, penna e macchina fotografica da Elio Varutti, se non altrimenti
indicato.
- Daniele De Fazio, Udine
1956, int. del 24 luglio 2017.
- Mario Dugan, Pirano
1942, vive a Marina di Ravenna (RA), messaggio in FB del 2 luglio 2017.
- Stefano Gilardi,
Fertilia di Alghero (SS) 1983, int. del 24 novembre 2018.
- Carla Pocecco,
Cittanova 1949, int. al telefono del 27 novembre 2018; componente del Consiglio
Direttivo dell’Associazione delle Comunità Istriane, Trieste.
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Progetto
di Elio Varutti, docente di Sociologia del ricordo. Esodo giuliano dalmata
all’Università della Terza Età (UTE) di Udine. Ricerche e Networking di Tulia
Hannah Tiervo, e E. Varutti. Lettori: Sebastiano Pio Zucchiatti e Enrico
Modotti. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione
sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Fotografie da collezioni
private e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia
(ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29
– primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. –
orario: da lunedì a venerdì ore
9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di
Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara
Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/