A quasi 99 anni dalla sua nascita, noi la ricordiamo con
queste parole. Dalle fotografie del cimitero di Santa Domenica di Visinada, oggi Croazia, si
vede che la sua tomba reca solo il nome e la dicitura della “medaglia d’oro”.
Le
fu conferita nel 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Sulla
lastra di marmo nulla si legge riguardo al motivo della morte. Norma Cossetto
era nata a Visinada il 17 maggio 1920 e fu uccisa e gettata nella foiba di
Villa Surani, Comune di Antignana, il 4 o 5 ottobre 1943. Sedici partigiani di Tito l’avevano
violentata e torturata prima di buttarla nella foiba ancor moribonda con altre
persone tra le quali alcune donne, pure stuprate.
Ecco la motivazione della medaglia d’oro al valor civile: “Giovane
studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva
lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente
gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio”.
Il cimitero di Santa Domenica di Visinada. Fotografia di Giovanni Doronzo
Segniamo qui di seguito le parole di una intervistata del
2014. Si tratta di Marisa Roman di Parenzo nel 1929, che ebbe alcuni parenti infoibati o
massacrati dai titini. “Io ero adolescente – ha detto la Roman – e frequentavo
la scuola magistrale di Parenzo e la mia insegnante di italiano era Norma
Cossetto, che fu stuprata da 16 aguzzini, gettata nella foiba di Villa Surani e
recuperata dai pompieri di Arnaldo Harzarich. Noi compagne di classe restammo
sconvolte da quel fatto atroce. Come si fa a fare quelle cose?”.
La tomba della famiglia Cossetto. Fotografia di Giovanni Doronzo
Chi è il maresciallo
Harzarich? È colui che dal 21 ottobre 1943 andò a riportare alla luce ben 84
salme nella foiba di Vines, presso Albona, in Istria, secondo «Il Piccolo» del 22 ottobre 1943. Dopo l’8 settembre 1943, con l’esercito italiano
allo sfascio, i partigiani titini occuparono l’Istria. In quel frangente, per
vendetta contro i soprusi patiti sotto il fascismo, effettuarono le uccisioni
nelle foibe. “Mio zio Carlo Alberto Privileggi, fratello di mia madre –
aggiunge la signora Roman – fu fatto prigioniero con altri ‘per accertamenti’,
dissero e dalla caserma dei carabinieri di Parenzo i titini lo portarono al
castello di Pisino”. Poi finì ucciso nella foiba di Vines, durante la pulizia
etnica.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah
Tiervo, Girolamo Jacobson e E. Varutti. Fotografie di Giovanni Doronzo, che si ringrazia per la gentile concessione alla pubblicazione e
dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD),
Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia 29 – 33100
Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di
Udine è Bruna Zuccolin.
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