“Mio papà Antonio, nato a Rovigno nel 1911, ga provà a restar sotto Tito fin al 1951 – ha detto Gabriele Sponza – dopo no iera più possibile, lui era un falegname senza tessere di partito, ma là no iera più possibile, me contava”. Così, con regolare passaporto n. 26.806 “rilasciato per il solo viaggio di rimpatrio” dal Consolato italiano di Zagabria il 13 settembre 1951 la famiglia Sponza inizia l’esodo istriano passando il confine a Sesana ed entrando nel Territorio Libero di Trieste (TLT). Oltre al babbo Sponza ci sono la mamma “Eufemia Drandich (Drandi)”, detta Natalia, nata a Valle d’Istria nel 1916 e il figlio Luciano, nato nel 1948 a Rovigno e deceduto nel 2011 a Cafasse (TO). Il primogenito Gianantonio era deceduto a causa della polmonite nel 1946 in Istria.
“Me ricordo, dai racconti, che si son fermati a Opicina di Trieste – ha
aggiunto Gabriele Sponza – poi Udine e
Laterina”. Nel Campo profughi di Opicina, uno dei 18 attivi nel capoluogo
giuliano, nel 1951, c’erano i separè,
per suddividere i box di ogni famiglia ospitata in spazi ristretti, come ha
documentato Enrico Miletto nel suo volume del 2007. Le mamme facevano da
mangiare accovacciate sul pavimento col fornelletto elettrico appoggiato a due
mattoni.
Al Centro smistamento profughi di Udine, dal 1945 al 1960, transitano oltre 100mila esuli d’Istria,
Fiume e Dalmazia, che vengono sventagliati, secondo i dati di Guido Rumici, in
oltre 140 Centri raccolta profughi (padre Rocchi scrive di 109 Crp) sparsi per
l’Italia, come quello appunto di Laterina (AR), da dove passano oltre 10mila
individui in fuga dalle terre perse, oltre che dalle ex-colonie.
Ci sono ben 18
nominativi Sponza nell’Elenco alfabetico profughi giuliani del Comune di
Laterina, non solo per rilevare la frequenza del cognome (utili i soprannomi:
“Ciapascana” in questo caso), ma pure quella dei fuggiaschi da Rovigno. I
familiari di Gabriele Sponza sono segnati al fascicolo n. 819 e risultano
usciti per Torino il 6 novembre 1953. A Laterina ci sono le sue zie Assunta
Drandich (fascicolo n. 174 dell’Elenco
alfabetico…) e Beatrice Paretti. È una Sponza perfino una delle maestre
della scuola elementare del Crp di Laterina. Il 1° ottobre 1956 inizia la
scuola per le cinque classi elementari del Campo. Si trovano a fare lezione a
150 alunni due maestri, dei quali una è proprio l’esule di Rovigno Pasqua
Benvegnù Sponza.
Signor Gabriele ricorda
qualcosa dei suoi nonni? “Certo, nonno
Antonio Drandich era postino sotto l’Austria-Ungheria – ha riposto il
testimone – ed era orgoglioso dei fiorini
austriaci, mentre con la lira italiana iera meno luganighe [salsicce] col cren.
Noi erimo povera gente, senza tessere di partito, con l’esodo gavemo perso la
casa in via Carera a Rovigno, oltre alle case a alla terra di Valle d’Istria,
come successo ai miei nonni materni, si deve sapere che con i nostri beni
abbiamo pagato i danni di guerra per tutti gli italiani nei confronti della
Jugoslavia, invasa da Mussolini e dal re. Poi gli slavi, per dispetto, a chi
voleva partire con le opzioni, davano i documenti con i cognomi di famiglia
scritti diversamente, col ‘ch’ finale, oppure solo con la ‘c’, oppure con ‘ć’
croata accentata, in Italia queste persone si disperavano, perché le nostre
autorità non riconoscevano il nucleo familiare”.
È successo così pure alla famiglia Serli, di Umago, fuggita nel 1961, col cognome straziato dai burocrati titini. Dopo il Crp di Laterina dove sono andati i suoi familiari? “Alle Casermette di Torino, che è il mio luogo di nascita – ha replicato Sponza – un altro Campo profughi, fino all’assegnazione di una casa popolare al Villaggio S. Caterina, come tanti altri profughi e abbiamo dovuto lottare per poter riscattare quei semplici appartamenti fino al 1995-’96, quando si è raggiunto l’obiettivo previsto dalla legge”.
