Nel salone di Palazzo Belgrado, sede della Provincia di
Udine, il 21 novembre 2016 è stato presentato il volume intitolato “Vita Caroli”, autobiografia dell’imperatore del Sacro Romano Impero. La traduzione in
italiano del testo è dovuta a ad Arianna Marchiol e Tiziana Menotti, che ha
curato anche l’intera pubblicazione, fresca di stampa.
Pietro Fontanini apre l'incontro di presentazione del libro "Vita Caroli". Da sinistra: Arianna Marchiol, Bruno Figliuolo, mons. Sandro Piussi e, sulla destra, Michaela Krčmová e Tiziana Menotti.
Ha aperto l’incontro l’onorevole Pietro Fontanini, presidente
della Provincia di Udine. «Questo
libro è dedicato ad un grande imperatore che fu grande amico del Friuli». Ha preso
la parola poi Tiziana Menotti, curatrice e traduttrice del volume edito da
Medusa di Milano. La curatrice ha tratteggiato gli aspetti biografici di Carlo IV di Lussemburgo (1316-1378), re di Boemia e Imperatore del Sacro Romano
Impero. Nella Repubblica Ceca è considerato un “padre della patria”. Egli nacque
a Praga il 14 maggio 1316 – quest’anno cade dunque il 700° anniversario della
sua nascita – dal matrimonio della principessa Elisabetta, dell’antica casata
reale dei Přemyslidi, e Giovanni, conte di Lussemburgo, che divenne così re di
Boemia. Carlo fu battezzato col nome di Venceslao e trascorse l’infanzia alla
corte dello zio, il re di Francia Carlo IV.
Il secondo relatore è stato monsignor Sandro Piussi, direttore
degli Archivi storici e Biblioteche dell’Arcidiocesi di Udine, che ha voluto
soffermarsi sulla figura di “Due boemi divenuti Patriarchi di Aquileia”. Si tratta
di Nicolò di Lussemburgo, che governò dal 1350 al 1358 e, tra l’altro, era fratello minore di Carlo IV, e su Giovanni Sobieslaw di Moravia, che resse il titolo dal 1387 al 1393.
Michaela Krčmová, giornalista della radio nazionale ceca Český rozhlas,
ha parlato (in lingua italiana) del viaggio di Carlo IV in Italia, per l’incoronazione
a imperatore. «Carlo IV passa per Udine – ha detto la Krčmová – il giorno 14 ottobre 1354 e in
compagnia del fratello Nicolò di Lussemburgo, patriarca di Aquileia, arrivò a
Milano, dove il 6 gennaio 1355 cinse la corona ferrea di re d’Italia nella
basilica di Sant’Ambrogio e, infine, il 5 aprile successivo, fu incoronato a
Roma nella basilica di San Pietro, imperatore del Sacro Romano Impero, mentre
il Papa risiedeva ad Avignone».
L’intervento di Bruno Figliuolo, docente di Storia Medievale all’Università
di Udine, ha elogiato l’articolazione del volume per un personaggio della
storia che non ebbe alti significati, se non quello di aver scritto per primo
una autobiografia e di essere stato un imperatore pio e capace di spiegare le
Sacre Scritture al popolo. «È raro trovare un’opera così – ha detto Figliuolo –
è una vera novità, un fatto irrituale nel panorama del tempo, per un imperatore
che dovette impegnarsi in una defatigante corsa per l’Europa per cercare di
placare le ribellioni, le congiure e i colpi di mano».
Arianna Marchiol, infine, ha spiegato le difficoltà incontrate
nella traduzione dal latino medievale, che era una lingua per dotti e
intellettuali. Non era una lingua viva, né morta. Era una lingua con scarso
rigore grammaticale rispetto alla lingua latina classica.
Prima di chiudere l’incontro i relatori hanno risposto ad una
serie di domande poste dal pubblico.
