giovedì 4 agosto 2016

Il 90° anniversario dell’Osteria “Fusâr”, Udine

Fondata nel 1926 da Attilio Roiatti (Udine 1898-1989), l’osteria da “Fusâr” di Udine potrebbe sembrare un semplice bar della periferia, invece dietro di sé c’è un pezzo di storia del Friuli. 
È un punto vendita di bevande pieno di umanità. E di cultura dato che fra le pareti potrete ammirare pure un quadro di Giuseppe Zigaina, con il classico contadino in bicicletta. Lasciamo perdere il maestro friulano del neorealismo in pittura e torniamo all’osteria. Quest’anno è il 90° anniversario dalla sua fondazione, ma sta passando in sordina. 
Udine - L'ingresso dell'osteria da Fusâr, in Via Pradamano 25

È situato in Via Pradamano al civico numero 25, vicino alla scuola “E. Fermi”. Per esempio, se un nuovo cliente entra in negozio e l’oste o barista è nel retro bottega al lavoro, senti i vecchi clienti in coro a chiamare: “Giorgiooo”. Poi essi continuano col grande impegno della briscola, della scopa o del tressette.
Dal 1994 ad oggi a gestire l’azienda è, infatti, Giorgio Romanello, orgoglioso nipote del fondatore. Fino al 2000 l’attività è stata condotta assieme alla zia Elsa Roiatti ed oggi col figlio Alberto Romanello, classe 1988.

Cosa vuol dire “fusâr”?
Nel passato le venditrici ambulanti di fusi per filare erano dette “fusanis”, da “fûs”, che in lingua friulana significa “fuso”. Esse vendevano anche mestoli, venivano allora chiamate “sedonariis” (singolare: “Sedonarie”), dal termine friulano “sedon” che significa appunto “cucchiaio o mestolo”. Tutto ciò emerse durante una ricerca scolastica del 2004, svolta in collaborazione con la Camera di commercio di Udine.
Il “fusâr”, in friulano, è il “fusaio”, ossia il fabbricatore di fusi. Furono gli stessi avventori dell’osteria, negli anni ’20 del Novecento, a dare quel nome ad Attilio Roiatti, figlio di Giovanni, perché aiutava le fusaie e i loro uomini: i fusai. Questo genere di accoglienza era una tradizione di famiglia, dato che era praticata pure da Giovanni Roiatti, il padre di Attilio.
In particolare esse chiedevano di poter dormire nel fienile del Roiatti, che acconsentiva con benevolenza. «In quel tempo – spiega il signor Giorgio Romanello – mio nonno Attilio Roiatti aveva anche campagna, tre mucche, il cavallo, galline da governare e il fienile, insomma era oste, dopo aver lavorato sodo come contadino e ha gestito l’osteria per 61 anni, fino al 1987. Da quell’anno fino al 1993 la ditta è passata alla signora Franca e poi a me».
Giorgio Romanello

Quelle donne, le “fusanis” con la gerla in spalla piena di mercanzia andavano a vendere per città di porta in porta.
«A vignivin di Claut, cul om che al vuidave il cjar – mi ha riferito il signor Gino Nonino – e a lavin a durmî tal toglât dai Roiats, lì di Fusâr» (Venivano da Claut, in provincia di Pordenone, col marito che guidava il carro e andavano a dormire nel fienile dei Roiatti, da Fusâr).
Da un’altra intervista si è saputo che «me nono Zuanin Roiatti, nassût tal 1863 e muart tal 1941 – ha aggiunto Elsa Roiatti – al faseve l’ustîr e al dave di durmî ai fusârs e a lis sôs feminis e alore ducj lu clamavin fusâr» (Mio nonno Giovanni Roiatti, nato nel 1863 e morto nel 1941 faceva l’oste e dava da dormire ai fusai e alle loro donne e allora tutti lo chiamavano fusaio). Le fusaie, dette pure “lis sedonariis” erano anche di altri paesi come Cimolais e Claut, in provincia di Pordenone, oppure della Carnia. C’era una tale Letizia Sottocorona, da Collina di Forni Avoltri, con cui i Roiatti restarono in contatto per lettera.
Un ritrovo udinese per “Sedonariis” di Claut e di Collina era «il cortile e sottoportico di Casa Giacomelli, in borgo Grazzano [oggi sede del Museo Etnografico del Friuli, N.d.A.] dove nel 1920-1930 – come ha riportato Rina Bernardinis – aveva inizio il mercato delle venditrici ambulanti di mestoli, nel senso che si accordavano sul prezzo da proporre al cliente».
Attilio Roiatti. Collezione Giorgio Romanello, Udine

