domenica 20 gennaio 2019

La fiumana Lea Polgar a Udine: “Così deportarono 4 miei familiari ad Auschwitz”


È una fortissima emozione ascoltare il racconto sulla Shoah familiare di Lea Polgar, nata a Fiume nel 1933. Con voce chiara e con dei coinvolgenti momenti di commozione è intervenuta il 19 gennaio 2019 a Udine, a Palazzo Morpurgo in Via Savorgnana, per l’inaugurazione della mostra “Aurelio e Melania Mistruzzi. Giusti tra le Nazioni”.
Lea Polgar, al centro, mentre viene presentata in pubblico dal sindaco di Udine Pietro Fontanini. Fotografia di Elio Varutti

L’originale rassegna, voluta dal Comune di Udine, è stata curata da Silvia Bianco e Gabriella Bucco. I coniugi Mistruzzi ospitarono per un mese proprio lei, l’ebrea di Fiume Lea Polgar nella loro casa di Via Carso, a Roma nell’autunno 1943.
“Ricordo che mio padre piangeva a dirotto – ha detto Lea Polgar – vedere un pezzo d’uomo in quello stato mi sconvolse, aveva appena saputo che quattro nostri familiari erano stati catturati dai tedeschi per la deportazione alla Risiera di San Sabba a Trieste e poi al Campo di sterminio di Auschwitz”. 
I quattro stretti familiari di Lea Polgar deportati e uccisi ad Auschwitz sono: nonna Serena Lichtenstein insieme al figlio Emerico Polgar (detto Imre), a sua moglie Caterina Fischl e al nipote Mario Claudio Polgar (Budapest 1935 – Auschwitz 1944). Si erano rifugiati fuori Fiume e furono arrestati dai tedeschi il 12 febbraio 1944. “La bambinaia di Mario riferisce di averlo visto per l’ultima volta preso per mano dalla nonna Serena mentre erano condotti alla camera a gas” (Bianco, Bucco 2019, p. 42).
“È raro, per me, tutto questo interesse, sono una nonna – ha aggiunto Lea Polgar – sono commossa e lusingata… Ero a Fiume e mio papà Francesco faceva l’avvocato, era nato a Fiume nel 1900 e morì a Roma nel 1985, ecco lui, legionario fiumano, come i suoi fratelli Andrea ed Emerico, credeva molto nell’Italia, era convinto che nonostante le Leggi razziali del 1938, si poteva vivere lo stesso, ma a causa di quelle norme perse il lavoro, così emigrammo a Roma, dove papà divenne segretario dell’unione delle Comunità Israelitiche”.
Una sala della mostra con l’Autoritratto di Aurelio Mistruzzi e un'altra piccola scultura

Lea Polgar è come un fiume in piena e con una signorilità esemplare si permette perfino di riprendere Pietro Fontanini, sindaco di Udine, che l’aveva presentata come una “signora di 88 anni”. Lei, tra l’ilarità dei presenti, ha ribattuto puntigliosa: “Non sono 88, sono neanche 86”.
Poi il racconto è proseguito così: “Allora papà pensava di emigrare negli Stati Uniti, dove c’era uno zio attore caratterista, tra l’altro fece il barista nel film Casablanca, lo zio era un bravo cabarettista di Berlino. A Fiume nel 1938 vennero in casa dei personaggi che intimarono a mia madre di abbandonare la casa entro una settimana, perché l’abitazione piaceva a un gerarca fascista. Così il papà decise di partire per Roma. Noi bambini si stava dai nonni, dopo un discorso di addio. Ero convinta di non rivedere più i miei genitori, a Roma frequentavo le scuole di pomeriggio e non dovevamo farci vedere, perché le spie avrebbero compreso che eravamo ebrei, dati che solo loro facevano scuola nel pomeriggio. Ricordo che abbiamo fatto sottovoce i nostri canti delle feste ebraiche…”.

L’intervento della professoressa Gabriella Bucco all’inaugurazione della mostra “Aurelio e Melania Mistruzzi. Giusti tra le Nazioni”, vicino al sindaco Fontanini e all'assessore Cigolot

A questo punto Lea Polgar si blocca. È troppo emozionata. Scatta un applauso sincero. È lei stessa a sdrammatizzare dicendo che i nipoti, ogni volta che racconta questo pezzo, l’hanno trasformato quasi in una barzelletta, per non farla star male.
“Dopo il rastrellamento del Ghetto del 16 ottobre 1943 – ha riferito la Polgar –  tutta la famiglia si deve nascondere per evitare l’arresto. Così io fui accolta dai Mistruzzi e fu lo stesso scultore Aurelio a mostrarmi un nascondiglio nel suo studio da dove sarei dovuta uscire solo se chiamata da lui. Vi dirò che la mia mamma Eva Grünwald a Roma si mise a fare l’arredatrice per le case dei gerarchi fascisti, cioè per chi aveva i soldi, poi lo scultore Mistruzzi mi raccontava storie varie per farmi passare il tempo, dato che non potevo uscire e nemmeno affacciarmi alle finestre, altrimenti i delatori mi avrebbero scoperto, lo scultore mi insegnò un cenno secondo il quale avrei dovuto infilarmi nel nascondiglio segreto del suo studio, ma per fortuna non servì”.
Udine, 19.1.2019 - Una parte del numeroso pubblico all’inaugurazione della mostra “Aurelio e Melania Mistruzzi. Giusti tra le Nazioni”

