“Son venuta via da Valle nel mese di agosto 1949 – ha detto Antonietta Manzin – poi ci hanno tenuto 2, o 3 giorni al Campo profughi del Silos di Trieste, siamo passati per Udine con destinazione al Centro raccolta profughi di Laterina, in provincia di Arezzo, dove siamo rimasti fino al 1951”. Quanti eravate a partire?
“Eravamo in undici – è
la risposta – mio papà Giovanni, suo padre, mia mamma Domenica, mio fratello
Feliciano sposato con moglie e un bimbo, oltre agli altri miei fratelli:
Marina, Francesco, Faustino e Antonietta”. Com’era la vita nelle baracche del
Crp di Laterina?
“Soffrivano tanto gli adulti – ha spiegato Antonietta Manzin – noi bambini, io sono nata nel 1941, si giocava insieme, si andava a scuola, mi ricordo che tutte le mattine ci davano una pastiglia di olio di fegato di merluzzo, ma alcuni miei compagni di classe la buttavano sul fuoco, così nell’aula baracca c’era una puzza che arrivava dalla stufa. La mia famiglia stava nella baracca n. 5, avevamo le brande in ferro beh, erano pochi metri di spazio per 11 persone”.
L’olio di fegato di
merluzzo negli anni ’50 era un rimedio contro il rachitismo. Dopo il 1951 siete
andati in qualche altro Campo profughi? “Certo, in quello di Torino fino al
1956 circa – ha replicato – in via Veglia 44, dove per dormire c’erano le
tavole, i pagliericci e… le cimici, allora mia madre ha avvertito e sono venuti
a disinfestare tutto poi, per fortuna, sono arrivati i nostri materassi, così
si stava meglio”. Ho sentito dire che gli istriani sono abituati ai campi
profughi sin dalla Grande Guerra; è possibile?
“Beh insomma! Le dirò
che mia mamma, nel 1915, è stata internata a Wagna, in Stiria, con la sua
famiglia – ha aggiunto Antonietta Manzin – là è morta la madre di mio nonno,
che si chiamava Domenica Fabris, poi certi miei parenti, due uomini invalidi,
dopo la seconda guerra mondiale, sono stati destinati al Centro raccolta
profughi di Termini Imerese, presso Palermo, dove è morto lo zio Giuseppe
Barbieri. Era il fratello di Domenica Barbieri”. Ho sentito parlare anche di emigrazione istriana in Argentina. Che
cosa sa?
Bambini al Crp di
Laterina, 1950. Collezione di Antonella Barbieri. |
“Sì, mio papà nel 1922 andò a lavorare in Argentina per otto anni – ha detto la signora Manzin – così, quando è ritornato in Istria, nel 1930, ha comprato dei terreni e lavorava sodo. Dopo il 1947, abbiamo perso tre case e 65 ettari di campi coltivabili perché ce li hanno nazionalizzati gli jugoslavi e nessuno ci ha mai risarcito i beni perduti. Siccome c’era poco lavoro a Torino mio papà, verso il 1953, è tornato ad emigrare in Argentina per qualche tempo”. Signora Antonietta, lei parla in dialetto istriano?
“Sì, ma mio marito
Antonio, per scherzo – ha concluso – dice che parlo istrian in cichera, per intendere che lo parlo poco ben”. Com’era
la vita in Istria dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943?
“Al tempo del Ribalton
– ha risposto Antonio Barbieri, marito della signora Antonia Manzin – c’era
poca acqua in paese perciò, con mio papà Antonio, si andava a prenderla coi
carri e le botti al Palù e vedevamo tanti militari italiani sbandati, che
domandavano i vestiti ai contadini in coda per l’acqua, così alla fine della
giornata i vallesani vestivano delle belle divise da ufficiale o di truppa
italiane. Poi ho visto una trentina di soldati italiani sulla riva che volevano
raggiungere la costa opposta e undici di loro si sono messi a nuotare, peccato che
in linea d’aria c’è il Delta del Po a 120 km, o oltre 60 miglia nautiche,
perciò saranno tutti morti”. Sa di
qualche uccisione nelle foibe da parte titina?
Carabinieri gettati nella foiba - “Sì, in Istria ho visto
portare via dai partigiani titini – ha replicato Barbieri – sei carabinieri e
il loro maresciallo, che mi pare si chiamasse Doto, era di Bergamo, li hanno
portati a morire nella foiba dei Ronchi, in quella stessa cavità facevano il
nido i colombi, ma i cacciatori non sono più tornati a sparare ai volatili,
perché là c’erano i morti”. Signor Antonio, quando è venuto via dall’Istria?
