sabato 28 febbraio 2015

Augusto, da disertore ad ardito, 1917

"Mio padre si chiamava Augusto Burelli, nato nel 1896 e morto nel 1955 a Battaglia di Fagagna". Inizia così la testimonianza di Sergio Burelli, classe 1926. 
"Nel 1917 era militare in fanteria a Tolmino (oggi in Slovenia), così mi raccontava. Durante la ritirata degli italiani verso il Tagliamento - prosegue il racconto di Sergio Burelli -, quando arrivò a Udine, in un pomeriggio di pioggia battente, gli sembrò giusto deviare per Fagagna, per andare a salutare la madre Maddalena e la sorella Elisa. Aveva anche un fratello di nome Dario, militare con gli alpini. Restò a dormire a casa sua. Poi è ripartito a piedi per raggiungere il suo reparto in fuga verso il Piave, nella totale confusione della rotta di Caporetto. Essendo mancato all’appello, fu dichiarato disertore. Fu isolato, processato e condannato a morte per diserzione".


"Nella notte è stato legato con una corda e posto fuori dalla trincea, in esposizione alle pallottole austriache. Tuttavia, gli austriaci non gli spararono. Poi il comando ha deciso di costituire il corpo degli arditi, con tutti i condannati come lui. Mio padre, allora, accettò di entrare negli arditi. Pochi giorni dopo furono mandati all’assalto con bombe a mano e pugnale. Gli italiani erano contro la trincea austriaca e le mitragliatrici ne uccisero 200, lasciandone vivi una quindicina, tra i quali mio padre. Il reparto arditi fu ricostituito dopo un mese. Altra azione suicida, altri caduti in massa. Mio padre e un suo commilitone riuscirono a salvarsi solo perché finirono sotto i corpi dei colpiti a morte dalla mitraglia austriaca". 
Udine, Piazza Vittorio Emanuele II, già Contarena
 (oggi piazza Libertà) nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto

"Alla sera si accorsero di essere rimasti vivi solo loro due. Fu così che decisero di prendere un morto e portarlo verso la trincea italiana, dicendo che era ferito grave. Avevano paura dei carabinieri, perché essi avevano l’ordine di sparare contro chi tornava indietro dall’assalto, ma riuscirono a convincerli che stavano portando un ferito grave, che forse… era già morto. In seguito a questo ennesimo attacco a vuoto, il reparto arditi fu sciolto e mio padre finì la guerra in fanteria, il suo reparto originale".   

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Intervista a Sergio Burelli, Battaglia di Fagagna, provincia di Udine, 1926-Udine 2017.
Intervistatore: Elio Varutti.
Data e luogo dell’intervista: Udine, 25 febbraio 2015.


lunedì 23 febbraio 2015

Bella, la guida turistica di Cortona

Recensire una cosa bella fa sempre piacere. Questa è una guida turistica di Cortona, città della Toscana, in provincia di Arezzo. 

Cortona è una bella città, ricca di arte e di storia. Per fortuna del viaggiatore, dal 2014, c'è una guida turistica stampata in grado di fornire molte opportunità al visitatore curioso. All'inizio la città fu etrusca, poi romana. Situata in una posizione strategica sulla Valdichiana, sviluppò scambi mercantili e culturali non solo per via terrestre, ma pure fluviale.

Fin dai primi secoli d.C. fu sede vescovile e, dopo la caduta dell'Impero romano, fu governata dai Goti (476-535). La sua decadenza iniziò in quel periodo, a causa della estenuante guerra tra goti e bizantini (535-553). Ne seguì l'invasione longobarda, cessata con la discesa di Carlo Magno in Italia. Alla dinastia carolingia, seguì quella di Sassonia e di Franconia.

Suggestivo panorama serale da Cortona (foto: Elio Varutti)

Sul finire dell'Alto Medioevo la Valdichiana comincia ad impaludarsi. Nel 1200 la città è libero comune, col Podestà, col Capitano del popolo, con i Consoli della Società e coi Rappresentanti delle arti. Le lotte tra Guelfi e Ghibellini non la lasciarono indenne e, tra i numerosi contendenti, si distinse la signoria dei Casali. Ad un certo punto la città finì per sottomettersi a Ladislao, re di Napoli che, il 14 gennaio 1411, con gesto molto signorile, la cedette a Firenze per 60 mila fiorini d'oro.
Dopo il casato dei Medici, Cortona passò ai Lorena, nel 1737, per restare nel Granducato fino al 12 marzo 1860, quando fu annessa al Regno d'Italia.

Stupendo scorcio a Cortona(foto: Elio Varutti)

L'agile guida è suddivisa in vari capitoli, dopo il cenno storico. Si va dalle Mura alle Porte cittadine, fino alla fortezza. Pezzo forte è quello delle tombe etrusche e la Villa Romana. Poi ci sono i musei, le chiese e i monasteri. Non potevano mancare le illustrazioni dei Palazzi familiari, dei borghi e delle piazze. L'ultimo cenno va ai dintorni di Cortona. Degne di nota finale sono certe fotografie panoramiche del volumetto. Esse danno una visione dei luoghi che nessun turista riuscirebbe a vedere, a meno di non stare appeso ad un... drone, oppure ad un deltaplano.


