Bruno Bonetti ha parlato dei Dalmati italiani, due volte esuli nel 1920 e nel 1944. L’interessante incontro pubblico si è svolto il 22 ottobre 2020 all’Accademia Città di Udine, di via Anton Lazzaro Moro 58, in collaborazione col Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD). Ha aperto la riunione Bruno Ciancarella, segretario dell’Accademia Città di Udine, presieduta da Francesca Rodighiero, che ha curato l’accoglienza dei soci.
Poi ha avuto la parola Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine. “Mi complimento con questa Accademia – ha detto la Zuccolin – per le varie attività che organizza e per la disponibilità dimostrata a tenere una conferenza sui temi dell’esodo italiano dalla Dalmazia, così poco noto”.Prima della lezione
storica del dottor Bruno Bonetti, segretario dell’ANVGD di Udine, c’è stata una
lettura scenica di alcune poesie in dialetto istro-dalmata. È stata Rosalba
Meneghini, figlia di un’esule da Rovigno, a leggere con intenso trasporto le
liriche su Zara, sulla Dalmazia e su Trieste.
Bonetti ha poi mostrato
alcune diapositive in Power Point per corredare la sua originale esposizione
basata su anni di ricerche presso di archivi di stato di Venezia, Spalato e di
Zara. “Alcuni italiani di Dalmazia – ha detto Bonetti – si trovano lì da
secoli, come il mio avo Bartolo Buffalis, morto nel 1129 a Traù, altri dal
Trecento o Quattrocento, quindi con pieno diritto di vivere in quelle terre,
invece dopo la Grande Guerra hanno dovuto venir via da Curzola, Lesina,
Sebenico, Spalato, Traù, perché queste ed altre zone con una minoranza
italofona sono state assegnate al Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni,
poi c’è stato l’esodo del 1943-’44 da Zara che subì 54 bombardamenti aerei
angloamericani suggeriti dai titini, per cancellare l’italianità della città,
con vestigia romane e veneziane”.
Bonetti si è poi
soffermato a illustrare alcune figure politiche e morali come Antonio
Bajamonti, sindaco di Spalato a fine dell’Ottocento, sotto l’Austria-Ungheria.
“A lui si deve la costruzione dell’Ospedale – ha spiegato Bonetti – del teatro,
incendiato dai nazionalisti croati nel 1881 e della fontana neoclassica,
demolita dai titini nel 1947, poiché rappresentava l’italianità nella Spalato
iugoslava”.
Il relatore non ha
nascosto, nel secolo tremendo dei nazionalismi, gli atti di violenza perpetrati
dai fascisti nei confronti degli slavi; un atto di equidistanza particolarmente
apprezzato dall’uditorio.
Tra il pubblico si sono
notate le presenze di alcuni soci ANVGD di Udine, come Elio Varutti,
vicepresidente del sodalizio, Livio Sessa, di Trieste, con avi dalmati e
parenti di Dignano e Pola, Marco Rensi, con avi di Pedena, Giorgio Gorlato, esule da
Dignano d’Istria e la professoressa Marina Bellina, figlia di un’esule da
Fiume. Ha presenziato all’incontro pure la professoressa Renata Capria
D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine e socia ANVGD.
Rosalba Meneghini legge le poesie in dialetto istro-dalmata
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettore: Bruno Bonetti. Fotografie di Elio Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI – 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
Bruno Bonetti, segretario ANVGD di Udine, relatore alla conferenza: Dalmati italiani, due volte esuli nel 1920 e nel 1944. Fotografia di Elio Varutti
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