Buongiorno, gentile Massimo Speciari, nato a Fiume nel 1937: come era la vita nel Centro smistamento profughi di Udine? Ricorda qualcosa? Grazie. “Siamo rimasti solo pochi giorni a Udine, era il 1951 – ha detto il testimone – poi siamo partiti subito per il Campo profughi di Servigliano e da lì per il campo IRO, poi in nave per il Brasile. La mia mamma, Anna Stradiot Speciari fece domanda di opzione per l'Italia nel 1947”.
Carta del Registro
stranieri di San Paolo del Brasile, del 14 luglio 1952, intestata a Massimo
Speciari. Collezione Massimo Speciari |
Il comune di
Servigliano è in provincia di Fermo, nelle Marche. Si ricorda che l’IRO era l’Organizzazione
Internazionale per i Rifugiati ("International Refugee Organization"
= IRO) che organizzò partenze delle navi di migranti da Bagnoli, presso Napoli,
verso le Americhe e l’Oceania.
“Io mi ricordo che appena
arrivati a Udine verso sera, da Fiume, eravamo tutti affamati – ha aggiunto
Speciari – ci hanno dato la cena più un mandarino che io ho salvato per
consumarlo più tardi. Durante la notte mi sono svegliato per gustarmelo e ho
mangiato anche le scorze. Erano proprio buone tutte quelle bucce del mandarino
da tanta fame che avevo, perché eravamo partiti da Fiume alla mattina, siamo
stati tutto il giorno in treno senza mangiare niente, non lo dimenticherò mai
quel mandarino. Un abbraccio Fiumano dal Brasile”.
Il transito dal Campo
profughi di Bagnoli della famiglia Speciari-Squasa è documentato da una carta
d’imbarco dell’Archivio di Bad Arolsen (Germania). Si tenga presente che gli
Archivi Arolsen sono un Centro internazionale di documentazione sulla
persecuzione nazista. Costituiscono l’archivio più completo al mondo riguardo
alle vittime e i sopravvissuti del nazionalsocialismo. Lì sono confluiti pure
certi documenti sui movimenti dei rifugiati nel dopoguerra. Si deve sapere che
determinati Campi di concentramento nel dopoguerra vennero utilizzati per
accogliere rifugiati, sfollati, apolidi e optanti per l’Italia provenienti
dall’Istria, Fiume e Dalmazia appena annesse alla Jugoslavia, secondo il
trattato di pace del 10 febbraio 1947. Erano i Campi IRO e furono utilizzati
per il disbrigo delle pratiche concernenti l’emigrazione, solitamente Oltre
oceano.
Ruolo nominale del
trasporto via nave, il penultimo nucleo familiare in elenco è quello della
famiglia Squasa Speciari, partita da Bagnoli (NA) il 27.11.1951. Arolsen
Archives, Bad Arolsen, Germany |
C’erano Campi IRO a Trieste, a Carinaro (CE), a Trani (BA), a Pagani (SA), a Bagnoli, di Napoli, a Palese (BA) e in altre parti d’Italia. Ce n’erano anche in certi paesi d’Europa, come a Bremerhaven, Aurich e a Berlino (Germania), come hanno raccontato i Salucci Bazzara, passando dall’Istria all’Australia, con incubi tremendi sulle uccisioni nelle foibe.