“Sì, certo, pur di
stare in Istria – ha ribattuto Antonio Barbieri – ci siamo ricomprati una casa
a Valle, veniamo via da là a dicembre e ci ritorniamo a marzo, o aprile,
malattie permettendo. C’erano tante ingiustizie in Jugoslavia, ci facevano il
lavaggio del cervello. Mi ricordo che, finita la scuola a Valle, avrei dovuto
andare a Rovigno, ma i primi in graduatoria erano i figli degli iscritti al
partito, o dei burocrati jugoslavi, così sono stato escluso perché ero orfano
di guerra italiano”. Però, non sapevo
della pulizia etnica scolastica. Si
ricorda qualcosa di Pola?
“Abitavo a pochi
chilometri da Pola, andavo a prendere il pane a Pola a piedi negli anni ’40 e
‘50, ma ho saputo della strage di Vergarolla solo alcuni anni fa. Avevo tanta
confusione. Non si sapeva nulla. Ho sofferto molto. A sette anni, in Istria,
seminavo in campagna i ceci, la fava e il granoturco con i miei familiari, poi
ho lavorato come elettricista alla Fiat al Lingotto”.
A conferma delle fughe
di italiani e di persone d’altra etnia dalla Jugoslavia, negli anni 1957-1960,
ecco cosa dice un’altra fonte. “Ricordo che abitavo vicino al Centro
smistamento profughi di via Pradamano a Udine, che accolse oltre 100 mila esuli
– ha detto Carlo Dilena – e alla fine degli anni ’50 sapevamo che ospitava
certi fuggiaschi jugoslavi anticomunisti, oltre ai profughi d’Istria, Fiume e
Dalmazia, i bambini dei quali giocavano vicino al mio cortile”.
Laterina, Centro raccolta profughi. Prima comunione di Antonietta Manzin, 1950 |
Dalla collezione della famiglia Barbieri Manzin si sa che, come è scritto nel Libretto del Crp di Laterina, il nonno dell’intervistata si chiamava Antonio Barbieri, figlio del fu Antonio e di fu Domenica Fabris, vedovo e con casa in via S. Nicolò 5. Egli è nato a Valle d’Istria il 20 settembre 1874. Ha la qualifica di: profugo giuliano. Ha esercitato il diritto d’opzione come dal decreto dell’Autorità Jugoslava n. 48.241 del 9 ottobre 1948. Ha richiesto ed ottenuto dal Consolato italiano di Zagabria il passaporto provvisorio (di sola andata) n. 18.234 in data 31 marzo 1949. Con i familiari è stato rimpatriato (in treno) via Monfalcone il 26 luglio 1949, come emerso dal racconto dei testimoni. Tale Antonio Barbieri, del 1874, pur possedendo il citato Libretto del Crp di Laterina, con tanto di sussidi ricevuti tra il 1952 e il 1953, non è segnato nell’Elenco alfabetico profughi giuliani del Comune di Laterina. Ciò significa che i documenti d’archivio talvolta non sono esaustivi, non contengono cioè tutti i nomi dei profughi passati al Crp, come sostiene Claudio Ausilio. Sono 4.693 i nominativi riportati nel suddetto Elenco, considerate pure due cancellature, ma il totale delle persone transitate tra quelle baracche è di oltre 10 mila unità, secondo altre ricerche svolte nell’Archivio di Stato di Arezzo nel 2021 (vedi: Bibliografia).
Da ultimo si nota che
il nominativo di vari Manzin compare nell’Elenco
alfabetico profughi giuliani del Comune di Laterina, al fascicolo n. 369 e
risultano usciti dal Crp il 27 aprile 1951 per Torino. C’è Andrea Manzin,
nonno della signora Antonietta. Come pure c’è qualche nominativo dei Barbieri,
ma non Antonio, classe 1874, di cui i discendenti possiedono il suo citato
Libretto del Crp di Laterina.
La scolara Antonietta Manzin compare, inoltre, nel registro della scuola
elementare del Campo profughi di Laterina. È nella classe 2^ A mista, nell’anno
scolastico 1949-1950, condotta dalla maestra Emma Vannelli Cassioli con 30
iscritti e 25 frequentanti provenienti da Fiume, Pola e Zara. La buona notizia
è che furono tutti ammessi agli esami finali e poi promossi con molti bei voti.
Sempre la giovane Antonietta Manzin risulta, infine, cresimata nella chiesa del
Campo profughi da Monsignore Emanuele Mignone, vescovo di Arezzo, con don
Pasquale Cacioli parroco, il 13 maggio 1950, in base alla relativa rubrica
della Parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano, Laterina (APLa).
Donne e bimbi al Crp di Laterina, 1950 |
Fonti
orali e digitali: per la gentilezza riservata all’indagine
storica si ringraziano le seguenti persone, intervistate da Elio Varutti il 18
marzo 2023 al telefono, con contatti preparatori di Claudio Ausilio, la
collaborazione di Antonella Barbieri e le sue e-mail del periodo 17 marzo-1°
aprile 2023 allo scrivente, se non altrimenti indicato.
