Dall’estate 2015 c’è un’originale
rassegna all'aperto organizzata dai comitati di borgata del Comune di Sappada sulla Prima
guerra mondiale. Si intitola “Memorie
Sappadine 1915-1918. La Grande Guerra”. È un percorso a 32 tappe o stazioni,
con scene ambientate e pannelli esplicativi, ricchi di fotografie (talvolta inedite),
ripercorrendo le memorie dei propri nonni durante il conflitto.
In trincea con la corazza per il fucile.
Fotografie di Elio Varutti
Fotografie di Elio Varutti
I sappadini, che ebbero
un gruppo di volontari alpini al fronte, non possono scordare che le sorgenti
del Piave sono lì, sul loro territorio. La stessa Val Sesis, da dove zampilla il
fiume sacro alla patria, fu teatro di sanguinosi combattimenti tra italiani e
austroungarici. Nella mostra ci sono anche storie di donne e uomini valorosi,
aneddoti e preghiere, per riferire di un’epoca di cent’anni fa.
Molto interessanti sono
le stazioni dove si descrivono le vicende delle portatrici, ossia delle mogli, madri
e zie degli stessi combattenti italiani (veneti e friulani), dotate di gerla
per portare in quota, spesso nelle vicinanze delle trincee, munizioni, alimenti
e materiali edili per le capanne e le trincee stesse. La guerra è anche violenza
sui civili; l’abuso sessuale subito dalle donne non veniva sbandierato ai
quattro venti, lo si può capire.
Da poco tempo gli studiosi hanno individuato, invece, quegli aspetti oscuri della storia. Così si scopre che anche a Sappada ci furono alcuni stupri, come in altre zone di guerra del resto. Nel dopoguerra fu attivato addirittura un istituto per accogliere i figli della violenza subita da una o dall’altra parte.
Fotografie (sopra e sotto) dal depliant sulla mostra all'aperto“Memorie
Sappadine 1915-1918. La Grande Guerra”.
Da poco tempo gli studiosi hanno individuato, invece, quegli aspetti oscuri della storia. Così si scopre che anche a Sappada ci furono alcuni stupri, come in altre zone di guerra del resto. Nel dopoguerra fu attivato addirittura un istituto per accogliere i figli della violenza subita da una o dall’altra parte.
Per chi fosse interessato, può approfondire con questo saggio, in lingua friulana, pubblicato su Sot la Nape. Il testo è disponibile nel web, nel sito di Castions di Zoppola, provincia di Pordenone. Ecco il titolo:
Elio Varutti, Vuarfins di un pari vîf, “Sot la Nape”, 64 (2012), 4, pp. 41-46, rivista Società Filologica Friulana-Udine.
L'epopea delle portatrici (ognuna di loro nominata poi cavaliere dal presidente della Repubblica Scalfaro)
In questa bella mostra
con installazioni si parla della teleferica, degli imboscati, dell’ospedale
militare e della profuganza dopo la rotta di Caporetto. Sono raccontati pure i
bombardamenti su Cima Sappada, l’assalto al Monte Peralba e la corrispondenza
tra i militari e le rispettive famiglie.
C’è un collegamento con
il Piccolo Museo della Grande Guerra di Sappada, che contiene pezzi originali veramente interessanti,
mentre la rassegna all’aperto, per ovvi motivi, ha dei simulacri o delle
riproduzioni con manichini di fieno.
Alcune immagini qui riprodotte mostrano qualche turista. Durante la visita i nipotini chiedono ai nonni di parlare degli alpini.
Qui di seguito, alcune immagini delle tappe del museo all'aperto di Sappada "Memorie Sappadine 1915-1918 La Grande Guerra"
Qui sotto altre immagini del Piccolo Museo della Grande Guerra di Sappada. Fotografie di Elio Varutti
Qui di seguito si propone la mia recensione al Piccolo Museo della Grande Guerra di Sappada su Tripadvisor:
"I pezzi esposti e i testi sono stati forniti dalla gente di Sappada. Elmetti italiani e austriaci, mitragliatrice, proiettili, gavette e ciaspole, ramponi... Ci sono quindi brani di storia vissuta, oltre a documenti di archivi familiari. Un vero gioiello di cultura popolare".
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Si riporta, infine, un audiovisivo di una scuola di Udine. Si intitola “EPPUR SI MANGIA…ALIMENTAZIONE E GRANDE GUERRA…", a cura del professor Giancarlo Martina.
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Si riporta, infine, un audiovisivo di una scuola di Udine. Si intitola “EPPUR SI MANGIA…ALIMENTAZIONE E GRANDE GUERRA…", a cura del professor Giancarlo Martina.
Si tratta di una produzione dell'ISTITUTO TECNICO DEL
TURISMO E ENOGASTRONOMIA “BONALDO STRINGHER” DI UDINE. L'audiovisivo è stato presentato alla Expo di Milano 2015.
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