Il vocabolo in Italia è ancora pressoché sconosciuto. Holodomor è la terribile carestia procurata del 1932-33 che mieté sette milioni di morti e che colpì soprattutto l’Ucraina. Ne ricorrono i novant’anni quest’anno.
Lo scorso 12 ottobre
2022, presso il centro culturale “Il Pellicano”, in viale Venezia a Udine,
promossa dall’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli (Apo), con la
partecipazione della Associazione culturale Ucraina-Friuli, si è tenuta sul
tema una conferenza con immagini e
filmati. È un lavoro prodotto dal Raggruppamento Ingauno Volontari della
Libertà (relatore Valter Lazzari, Liguria) aderente, come l’Apo, alla Federazione
Italiana Volontari della Libertà (Fivl).
Supportati dalle
documentate ricerche di storici come
Robert Conquest, Nicolas Werth, Ettore Cinnella, Andrea Graziosi e Federigo
Argentieri, sono emersi gli elementi qualificanti di quel colossale crimine
dell’URSS.
Non solo non fu per cause
naturali ma neppure per sole inefficienze o negligenze: fu una carestia
pianificata. Fu genocidio di classe, per schiacciare i contadini indipendenti,
riducendo tutti a salariati, con fucilazioni o deportazioni per chi si
opponeva. E fu anche, per l’Ucraina, genocidio nazionale, per la contestuale
repressione degli intellettuali e delle chiese, ortodossa e cattolica.
Soprattutto la seconda
parte della serata ci interpellava come europei e come italiani: perché
per tanti decenni questa ignoranza e misconoscimento? Le cose si potevano
sapere ma c’è stata reticenza: col negazionismo fin che si è potuto, poi con il riduzionismo (negando l’entità numerica del disastro), infine con il giustificazionismo (“ma era per
un bene superiore...”).
Si pensi che del saggio principale che alzò il velo
del silenzio “Raccolto di Dolore”, uscito negli Usa nel 1986, una casa
editrice italiana ne acquistò i diritti,
impedendo così ad altri la pubblicazione,
ma lo tenne nei cassetti; poté uscire solo diciotto anni dopo.
Tra gli altri, in
riferimento alla crisi alimentare dell’Ucraina si ricorda che il romanziere Vasilij
Grossman, nel suo Tutto scorre..., del
1971, ha scritto che: “facevano a pezzi i morti e li cuocevano, uccidevano i
propri figli e li mangiavano”.
È stato, quello del 12
ottobre, un evento di cultura e pure di
solidarietà fattiva: non solo beni materiali agli amici ucraini in Italia ma,
di più, aiutare gli italiani a conoscere meglio la storia di quel paese.
Come dice lo storico Graziosi, lo Holodomor è l’evento identitario su
cui si fonda la legittimazione dello stato ucraino: ciò che per noi sono il
Risorgimento e la Resistenza. Quanto mai
pertinente, quindi, che l’organizzatore dell'evento fosse l'Associazione
Partigiani Osoppo-Friuli, presieduta da Roberto Volpetti, che ha aperto i
lavori della serata.
In sala, tra i
presenti, c’erano Bruno Bonetti, Sergio Satti, Luciano Bonifazi e Eda Flego,
dell’ANVGD di Udine.
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Testi di Bruno Bonetti
e Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico
dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti.
Lettori: Bruno Bonetti. Fotografie di Bruno Bonetti.
L’archivio
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato
Provinciale di Udine, ha sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI.
33100 Udine. – orario: da lunedì a
venerdì ore 9,30-12,30. Presidente
dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti.
Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
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