"Mio
padre si chiamava Augusto Burelli, nato nel 1896 e morto nel 1955 a
Battaglia di Fagagna". Inizia così la testimonianza di Sergio Burelli, classe 1926.
"Nel 1917 era militare in fanteria a Tolmino (oggi in
Slovenia), così mi raccontava. Durante la ritirata degli italiani verso il
Tagliamento - prosegue il racconto di Sergio Burelli -, quando arrivò a Udine, in un pomeriggio di pioggia battente, gli
sembrò giusto deviare per Fagagna, per andare a salutare la madre Maddalena e
la sorella Elisa. Aveva anche un fratello di nome Dario, militare con gli
alpini. Restò a dormire a casa sua. Poi è ripartito a piedi per raggiungere il
suo reparto in fuga verso il Piave, nella totale confusione della rotta di
Caporetto. Essendo mancato all’appello, fu dichiarato disertore. Fu isolato,
processato e condannato a morte per diserzione".
"Nella
notte è stato legato con una corda e posto fuori dalla trincea, in esposizione
alle pallottole austriache. Tuttavia, gli austriaci non gli spararono. Poi il
comando ha deciso di costituire il corpo degli arditi, con tutti i condannati
come lui. Mio padre, allora, accettò di entrare negli arditi. Pochi giorni dopo
furono mandati all’assalto con bombe a mano e pugnale. Gli italiani erano contro
la trincea austriaca e le mitragliatrici ne uccisero 200, lasciandone vivi una
quindicina, tra i quali mio padre. Il reparto arditi fu ricostituito dopo un mese.
Altra azione suicida, altri caduti in massa. Mio padre e un suo commilitone
riuscirono a salvarsi solo perché finirono sotto i corpi dei colpiti a morte
dalla mitraglia austriaca".
Udine, Piazza Vittorio Emanuele II, già Contarena
(oggi piazza Libertà) nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto
"Alla sera si accorsero di essere rimasti vivi solo
loro due. Fu così che decisero di prendere un morto e portarlo verso la trincea
italiana, dicendo che era ferito grave. Avevano paura dei carabinieri, perché essi
avevano l’ordine di sparare contro chi tornava indietro dall’assalto, ma
riuscirono a convincerli che stavano portando un ferito grave, che forse… era
già morto. In seguito a questo ennesimo attacco a vuoto, il reparto arditi fu
sciolto e mio padre finì la guerra in fanteria, il suo reparto originale".
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Intervista
a Sergio Burelli, Battaglia di Fagagna, provincia di Udine, 1926-Udine 2017.
Intervistatore:
Elio Varutti.
Data
e luogo dell’intervista: Udine, 25 febbraio 2015.