Esule da Pola, Bruno Pecchiari ha pubblicato Il volo del Kairos nel 2018. È un
romanzo sull’Istria, Quarnero e la Dalmazia carico di drammaticità e ricco di
fascino. È stato presentato in varie località del Friuli Venezia Giulia con
il Comitato Provinciale di
Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) e dalle
primarie librerie regionali.
Bruno Pecchiari alla UTE di Udine
Pecchiari e il suo libro sono stati ospiti del Corso di Sociologia del ricordo. Esodo giuliano dalmata, tenuto dal professor Elio Varutti, all’Università della Terza Età di
Udine, in aula magna 2, lo scorso 11 novembre 2019. Nell’occasione si sono
tenute anche alcune letture sceniche.
Il Kairos è una stupefacente opera di Lisippo. È un piccolo
bassorilievo, del III secolo avanti Cristo, ritrovato in Dalmazia, a Trogir,
l’antica Traù veneziana. Il Kairos è il dio-ragazzo greco dai piedi alati che
rappresenta l’attimo fuggente, l’occasione perduta... l’equivalente del Carpe diem romano. Custodito dalle
monache del convento di Traù, oggi sta nel museo locale.
Ho già avuto modo di scrivere che non è frequente nella
letteratura dell’esodo giuliano dalmata trovare un testo che copre grosso modo
un arco temporale dalla fuga degli italiani di Pola (28.500 su circa 32 mila
abitanti) col piroscafo Toscana, nel 1947, fino alle guerre balcaniche del
periodo 1991-2001. L’Autore si cimenta in questo tipo di esperienza. È una
scelta coraggiosa da cui traspare un profondo senso di umanità, anche se deve
riportare la notizia di un cecchino croato ucciso nel 1991 in modo brutale
dalle milizie serbe. Tra le pagine del volume si possono rinvenire le vicende
delle famiglie spezzate, la questione delle foibe, i campi profughi (incluso
quello di Udine), la violenza titina degli anni 1943-1950 ed oltre. Ci mette
poi tanta marineria e tanta navigazione da Muggia fino a Spalato, incluse certe
battaglie navali alle Bocche del Cattaro, in questo caso, dei primi di ottobre
del 1917.
I protagonisti del romanzo di Pecchiari, con molte tracce
autobiografiche, si ritrovano pure in mezzo agli scontri di Trieste del 5 e 6
novembre 1953, quando le milizie angloamericane del Territorio Libero di
Trieste (TLT) sparano sulla gente che manifesta per la riannessione all’Italia,
provocando 6 morti e decine di feriti. Allora la folla diventa una belva
inferocita. Non avendo altre armi, in una strada “alcuni rivoltosi calano
ripetutamente la saracinesca metallica sul corpo inanimato di un giovane in
divisa. In una piazzetta vicina, un altro gruppo ancora, dopo aver legato per i
piedi ad un furgone, un soldato già morto, ne trascinano il cadavere lungo le
vie” (p. 87). L’anno dopo arrivarono i bersaglieri tra baci, abbracci e
tricolori sventolanti, al suono delle campane di San Giusto.
Questa parte dei racconti è assai autobiografica, dato che la
famiglia dell’Autore, dopo l’esperienza del Campo profughi di Barletta (BA),
era ospitata a Servola, dalla triestina Renata, fidanzata con Robert, giovane
ufficiale inglese. In quelle convulse giornate fu proprio Robert, giunto a casa
ferito e senza divisa, a raccontare i fatti così descritti. Nel 1954 Robert e
Renata emigrano a Johannesburg, in Sudafrica. I fatti coincidono con quanto
riferiva l’ingegnere Silvio Cattalini, di ritorno da un viaggio in Australia
alla fine degli anni ‘90. In quel continente Cattalini incontra un gruppo di
triestini, tra i quali diversi istriani, che espongono solo bandiere triestine con
l’alabarda. Nessuna italiana. Cattalini, stupito, chiede come mai fosse assente
il tricolore. La risposta fu che, nel 1954, dovettero emigrare perché, essendo
inquadrati nella Military Police
angloamericana, rischiavano “di prenderle o di essere fatti fuori proprio dagli
italiani”. Allora niente tricolore nelle loro sedi australiane di corregionali
all’estero.
Udine, 11 novembre 2019, parte del pubblico della UTE alla presentazione de Il volo del Kairos al Corso di Sociologia del ricordo. Esodo giuliano dalmata
Biografia dell’Autore
Bruno Pecchiari è nato a Pola il 17 Marzo 1944. È un esule
istriano, uno dei tanti che “sradicò le proprie radici e se le trascinò
dolorosamente appresso”. La sua carriera lavorativa con la Danieli SpA di
Buttrio (UD) lo ha portato spesso all’estero, in Europa, in Asia, nel Nord
Africa, nei paesi dell’ex blocco comunista ed in particolare in Unione
Sovietica, DDR, Jugoslavia e Cuba. Pecchiari, socio dell’ANVGD di Udine,
attualmente divide la sua esistenza tra la Francia, a Lourdes dove risiede e
Feletto Umberto di Tavagnacco (UD).