Signor Sponza vuole aggiungere qualcosa sul suo babbo? “Nel 1936 ha dovuto andare militare in Etiopia – ha concluso – è morto a Torino nel 1967, in Africa è stato ad Axum, per lavori edili, rientrato in Italia, dopo lo sbandamento dell’8 settembre 1943, viene arrestato dai Tedeschi, che lo deportano in un Campo di concentramento in Germania, poi viene liberato dai Russi dai quali riesce a sfuggire presentandosi a Valle dove la moglie era rimasta con i genitori nel periodo bellico, dimagrito come uno straccio (zia Beatrice racconta di averlo riconosciuto dagli occhi), ai primi di settembre del 1945, dove il potere era in mano ad altri comunisti”. In Germania è stato recluso nello Stalag III-A, un campo di prigionia tedesco della seconda guerra mondiale, sito a Luckenwalde, Brandeburgo, 52 chilometri a sud di Berlino Il campo venne liberato dall’esercito sovietico il 22 aprile 1945. Poi l’esodo istriano del 1951. La gente istriana era già stata abituata agli esodi e sfollamenti “come quando, nel 1915, mia nonna Manzin, di Valle d’Istria – ha precisato Gabriele Sponza – viene internata col treno in Ungheria dalle autorità austro-ungariche e, nella confusione dello spostamento in massa, perse tre figli”.
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Fonte
orale e collezione privata: per la gentilezza riservata
all’indagine storica si ringrazia la seguente persona intervistata da Elio
Varutti, con contatti preparatori di Claudio Ausilio. Sono della collezione
privata dell’intervistato le fotografie e i documenti personali qui pubblicati,
grazie al suo cortese permesso alla diffusione.
Gabriele Sponza, Torino
1954, int. telefonica del 25 ottobre 2021 ed email del 30 ottobre 2021.
Archivi
consultati - La presente ricerca è frutto della collaborazione
fra l’ANVGD di Arezzo e il Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine. La
consultazione e la digitalizzazione dei materiali d’archivio toscani è stata
effettuata dal 2015 a cura di Claudio Ausilio, grazie alla cortesia degli
operatori e delle autorità degli uffici citati.
Comune di Laterina
(AR), Elenco alfabetico profughi giuliani, 1949-1961, pp. 1-78, ms.
Provveditorato agli Studi di Arezzo, Circolo Didattico di [Montevarchi], Comune di Laterina, frazione Centro Raccolta Profughi, Scuola Elementare Statale, Registro della Classe 2^, 4^, 5^ mista, insegnante Benvegnù Sponza Pasqua, anno scolastico 1956-1957, pp. 24, stampato e ms.
Bibliografia
E. Miletto, Istria allo specchio. Storia e voci di una
terra di confine, Franco Angeli, Milano, 2007.
Giuliana Pesca - Serena
Domenici - Giovanni Ruggiero, Tracce
d’esilio. Il C.R.P. di Laterina 1948-1963. Tra esuli istriano-giuliano-dalmati,
rimpatriati e profuganze d’Africa, Città di Castello (PG), Biblioteca del
Centro Studi “Mario Pancrazi”, Edizioni NuovaPrhomos, 2021.
Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e
dalmati, Edizioni Difesa Adriatica, Roma, 1990.
G. Rumici, Catalogo della mostra fotografica sul Giorno
del Ricordo, Roma, ANVGD, 2009.
Elio Varutti, Esodo da Umago nel 1961. Cognome straziato,
on line dal 3 agosto 2016 su
eliovarutti.blogspot.com/
Elio Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e
testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina
1946-1963, Firenze, Aska, 2021.
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Progetto e ricerca di Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo). Intervista di Elio Varutti. coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Gabriele Sponza (ANVGD Torino), Claudio Ausilio, Maria Iole Furlan, Rosalba Meneghini (ANVGD Udine), professor Enrico Modotti.
Fotografie da collezioni private citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
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