Il nome fittizio di Le Polgar per la clandestinità era Maria Renzini e per la sicurezza dei Mistruzzi fu portata nel convento delle suore dell’Annunciazione fino alla Liberazione.
L’incontro è iniziato con i saluti di Fabrizio Cigolot, assessore alla Cultura del Comune di Udine, che ha presentato i numerosi discendenti dei Mistruzzi, intervenuti da Roma per l’occasione. L’assessore Cigolot ha quindi ringraziato per la collaborazione alla mostra: Anna Melania Urbani e Diego Urbani, Antonella, Letizia e Massimo Marino, Lea Polgar e Dario Cingolani, Umberto e Maria Sello, Maria Diana De Gaspero e Patrizia Cabrini Venier Romano. Un altro ringraziamento è andato ai professori del Liceo artistico “Giovanni Sello” di Udine Rossella Rizzatto, Marco Bordignon, Stefano Tubaro e Alessandro Zorzi con gli allievi delle classi 5^ I e 5^ L per la collaborazione multimediale alla rassegna. Sono stati, infine, citati nei ringraziamenti pure Vania Gransinich, Tiziana Ribezzi, Debora Tonellotto e il regista Pietro Suber, presente con la proiezione del film “1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani“ al cinema Visionario di Udine.
Ha parlato poi Pietro Fontanini, sindaco di Udine, per citare Elio Morpurgo, che fu sindaco di Udine e senatore deportato dai nazisti e morto per strada. “Siamo onorati di raccontare la storia dei Mistruzzi salvatori di ebrei – ha detto Fontanini – perché è un orgoglio per i friulani che un artista di Villaorba di Basiliano abbia lasciato delle importanti opere come la Statua della Vittoria, per il Tempietto dei Caduti nella loggia di S. Giovanni”. Fontanini ha anche menzionato altri artisti e studiosi importanti in contatto col Mistruzzi, come i mobilieri Fantoni, Giovanni Sello, lo studioso del Friuli Pio Paschini, monsignor Celso Costantini e il maestro del ferro battuto Alberto Calligaris.
È stata la professoressa Gabriella Bucco a spiegare la nascita della mostra in esposizione fino al  17 febbraio 2019 sui Mistruzzi Giusti tra le Nazioni. Ha ricordato la mostra d’arte su Aurelio Mistruzzi sculture e medaglista, organizzata dalla Provincia di Udine nel 2013, proprio dallo stesso Pietro Fontanini, quando presiedeva l’ente portato poi a scomparire dalle nuove leggi.
Udine, 19.1.2019 – L’assessore alla Cultura Fabrizio Cigolot presenta i nipoti dello scultore Aurelio Mistruzzi a Palazzo Morpurgo. Fotografia di E. Varutti

Molto simpatici ed apprezzati sono stati gli interventi dei discendenti dei Mistruzzi, come i nipoti Diego Urbani e Massimo Marino, che hanno ricordato i nonni Aurelio e Melania con serenità ed ironia familiare, portando qualche sorriso tra i presenti in una serata dedicata a fatti storici drammatici assai.
Tra il pubblico si sono notati il pittore Giorgio Celiberti, Marco Balestra, presidente dell’ANED di Udine, Giorgio Linda dell’Associazione Italia-Israele, Elisabetta Marioni, presidente della Commissione Cultura del Comune di Udine, Enrico Berti presidente del Consiglio Comunale e Maurizio Franz, assessore alle Attività produttive.
Al termine dell’incontro è stato distribuito un interessante piccolo catalogo della mostra ben curato da Silvia Bianco e Gabriella Bucco.

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Fonti orali
Per la cortese disponibilità dimostrata, desidero ringraziare le seguenti persone:
- Massimo Marino, dichiarazioni pubbliche a Udine del 19 gennaio 2019, presso Palazzo Morpurgo.
- Lea Polgar (Fiume 1933), dichiarazioni pubbliche a Udine del 19 gennaio 2019, presso Palazzo Morpurgo.
- Diego Urbani, (Roma 1946) dichiarazioni pubbliche a Udine del 19 gennaio 2019, presso Palazzo Morpurgo.
Un'altra sala della mostra sui Mistruzzi
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Riferimenti bibliografici
- Elenco ufficiale dei legionari fiumani depositato presso la fondazione del Vittoriale degli italiani in data 24/6/1939, Roma, Tipolitografia Spoletini, videoscritto in formato PDF, pp. 136.

- Silvia Bianco, Gabriella Bucco (a cura di), Aurelio Mistruzzi e Melania Yaiteles: Giusti tra le Nazioni, Udine, Mostra del Comune di Udine Civici Musei, 2019.

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Rassegna stampa selezionata

Aurelio e Melania Mistruzzi, giusti tra le nazioni, «Il Friuli» del 19 gennaio 2019

Davide Macor, Giorno della Memoria: inaugurata a Palazzo Morpurgo mostra “Aurelio e Melania Mistruzzi, giusti tra le nazioni”, «Il Pais» del 20 gennaio 2019

Roberto Mattiussi, La storia della piccola ebrea salvata dallo scultore Mistruzzi, «Messaggero Veneto Video», 20 gennaio 2019.
 Altre sezioni della mostra “Aurelio e Melania Mistruzzi. Giusti tra le Nazioni” 


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Orari della mostra
A Udine, Palazzo Morpurgo, sala nobile, Via Savorgnana, 10. Dal 19/01/2019 al 17/02/2019 -  venerdì 14:30 – 17:30, sabato e domenica 10:00 -13:00 e 14:30 – 17:30.

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Si pubblica, qui di seguito, il testo dell’intervento di Diego Urbani, quarto nipote di Aurelio e Melania Yaiteles. Si precisa che l'ultima frase di questo allegato, in lingua friulana, significa: "Qui si scalda il cuore".


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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo e Elio Varutti. Fotografie di E. Varutti

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