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Paolo Bruschetti, Nicola Caldarone, Isabella Consigli, Silvia Consigli, Cortona, Città di Castello (PG), Icona, pagg. 144,  € 10, con numerose fotografie a colori e mappa dei monumenti esplicativa, 2014. Per acquisti nel... web.


foto di DCV

domenica 15 febbraio 2015

Ecco il Giorno del Ricordo 2015 allo Stringher, Udine

È stato un Giorno del Ricordo dedicato ai giovani il 7 febbraio 2015. Erano presenti oltre 200 allievi delle classi quinte dell’Istituto “Bonaldo Stringher”, nell’Auditorium della scuola alberghiera, commerciale e turistica di Udine. Il convegno era aperto alle autorità e alla cittadinanza, perciò hanno partecipato anche una quarantina di ospiti, per lo più sfollati, esuli istriani e loro discendenti. La riunione, dedicata al Giorno del Ricordo, fissato per legge al 10 febbraio, era per ricordare l’esodo giuliano dalmata dopo la seconda guerra mondiale e la tragedia dell’eliminazione nelle foibe. Tale operazione fu voluta dall’espansionismo iugoslavo, dalla pulizia etnica e dalla sete di vendetta per le violenze subite sotto il fascismo. Per chi fosse interessato c'è un'altra fonte nel web su questa stessa giornata; si veda il sito www.infofvg.it con il titolo sul Giorno del Ricordo nell'Istituto alberghiero commerciale e turistico di Udine.

Udine, 7 febbraio 2015, Auditorium dell'Istituto Stringher 
per il Giorno del Ricordo  (le fotografie, ove non altrimenti indicato, sono di Ion Virtosu, della classe 4^ E Enogastronomia).

Patrocinato dal Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), presieduto dall’ingegnere Silvio Cattalini, il convegno è stato aperto alle ore 9 da Walid Khiari, della classe 3^ A Sala e vendita, che ha accennato ai legami che l’evento può registrare col turismo della memoria. Ha poi preso la parola il professore Elio Varutti, referente del progetto Il Secolo Breve in Friuli Venezia Giulia, inserito nelle attività didattiche, nel POF della scuola e sostenuto dalla Fondazione CRUP. È stato ricordato, quindi, il 70.mo anniversario dell’eccidio delle malghe di Porzus, quando un gruppo di partigiani comunisti dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP) passò per le armi 17 partigiani delle Brigate Osoppo Friuli, d’ispirazione cattolica, monarchica e azionista, con l’accusa di intelligenza col nemico e su ordine della dirigenza iugoslava. Secondo certi storici la guerra fredda iniziò il 7 febbraio 1945 a Porzus.


La professoressa Elisabetta Marioni risponde alle domande dello scrittore Mauro Tonino, durante la presentazione del volume, edito dall'Istituto Stringher, 2015 "Ospiti di gente varia. Cosacchi, esuli giuliano dalmati e il Centro di Smistamento Profughi di Udine 1943-1960"

Il saluto ufficiale dell’Istituto Stringher ai convenuti è stato portato da Anna Maria Zilli, Dirigente scolastico, che ha passato la parola all’onorevole Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine. Fontanini ha affermato l’importanza di parlare nelle scuole dei fatti storici accaduti nel proprio territorio, come l’esodo giuliano dalmata, che vide a Udine transitare oltre centomila profughi dalla fine del conflitto fino al 1960. Un accorato intervento è stato quello di Silvio Cattalini, esule da Zara, che ha raccontato il martirio della sua città, sottoposta a 54 bombardamenti angloamericani tra il 1943 e 1944. “La mia città non esiste più – ha detto Cattalini – perché gli italiani sono scappati per sfuggire alle devastazioni delle bombe e per la pressione iugoslava, oggi c’è Zadar una città  di 75 mila abitanti, venuti dall’interno croato bosniaco, e si nota una nuova sensibilità, perché i giovani croati si chiedono il perché di tutte quelle bombe, che hanno ucciso duemila dei 18 mila italiani di Zara, ma anche molti croati”.      

Udine, Anna Maria Zilli, dirigente scolastico dell'Istituto Stringher saluta i convegnisti del Giorno del Ricordo, il 7.2.15.

Maria Pacelli, Elisabetta Marioni, Mauro Tonino ed Elio Varutti allo Stringher (foto sotto). In basso (altra cerimonia), il 10 febbraio all'Auditorium Zanon con le massime autorità locali per il Giorno del Ricordo dell'ANVGD di Udine. (fotografie di Giorgio Gorlato)
Tra le autorità presenti in sala allo Stringher, Varutti ha ringraziato per la loro partecipazione Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine e il professor Paolo Pascolo, presidente del Centro Interdipartimentale di Ricerca per la lingua e la cultura del Friuli (CIRF) dell’Università di Udine. In seguito c’è stato un intermezzo musicale gestito dagli studenti e dalla professoressa Maria Pacelli, insegnante di Italiano e Storia. Silvia Biagiotti, della classe 5^ A  indirizzo Accoglienza turistica, ha letto un’introduzione alla canzone “Hero of war”, cantata da Angelica Secco, della classe 4^ A indirizzo Accoglienza turistica, accompagnata alla chitarra da Antonio Lauriola. 