Affascinato da quel meraviglioso mondo terracqueo che si
estende tra coste, isole e mari, ha da sempre voluto viverlo il più intimamente
possibile veleggiando tra le isole dei diversi arcipelaghi greci, lungo le
coste della Turchia, della Sardegna, della Corsica e in tutto l‘arco dei
Caraibi. È soprattutto all’Istria e alla Dalmazia che ha da sempre dedicato la
sua attenzione ed il suo profondo amore. Un amore e una passione che nascono
fin dall’infanzia grazie al nonno, marinaio nella Imperiale Marina Asburgica e
al padre che, giovanissimo, s’imbarcò su una cannoniera fluviale italiana che
pattugliava lo Yang Tse Kiang, il Fiume Azzurro, in Cina negli anni ‘30. In
quel tempo l’Italia aveva, come altre potenze mondiali, una concessione
territoriale nel Tientsin (1901-1943). Fu marinaio poi per tutto il resto della
sua vita.
Sono esperienze che hanno contribuito in modo significativo
allo sviluppo di una personalità complessa, inquieta e rispettosa della
condizione umana e della natura. Una personalità che ha segnato profondamente
lo stile narrativo caratterizzato da una notevole capacità di dare enfasi e
risonanza alle esperienze vissute, modulandole nell’ambito dei grandi eventi sociali
e storici del nostro ultimo secolo. Pecchiari è senza dubbio un autore di
frontiera, nel significato che ha dato alle parole Fulvio Tomizza.
Nascono così molti scritti e ricerche. Dal Diario di Bordo, 1977/2007 – Racconti.
Poi c’è: La Chiave, 2005 – Raccolta
di poesie. Nel 2007 pubblica La Quarta
Stagione – Poesie. Un’altra serie di poesie nel 2011 col titolo: …come rosa fiorita. Medjugorie. La serie
poetica prosegue con: Dissolvenze, 2012 e con Sfrigolii, 2015. L’anno seguente è
dedicato ad una ricerca storica: Assalto
alla Viribus Unitis. Notte tra il 31 Ottobre e il 1° novembre 1918.
Un’altra ricerca è del 2017: E Dio creò
le Grandi Balene… Affascinato dalla ricerca, lavora su: 1571 - La battaglia di Lepanto. Sebastiano
Venier. Il Vecchio Leone. Sempre nel 2017 produce: Avidità ed Egoismo. Dal Vecchio Testamento ai giorni nostri. Pure
nel 2018 si dedica alla ricerca con: Itaca.
C’è un Itaca in ognuno di noi? Nello stesso anno pubblica un lungo brano
nel volume miscellaneo: Testimonianze
sull’Esodo Istriano, Edizioni Medea, 2018. Poi c’è: Il Volo del Kairos, Edizioni Medea, 2018. Infine: L’Oro e la Conchiglia, Edizioni Medea,
2019.
Sfollati istriani a
Tavagnacco
Pecchiari è un esule da Pola che vive a Feletto Umberto, frazione
di Tavagnacco (UD), oltre che in Francia. Nel 1944-1945 lo stesso paese
friulano è meta di profughi di guerra; giungono le prime donne istriane
sfollate, come emerge dalla letteratura locale. Danila Braidotti, detta “Nila”,
ha scritto: Alore [a Fontanebuine, tal
1944] o vin scomençât a viodi tantis feminis zovinis e mancul zovinis... A
jerin lis sfoladis di Pola che a vivevin tes barachis a Felet. (Allora [a
Fontanabona di Pagnacco, nel 1944] abbiamo iniziato a vedere tante donne
giovani e meno giovani… Erano le sfollate di Pola che vivevano nelle baracche a
Feletto Umberto).
Si aggiunga il fatto che gli sfollati a Tavagnacco erano
alcune centinaia, 500-600. Molti erano di Udine, a causa dei bombardamenti
angloamericani. Mariano Vidulich, sfollato da Pola, muore a Tavagnacco; la notizia
è del 7 marzo 1945, secondo il Libro
storico della Cappellania di Adegliacco, citato da Giannino Angeli, a
pagina 159 di un suo libro.
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Il libro di Pecchiari presentato
a Udine
- Bruno Pecchiari, Il
volo del Kairos, Pavia, Medea, 2018, pp. 224, euro 18.
ISBN 978-88-6693-134-8
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Altri cenni
bibliografici
- Giannino Angeli, Viva
l’Italia libera! (1943-1945). (Storia, memorie, testimonianze dei tempi di
guerra nel Comune di Tavagnacco), Udine, Comune di Tavagnacco, Comitato per
il 50° anniversario della Liberazione, 1994.
- Danila Braidotti, Nila, Fontanebuine,
Udine, Fuoricatalogo, 2016.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah
Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di E. Varutti e
dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD),
Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI – 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di
Udine è Bruna Zuccolin.
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