Siamo lieti di ospitare un articolo di Franca Balliana Serrentino per un resoconto di una visita turistica e di sentimenti a Zara, effettuata nel 2000 da 160 esuli dalmati. La signora Franca è la moglie dell’avvocato Pietro Serrentino (1921-2010), figlio dell’ultimo Prefetto italiano di Zara, fucilato a Sebenico nel 1947 dai titini. Oltre alla visita della città il gruppo si è soffermato per alcuni riti religiosi molto sentiti dagli zaratini. La devozione mariana non si ferma alla Pasqua di Borgo Erizzo, di antica etnia albanese, e i suggestivi rituali con cui veniva festeggiata dalla comunità. È la festa della Nostra Signora (“Gospa naša - Zonja Jon”), dedicata alla Madonna di Loreto, cui è intitolata la chiesa del rione, celebrata ancora oggi con grande afflusso popolare e con la tradizionale processione. È un racconto nostalgico di una gita in tre pullman, partiti da Mestre. Noi lo dedichiamo alla gioventù della parte alta di Borgo Erizzo, allontanatasi per sempre con l’esodo. In parentesi riquadrate vi sono rare spiegazioni del curatore. (a cura di Elio Varutti, per la redazione del blog).
Menego Mazzoni?, Zara, pittura, collezione Silvio
Cattalini |
Il nostro grand-père Ulisse Donati anche
quest’anno si è fatto carico di organizzare il viaggio a Zara; che fatica! [Ulisse
Donati era nato il 6 agosto 1913 a Zara e scomparve il 20 marzo 2013 a Venezia,
NdR]. In gran numero, lunedì 8 maggio di buon’ora, noi tutti partecipanti siamo
pronti ai punti di partenza alla stazione di Mestre-Venezia. Sotto una pioggia
torrenziale provvediamo, aiutati dai bravi autisti della Ditta Faresin, a
sistemare i nostri bagagli per poi salire sul pullman tutti bagnati dalla testa
ai piedi.
Naturalmente le signore
a bordo brontolano pensando ai loro capelli bagnati: alla cosiddetta “messa in
piega”. Noto invece che io sto pensando ai miei piedi bagnati ed al possibile
raffreddore che mi potrebbe colpire, date le molto ore che dovrò passare in
pullman. Una volta sistemati ai propri posti incominciano i saluti: “Oh, ciao,
ci sei anche tu! E Piero?”. Questa è una domanda che mi verrà rivolta ogni
qualvolta che uno zaratino mi saluterà: quindi sempre.
Miriam Paparella,
assessore del libero Comune di Zara, provvede a fare l’appello di tutti i
passeggeri presenti leggendo i nomi dall’elenco fornitole dal bravo Ulisse,
tutto battuto a macchina ed in ordine alfabetico. Sì, sembra che ci siamo
proprio tutti! Ed alla fine si può partire anche se la pioggia continua a
cadere inesorabile, ma noi sappiamo che niente ci fermerà, arriveremo a Zara
all’ora stabilita. L’interno del pullman subito si anima ed incominciano i
chiacchierii. Sembra di essere con una scolaresca in vacanza. Chi domanda
questo, chi domanda quello. Chi chiede quanti chilometri dista Trieste, chi
quanti alla frontiera. Chi vuole essere informato sul tempo che farà a Zara.
Chi sul cambio e sul valore delle Kune, chi sul mangiare Bonkulovich. [I
dalmati erano, secondo Enzo Betttiza, buongustai o, meglio, «bonculovich» come
si diceva in quelle terre].
Dal posto di comando
del pullman veniamo informati dal nostro Ulisse, organizzatore-navigatore, che
stiamo per arrivare alla frontiera, quindi bisogna preparare i documenti.
Subito un grande aprire e chiudere borse e una guardatina alla fotografia del
proprio documento: “Eh, gli anni passano!”
Prima sorpresa del
viaggio, il nostro bravo assessore Miriam, sempre perfetta, questa volta ha
dimenticato i documenti personali. “Oh, non è possibile, guarda bene –
dice qualcuno – Zitti, zitti, non fate confusione, lasciate che Miriam guardi
bene”. Ogni zaratino in quel momento era disposto a dividere il suo di
documento, anche a pagare una gabella, purché servisse a far passare la nostra
Miriam. Ma no, niente da fare. L’assessore deve scendere dal pullman e
ritornare con i propri documenti – impresa ardua, ma non difficile conoscendo
Miriam. Per fortuna con noi è rimasta un’altra autorità di questo Comune: il “Ministro
degli Esteri, onorevole Pitamitz”. Il pullman riparte e questa volta l’unico
rumore che si sente è quello del motore. Gli zaratini sono tutti in silenzio:
cosa assai rara!
