“Ricordo che gli scolari del Campo profughi di Laterina avevano una gran
voglia d’imparare”. Si apre con tali parole il racconto di Giulietta Del
Vita, maestra in baracca alle scuole elementari del Centro raccolta profughi
(Crp) di Laterina, provincia di Arezzo nell’anno scolastico 1956-1957.
La maestra Giuletta Del Vita, nel 1960, con gli scolari di Castiglion Alberti-Badia-Agnano-Bucine (AR). Collezione Giulietta Del Vita
“Ho insegnato per solo un anno scolastico in
una stanzina – ha aggiunto – avevo
diciannove anni e mi sono trovata bene coi bambini e con le famiglie,
nonostante molti di loro avessero dei problemi con la lingua italiana, erano le
cosiddette scuole elementari sussidiate con maestri senza stipendio, lo si
faceva per avere punteggio nelle graduatorie del Provveditorato agli Studi.
Spesso erano delle pluriclassi, appena arrivavano i nuovi bambini al Campo li
si inseriva in una classe prima, perché si orientassero”. La maestra Del
Vita aveva 34 iscritti, 11 maschi e 23 femmine con esami svolti dal 3 al 4
luglio 1957 e nel registro di classe ha annotato che il locale scolastico: “ha un tetto resistente a tutto meno che alla
pioggia, mura disadorne, tre finestre che permettono di vedere una bella
campagna ed anche il vicino paese”.
Arezzo 1955, gare di
Scuola Magistrale, Giulietta Del Vita è la prima a sinistra. Collezione
Giulietta Del Vita.
Le hanno mai raccontato qualcosa
dell’esodo giuliano dalmata? “No, mai – è la replica – non
ho mai saputo nulla della loro vita precedente, per me era importante lavorare
e poi tornavo a casa col motorino di marca ‘Motom’ fino a Laterina stazione,
poi in treno fino a Montevarchi. Non sono mai entrata nelle baracche delle loro
famiglie. Avevo la lavagna, i banchi e le seggiole, non ricordo di aver patito
il freddo, come hanno scritto altri educatori”. Ricorda il nome di qualche
maestro suo collega lì nel Crp di Laterina?
“C’erano la maestra Emilia Carmignani, proveniente da
Loro Ciuffenna (AR), il maestro Romano Alfieri e Giuliana Stoppielli, da
Terranuova Bracciolini (AR) – ha risposto la maestra Del Vita
– eh, tra colleghi si stava bene, si
scherzava, poi c’era il direttore didattico Elio Scala e quando ci facevano
visita il Direttore o l’ispettore, per gli allievi era una festa, dato che non
vedevano mai nessuno”. Ha mai portato in gita i suoi scolari?
“Più che altro facevano delle belle passeggiate vicino al Crp, alla
centrale elettrica, o lungo il fiume Arno – ha concluso la maestra
Giulietta Del Vita – ricordo che i
maschietti erano felicissimi e mi dicevano: Allora maestra, andiamo a ingrumar
fiori? E io, per l’ennesima volta, li dovevo correggere, avevano il dialetto
dentro di sé e in famiglia parlavano solo in quel modo”.
Nomina
a insegnante di Del Vita Giulietta nella scuola sussidiata di Laterina Campo
profughi per l’anno scolastico 1956-’57, ciclost. e ms.
Collezione Giulietta Del Vita.
Il
Memoriale di Edoardo Radolovich, 2021
Un suo affezionato
allievo, Edoardo Radolovich, nel 2021, ha scritto che: “La nostra maestra non
solo era brava, ma anche carina oltre che simpatica e per questi motivi eravamo
molto legati a lei. Parlando del più e del meno una volta ci disse che abitava
a Montevarchi che era un paese a nord di Laterina e distava 12-13 chilometri” (Dvori. Breve storia di un bimbo Slavo con
genitori Italiani e nonni Austriaci, p. 34).
“Era una giornata
estiva e con il solito gruppetto camminavamo sulle sponde dell’Arno quando mi
venne un’idea malsana. Andare a trovare la maestra e facendo un piccolo calcolo
in due ore potevamo essere a Montevarchi. Oramai l’aritmetica e la logica erano
il nostro pane. Continuammo lungo il fiume ma non era molto agevole anche
perché ogni tanto c’era un torrentello che si immetteva e per noi era
impossibile attraversarlo se non andare in cerca di qualche ponticello. Così
però avremmo perso troppo tempo e già eravamo partiti a pomeriggio inoltrato.
Decidemmo altresì di raggiungere la strada statale che stava poco più su.