Reso pubblico da poco
tempo, il documento di Arolsen, alla data del 27 novembre 1951, nel porto di
Bagnoli, contiene il riferimento a Eugenio Squasa, nato a Fiume nel 1917,
patrigno del nostro testimone, di mestiere carpentiere in legno. Il documento
lo cita come: “Squassa”. Poi c’è Anna Stradiot, già vedova Speciari, la mamma
di Massimo, nata a Fiume nel 1912, sotto l’Austria-Ungheria. Ci sono, infine, i
fratelli del testimone, tutti nati a Fiume: Aldemira Speciari, fu Gualtiero,
detta Mira, nata nel 1935 e Gualtiero
Speciari, detto Walter, nato nel
1939. Poi c’è un fratellastro: Angelo Cantiello del 1941.
Udine, marzo 1951,
Eugenio Squasa (patrigno di Massimo Speciari) e sua moglie Anna Stradiot,
vedova Speciari, sul cavalcavia della stazione, vicino al Centro smistamento
profughi. Collezione Massimo Speciari |
Dai documenti familiari si sa che Eugenio Squasa ottiene la qualifica di profugo per sé e tutti i familiari il 31 dicembre 1951 dal prefetto di Ascoli Piceno, dato che Servigliano, a quel tempo, era in provincia di Ascoli Piceno. Si viene a sapere, com’era d’uso, che il prefetto nel concedere la qualifica al richiedente sentì “il parere del Comitato Provinciale Venezia Giulia e Dalmazia, sede di San Benedetto del Tronto”. Quest’ultimo comune italiano è della provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche.
La famiglia fiumana
Speciari Squasa sbarcò a Rio de Janeiro il 30 gennaio 1952 in esilio e cominciò
una nuova vita, molto lontano dal Golfo del Quarnaro.
Per sfuggire alle
violenze titine e col desiderio di libertà, in conclusione, si sa che circa 70
mila esuli giuliano dalmati emigrarono in Canada, Argentina, Stati Uniti,
Australia, Sud Africa, Brasile e altri parti del globo, mediante l’intervento
dell’IRO (Micich M 2023 : 155).
Attestato di profugo di
Eugenio Squasa e 5 familiari, tra i quali Massimo Speciari, rilasciato dalla
Prefettura di Ascoli Piceno il 31 dicembre 1951. Collezione Massimo Speciari |
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Fonte
digitale – Massimo Speciari, Fiume 1937, esule a Itatiba,
San Paolo, Brasile; messaggi in Messenger dei giorni 8-10 aprile 2024 ed
autorizzazione alla pubblicazione del giorno 8 maggio 2024.
Fonte
archivistica (consultazione del 2.5.2024) – Arolsen
Archives, Archiv zu den Opfern und Überlebenden des Nationalsozialismus, Bad
Arolsen, Deutschland, personen Speciari Massimo, geburtsdatum 12.08.1937 geburtsort
Fiume. Doc. ID: 81730254
Cenni
bibliografici e del web
- Marino Micich, "Il lungo esodo dall'Istria, Fiume e Zara (1943–1958)", in: Giovanni Stelli, Marino Micich, Pier Luigi Guiducci, Emiliano Loria, Foibe, esodo, memoria. Il lungo dramma delle terre giuliane e dalmate, Roma, Aracne, 2023, pp. 67-177.
- E. Varutti, Vines. Mio marito con Harzarich in foiba a
tirar su italiani uccisi dai titini, on line dal giorno 8 ottobre 2020
su evarutti.wixsite.com
Dichiarazione della
Scuola Magistrale Italiana di Fiume circa la frequenza della quarta classe di
Massimo Speciari, rilasciata il 23 marzo 1951. Notare la sigla finale “M. F. –
L. P.” che sta per: “Morte al fascismo - Libertà a popoli”. Collezione Massimo
Speciari |
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Progetto e attività di ricerca di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Lettori: Massimo Speciari, Claudio Ausilio (ANVGD di Arezzo), Bruno Bonetti, la professoressa Elisabetta Marioni (ANVGD di Udine), i professori Stefano Meroi e Enrico Modotti. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Copertina: Documento brasiliano dal Registro stranieri di Massimo Speciari. Fotografie della collezione di Massimo Speciari, esule in Brasile. Ricerche per il blog presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Oltre a ringraziare la direzione degli Archivi di Arolsen, grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Sito web: https://anvgdud.it/
"Abbiamo viaggiato sottocoperta (ultima classe) con la nave 'Florida' fino in Brasile" - ha raccontato Massimo Speciari. Ricerche di Massimo Speciari, di Fiume, esule a Itatiba, San Paolo, Brasile |
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