Fiume, Particolare di Casa
Unione (1^ casa), in via Buonarroti, dell'Impresa C. Conighi, 1908. Archivio Pietro Fabbro, di Fiume esule a Udine
In un altro archivio
familiare si sono trovati documenti esclusivi riguardo al sodalizio lavorativo
tra la ditta Fabbro e i costruttori Conighi di Fiume. In una dichiarazione,
datata 30 giugno 1909, dell’ingegnere
Carlo Alessandro Conighi di Fiume (Trieste 1853-Udine 1950), ingegnere e
presidente della Camera di commercio e industria di Fiume, confermata dal
locale Civico Ufficio Tecnico, sezione Pubbliche costruzioni, infatti, risulta
che i lavori di “costruzione di una casa del signor Luciano Penso, in via del
Municipio” sono iniziati il 1° ottobre 1906. Il direttore dei lavori in
cantiere è il figlio, ossia l’architetto Carlo Leopoldo Conighi (Trieste
1884–Udine 1972), architetto ed esponente, col padre ed altri costruttori,
della Sezession a Fiume, legionario
dannunziano e dirigente, dopo il 1946, dell’Associazione Nazionale Venezia
Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine (Collez. Famiglia
Conighi esule da Fiume, Udine, ms).
La fotografia della Casa Unione (1^ casa) è riferibile al
1908-1909, intendendo così l’apertura del cantiere, mentre lo scatto fotografico, pure
in questo caso come per Casa Penso, deve
essere degli anni ’20 inoltrati. I costruttori Conighi operano anche negli anni
’20, ma le imprese regnicole sanno farsi sempre più strada, mettendo in crisi l’impresa
familiare locale. Nel 1928 i Conighi si iscrivono all’Albo degli Ingegneri
provinciale. Col n. d’ordine 14 risulta iscritto “Conighi Carlo comm., di Carlo”
come ingegnere civile (Sindacato
Provinciale, p. 12-3). Nello stesso Albo, compare nell’Elenco
speciale degli Architetti al n. d’ordine 2 “Conighi Carlo jun., di Carlo”, che di
professione dichiara “impiegato FF.SS.”, ciò che rese incompatibile la sua
ulteriore libera professione (Sindacato
Provinciale, p. 28-9).
Fiume, Casa Penso, in via G. D'Annunzio, dell'Impresa C. Conighi, 1908. Archivio Pietro Fabbro, di Fiume esule a Udine
La
Banca d’Italia, filiale di Fiume
I costruttori Conighi, verso
il 1912, aprono il cantiere per edificare il palazzo che sarà della Banca
d’Italia, in via G. Ciotta. Il direttore dei lavori è sempre l’architetto Carlo
Leopoldo Conighi, con l’impresa del babbo suo, come emerge dalle carte
familiari.
Cito studi recenti in
merito, anche se contenenti analisi economiche e territoriali discutibili: “Il
1° dicembre 1921, dopo che il Trattato di Rapallo aveva istituito lo Stato
Libero di Fiume, su invito del commissario governativo fu aperta una dipendenza
della Banca d’Italia con la formula dell’ordinamento speciale, come “filiale a
Fiume”. La filiale assunse anche le operazioni dell’Istituto di Credito del
Consiglio Nazionale, che, diretto da Ettore Rosboch, aveva svolto le funzioni
di “banca centrale” durante la reggenza dannunziana. Lo stesso Rosboch fu
assunto presso la nuova filiale.
A Tolmino il 30.1.1922
è istituita un’agenzia funzionante dal 25.9.1922 e cessata il 1.3.1934.
Analogamente a Postumia, un’agenzia, deliberata nel 1923, fu aperta solo nel
1927. Tre delle agenzie chiuse, Bressanone, Tolmino e Postumia, si trovavano
nelle “terre redente” dove la Banca era stata sollecita a insediarsi secondo le
direttive del governo, e dove era rimasta per “spirito di italianità”, pur
sopportando perdite economiche, dal momento che si doveva ammettere l’assoluta
inattività di quelle dipendenze poste agli estremi confini del Regno, in zone
alpestri dove né agricoltura né commercio avrebbero potuto allignare” (Battilocchi e Melini).
Fiume, sede della Banca d'Italia in via G. Ciotta, opera dell'impresa C. Conighi di Fiume e Abbazia in stile neogotico. Cartolina dal web
La
fattura dell’esodo
Nel dopoguerra i
Conighi si arrabattano tra problemi dell’esodo, qualche lutto e gli indennizzi
dei beni persi. Le carte che ho rintracciato nella medesima collezione familiare,
infatti, ci fanno fare un salto nel tempo. Si passa al 1945 e al periodo del
dopoguerra, quando da Fiume c’è l’esodo di oltre 30 mila italiani. Funziona il Comitato
Nazionale per la Venezia Giulia e Zara, con sede a Roma. A maggio del 1948
detto Comitato dà consigli per il diritto d’opzione, previsto dal Trattato di Pace.