I nostri occhi
continuano a guardare dai finestrini. Finalmente il cielo è più azzurro, la
costa e il mare sono calmi. Tutto prosegue come da programma. Sosta a Buccari,
panini, caffè e quant’altro: tutto bene. La nostra attenzione è sempre
catturata da questo meraviglioso mare e dalla costa dura ed accogliente alo
stesso tempo. Notiamo che qualche lavoro di sistemazione della strada percorsa
due anni or sono è stato fatto e ci sentiamo più sicuri. Lara è più vicino e i
tre pullman corrono uno di seguito all’altro.
Finalmente, verso le
ore 18, si leva una voce per avvertirci che siamo in arrivo a Zara.
Immediatamente tutti i passeggeri si alzano in piedi e vengono abbagliati da un
sole infuocato. Ulisse chiede all’autista di fare un giro della città per farci
ammirare il tramonto. Per tanti viaggiatori è un tramonto che non vedono da più
di 55 anni. Mi vengono in mente le parole di Piero: “Vedrai Franca, i tramonti
di Zara sono più belli di quelli sul Bosforo”. Devo ammetterlo anche questa
volta Piero aveva ragione. Il mare, la città, le palme, le barche, il cielo,
tutto è un colore arcobaleno: azzurro, rosa, rosso, arancione, il buon Dio non
si è risparmiato.
Tutti noi siamo senza
parole e all’interno del pullman regna un rispettoso silenzio. Finalmente
approdiamo all’Hotel Kolovare, dove ognuno di noi viene adeguatamente
sistemato. Ulisse ha scelto bene, come sempre. Ormai è fatta: siamo a Zara,
dove ci attendono giorni molto intensi. Tutti hanno molte cose da rivedere, tanti
posti da rivisitare e doni da consegnare a parenti ed amici. È un ritornare…
con il cuore in gola.
L’indomani mattina,
dopo un’abbondante colazione e tanti, tanti saluti – finalmente tutti i 160
zaratini sono insieme e le loro voci si sentono tutte – la nostra prima
mattinata è dedicata ai nostri Cari Defunti. Davanti al Cimitero c’è un certo
fermento, ad attenderci troviamo il nostro Vanni Rolli con Donna Vittoria [Maria
Vittoria Barone, del Madrinato dalmatico] che vorrei ringraziare a nome di
tutti per il generoso e nobile impegno, qui lo si vede tutto, che Donna
Vittoria ed altri continuano a portare avanti senza mai lamentarsi.
Un caro saluto
zaratino. Franca Balliana Serrentino
Zara viale Ghisi, primi del '900. Collezione provata |
--
Documento
originale - Franca Balliana Serrentino, “III Maggio
zaratino (8-14 maggio 2000). Nostra Signora di Borgorizzo”, testo in Word, pp.
3.
Cenni
bibliografici del curatore – Enzo Bettiza, Esilio, Milano, Mondadori, 1999.
– Gabriella Vuxani,
“Recensione del libro ‘Borgo Erizzo. Scritti dedicati al quartiere albanese della città di Zara”, on line dal 3 maggio 2023 su anankenews.it
Nota
di cronaca – Non c’è più Miriam Paparella Bracali, assessore
del libero Comune di Zara in esilio. Sua figlia, Donatella Bracali, è presidente
del Comitato provinciale di Pescara dell’ANVGD.
Antonio Pitamitz, nato
a Zara il 23 agosto 1936, è deceduto nel 2022. A metà del 1983,
pubblicò sulle pagine del mensile «Storia Illustrata» la prima inchiesta seria
e documentata sulle foibe e sugli eccidi commessi da partigiani italiani e
titini sul fronte orientale.
Nel 1982 nacque il
Madrinato Dalmatico per la Conservazione del Cimitero degli Italiani di Zara
fondato dalle donne dalmate che decisero di occuparsi delle tombe, tra le quali
Maria
Vittoria Barone Rolli.
Ringraziamenti
–
La redazione del blog, per il saggio presente, è riconoscente alla signora
Franca Balliana Serrentino, che vive a Jesolo (VE), per aver cortesemente
concesso, il 15 settembre 2023, la diffusione e
pubblicazione dei suoi materiali d’archivio. Si ringrazia per la collaborazione
riservata Claudio Ausilio, esule di Fiume a Montevarchi (AR) delegato
provinciale dell’ANVGD di Arezzo.
Note generali
– Autrice principale: Franca Balliana Serrentino. Ricerca e Networking di
Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Lettori: Franca Balliana Serrentino,
assessore alle Attività promozionali del Libero Comune di Zara in Esilio, Bruno
Bonetti, Bruno Stipcevich, Claudio Ausilio e la professoressa Annalisa Vucusa
(ANVGD Udine). Aderisce il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo
giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Copertina: Menego Mazzoni?, Zara, pittura, collezione Silvio
Cattalini. Altre fotografie da collezioni citate nell’articolo e dall’archivio
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato
Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o
ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a
venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna
Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito
web: https://anvgdud.it/
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