La struttura del libro
Il testo è composto dall’originale latino medievale scritto
da Carlo IV stesso, con traduzione italiana a fronte. La Prefazione è di Eva Doležalová, direttrice del Dipartimento di Storia medievale
dell’Istituto di Storia dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. A seguire
c’è una breve biografia di Carlo IV, scritta da Tiziana Menotti, che ha seguito
l’abbondante apparato di note al testo latino. Si trova, infine, una Postfazione di Michaela Krčmová, già pubblicata in lingua
ceca e, qui, tradotta da Tiziana Menotti.
Quattro parole con Tiziana
Menotti, curatrice e traduttrice del volume
Domanda: Questo imperatore si chiamava Carlo oppure
Venceslao?
Risposta: «Al
battesimo gli fu imposto il nome Venceslao – spiega la Menotti – poi lo zio, il re di Francia, al momento
della Cresima gli impose il proprio nome: Carlo.»
D.: C’erano delle sue mire sull’Italia?
R.: «Nel 1331, all’età di quindici anni,
quando secondo il diritto medievale una persona poteva dirsi adulta, Carlo fu
chiamato in Italia dal padre Giovanni, che intendeva estendere la signoria dei
Lussemburgo nella penisola. Per ben due anni Carlo rimase in Italia, dove
imparò l’arte della politica e della diplomazia pur tra intrighi e pericoli di
ogni genere. Nel 1334 il padre lo nominò margravio di Moravia e, nonostante i
dissapori dovuti alla dispartità di carattere, intrapresero insieme numerose
imprese diplomatiche e militari, sia in patria che al di là dei confini del
regno boemo. Nel 1346 i principi elettori lo elessero all’unanimità re dei
Romani al posto dell’imperatore Ludovico
il Bavaro e l’anno seguente, dopo la morte del padre, divenne re di Boemia».
D.: Cosa successe nel 1354-1355?
«Con
l’elezione a re dei Romani Carlo ottenne in pratica la corona imperiale e
infatti nell’autunno del 1354 intraprese il lungo viaggio che dalla Boemia lo
portò dapprima a Milano, dove il 6 gennaio 1355 cinse la corona ferrea di re
d’Italia, quindi a Roma, dove il 5 aprile, giorno di Pasqua, fu incoronato
imperatore del Sacro Romano Impero. I grandi umanisti e intellettuali
dell’epoca, tra cui Francesco Petrarca, anelavano alla restaurazione
dell’antica tradizione dell’impero romano e alla restituzione della centralità
dell’impero alla sua città di origine, Roma. Le loro speranze, però, rimasero
disattese. Carlo, infatti, in totale ubbidienza al papa, si intrattenne a Roma
un solo giorno e Praga rimase per trentadue anni la capitale indiscussa
dell’impero».
D.: Carlo IV di Lussemburgo, re di Boemia e il Friuli. È vero
che può dirsi amico del Friuli?
R.: «La storia di Carlo si intrecciò
fortemente con la storia dell’Italia e del Friuli, in particolare con quella
del patriarcato di Aquileia. Il primo contatto che egli ebbe con lo stato
patriarcale fu nel 1337, quando, sfuggito alla cattura da parte della flotta
veneziana nelle acque dell’Adriatico nei pressi di Grado, fu accolto con grandi
onori dal patriarca Bertrando di San Genesio, che lo ospitò a Udine e con il
quale strinse un rapporto di solida amicizia. Bertrando descrive così il suo
primo incontro con Carlo: “Restituita la pace al Friuli (dopo la guerra di
Venzone) Carlo, che divenne poi re dei Romani, sbarcò in Aquileia
(aprile-giugno 1337) e lo accogliemmo come si conveniva a tanto signore; ed
egli condusse seco Bartolomeo (conte di Segna e di Veglia) e rimase con noi a
Udine a nostre spese per un mese e più”. Qualche anno più tardi, nel dicembre
del 1340, Bertrando fu attaccato dal conte di Gorizia e dai duchi d’Austria,
che si erano accampati nei pressi di Venzone. Trovandosi in grave difficoltà,
chiamò in aiuto l’allora margravio di Moravia, che accorse prontamente e
insieme assediarono la città di Gorizia dopo aver devastato la contea. B. M. De
Rubeis riporta nei suoi Monumenta
Ecclesiae Aquileiensis questo brano tratto dall’autobiografia di Carlo IV
Vita Caroli, contribuendo tra l’altro a chiarire l’etimologia del toponimo
Veronium, che egli identifica per l’appunto con il borgo di Venzone».
