Marisa Scuntaro col suo "liron" a Friuli Doc.
Fotografie di Elio Varutti
Col
titolo “Dindarine dindarone”, domenica 13 settembre 2015, sotto l’affollata
Loggia del Lionello a Udine, la performer friulana si è esibita in un concerto
assai particolare e di un certo valore etnografico. Il pubblico di Friuli Doc, avvezzo agli aspetti enogastronomici della rassegna, ha apprezzato l'originale iniziativa culturale. Le sue non solo canzoni e
musiche, perché Marisa Scuntaro è una ricercatrice di musica popolare, che
intervista e registra le nonne e le zie dei paesi friulani, per riportare alla
luce ninne nanne, filastrocche e tiritere del tempo che fu. Lo sottolinea pure
la professoressa Silvana Schiavi Fachin, già docente di Didattica delle lingue moderne all’Università di Udine, nella
sua introduzione al volumetto. Tra l’altro, libro e CD, sono stati presentati
all’attento pubblico da William Cisilino, della Agenzia Regionale per la LinguaFriulana (Arlef).
Il
primo pezzo, cantato in friulano e suonato dal trio di Marisa, è stato della
zona di Sauris (Zahre), intitolato “La moscje e il gri” (La mosca e il grillo).
Poi “His hös” (Hi, hi cavallino) cantato in saurano (idioma germanico del Friuli Venezia Giulia). Poi il gruppo musicale si
è esibito in un canto di Timau (Tischlbong), col titolo “Ring aringa raia”
(Leggera, leggera linea). Poi Marisa è passata ad una Ninna Nanna di Dogna col
titolo “Nane, nanute” (Nanna, nannetta). Il seguito è toccato ai canti della
Carnia con “Paolo Dana” e a quelli di Resia, con “Din don Pantalon”, in idioma
della Val di Resia. E così via, con qualche brano suonato e cantato a richiesta
ed un pezzo svolto assieme al pubblico.
È
stato un lavoro certosino, quello della maestra “di scuelute” (scuola
dell’infanzia) Marisa Scuntaro, perché ha registrato e parlato con tutte le sue
informatrici, come facevano i folcloristi del Novecento. Due informatrici addirittura
sono finite nel CD, lì in bella mostra. Si tratta di Ines Di Gleria, di
Villamezzo di Paularo, per la voce di “Nanâ pupin” e di Matilde Barbieri di
Gemona del Friuli, per la voce di “Ursule Parussule”.
Interessante,
dunque, è che oltre alla lingua friulana, i testi dei canti spontanei sono
stati raccolti e riportati anche nel dialetto veneto di Marano Lagunare, in
resiano, nello sloveno delle Valli del Natisone e del Torre, nonché nell’idioma
germanico di Timau e di Sauris. Ovvero nelle varie parlate della regione Friuli
Venezia Giulia, molte delle quali sono state
elevate al rango di lingua minoritaria con la legge n. 482/1999.
Nell’esibizione
dal vivo Marisa Scuntaro, che canta, suona il contrabbasso e i famosi cucchiai
– del resto il suo primo gruppo era proprio “Sedon Salvadie” (Cucchiaio
selvatico) – si è fatta accompagnare da Lucia Clonfero, al violino, e da
Alessio Velliscig alla chitarra. Nel CD, oltre alla Clonfero, invece, Marisa ha
come collaboratori alla chitarra e mandolino, Michele Pucci, assieme a qualche
ospitalità di Silvio Pontelli al clarinetto e Roberto Lugli alle percussioni.
William Cisilino, dell'Arlef, alla presentazione di "Dindarine dindarone" di Maria Scuntaro alla Loggia del Lionello
Lucia Clonfero, al violino, e Marisa Scuntaro in un momento del concerto del 13 settembre a Udine
Il trio di Marisa Scuntaro, con Alessio Velliscig alla chitarra a Friuli Doc (sopra) e la Scuntaro con la professoressa Silvana Schiavi Fachin (sotto). Più in basso la copertina de CD.
Fotografie di Elio Varutti
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