Il chitarrista Antonio Lauriola, la cantante Angelica Secco, la professoressa Maria Pacelli e Silvia Biagiotti in Auditorium dello Stringher il 7 febbraio 2015 per il Giorno del Ricordo 
(fotografia di Giorgio Gorlato)
Angelica Secco canta Hero of war”, accompagnata alla chitarra da Antonio Lauriola (foto di DCV)

“L’Italia ha nascosto per anni l’infoibamento e l’esilio di nostri concittadini dell’Istria e della Dalmazia, come la polvere sotto il tappeto – ha detto Silvia Biagiotti –, per non irritare le potenze vincitrici della guerra, ecco perché il Giorno del Ricordo dà voce a quelle vittime e rende loro giustizia”.
Poi si è tenuta, nel silenzio totale degli studenti, la proiezione dell’audiovisivo intitolato “Esodo. La memoria tradita”, prodotto dall’ANVGD. Ha fatto seguito la lettura di un’intervista sull’esodo da Albona, a cura di Elisa Dal Bello, della classe 5^ D indirizzo Dolciaria.  


Nelle immagini soprastanti: l'intervento di Silvio Cattalini, esule da Zara, che riferisce dei 54 bombardamenti sulla sua città. 
In basso: l'Auditorium dello Stringher affollato mentre l'onorevole Fontanini accenna alla sua presenza in Parlamento, nel 2004, quando fu votata la legge istitutiva del Giorno del Ricordo.
 Le immagini sottostanti: Fontanini e Varutti, in piedi. Poi, seduti tra il pubblico, la professoressa Marioni, accanto a Anna Maria Zilli, dirigente scolastico dello Stringher e l'onorevole Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine. 
(fotografie di Giorgio Gorlato)  

Prima della conclusione del convegno, c’è stata la presentazione del volume fresco di stampa “Ospiti di gente varia. Cosacchi, esuli giuliano dalmati e il Centro di Smistamento Profughi di Udine 1943-1960”, per le edizioni dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “B. Stringher” di Udine.  Erano presenti alcuni autori, come i professori Elisabetta Marioni, Giancarlo Martina ed Elio Varutti. Ha dialogato con loro lo scrittore Mauro Tonino, autore del romanzo sulle foibe e sull’esodo istriano intitolato Rossa terra, Pasian di Prato (UD), Orto della Cultura, 2013.
Alle ore 11 i gentili ospiti sono stati accompagnati nel Laboratorio di sala per un breve rinfresco, con la classe 3^ A Sala e vendita, a cura del professor Alessandro Pareschi. Lo staff di ricevimento è stato eseguito dalla classe 3^ A indirizzo Accoglienza turistica, sotto la guida della professoressa Maria Teresa Smeragliuolo. La classe 4^ E indirizzo Enogastronomia, col professor Giuseppe Amico, ha operato nel Laboratorio dei Servizi di Enogastronomia.
Alle ore 12 Varutti ha svolto una visita guidata alla Mostra sul Giorno del Ricordo, che sarà aperta fino al 31 marzo 2015. Orari di visita: da lunedì a venerdì ore 8,30-13,00 e ore 15,00-18,00. Sabato ore 8,30-14,30. La rassegna, oltre ai classici pannelli prodotti dall’ANVGD di Roma nel 2009 col professor Guido Rumici, contiene alcune originali piccole opere d’arte, interviste sull’esodo giuliano dalmata e sulle foibe a cura degli allievi dello Stringher, con l’ausilio del Laboratorio di Storia e della professoressa Martina Bragagnini, di Storia dell’Arte.


Fotografie sopra e sotto: Udine, Auditorium Stringher, Elisabetta Marioni, Mauro Tonino ed Elio Varutti


Libro, mostra e convegno fanno parte del progetto, sostenuto dalla Fondazione Crup, “Il secolo Breve in Friuli Venezia Giulia”, che  ha ottenuto il patrocinio di: Provincia di Udine, Comune di Udine, Club UNESCO di Udine, Società Filologica Friulana, ANED, ANVGD e del Comune di Martignacco, nel cui ambito territoriale sorge Villa Italia, che fu residenza del re Vittorio Emanuele III dal 1915 al 1917. Le attività didattiche descritte rientrano nel programma del Laboratorio di Storia dell’istituto udinese, di cui è referente il professor Giancarlo Martina.

Rssegna stampa: da La Vita Cattolica del 7 febbraio 2015. Qui sotto un ritaglio dal settimanale IL FRIULI.



Visitatori ed esuli istriano dalmati alla Mostra sul Giorno del Ricordo, atrio dell'Istituto Stringher, Udine