L’indifferenza nella lotta politica non paga. Al nemico bisogna
dare tante legnate, in senso figurato, ma non solo. Così insegnano Mazzarino,
Machiavelli, Shakespeare, Lenin e Saddam Hussein. È questo il senso delle cose
nel recente libro di Giuseppe Liani e di Gian Luigi Cecchini, intitolato: “L’inconfessabile
virtù. Machiavelli, Shakespeare, Mazzarino e la violenza nella lotta politica”,
stampato nel 2016.
Conquistare il potere politico, conservarlo e trasmetterlo ai
discendenti o ai discepoli non è cosa da poco o da principianti. È necessario
avere le competenze per fare tutto ciò. Non tutti nascono assassini Doc. Il volume
di Liani & Cecchini si sofferma su tale argomento. La letteratura a
disposizione è piena di autori, di personaggi e di casi che studiano il
fenomeno, ne analizzano le dimensioni, fissandone i parametri di comportamento…
criminale. Si analizzano i concetti di “forza” (che viene reputata di genere “costruttivo”)
e di violenza (che pare sempre “distruttiva”).
Tra i paragrafi si può incappare
in qualche Imperatore europeo dei secoli scorsi e in presidenti USA, oppure tra
orripilanti dittatori guerrafondai e satrapi d’Oriente. Oltre a Napoleone sono
citati nell’originale volume, ad esempio: Aristotele, Cesare Borgia, il
sociologo Max Weber, ma pure Cicerone o Giulio Cesare.
Per stare nel nostro banale quotidiano, si pensi alle
uccisioni davanti agli stadi di calcio, durante gli scontri tra le opposte
tifoserie. E che dire dei piccoli omicidi familiari perpetrati per togliere di
mezzo il genitore troppo impiccione o, secondo un’etica ribaltata, per entrare
in possesso dell’eredità?
Illuminante, nel volume in questione, è la riflessione di
Elias Canetti riportata sin dalle prime pagine, ad esempio, sull’orgoglio di
aver partecipato all’azione criminale. I gravi delitti vengono intesi quasi
come un rito di passaggio in chiave politica. Scrive Elias Canetti che: «Un omicidio senza pericolo, permesso,
raccomandato, e spartito con molti altri è irresistibile per la maggioranza
degli uomini».
Giuseppe Liani è stato giornalista alla redazione RAI di
Udine. Laureato in Filosofia e Scienze Politiche all’Università di Trieste, ha
condotto una serie di seminari sulla nascita dello Stato moderno per la
Cattedra di Filosofia del diritto. Come professore a contratto è stato docente
di Storia del giornalismo e Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa.
Gian Luigi Cecchini è professore associato di Diritto dell’Unione
Europea e di Diritto Internazionale all’Università degli Studi di Trieste, nel
corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche.
Assieme hanno già pubblicato: Il colpo di stato. Media e diritto internazionale (2012); Verba manent. L’enciclica quotidiana delle
parole di papa Francesco (2013) e Il
prezzo del lavoro (2014).
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Giuseppe Liani, Gian Luigi Cecchini, L’inconfessabile virtù. Machiavelli, Shakespeare, Mazzarino e la
violenza nella lotta politica, Padova, Libreriauniversitaria.it, 2016,
pagg. 226, euro 13,90.
ISBN : 978-88-6292-789-5
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