Camminammo molto ai bordi della stessa con qualche macchina che passava ogni
tanto ma a dire il vero erano pochissime in quel periodo. Dopo qualche ora
arrivammo alle porte del paese ovvero dove c’era il cartello stradale con su
scritto “Montevarchi”.
Tutti felici (eravamo
in tre) guardammo il cartello ma le luci stradali in quel momento si accesero e
ci rendemmo conto che era quasi sera. Invertimmo velocemente la marcia e
seguendo la strada ci incamminammo verso Laterina. Dopo un paio di ore era
completamente buio ed eravamo scoraggiati anche se non proprio impauriti.
D’altrocanto avevamo circa otto-nove anni ed impreparati a tutto o quasi.
Qualcuno di noi stava per disperarsi e minacciava di buttarsi sotto una delle
poche automobili che passavano di lì” (p. 35). Poi tutto finì bene perché un
passante, alla guida di una Topolino, accompagnò i tre scolari in Campo
profughi, dove erano attesi dagli allarmati genitori e dal personale del Crp
stesso.
Decalogo
di un bravo maestro, Montevarchi, 8 febbraio 1957, ciclost.
Collezione Giulietta Del Vita.
Il
Decalogo del bravo maestro ed altri atti scolastici
Se non fosse autentico,
tale Vademecum potrebbe sembrare uno scherzo di Carnevale o del Primo di
aprile. È una curiosità. Veniva distribuito ad ogni maestro con la consegna della
nomina di insegnamento firmata dal Provveditore agli Studi della Provincia.
Questa sì, era ed è un pezzo di carta importantissimo per un insegnante
statale, perché significa che ha il lavoro. Poi la maestra Del Vita deve aver
iniziato a leggere. Il primo punto è: “Sii umile e modesto”. Punto 2: “Non
avere fretta nell’avanzare”. Punto 3: “Non essere sollecito nel giudicare male
gli alunni”. Punto 4: “Sii allegro e ottimista”. Punto 5: “Guarda con simpatia
e ammirazione le cose degli alunni”. Punto 6: “Sii di costante esempio” e così
via, sull’onda del libro Cuore di
Edmondo De Amicis.
Molto interessante,
invece, in chiave pedagogica è il documento del 1° febbraio 1957 firmato da
Elio Scala, Direttore didattico di Montevarchi (AR), diretto agli insegnanti
della scuola elementare del Crp di Laterina. L’oggetto della lettera
dattiloscritta è: la scuola sussidiata del Crp di Laterina. Si legge che il
Provveditore agli Studi “ha istituito una seconda Scuola sussidiata nella sede
del Crp [ossia: in baracca, NdR], onde poter impiegare la maestra Benvegnù
Pasqua nel recupero degli alunni da poco immigrati dalle Scuole croate dei
territori italiani occupati dalla Iugoslavia (…)”. Gli altri maestri coinvolti
nell’insegnamento, oltre alla Giulietta Del Vita, sono: Anna Maria Fratini,
Giuliana Stoppielli, Emilia Carmignani e Romano Alfieri. Quattro classi fanno
lezione al mattino, mentre le altre nel pomeriggio. Con la pluriclasse della
maestra Pasqua Benvegnù, in tutto si contano sette classi. Dai registri dei
maestri si vedono gli elenchi che contano 25-35 iscritti, talvolta fino a 40
bambini e passa, per un totale complessivo di oltre 250 scolari. In altri anni
scolastici aumentano le pluriclassi e c’è un ricambio di bambini dietro i
banchi, per i nuovi arrivi e per le emigrazioni di altri. I trasferimenti in
alcune classi sono il 20 per cento degli iscritti, subito rimpiazzati dai nuovi
ingressi provenienti dalle scuole croate.
Disegno di una allieva della classe 1^ elementare del Crp di Laterina, anno scolastico 1956-1957;
collezione privata.
I
disegni e i pensierini dei bambini delle baracche
Da una collezione
privata si sono esaminati diversi disegni e pensieri scritti degli scolari del
Crp di Laterina negli anni ‘50, talvolta dedicati alla maestra o al direttore
“che ci ha portato un bel libro”. Si notano, tra i disegni, molti animali
domestici, come l’asino, la pecora, oche e galline, ben noti ai figli dei
contadini istriani, liburnici e dalmati. Certe bambine disegnano case, pulcini,
ciliegie, frumento, farfalle, cardellini, canarini e variopinti fiori. Sia i
maschietti che le femmine non scordano di dipingere una grande nave, avendo
forse il babbo in marineria. Un certo Gino Sincich disegna perfino un torchio,
non si sa se per olive o uva, comunque un residuo della cultura agreste
dell’Istria. Disegnano colline e il fiume Arno che passa nelle vicinanze del
Crp. Dovendo vivere in baracche tutte uguali e andando a lezione in una
baracca, la sagoma della casa o della scuola sono simili, c’è chi disegna la
fontana all’esterno, come effettivamente dovevano fare i profughi per
approvvigionarsi dell’acqua per uso personale e domestico.