- Antonio Barbieri,
Valle d’Istria 1938, vive a Torino e a Valle d’Istria (oggi Croazia).
- Carlo Dilena, Udine
1952, int. del 19 marzo 2023 a Udine.
- Antonietta Manzin in
Barbieri, Valle d’Istria 1941, esule a Torino e soggiorna a Valle d’Istria.
Collezione
privata – Famiglia Barbieri Manzin, fotografie, Libretto
del Crp di Laterina e documenti di famiglia.
Archivi
consultati - La presente ricerca è frutto della collaborazione
fra l’ANVGD di Arezzo e il Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine. La
consultazione e la digitalizzazione dei materiali d’archivio aretini è stata
effettuata nel 2015 e 2022 a cura di Claudio Ausilio. Per la collaborazione
riservata si ringraziano don Mario Ghinassi, parroco di Laterina nel 2015,
gli
operatori e le autorità del Comune di Laterina e dell’Istituto Comprensivo
“Francesco Mochi” di Levane (AR),
- Comune di Laterina
(AR), Elenco alfabetico profughi giuliani,
1949-1961, pp. 1-78, ms.
- Istituto Comprensivo
“Francesco Mochi” di Levane (AR), Comune di Laterina, Scuole elementari,
Direzione Didattica di Montevarchi, Registro
degli scrutini e degli esami, Scuola di Campo Profughi, Classe 2^ diretta
dall’insegnante Emma Vannelli Cassioli, anno scolastico 1949-1950, pp. 12,
stampato e ms.
- Parrocchia dei Santi
Ippolito e Cassiano, Laterina (APLa), Laterina
CRP Cresimati dal 1950 al 1962, Attestati di cresima vari 1949-1957,
Lettere, dattiloscr., stampati e ms.
Crp di Laterina, foto
di gruppo dei Manzin. 1950. Collezione famiglia Barbieri Manzin. |
Bibliografia
- FABIO LO BONO, Popolo in fuga. Sicilia terra d’accoglienza.
L’esodo degli italiani del confine orientale a Termini Imerese (1^
edizione: 2016), Lo Bono editore, Termini Imerese (PA), 2018, 2^ edizione.
– GIULIANA PESCA –
SERENA DOMENICI – GIOVANNI RUGGIERO, Tracce
d’esilio. Il C.R.P. di Laterina 1948-1963. Tra esuli istriano-giuliano-dalmati,
rimpatriati e profuganze d’Africa, Città di Castello (PG), Biblioteca del
Centro Studi “Mario Pancrazi”, Edizioni NuovaPrhomos, 2021.
- ELIO VARUTTI, Il campo profughi di via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata
a Udine. Ricerca storico sociologica tra la gente del quartiere e degli
adriatici dell’esodo 1945-2007, Udine, Comitato di Udine dell’Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Udine, 2007.
– E. VARUTTI, La patria perduta. Vita quotidiana e
testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina
1946-1963, Firenze, Aska, 2021. In formato e-book dal 2022. E seconda
ristampa dal 2023.
Tessera di Antonio Barbieri (1874) dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra con fotografia e firma del titolare. È il nonno dell’intervistata e padre di Barbieri Domenica. |
Progetto e ricerca di Claudio Ausilio, delegato provinciale dell’ANVGD Arezzo. Interviste di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Antonietta Manzin, Antonio Barbieri, Antonella Barbieri, Claudio Ausilio, professor Stefano Meroi (Udine). Copertina: Prima comunione di Antonietta Manzin, a sinistra di Mons. Emanuele Mignone, vescovo di Arezzo, con don Pasquale Cacioli vicino alla Chiesa del Crp di Laterina, 13 maggio 1950. Collezione famiglia Barbieri Manzin. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull'esodo giuliano dalmata, Udine. Fotografie da collezioni private citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Libretto del Campo
profughi di Laterina intestato al profugo
giuliano Antonio Barbieri, classe 1874. Collezione famiglia Barbieri
Manzin.
Pagine interne del Libretto del Campo profughi di Laterina
intestato al profugo giuliano Antonio Barbieri, coi sussidi
ricevuti tra il 1952 e il 1953. Collezione famiglia Barbieri Manzin.
Passaporto provvisorio
di Giuseppe Barbieri emesso il 31 marzo 1949 dal Consolato italiano di
Zagabria; il profugo morì nel Crp di Termini Imerese (PA). Si noti la ricevuta del
cambio di dinari.
Il santino per le Sante
Missioni e per le Quarantore al Crp di Laterina, 3-11 marzo 1951. Collezione
famiglia Barbieri Manzin.
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