Gli esuli cercano di
recuperare qualcosa dai danni di guerra e per i beni abbandonati e sequestrati
dal governo iugoslavo. Il giorno 11 marzo 1959 in una lettera rivolta al
Ministero del Tesoro i tre fratelli Calo Leopoldo, Giorgio e Cesare Augusto Conighi
riguardo alla richiesta dei danni di guerra della casa paterna sita in via
Tiziano 29 a Fiume, colpita dai bombardamenti angloamericani, menzionano i
lavori di ristrutturazione effettuati dal 25 settembre 1945 al 20 agosto 1946 e
saldati per una somma di 140 mila lire proprio alla ditta Pietro Fabbro di
Fiume. Coincidenza vuole che pure l’impresario Pietro Fabbro sia esule a Udine,
come il vecchio commendatore Conighi e il figlio, l’architetto Carlo Leopoldo Conighi,
mentre Giorgio è a Trento e Cesare Augusto a Roma. Alla documentazione per il
Ministero, oltre alla perizia dell’ingegnere Pietro Bacci, del Comune di Fiume,
datata 31 luglio 1946, c’è la fattura dell’Impresa di costruzioni di Pietro
Fabbro, con sede a Fiume, in piazza Dante (dicitura annullata con segno
dattilografico) e nuova sede a Udine in via Grazzano, 79. È la fattura
dell’esodo. Lascio intendere al lettore quanto hanno ricevuto i Conighi per
tali danni bellici, considerato che gli indennizzi, come hanno raccontato vari
esuli e i loro discendenti, sono stati pari al 7 fino al 14 per cento del
valore del bene abbandonato o perso.
La fattura dell'esodo. Prima di abbandonare Fiume Carlo Alessandro Conighi fa riparare casa sua, dopo i bombardamenti angloamericani. Collezione Famiglia Conighi, esule
da Fiume, Udine, dattiloscr.
Certi Conighi sono profughi
a Trieste, poi Belluno, Forlì, Modena e Ferrara. Alcuni gruppi di loro affini si
sparpagliano tra Udine, Trento, Firenze, Roma, Norimberga, Klagenfurt, Zagabria
e in Svizzera, mentre certi cari amici di famiglia riparano a Bolzano. La
situazione di tale clan familiare è emblematica. Rappresenta il vissuto delle
genti di frontiera, nel significato dato dallo scrittore Fulvio Tomizza, letto
e apprezzato più volte nelle famiglie stesse. Di recente un altro giovane
romanziere ha descritto con grande intensità l’epopea delle famiglie italofone
e slavofile al confine orientale tra le due guerre del Novecento; si tratta di
Maurizio Mattiuzza.
Documenti
originali
- Archivio Pietro Fabbro,
esule da Fiume a Udine, fotografie
1908-1909. Collezione privata, Udine.
- Dichiarazione
dell’ingegnere Carlo Alessandro Conighi di Fiume sull’attività professionale
del figlio Carlo Leopoldo Conighi, 30 giugno 1909, Collez.
Famiglia Conighi esule da Fiume, Udine, ms.
Fonte
orale
- Marinella Bolzon,
intervista di E. Varutti del 20 gennaio 2020, Udine.
Cenni
bibliografici
- Angelo Battilocchi e
Marco Melini, “La banca centrale e il territorio. Le strutture periferiche
della Banca d’Italia”, «Quaderni dell’Archivio storico», n. 3, 2017. Anche nel
web.
- G.P., “Chiudiamo la
partita dei profughi”, «Tempo», 8 giugno 1958.
- Maurizio Mattiuzza, Malaluna, Milano, Solferino, 2020.
- Sindacato Provinciale
Fascista Ingegneri di Fiume, Albo degli
Ingegneri della provincia di Fiume, Arti Grafiche Ad. Kirchhofer, Fiume,
1932, X.
- Fulvio Tomizza, La miglior vita, Milano, Rizzoli, 1977.
Lettera del giorno 11 marzo 1959 al Ministero del Tesoro dei tre fratelli
Calo Leopoldo, Giorgio e Cesare Augusto Conighi riguardo alla richiesta dei
danni di guerra della casa paterna sita in via Tiziano 29 a Fiume. Collezione Famiglia Conighi, esule da Fiume, Udine, dattiloscr.
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Servizio giornalistico
di Elio Varutti; ricerche storiche e Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo,
Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie da collezioni private citate
nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia
Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI – 33100 Udine.– orario: da lunedì a
venerdì ore 9,30-12,30. Presidente
dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
Modello del Comitato per Venezia Giulia e Zara, sede di Roma per il Diritto d'opzione dei profughi giuliano dalmati. Collezione Famiglia Conighi, esule da Fiume, Udine, stampato
Intestazione dell'Impresa Conighi, da una carpetta della ditta. Collezione Famiglia Conighi, esule da Fiume, Udine, stampato
Fiume, Casa Unione (1^ casa), in via Buonarroti, dell'Impresa C. Conighi, 1908. Archivio Pietro Fabbro, di Fiume esule a Udine
Carlo Alessandro Conighi, foto da un disegno di Gino Leoni, del 1926, firmato a sinistra. Collezione Famiglia Conighi, esule da Fiume, Udine
Pola, giugno 1916, Carlo Leopoldo Conighi in divisa da artigliere austriaco. Collezione Famiglia Conighi, esule da Fiume, Udine
Caro Elio, buongiorno. Sono Carlo Monai di Cividale del Friuli, che mi accingo ad organizzare la festa della Classe VB per i 40 anni dalla maturità al "Marinelli". Tra le insegnanti abbiamo avuto lka prof. Egle Tomissich che vedo essere Vostra socia. Potrebbe cortesemente darmi un suo recapito per poterla contattare al riguardo? Grazie per quanto potrà fare. Cordiali saluti. avv. Carlo Monai - carlomonai@gmail.com - 3358005650 cell.
RispondiEliminaBuona sera, vedo solo ora il post. Ho passato i contatti per la risposta alla interessata. Saluti cari e buona rievocazione!
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