Lettera di Elio Scala, Direttore
didattico a Montevarchi (AR), Scuola sussidiata nella sede statale di Crp
Laterina, 1° febbraio 1957, dattiloscr. Collezione Giulietta Del Vita.
Conclusioni
– Con i circa 250 scolari già citati, includendo poi i bimbi dell’asilo
infantile, si può affermare che i bambini che frequentano le istituzioni
scolastiche del Crp a Laterina sono tra i 400 e i 500 individui all’anno. Poi
ci sono quelli delle scuole medie e superiori. Così tanto per aggiornare, per
l’ennesima volta, i dati del primordiale censimento, chiuso nel 1956, da Amedeo
Colella per conto dell’Opera per l’assistenza ai profughi giuliano-dalmati,
edito nel 1958, che riportava esserci in tutta la provincia di Arezzo solo “588
profughi dislocati”. Nel Crp di Laterina, dal 1946 al 1963, invece transitano circa
10 mila profughi d’Istria, Fiume e Dalmazia, oltre a certi italiani espulsi
dalle ex colonie d’Africa (Pesca G… 2021) (Varutti E 2021).
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Fonti
orali – Giulietta Del Vita, Montevarchi (AR), 1938, int.
al telefono a cura di Elio Varutti e Claudio Ausilio del 31 agosto 2022, in
presenza di Fabio Rossi.
Fonti
originali - Edoardo Radolovich, Dvori. Breve storia di un bimbo Slavo con genitori Italiani e nonni
Austriaci, testo in PDF con fotografie, 2021 pp. 42.
Pensierino dell’alunna
Renata Blasich di Pola, del 10 aprile 1957, sulla lunga casa-baracca del Crp di
Laterina non intonacata e priva di grondaie. Notare i mattoni rossi a vista nel
disegno, come nella realtà. Collezione privata.
Collezioni
private
- Giulietta Del Vita,
Montevarchi (AR), documenti scolastici stampati, ciclostilati e ms.
- Collezione privata,
Arezzo, disegni e scritti scolastici, ms colorati.
Fonti
d’archivio
Premesso che potrebbero
esserci alcuni errori materiali di scrittura, ecco i testi raccolti da Claudio
Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo presso l’Istituto Comprensivo “Francesco Mochi”
di Levane (AR).
- Provveditorato agli
studi di Arezzo, Comune di Laterina, Scuole elementari, Direzione Didattica di
Montevarchi, Relazione finale, Scuola di
Campo Profughi, Classe 1^ insegnante Del Vita Giulietta, anno scolastico
1956-1957, pp. 30, stampato e ms.
Cenni
bibliografici
- Amedeo Colella (a
cura di), L’esodo dalle terre adriatiche.
Rilevazioni statistiche, Roma, 1958.
- Giuliana Pesca,
Serena Domenici, Giovanni Ruggiero, Tracce
d’esilio. Il C.R.P. di Laterina 1948-1963. Tra esuli istriano-giuliano-dalmati,
rimpatriati e profuganze d’Africa, Città di Castello (PG), Biblioteca del
Centro Studi “Mario Pancrazi”, Edizioni NuovaPrhomos, 2021.
- Elio Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e
testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina
1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021.
Una delle tante navi
disegnate dagli alunni della scuola elementare al Crp di Laterina. Qui con
pensierino di Oriana Stifanich, di Parenzo (PL), 11 marzo 1957. Collezione
privata.
Progetto
e ricerca di Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo). Interviste di
Claudio Ausilio e Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro
storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio
Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Giulietta De Vita, Claudio Ausilio e Marco
Birin. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e
documentazione sull'esodo giuliano dalmata, Udine. Si ringrazia Fabio Rossi, di
Montevarchi, per la collaborazione alla ricerca.
Fotografie da
collezioni private citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che
ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di
Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara
Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Arezzo 1955, la
studentessa magistrale Giulietta Del Vita taglia il traguardo in una gara scolastica. Collezione
Giulietta Del Vita.
Attestato di affetto
per il Direttore didattico di Montevarchi con farfalla gigante e baracca da
parte della scolara Nevia Gelleni, di Gimino (PL). Collezione privata.
Semplice riproduzione
di una disadorna baracca del Crp di Laterina della scolara Liliana Vescovi, di Pola.
Notare, a destra, la fontana all’aperto, dove approvvigionarsi d’acqua, come nella dura realtà. In cielo nere nuvole la dicono lunga sulla vita in Campo profughi. Collezione privata.