sabato 16 settembre 2023

Memorie del viaggio a Zara nel 2000 con 160 esuli, partiti da Mestre

Siamo lieti di ospitare un articolo di Franca Balliana Serrentino per un resoconto di una visita turistica e di sentimenti a Zara, effettuata nel 2000 da 160 esuli dalmati. La signora Franca è la moglie dell’avvocato Pietro Serrentino (1921-2010), figlio dell’ultimo Prefetto italiano di Zara, fucilato a Sebenico nel 1947 dai titini. Oltre alla visita della città il gruppo si è soffermato per alcuni riti religiosi molto sentiti dagli zaratini. La devozione mariana non si ferma alla Pasqua di Borgo Erizzo, di antica etnia albanese, e i suggestivi rituali con cui veniva festeggiata dalla comunità. È la festa della Nostra Signora (“Gospa naša - Zonja Jon”), dedicata alla Madonna di Loreto, cui è intitolata la chiesa del rione, celebrata ancora oggi con grande afflusso popolare e con la tradizionale processione. È un racconto nostalgico di una gita in tre pullman, partiti da Mestre. Noi lo dedichiamo alla gioventù della parte alta di Borgo Erizzo, allontanatasi per sempre con l’esodo. In parentesi riquadrate vi sono rare spiegazioni del curatore. (a cura di Elio Varutti, per la redazione del blog).

Menego Mazzoni?, Zara, pittura, collezione Silvio Cattalini

Il nostro grand-père Ulisse Donati anche quest’anno si è fatto carico di organizzare il viaggio a Zara; che fatica! [Ulisse Donati era nato il 6 agosto 1913 a Zara e scomparve il 20 marzo 2013 a Venezia, NdR]. In gran numero, lunedì 8 maggio di buon’ora, noi tutti partecipanti siamo pronti ai punti di partenza alla stazione di Mestre-Venezia. Sotto una pioggia torrenziale provvediamo, aiutati dai bravi autisti della Ditta Faresin, a sistemare i nostri bagagli per poi salire sul pullman tutti bagnati dalla testa ai piedi.

Naturalmente le signore a bordo brontolano pensando ai loro capelli bagnati: alla cosiddetta “messa in piega”. Noto invece che io sto pensando ai miei piedi bagnati ed al possibile raffreddore che mi potrebbe colpire, date le molto ore che dovrò passare in pullman. Una volta sistemati ai propri posti incominciano i saluti: “Oh, ciao, ci sei anche tu! E Piero?”. Questa è una domanda che mi verrà rivolta ogni qualvolta che uno zaratino mi saluterà: quindi sempre.

Miriam Paparella, assessore del libero Comune di Zara, provvede a fare l’appello di tutti i passeggeri presenti leggendo i nomi dall’elenco fornitole dal bravo Ulisse, tutto battuto a macchina ed in ordine alfabetico. Sì, sembra che ci siamo proprio tutti! Ed alla fine si può partire anche se la pioggia continua a cadere inesorabile, ma noi sappiamo che niente ci fermerà, arriveremo a Zara all’ora stabilita. L’interno del pullman subito si anima ed incominciano i chiacchierii. Sembra di essere con una scolaresca in vacanza. Chi domanda questo, chi domanda quello. Chi chiede quanti chilometri dista Trieste, chi quanti alla frontiera. Chi vuole essere informato sul tempo che farà a Zara. Chi sul cambio e sul valore delle Kune, chi sul mangiare Bonkulovich. [I dalmati erano, secondo Enzo Betttiza, buongustai o, meglio, «bonculovich» come si diceva in quelle terre].

Dal posto di comando del pullman veniamo informati dal nostro Ulisse, organizzatore-navigatore, che stiamo per arrivare alla frontiera, quindi bisogna preparare i documenti. Subito un grande aprire e chiudere borse e una guardatina alla fotografia del proprio documento: “Eh, gli anni passano!”

Prima sorpresa del viaggio, il nostro bravo assessore Miriam, sempre perfetta, questa volta ha dimenticato i documenti personali. “Oh, non è possibile, guarda bene – dice qualcuno – Zitti, zitti, non fate confusione, lasciate che Miriam guardi bene”. Ogni zaratino in quel momento era disposto a dividere il suo di documento, anche a pagare una gabella, purché servisse a far passare la nostra Miriam. Ma no, niente da fare. L’assessore deve scendere dal pullman e ritornare con i propri documenti – impresa ardua, ma non difficile conoscendo Miriam. Per fortuna con noi è rimasta un’altra autorità di questo Comune: il “Ministro degli Esteri, onorevole Pitamitz”. Il pullman riparte e questa volta l’unico rumore che si sente è quello del motore. Gli zaratini sono tutti in silenzio: cosa assai rara!

