In Istria c’erano italiani che non mollavano nel 1948. Il regime titino ormai stava prendendo piede, dopo il trattato di pace del 10 febbraio 1947, che assegnava gran parte dell’Istria alla Jugoslavia. C’erano fotografie di Tito sulle vetrine dei negozi privi di merce e bandiere jugoslave in ogni dove. “Sucedeva che Narciso Chersin sul Canal de Fasana – ha detto Armida Villio – de note meteva la bandiera italiana sulla boa tra Fasana e Brioni, cussì i titini e quei dell’OZNA se inrabiava, anche Narciso Barattin ga messo la bandiera italiana sul campanil de Fasana, perché tanti i pensava che tornava l’Italia”.
Cartolina di
Fasana, primi del ‘900. Proprietà: J.M. Marincovich, Fasana |
Tutte quelle bandiere italiane issate, con eroismo, in vari posti persino sul campanile e sulle boe del tracciato marittimo erano una vera spina nel fianco per l’OZNA (poi UDBA), il servizio segreto di Tito, che proprio a Fasana aveva una delle sue roccaforti. Dovevano sloggiare dall’Istria quegli italiani che non si piegavano alla dittatura comunista e al tricolore jugoslavo. Così fu fatto. Come mai restare, se molti italiani invece partirono col piroscafo ‘Toscana’?
“Noi semo vignudi via coi documenti nel 1947 col ‘Toscana’ per andar al
Silos de Trieste [Centro raccolta profughi], ma in pratica semo stadi caciadi via – ha spiegato Armida – invece mia cugina Anna xe restada, perché
pensava che no restava Tito, cussì dopo i ghe gà portà via tuta la roba de la botega
e anche l’oro de famiglia, la xe finida in preson a Dignan, i ghe portava via
col camion la lana, la xe morta a Trieste, forse nel 1950. Mio papà iera
Bartolomeo Villio, nato a Fasana nel 1903, el contava che i antenati Villio nel
Seicento iera tagliapietre vignudi de Verona, infatti gò parenti a Muggia,
Dignan e Rovigno, dove cualchedun fa de cognome Tagliapietra Vilio”.
Armida Villio a Gorizia per un raduno ANVGD. Foto Varutti |
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Fonti
orali e digitali Si ringrazia, per la collaborazione
riservata, la signora Alda Devescovi, nata a Rovigno ed esule a Grado (GO). Le
interviste sono state condotte da Elio Varutti con penna, taccuino e macchina
fotografica.
- Marcela Perich, Umago
(PL) 11.4.1940, esule a Buenos Aires (Argentina) Post in Facebook del 19
ottobre 2022.
- Armida Villio, Fasana
(PL) 1933, esule a Grado (GO), int. a Gorizia del 1° ottobre 2023.
L'istriana Marcela Perich, al centro, con Gianni a sinistra in Argentina |
Progetto
di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico
dell’ANVGD di Udine. Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E.
Varutti. Lettori: Armida Villio, Alda
Devescovi (ANVGD di Gorizia), Tulia Hannah Tiervo e Sergio Satti (ANVGD di
Udine). Fotografie di Elio Varutti. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer
e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Adesioni al progetto:
Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e la
delegazione provinciale dell’ANVGD di Arezzo. Ricerche d’archivio
all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato
Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o
ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a
venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
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