giovedì 5 maggio 2022

Scolari istriani al Campo profughi di Laterina, 1956. Parla la maestra Giuliana Stoppielli

“Insegnavo nella baracca scuola ad una ventina di scolari del Centro raccolta profughi (Crp) di Laterina (AR) – ha detto la maestra Giuliana Stoppielli – tuttavia gli iscritti variavano, c’era chi andava via e chi arrivava, chi partiva, chi veniva, perché i genitori emigravano per lavoro in Italia e anche all’estero. Devo dire che i nuovi arrivati, pur avendo frequentato le scuole jugoslave che erano solo in lingua croata, imparavano molto presto e nel giro di una settimana li sentivo parlare italiano”.

Nel Crp c’era solo la scuola elementare? “Sì, infatti per frequentare le scuole medie – è la replica – gli studenti si recavano a Montevarchi, o a San Giovanni Valdarno”.

Cosa ricorda dei suoi allievi al Campo profughi? “Ricordo che erano tristi, qualcuno piangeva – ha risposto la maestra Giuliana – del resto con i genitori vivevano nelle baracche, erano alloggi bui, umidi, disagevoli e senza riscaldamento”.

Terranuova Bracciolini, 1958 – La maestra Giuliana Stoppielli a spasso col marito Ivo Paoletti. Eleganza italiana. Collezione Stoppielli

Ricorda se c’è stato qualche screzio fra i profughi e i laterinesi? “No, non ho mai visto, o sentito di screzi tra la popolazione locale e i profughi”. La testimonianza conferma quanto scritto nel 1980 dal parroco di Laterina, don Piero Cheli, entrato nel 1960. Il Crp, sotto il fascismo, è un Campo di concentramento per prigionieri inglesi, sudafricani e canadesi. Poi per un anno il Campo è stato un reclusorio sotto la sorveglianza nazista. Dopo la liberazione, avvenuta nel 1944, a cura della VIII Armata britannica, si trasforma fino al 1946 in un campo di concentramento per tedeschi e repubblicani della RSI catturati al Nord. Dal 1946 al 1963, per ben diciassette anni, funziona come Campo profughi per italiani in fuga dall’Istria, Fiume e Dalmazia (per oltre 10mila persone), terre assegnate alla Jugoslavia col trattato di pace del 10 febbraio 1947. Dal 1970 è una zona artigianale. Una curiosità emersa dal 2019 è che il Campo fosse intitolato a Guglielmo Oberdan, martire triestino dell’irredentismo, come ha detto Giovanni Nocentini a Claudio Ausilio.

Signora maestra Giuliana come si recava al lavoro, abitando a Terranuova Bracciolini, a circa 17 chilometri dal Crp? “Con un pullman andavo fino a Montevarchi – ha risposto Stoppielli – dove prendevo un treno fino alla stazione di Laterina, poi avevo cinque chilometri da fare sulla strada di sassi fino al Campo profughi. Per fortuna dalla stazione di Laterina al Crp talvolta andavo in motorino guidato da una collega. Sembrava più una bicicletta con un piccolo motore”. Sarà stato un modello due ruote “Bianchi Aquilotto”, degli anni ’50.

Signora Stoppielli ricorda per caso i nomi dei suoi colleghi, che insegnavano al Campo profughi di Laterina? “Ricordo con affetto i seguenti maestri: – ha concluso – Pasqua Benvegnù Sponza, Giulietta Massini, Romano Alfieri, il Direttore didattico Ennio Scala e la maestra Emilia Carmignani, da Loro Ciuffenna (AR)”.

Anche se la maestra Stoppielli non ricorda molti altri particolari della sua attività didattica vissuta da precaria per un solo anno scolastico al Crp, sono rimasti i documenti scolastici a illustrarci la vita nella classe della scuola baracca.

Disegno dell’allievo Dobrich Silvio, da Albona, evidentemente col papà in marineria. Archivio Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR)

La classe 3^ del 1956-1957, cucciole dell’esodo - Dall’Archivio scolastico si sa che Giuliana Stoppielli è insegnante della 3^ classe elementare. Riguardo ai suoi scolari scrive nel suo registro: “Sono piccoli uomini e brave donnine, che guardano già all’avvenire con una certa serietà e che, per la loro esperienza o per l’esperienza dei genitori, mostrano di valutare in pieno quel senso di italianità per il quale hanno accettato di vivere miseramente al campo”.