I nostri occhi continuano a guardare dai finestrini. Finalmente il cielo è più azzurro, la costa e il mare sono clami. Tutto prosegue come da programma. Sosta a Buccari, panini, caffè e quant’altro: tutto bene. La nostra attenzione è sempre catturata da questo meraviglioso mare e dalla costa dura ed accogliente alo stesso tempo. Notiamo che qualche lavoro di sistemazione della strada percorsa due anni or sono è stato fatto e ci sentiamo più sicuri. Lara è più vicino e i tre pullman corrono uno di seguito all’altro.

Finalmente, verso le ore 18, si leva una voce per avvertirci che siamo in arrivo a Zara. Immediatamente tutti i passeggeri si alzano in piedi e vengono abbagliati da un sole infuocato. Ulisse chiede all’autista di fare un giro della città per farci ammirare il tramonto. Per tanti viaggiatori è un tramonto che non vedono da più di 55 anni. Mi vengono in mente le parole di Piero: “Vedrai Franca, i tramonti di Zara sono più belli di quelli sul Bosforo”. Devo ammetterlo anche questa volta Piero aveva ragione. Il mare, la città, le palme, le barche, il cielo, tutto è un colore arcobaleno: azzurro, rosa, rosso, arancione, il buon Dio non si è risparmiato.

Tutti noi siamo senza parole e all’interno del pullman regna un rispettoso silenzio. Finalmente approdiamo all’Hotel Kolovare, dove ognuno di noi viene adeguatamente sistemato. Ulisse ha scelto bene, come sempre. Ormai è fatta: siamo a Zara, dove ci attendono giorni molto intensi. Tutti hanno molte cose da rivedere, tanti posti da rivisitare e doni da consegnare a parenti ed amici. È un ritornare… con il cuore in gola.

L’indomani mattina, dopo un’abbondante colazione e tanti, tanti saluti – finalmente tutti i 160 zaratini sono insieme e le loro voci si sentono tutte – la nostra prima mattinata è dedicata ai nostri Cari Defunti. Davanti al Cimitero c’è un certo fermento, ad attenderci troviamo il nostro Vanni Rolli con Donna Vittoria [Maria Vittoria Barone, del Madrinato dalmatico] che vorrei ringraziare a nome di tutti per il generoso e nobile impegno, qui lo si vede tutto, che Donna Vittoria ed altri continuano a portare avanti senza mai lamentarsi.

Un caro saluto zaratino.         Franca Balliana Serrentino

Zara viale Ghisi, primi del '900. Collezione provata

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Documento originale - Franca Balliana Serrentino, “III Maggio zaratino (8-14 maggio 2000). Nostra Signora di Borgorizzo”, testo in Word, pp. 3.

Cenni bibliografici del curatore – Enzo Bettiza, Esilio, Milano, Mondadori, 1999.

– Gabriella Vuxani, “Recensione del libro ‘Borgo Erizzo. Scritti dedicati al quartiere albanese della città di Zara”, on line dal 3 maggio 2023 su anankenews.it

Nota di cronaca – Non c’è più Miriam Paparella Bracali, assessore del libero Comune di Zara in esilio. Sua figlia, Donatella Bracali, è presidente del Comitato provinciale di Pescara dell’ANVGD.

Antonio Pitamitz, nato a Zara il 23 agosto 1936, è deceduto nel 2022. A metà del 1983, pubblicò sulle pagine del mensile «Storia Illustrata» la prima inchiesta seria e documentata sulle foibe e sugli eccidi commessi da partigiani italiani e titini sul fronte orientale.

Nel 1982 nacque il Madrinato Dalmatico per la Conservazione del Cimitero degli Italiani di Zara fondato dalle donne dalmate che decisero di occuparsi delle tombe, tra le quali Maria Vittoria Barone Rolli.

Ringraziamenti – La redazione del blog, per il saggio presente, è riconoscente alla signora Franca Balliana Serrentino, che vive a Jesolo (VE), per aver cortesemente concesso, il 15 settembre 2023, la diffusione e pubblicazione dei suoi materiali d’archivio. Si ringrazia per la collaborazione riservata Claudio Ausilio, esule di Fiume a Montevarchi (AR) delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo.

Note generali – Autrice principale: Franca Balliana Serrentino. Ricerca e Networking di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Lettori: Franca Balliana Serrentino, assessore alle Attività promozionali del Libero Comune di Zara in Esilio, Bruno Bonetti, Bruno Stipcevich, Claudio Ausilio e la professoressa Annalisa Vucusa (ANVGD Udine). Aderisce il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Copertina: Menego Mazzoni?, Zara, pittura, collezione Silvio Cattalini. Altre fotografie da collezioni citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/