martedì 14 gennaio 2025

Nuovo libro di Varutti sugli esuli giuliano dalmati in Toscana: “La patria cercata”

Ai primi di gennaio 2025 è stato dato alle stampe: "La patria cercata. Ricordi di italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in Toscana", scritto da Elio Varutti, con la collaborazione di Claudio Ausilio, dell'ANVGD di Arezzo. Sin dalla copertina c’è una fotografia, del 1950, con una folla al Centro raccolta profughi di Marina di Massa, un rinomato centro balneare della costa apuana, in provincia di Massa-Carrara.

La copertina del volume del 2025


Chi cercava la patria? Dopo la seconda guerra mondiale i profughi italiani usciti dall’Istria, Fiume e Dalmazia a causa della prevaricazione dei seguaci di Tito, nutrirono il senso della patria perduta. “Ce ne siamo andati – dissero in molti – grazie al diritto di opzione riconosciuto dal trattato di pace”. Qualcuno, tuttavia, è fuggito con le pallottole jugoslave che gli fischiavano nelle orecchie. Non avevano più il negozio, la fattoria, il cantiere, né la casa che, per molte persone, era l’abitazione degli avi in quelle terre da svariati secoli. Tutti i loro averi servirono all’Italia sconfitta, dopo la guerra voluta dal duce e dal re, alleati di Hitler, per pagare i danni del conflitto alla vincente Jugoslavia. Così fu firmato il trattato di pace il 10 febbraio 1947 che assegnò alla Jugoslavia: Istria, Fiume, Zara e gran parte delle provincie di Trieste e Gorizia. Erano del Regno d’Italia dalla fine della Grande guerra. Nel secondo dopoguerra, quindi, gli esuli istriani, fiumani e dalmati si ritrovarono a cercare la patria. Alcune migliaia di loro la ritrovarono in Toscana.

Ecco i ricordi degli esuli giuliano dalmati e dei loro discendenti. La vicenda del Campo profughi di Laterina (AR), è stata descritta dall’Autore nel 2021 nel libro “La patria perduta”. Ora si riportano i pensieri degli esuli e familiari accolti nel dopoguerra nei Centri di raccolta della Toscana. Non solo a Laterina, ma pure a Lucca, Forte dei Marmi, Marina di Massa, Marina di Carrara. Alcune decine di migliaia di italiani per nascita e per scelta si sparpagliano a Firenze, Siena, Pisa, Livorno, Arezzo e in altre città del Nord e Centro Italia. Molti di loro transitarono per il Centro smistamento profughi di Udine, che operò in via Pradamano 21, dal 1946 al 1960, accogliendo oltre 100 mila individui.

Dal 1946 al 1963, il Crp di Laterina funzionò per oltre 10 mila italiani in fuga dalle loro terre assegnate alla Jugoslavia col trattato di pace del 10 febbraio 1947. Erano italiani della patria perduta, o in cerca di patria. In baracca patirono il freddo e la fame. Tra i più anziani di loro ci fu un alto tasso di suicidi. A Laterina giunsero pure alcuni sfollati dalle ex colonie.

Queste memorie giunte dall’Italia, persino dagli USA, Argentina e dal Canada ci fanno capire la vita quotidiana e i momenti di incontro-scontro con la popolazione locale, fino alla completa integrazione sociale all’estero o in patria, mediante i matrimoni con gli autoctoni e, soprattutto, col lavoro, con la religione e con l’assegnazione delle case popolari.

Centro raccolta profughi di Migliarino pisano, 10.4.1950. Sposi Maria Maracich e Gino Beltramini celebra don Mario Maracich. Dal libro di Maria Maracich, "Il viaggio di Meri"

Ecco le parole dalla Prefazione della dott.ssa Bruna Zuccolin, Presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia: "Nel momento in cui si dà ora alle stampe La patria cercata, si apre il problema del confronto con il riuscito primo volume, La patria perduta: sarà in grado il secondo di rispondere alle aspettative? Penso proprio di sì: anzitutto, perché ritorna lo stesso “sceneggiatore”: il “nostro” Elio Varutti, con la sua capacità di ascolto, intesa sia in senso professionale, da bravo sociologo, sia in senso umano, per la sua innata attitudine a percepire e a farci percepire non solo le storie che gli intervistati raccontano, ma anche le emozioni e le sensazioni che provano. E poi c’è sempre alle spalle il grande Claudio Ausilio, l’ispiratore dei due volumi, che con la sua pacatezza, ma anche la sua tenacia ha svolto infaticabile un’enorme mole di lavoro, cercando per mezzo mondo i testimoni e procurando l’occasione delle interviste.

Montona (Istria), 2.2..1947. La famiglia Andretti, con Mario, in basso a destra. Poi furono esuli al Campo profughi di Lucca e in USA

Come in una “saga” cinematografica, un buon punto di partenza è il ritorno di alcuni dei personaggi originali, come il farmacista buono o i leggendari insegnanti del CRP, di cui si rivelano ulteriori aneddoti, e l’ingresso di nuove, appassionanti vicende. Vicende molto diverse e variegate tra di loro: personaggi sconosciuti e altri poi diventati famosi, da Andretti a Marchionne, da quelli vicini al fascismo a quelli finiti nei lager per il loro antifascismo, da chi era pienamente italiano e chi non lo era; ma tutte accomunate dal far parte della stessa storia collettiva, quella istriana, fiumana, dalmata, con i suoi valori civili e morali". Fin qui le frasi della Zuccolin.

Con un ricco apparato fotografico e documentario, ne La patria cercata, delle edizioni Aska di Firenze, ci sono le storie delle famiglie Andretti, Badini, Baici, Barbieri, Benvegnù, Bracchitta, Cattonar, Daddi, Daici, Danielis, Dobri, Manzin, Manzoni, Marchionne, Mladossich, Pacori, Paoli, Prete, Radolovich, Rauni, Rocchi, Sestan, Spogliarich, Sponza, Stipcevich, Tomissich, Travaglia, Tropea, Varesco, Vellenich ed altri.

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Dati del libro – Elio Varutti, La patria cercata. Ricordi di italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in Toscana, Firenze, Aska, 2025, pagg. 176. Euro 20.      

ISBN 978-88-7542-413-8   

La lapide in Via Pradamano 21 a Udine, dove funzionò il Centro smistamento profughi da dove vennero sventagliati in 160 Centri raccolta profughi d'Italia, inclusi quelli della Toscana


Qualifica di profugo per Luigi Casarsa, esule di Parenzo, attestata nel 1949 dalla Prefettura di Lucca

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Testi Sebastiano Pio Zucchiatti e di Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell'ANVGD di Udine. Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo e E. Varutti. Lettori: Bruna Zuccolin, Bruno Bonetti e Marco Birin. 

Fotografie della collezione di Francesco Ostrogovich, Istrianet.org e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia n. 29 a Udine – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. 

Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, da luglio 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine.   Sito web:    https://anvgdud.it/

Profughi di Marina di Massa (MS), Coro della Cappella 1949, Coll. Ostrogovich