La maestra Giuliana Stoppielli prende servizio il 17 dicembre 1956. Trova nell’aula: il mappamondo, l’atlante, carte geografiche e la bandiera (p. 24 del Registro). È consapevole che la scuola di Laterina sia “un ambiente particolare. I bambini sono in massima parte profughi d’Istria, ma ve ne sono anche di altre parti (…)”. Verso la metà di febbraio la classe deve fare lezione nel pomeriggio, poiché ci sono troppi iscritti nella scuola del Crp; bisogna fare i turni. A marzo molti pargoli si ammalano di morbillo. Poi si legge che: “Ancora una volta durante il mese di aprile abbiamo dovuto abbandonare la nostra aula, ci siamo trasferiti in quella del M.o Alfieri, poiché la nostra ha dovuto accogliere i bambini della signora Stifanich che stanno diventando molto numerosi” (p. 21). Con ciò si viene a sapere che i maestri esuli giuliano dalmati a Laterina sono una piccola pattuglia: Nicola De Marin, nel 1949-1950, Pasqua Benvegnù Sponza e, appunto, la signora Stifanich nel 1956-1957.

A giugno, prima degli esami, cuccioli e cucciole sognano di prendere dei bei voti. La maestra riporta i loro pensieri: “magari prendessi dieci, mio padre mi regalerebbe un bel pallone – ed una bambina – e a me un bel vestito!”. Ci sono le visite d’istruzione alla Diga di Ponticino, alla Fornace Baglioni e al fiume Arno, mentre le lezioni di Educazione fisica, mancando ovviamente la palestra, si svolgono all’aperto, nel Campo profughi.

Il 15 giugno 1957, a esami conclusi in presenza di Ennio Scala, Direttore didattico, la maestra Stoppielli trascorre l’ultimo giorno “dentro la baracca della mia scuola”. Inizia allora un’affettuosa processione di alunni che desiderano salutarla, senza nemmeno sapere il risultato dell’esame. Le cucciole dell’esodo vogliono starle vicino. “Sono qui seduta al mio tavolo – scrive nelle Note della Prova d’esami – ed ogni tanto sento bussare alla porta: sono i miei bambini che vengono a salutarmi, non ricordano più nemmeno gli esami ora, si dimenticano anche di chiedermi l’esito, hanno quasi tutti un foglio in mano per appuntare il mio indirizzo. Molti di questi bambini devono partire fra qualche giorno: chi andrà in Francia, chi in Belgio, chi in Argentina, chi in Brasile; partono insieme alle loro famiglie in cerca di un lavoro che dia loro la possibilità di vivere discretamente. Ognuno mi promette di scrivermi, di mandarmi tante cartoline illustrate”.

La semplicità del disegno di Boban Graziella, da Zara (città italiana che ha subito 54 bombardamenti alleati su suggerimento dei titini), scolara della classe 3^ mista. Archivio Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR)

Formata da 23 alunni la lista inizia con: Bazzul Radoslavo, Castelverde, Pisino (PL); Bertetich Anna, Lindaro, Pisino (PL); Boban Graziella, Zara; Bulessi Adriano, Pola; Bulich Alfio, Zara; Canaletti Fiorella, Lussinpiccolo (PL); Canzian Vittorio, Tripoli; Di Pasquale Mario, Tripoli; Diracca Nevia, Sussak (YU); Dobrich Silvio, Santa Lucia, Pirano (PL); Gobbo Bruno, Valmazzinghi, Albona (PL); Mazzorana Gabriella, Pachino (SR); Milotti Lucia, Pola; Milotti Claudia, Pola; Precali Rosanna, S. Lorenzo del Pasenatico (PL); Rabar Giuliana, Pola; Ugussi Gianfranco, Parenzo (PL); Ussich Emilia, Altura (TS); Valle Doreto, Valmazzinghi, Albona (PL); Visconti Lucilla, Pola; Zanghirella Nadia, Pola; Zvietich Anna Maria, Zara; Lanci Federico, Chieti. I 14 nati in provincia di Pola sono la parte preponderante nella classe, rappresentando il 60,8 per cento degli alunni, poi ci sono gli zaratini (13%), quelli di Tripoli (8,7%) ed altri, inclusa Trieste, perché c’è chi scappa pure dal capoluogo giuliano, per la pura dei titini, fintantoché non viene riannesso all’Italia, nel 1954. Questa classe è di cucciole dell’esodo, dato che 13 femmine rappresentano il 56,5 % della classe, mentre i 10 maschi sono al 43,5%. Tra i mestieri prevalenti del capofamiglia ci sono l’operaio, il muratore, un paio di coloni, di imbianchini, di cuochi e una guardia di finanza. Pur avendo 23 iscritti, gli scrutinati a fine anno sono 19, perché sono 4 i trasferiti, mentre i promossi nelle due sessioni risultano 18 (11 femmine e 7 maschi). C’è un solo bocciato.