Biografia di Attilio Roiatti, il Fusâr
È sempre stato un gran lavoratore. Poco loquace, ma molto intelligente. Attilio Roiatti nasce a Udine il 19 luglio 1898 e muore nel 1989. Caporale alpino nella Grande Guerra, si merita la nomina di Cavaliere di Vittorio Veneto. Componente di una famiglia numerosa «saranno stati 8-9 fratelli – ha detto Giorgio Romanello», aiuta tutti i fratelli a costruirsi la casa tra la zona di Via Pradamano e Baldasseria. Uno col carro andava a raccogliere pietre nel Torre e poi tutti assieme a lavorare nel cantiere. Si fanno muri grossi, tanto che ogni casa ha retto alle scosse del terremoto del 1976. La solidarietà in famiglia era d’obbligo, ma è una forza del rione intero, con la nascita delle prime cooperative, studiate nel Novecento. La Cooperativa di Consumo fra Ferrovieri nasce nel 1921, ma, essendo osteggiata dal fascismo, viene soppressa e rinasce il 7 ottobre 1945 con il nome di “Società Cooperativa fra Ferrovieri”; nel 1954 si apre lo spaccio di Via Pradamano (odierno Piazzale Cavalcaselle), tuttora in funzione sotto il marchio Coop.
Alpini della Grande Guerra, a cura della sezione Associazione Nazionale Alpini di Udine (ANA), Attilio Roiatti è il primo in seconda fila a destra. Collezione Giorgio Romanello, Udine

Attilio Roiatti fonda il 1° gennaio 1926 l’osteria da “Fusâr” e la gestisce fino al 1987. L’iscrizione alla Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura reca il n° 14748 del 25 gennaio 1927. Si alza alle 4 del mattino per lavorare sia nella stalla, nel gallinaio e poi in osteria. Per scegliere il vino del suo punto vendita si fa accompagnare nelle aziende vinicole del Sacilese, a lui note, da un suo amico. È Romualdo Lazzaro, maresciallo della polizia, a fargli gentilmente da autista da Via Pradamano a Udine fino nelle case contadine del sacilese. Scelto e ordinato il prodotto, arriva con un camion a botti. Chi le scarica? Attilio e suo fratello le fanno scendere dal camion e le rotolano fino nel retro bottega. Per 61 anni.
«Mi ricordo che il nonno Attilio – ha aggiunto Giorgio Romanello – andava col carro trainato dal cavallo a portare le vinacce alla distilleria di Primo Badini di Vergnacco, in cambio gli offrivano della grappa, assaggi di nocino o bicchierini di liquore alla prugna».
Attilio Roiatti sposa Linda Carlini che gli ha dato tre figlie.
Atto di conferimento dell'onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto a Attilio Roiatti. Collezione Giorgio Romanello, Udine

L’osteria da Fusâr dopo il 1945
L’osteria da “Fusâr” in Via Pradamano a Udine è situata vicino alla scuola "Enrico Fermi", che fu Centro di Smistamento Profughi dell'esodo giuliano dalmata dal 1947 al 1960. Molti profughi dell’esodo d’Istria, di Fiume e Dalmazia frequentano l’osteria di Attilio Roiatti, dopo il 1945, perché si trova vicino al Centro di Smistamento dei profughi istriani a Udine, che è attivo dal 1947 al 1960.
Visura camerale della Camera di commercio di Udine da cui si evince la data di costituzione dell'osteria da Fusâr: 1° gennaio 1926. 

Servizio giornalistico e fotografico di Elio Varutti

Fonti orali
Le interviste sono state effettuate a Udine da Elio Varutti con penna, taccuino e macchina fotografica alle date indicate. Ringrazio per la collaborazione, la cortesia e per la messa a disposizione di alcune fotografie storiche, i seguenti signori:
Caterina Eleonora Bernardinis Rina (Castiglione delle Stiviere, provincia di Mantova 1908 – Udine 2010), int. del 24 ottobre 1995.
Gino Nonino, Udine 1944, int. del 7 maggio 2005.
Elisa Roiatti, Udine, int. del 9 maggio 2005.
Giorgio Romanello, Udine 1952, int. del 3 agosto 2016.

Riferimenti bibliografici
- Elio Varutti, Tra scuola e museo. Una ricerca dell’Istituto Stringher di Udine sui venditori ambulanti. Claut e Val Resia, «Bollettino delle Civiche Istituzioni Culturali», n. 10, 2007, pp. 146-151.
Giocatori di briscola da  “Fusâr” in Via Pradamano a Udine. Nella fotografia sotto si notano, a sinistra, Romualdo Lazzaro, maresciallo di polizia in quiescenza e Toni, in maglia bianca.

Sitologia
Sulle venditrici di mestoli, cucchiai ed altri piccoli casalinghi in legno si vedano i saggi dello scrivente intitolati :



Sull’emigrazione e il lavoro ambulante femminile si può vedere un elaborato scolastico in Power Point: “Feminis tal forest”, 2014. 

Sulla solidarietà in Baldasseria e a Udine sud si può consultare l’articolo dello scrivente “Solidarietà e cooperazione in Baldasseria, Udine (sec. XIX-XX)”, 2015.

Sul Centro di Smistamento dei profughi istriani a Udine si può vedere il saggio del 2014, con aggiornamenti e integrazioni successive, con il medesimo titolo nel mio blog.
Osteria Da Fusâr in Via Pradamano a Udine. Sullo sfondo la scuola "Enrico Fermi", che fu Centro di Smistamento Profughi dell'esodo giuliano dalmata dal 1947 al 1960. Per altre info vedi: Il Centro di Smistamento dei profughi istriani a Udine, 1947-1960
Osteria Da Fusâr in Via Pradamano a Udine. L'interno col bancone.

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