C’era vento e pioggia, eppure una trentina di abitanti di
Gonars e di Aiello del Friuli erano lì, in sala, per sentire il racconto sugli
esuli istriani.
Fauglis, Centro civico - Scambio di doni tra Elio Varutti e Marino Del Frate, sindaco di Gonars, vicino a Marco Sicuro, presidente dell'Associazione Stradalta di Gonars. Fotografia di Maria Cristina Stradolini
Il 24 febbraio 2017, alle ore 20,45 presso il Centro Civico
di Fauglis, in via IV Novembre, 88 a Gonars il professore Elio Varutti,
componente del Consiglio Direttivo dell’ANVGD Comitato Provinciale di Udine, ha
illustrato la conferenza intitolata: “Esuli nella Bassa friulana. L’esodo d’Istria,
Fiume e Dalmazia e il Campo Profughi di Udine”. L’evento è stato organizzato
dall’Associazione Stradalta di Gonars, presieduta da Marco Sicuro, in
collaborazione con il Comune di Gonars.
C’è stato il saluto di Marino Del Frate, sindaco di Gonars,
che ha voluto accennare a qualche ricordo personale: «Mi viene in mente che quando ero giovane – ha
detto il sindaco - e gli adulti parlavano di profughi istriani e di foibe era
tutto un bisbiglio, un parlare sottovoce, non ho mai capito se fosse per pudore
o per altri motivi». Sull’importanza del Giorno del Ricordo si è trattenuta Maria
Cristina Stradolini, assessore comunale alla Cultura di Gonars «anche se ne
parliamo il 24 di febbraio, anziché il giorno 10 per noi è importante questo
ricordo, come è stato fatto nelle nostre scuole, parlando poi di vari temi
storici del Novecento, come la Shoah».
Diciamo che dopo tale evento l’icona degli esuli giuliano
dalmati nella Bassa friulana è la fotografia del 1948 del maestro Renato
Lupetich con una classe di scolare di Latisana, mostrata ai presenti con le
dovute spiegazioni.
Il maestro Renato Lupetich con le sue scolare a Latisana, dove insegnò tra il 1948 e il 1958. Finì la sua carriera scolastica con la qualifica di direttore didattico di Palazzolo dello Stella. Collezione privata Belluno.
Renato Lupetich era nato a Fiume il 3 marzo 1900 e morì nel
1960, quando era direttore didattico a Palazzolo dello Stella, in provincia di
Udine. È il racconto del figlio, Giovanni Lupetich, a precisare i fatti, come
ha ricordato Varutti. Il testimone ha proseguito: «Mio padre si è laureato in Pedagogia a Urbino il 16 giugno
1955, col rettore Carlo Bo. Renato Lupetich era un “ufficiale postale”, poi
legionario di D’Annunzio, come pure mio zio Nereo Lupetti. Essi sono citati in
un libro di Amleto Ballarini, intitolato: Diedero Fiume alla patria. Mio
padre era perito contabile e
lavorava a Fiume alla Raffineria di Olii Minerali Società Anonima, costruita
tra il 1882 e il 1883 (ROMSA), dopo l’esodo mio padre fece il maestro a
Pertegada, a Latisana e a Gorgo di Latisana, in provincia di Udine». Varutti ha ringraziato pubblicamente il signor Giovanni
Lupetich, di Belluno, che ha fornito vari documenti originali sull’esodo del
babbo, il maestro Renato Lupetich.
Prima di questo racconto Varutti ha portato i saluti ai
presenti dei dirigenti dell’ANVGD di Udine. Dal presidente ingegnere Silvo Cattalini,
esule da Zara, molto ammalato e di Bruna Zuccolin, vice presidente dello stesso
sodalizio.
Una ricerca del 2014 ha individuato gli esuli istriani
ricordati dai friulani. I professori del Laboratorio di Storia dell’Istituto
“B. Stringher” di Udine dal 2009 hanno iniziato un progetto dal titolo “Vivere
in tempo di guerra”. L’obiettivo era di analizzare la vita nella Seconda guerra
mondiale in Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con l’Archivio di Stato di
Udine (Asud), con varie ricadute nel web. Una parte del progetto si sviluppò
attraverso un questionario cartaceo che gli studenti sottoposero a testimoni
diretti degli eventi.
Elio Varutti, Marino Del Frate e Marco Sicuro a Fauglis. Fotografia di Maria Cristina Stradolini
Una parte del questionario riguarda i profughi dell’esodo
giuliano dalmata, così si è raccolto vario materiale, intitolandolo “I Profughi
istriano dalmati nel ricordo dei friulani”.
In tutta l’indagine, fino al mese di febbraio 2014, sono
state raccolte 59 testimonianze, delle quali 40 della provincia di Udine, 14
della città di Udine e 5 di altre realtà dell’Italia.
Col coordinamento del professor Giancarlo Martina, le allieve
Irene Campagna e Agnese De Giorgi, della classe 3^ A Turistico sono state
incaricate di analizzare, con l’ausilio di strumenti informatici di
laboratorio, i dati raccolti per le seguenti domande: Finita la guerra sono
arrivati profughi nel suo paese? Da dove venivano i profughi? Quanti erano?
Su 40 intervistati della provincia di Udine, 13 di essi hanno
risposto affermativamente: hanno conosciuto gli esuli. Si ricordavano di
qualche nucleo famigliare proveniente dall’Istria, Zara e Fiume o più
genericamente dalle “zone di confine”. A Flambro ci si rammenta di due famiglie
di Cherso. Più numerosi i profughi arrivati tra Flambro e Castions di Strada;
da 50 a 100 individui. A Cervignano ci sono le case degli esuli. A San Giorgio
di Nogaro c’è il Villaggio Giuliano di 30 appartamenti, con qualche loro
discendente. Altre forti comunità di esuli sono presenti a Grado (GO) e a
Bibione (VE).
Rassegna stampa
Dopo qualche domanda di Marco Sicuro, presidente
dell’Associazione Stradalta di Gonars, è intervenuto il professor Stefano
Perini per «comunicare alcuni dati sul Comune di
Aiello del Friuli riguardo ai profughi italiani d’Istria, di Fiume e della
Dalmazia nel 1945, c’erano 110 profughi italiani di Zara e molti altri
dell’Istria nel 1946». Si è svolto, infine, un piccolo dibattito col pubblico
interessato.
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RINGRAZIAMENTI
Ringrazio sentitamente il signor Giovanni Lupetich, con padre
di Fiume. Egli è nato a Udine nel 1953 ed è residente a Belluno; è stato da me
intervistato al telefono il 10-14 giugno, il 7 agosto 2016, oltre ad un
contatto faccia a faccia del 1° settembre 2016, verificatosi a Udine assieme a
sua figlia Marianne Lupetich.
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Riferimenti sitologici
E. Varutti, Memorie italiane su Fiume, esodo 1947, articolo
nel web del 2016 sul maestro Renato Lupetich di Fiume.
E. Varutti, L’esodo giuliano dalmata a Udine visto da Gli Stelliniani, articolo nel blog di Varutti sull’incontro svoltosi al liceo
classico “J. Stellini” di Udine nel 2016.
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