Stupendo incipit del tema di Nadia Zanghirella, da Pola, scolara della classe 3^ mista. Archivio Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR)

Ricordare la maestra istriana Sponza esule in Toscana - “Mi sono permessa di scrivere, dopo aver letto gli articoli sui bambini istriani del Campo profughi di Laterina – ha comunicato Cristina Tassi, di Prato – in un articolo è ricordata la signora Pasqua Sponza Benvegnù, che è stata per cinque anni la mia amata maestra a Prato”.

Ricorda qualcosa d’altro? “Tanti sono i ricordi affiorati alla memoria – ha concluso la Tassi - dalle canzoni che ci ha fatto cantare in coro prima su tutte Il Piave mormorava, poi c’erano Ta-pum, l’inno di Mameli. Ricordo la sua pazienza e l’amorevole cura nei nostri confronti. Tutti qui a Prato la ricordiamo con affetto. Probabilmente siamo stati i suoi ultimi alunni dal 1967 al 1972 e per anni ha risposto agli auguri che le mandavamo per Natale”.

Verso il 1956, la maestra Pasqua Sponza “nei Benvegnù di Rovigno”, come si diceva una volta, ha insegnato ai suoi cuccioli dell’esodo nel Crp di Laterina, in base ai dati dell’archivio scolastico. Risulta diplomatasi a Parenzo (PL) nel 1937. Dopo l’esodo è domiciliata al Crp di Laterina e residente a Firenze.

Nota - Devo la terminologia di “cuccioli dell’esodo” a Michele Zacchigna, in un suo piccolo, ma significativo libro del 2013, per riferirsi ai figli dei 350 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, fuggiti dalle violenze titine durante e dopo la seconda guerra mondiale.

Prato, scuola elementare, la benvoluta maestra Pasqua Sponza Benvegnù con 27 scolari, tra i quali Cristina Tassi. Collezione Cristina Tassi, Prato.

Fonti orali e digitali: per la gentilezza riservata all’indagine storica si ringraziano le seguenti persone intervistate da Elio Varutti, con contatti preparatori di Claudio Ausilio.

- Giovanni Nocentini, Laterina (AR) 1929, int. di Claudio Ausilio del 23 aprile 2022 a Laterina.

- Giuliana Stoppielli, Terranuova Bracciolini (AR) 1933, int. del 28 aprile 2022 di Claudio Ausilio a Montevarchi (AR) con Elio Varutti al telefono.

- Cristina Tassi, Prato, email dell’8 febbraio 2022 allo scrivente.

Collezioni private – Giuliana Stoppielli, fotografia. – Cristina Tassi, fotografia.

Archivi consultati - La presente ricerca è frutto della collaborazione fra l’ANVGD di Arezzo e il Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine. La consultazione e la digitalizzazione dei materiali d’archivio aretini è stata effettuata nel 2018 a cura di Claudio Ausilio presso l’Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR).

- Provveditorato agli studi di Arezzo, Comune di Laterina, Scuole elementari, Circolo Didattico di Montevarchi, Scuola Elementare C.R.P., Registro della classe 3^ mista, insegnante Giuliana Stoppielli, anno scolastico [1956-1957], pp. 30, stampato e ms.

- Giuliana Stoppielli, Note della Prova d’esami, 14 giugno 1957, allegato al Registro della classe 3^ mista, insegnante Giuliana Stoppielli, anno scolastico [1956-1957], c. 1, ms.

Riferimenti bibliografici – Grazie a Pier Luigi Boschi, di Laterina, per certi spunti bibliografici.

- Consiglio Pastorale Parrocchiale (a cura del), Memorie del preposto Cheli. 13 marzo 2011, 30° anniversario della morte, Laterina (AR), 2011.

- Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Edizioni Difesa Adriatica, Roma, 1990.

- Michele Zacchigna, Piccolo elogio della non appartenenza. Una storia istriana, Trieste, Nonostante Edizioni, con una Postfazione di Paolo Cammarosano, 2013.

Terranuova Bracciolini 1958, la maestra Giuliana Stoppielli a passeggio col marito Ivo Paoletti. Collezione Giuliana Stoppielli.

Progetto e ricerca di Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo). Interviste di Claudio Ausilio e Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio e Marco Birin.  Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull'esodo giuliano dalmata, Udine.

Fotografie da collezioni private citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/