D.: Ci dice qualcosa sugli ultimi anni di vita dell’Imperatore,
quando la sua vita pubblica si incontrò con quella di suo fratello Nicolò di
Lussemburgo?
R.: «Nel 1350 Bertrando fu assassinato in
un’imboscata da alcuni nobili friulani. Il suo successore fu Nicolò di
Lussemburgo (1350-1358), fratellastro di Carlo e suo uomo di fiducia.
Nell’autunno del 1354 Carlo passò i valichi alpini del Friuli e il 14 ottobre
entrò a Udine per ricongiungersi con il fratello Nicolò, che fu il suo fedele
compagno durante il lungo e non sempre facile viaggio verso l’incoronazione
imperiale».
D.: Carlo IV tornò altre volte a Udine e in Friuli?
R.: «Sì. La città di Udine ebbe l’onore di
accogliere il grande sovrano ancora una volta. Nel 1368, infatti, in occasione
del suo secondo viaggio in Italia per l’incoronazione a imperatrice della sua
quarta moglie, Carlo IV sostò nuovamente a Udine, dove incontrò per la terza
volta Francesco Petrarca, con il quale aveva mantenuto per anni un vivace
carteggio. Nella prima lettera inviata dal Petrarca al sovrano boemo e che
risale al 1351, il grande poeta invita Carlo ad assumere il governo dell’impero
e a scegliere Roma come sua capitale, perché, come egli scrive: “Noi, o Cesare,
già tel diceva, qualunque nato altrove per italiano ti abbiamo”. Anche se poi
le cose andarono diversamente, il rapporto tra i due intellettuali, basato
sulla stima e sull’ammirazione reciproche, crebbe nel tempo, rendendo possibili
anche alcuni incontri. Il primo a Mantova nel 1355, durante il viaggio per
l’incoronazione di Carlo, il secondo a Praga l’anno seguente e, finalmente, a
Udine nel 1368».
D.: L’Imperatore Carlo IV era devoto?
R.: «Carlo IV era un sovrano estremamente
colto. Conosceva cinque lingue, amava l’arte, si dilettava di letteratura e di
esegesi biblica. Era molto devoto alla Vergine, a san Venceslao e a santa
Caterina d’Alessandria, che riteneva lo avesse protetto durante la difficile
battaglia sostenuta contro una coalizione formata da illustri famiglie italiane
presso il castello San Felice il 25 novembre 1332».
D.: In conclusione, che tipo di libro è Vita Caroli?
R.: «Poco dopo l’elezione a re dei Romani,
Carlo iniziò a scrivere la propria autobiografia dal titolo Vita Caroli, un’opera appartenente a
quel genere letterario di tipo educativo molto diffuso durante il Medioevo noto
come specula principis e la cui
traduzione dal latino viene oggi proposta dalla casa editrice milanese Medusa.
L’opera fu terminata pochi giorni prima dell’elezione imperiale e probabilmente
Carlo avrebbe voluto proseguirne la stesura ben oltre i suoi primi trent’anni
di vita. Probabilmente i numerosi impegni glielo impedirono. Anche se con la
stesura dell’opera Carlo intendeva soprattutto ammaestrare i propri successori,
in particolare il figlio Venceslao IV che gli sarebbe succeduto su entrambi i
troni, Vita Caroli è una preziosa
fonte di informazioni riguardanti la figura del giovane principe, le sue gesta
e i principi cristiani su cui fondò tutta la sua vita. Carlo IV morì a Praga il
29 novembre 1378».
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Servizio giornalistico, fotografico e di networking di Elio Varutti.
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Carlo IV, Vita Caroli. Autobiografia,
a cura di Tiziana Menotti, titolo originale: Karoli IV imperatoris Romanorum Vita Ab Eo Ipso Conscripta,
traduzione di Tiziana Menotti e Arianna Marchiol, Milano, Medusa, 2016, pagg.
201, 21 fotografie a colori e b/n.
ISBN 978-88-7698-359-7
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