La disponibilità di mezzi sul web ha ampliato la voglia di fare
ricerche sulla propria famiglia. Le indagini genealogiche possono essere
avviate anche dai connazionali all’estero e dai loro discendenti per i quali, il
legame con la propria ascendenza si salda con l’affetto per la madrepatria e per la "marilenghe".
Apertura del convegno con Federico Vicario, presidente della
Società Filologica Friulana
Dov’è il mio antenato? Per trovarlo c'è il turismo genealogico! La ricerca genealogica è un fenomeno
in crescita progressiva in questi decenni. Sempre più persone sono interessate
al proprio albero genealogico e alla storia familiare. Ci sono alcune notizie
rintracciabili nel web e negli archivi di stato. Da questi fatti è nata la
figura del “genealogical traveller”. È un ricercatore nel settore della
genealogia, non necessariamente esperto, che viaggia nei luoghi nei quali c’è o
c’è stata la storia della sua famiglia.
Di solito i flussi turistici si attivano intorno alle aree
archeologiche, ai musei, alle chiese o alle magnifiche piazze italiane. La
spinta al viaggio sorge ora pure dall’attrazione verso il bene archivistico, che
sia un libro dei nati antico, una fotografia sbiadita o una pergamena
medievale.
Ecco la novità. Il turismo genealogico non è tipo “mordi e
fuggi”, non è del solo fine settimana, anzi dura vari giorni. Dipende
dall’offerta dei luoghi. L’individuo cerca memoria, storia, lingua e identità.
Talvolta c’è la nostalgia, dato che sono milioni i discendenti degli italiani
emigrati nei secoli scorsi. Essi sono alla ricerca delle proprie radici e del
paese degli avi.
Eduardo Dino Baschera, Sociedad Friulana de Buenos Aires al microfono, poi Federico Vicario, Franco Iacop e Enrico Caputo
Di tutto ciò si è parlato il 17 settembre 2016 a Udine presso
Palazzo Mantica, nel salone d'onore "Guglielmo Pelizzo", in un affollato convegno intitolato “Storia della popolazione.
Storia delle persone. Ricerche genealogiche e dintorni”, per l’organizzazione
della Società Filologica Friulana e dell’Archivio di Stato di Udine.
È stato il professor Federico Vicario, presidente della Società
Filologica Friulana, ad aprire l’incontro. «Abbiamo un ricco patrimonio di documenti – ha detto Vicario –
penso al Registro parrocchiale di Gemona, che è il più antico del mondo, poi
c’è una grande tradizione di studi e di indagini archivistiche».
Federico Pirone, assessore alla Cultura del Comune di Udine, ha
accennato all’importanza di «trovare le trame della storia nelle fotografie di
famiglia e nei documenti in riferimento all’emigrazione vissuta di friulani e
dagli italiani dall’Ottocento».
Non poteva fare di meglio Adriano Luci, presidente dell’Ente
Friuli nel Mondo, nell’inviare al convegno in sua vece Eduardo Dino Baschera,
presidente della “Sociedad Friulana de Buenos Aires”, nata il 6 novembre 1927. «Un
mio antenato era Giuseppe Nonino – ha riferito Baschera – faceva il maggiordomo
al Castello di Brazzacco vicino a Moruzzo e non vi dico quale emozione ho
sentito nel vedere di persona il castello raccontato con amore dal mio avo
friulano».
L’intervento di Franco Iacop
Marina Dolso ha portato i saluti dell’Associazione Nazionale
Archivistica Italiana, ricordando il valore dei beni culturali. «C’è la necessità – ha affermato la Dolso – di
mettersi in pace con le proprie origini anche per gli esuli giuliano dalmati
sparsi per il mondo». Franco Iacop, presidente del Consiglio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha condiviso l’importanza dell’incontro e dei
temi trattati, aggiungendo che c’è «tutta la questione dei diritti dei
discendenti degli emigrati, assieme al valore della memoria e della scoperta
delle proprie radici».
Luisa Villotta, direttrice dell’Archivio di Stato di Udine, ha
evidenziato le nuove opportunità turistiche offerte dal fenomeno del turismo
genealogico. «Il nostro archivio – ha spiegato la Villotta – ha offerto dal
2009 lo strumento del web Friuli in prin, per le ricerche familiari, ma stiamo
notando che è un veicolo di accessi Internet».
Il professor Andrea Zannini, docente di Storia moderna
all’Università di Udine, ha riferito come il tema del turismo genealogico sia stato
sviluppato all’interno del corso di studi di Scienze e tecniche del turismo
culturale dell’ateneo friulano. In seguito Enrico Caputo ha presentato un
e-book intitolato “Linee guida per lo sviluppo di progetti di turismo
genealogico”, per la fruizione e la valorizzazione dei beni archivistici come
una risorsa economica per tutto il paese.
Luisa Villotta, in prima fila, con l'assessore Federico Pirone
Laura Cerno, dell’Archivio di Stato di Udine, ha trattato la
questione delle fonti per la storia della popolazione presso il locale
archivio. Renzo Peressini, della Società Filologica Friulana, ha sviluppato il
tema dei limiti e dell’importanza dell’anagrafe religiosa, giacente presso gli
archivi parrocchiali. Claudio Lorenzini, della Società Filologica Friulana, ma
anche noto ricercatore del nostro ateneo ha tentato una sintesi riguardo alla
ricerca storico-demografica sulla montagna friulana, dalle vicende dei Cramars (venditori
ambulanti) in poi. Lorenzini ha auspicato, infine, che «gli archivisti si
occupino degli archivi, mentre gli esperti di turismo facciano turismo».
Carla Sava, dell’Archivio di Stato di Udine, ha mostrato gli
strumenti per l’accesso alle fonti del web sul sito Internet dell’archivio
stesso. Roberta Corbellini e Daniela Ferrari, dell’Istituto Centrale per gli Archivi, hanno mostrato e descritto il portale intitolato “Antenati”, un
progetto di vero respiro internazionale che coinvolge 47 archivi di stato
italiani che hanno già inserito 52 milioni di documenti nella rete.
L’ultimo intervento in programma è stato svolto da Carlo Demartin,
di “Family Search”, che ha mostrato l’esperienza del suo organismo
internazionale nel digitalizzare e indicizzare i documenti dello Stato Civile:
nascite, matrimoni e morti.
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Una versione di questo articolo è stata pubblicata il 19 settembre
2016 sul giornale del web infofvg.it col titolo: “Turismo genealogico, convegno alla Filologica di Udine”.
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Servizio giornalistico, di networking e fotografico di Elio
Varutti
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