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lunedì 17 ottobre 2016

Cussignacco: 53 anni di dono del sangue con l’AFDS

È stata una bella giornata di sole e di festa nella periferia meridionale di Udine. Al corteo dei donatori di sangue fino alla sede della 5^ Circoscrizione, dove c’è il bassorilievo dedicato ai donatori, si potevano contare ben 44 labari di varie sezioni della provincia di Udine, compresa quella di Ampezzo, in Carnia. 
Sindaco, autorità e labari dei donatori alla festa dei 53 anni di attività della sezione AFDS di Cussignacco sul sagrato della chiesa di San Martino, Udine - fotografia AFDS di Cussignacco

Il più felice di tutti non poteva che essere Roberto Flora, presidente della sezione di Cussignacco dell’Associazione Friulana Donatori Sangue (AFDS), che ha voluto ringraziare tutti i soci.
Durante la messa, accompagnata dal coro “S. Cecilia” di Cussignacco e celebrata da don Paolo Costaperaria, è stato ricordato il valore etico del dono del sangue, per aiutare gli ammalati.
Poi la cerimonia per il 53° anniversario della fondazione della locale sezione AFDS è stata aperta da Furio Honsell, sindaco di Udine. «Nella mia funzione di sindaco – ha detto Honsell – uno dei primi incontri pubblici è stato quello con la sezione AFDS di Paparotti, che è qui vicina e ho capito subito il valore della solidarietà che esprime il popolo dei donatori».
Poi ha parlato Elisa Battaglia, assessore alle Poitiche per la famiglia della Provincia di Udine, portando i saluti del presidente Pietro Fontanini. «Penso che la cosa più importante da dire – ha esclamato la Battaglia – sia di ringraziare i 355 donatori di questa sezione AFDS, soprattutto gli otto nuovi donatori tutti giovani, che sono il vostro futuro».
In seguito, tra le varie autorità presenti, ha parlato anche Loris Michelini, che ha voluto ricordare la figura di Adriano Ioan, consigliere comunale nativo della zona, che era anche donatore di sangue della sezione di Cussignacco. Poi lo stesso Michelini ha ringraziato gli oltre 150 donatori attivi della sezione AFDS di Cussignacco, di cui proprio Michelini è componente del Consiglio Direttivo.

 Il corteo con i labari dei donatori di sangue, nella storica frazione di Udine - fotografia AFDS di Cussignacco

C'è stato anche un intervento in nome della segreteria provinciale dell’AFDS di Udine. Ha parlato Donnino Mossenta, per portare il saluto del presidente Renzo Peressoni e ricordare i prossimi impegni dei soci AFDS per donare plasma e sangue, come recita lo slogan, “quando serve e cosa serve”, in riferimento al gruppo sanguigno.
Poi si è proceduto alla premiazione sei donatori benemeriti. Al termine dell’incontro c’è stato un rinfresco, sempre nell’area festeggiamenti della parrocchia.


Storia della sezione AFDS di Cussignacco
La sezione Afds di Cussignacco sorse il 13 dicembre 1963, quando un gruppo di persone generose, riunitosi presso la Sala Cinematografica “Ellero”, diede vita all’organismo. Il primo presidente della sezione AFDS fu Luigi Pontarini, che operò fino al 1966. Fu nominato come secondo presidente Alessandro Benassutti che portò la sezione alla prima decade di vita.
Altro presidente fu Giuliano Deganutti, che mantenne la carica per circa due decadi, dal 1977 al 1994, arrivando a festeggiare sia il ventennale che il trentennale. Un anno dopo i festeggiamenti per il trentennale Deganutti decise che dopo ben 17 anni di mandato era ora di lasciare il testimone in altre mani. Prese l’incarico Remo Nonino, quarto presidente, che guidò la sezione attraverso il  quarantennale, durante i 13 anni della sua presidenza egli assecondò la richiesta del consiglio provinciale per la promozione di nuove modalità di donazione, come l’aferesi e organizzò varie serate informative in ambito sanitario.
Nel 2007 Nonino lasciò la guida della sezione a Roberto Flora, che tuttora è in carica fino al 2018, coadiuvato dal consiglio direttivo composto da:
PRESIDENTE: Flora Roberto,
VICE PRESIDENTI: Chiarandini Bruno e Michelini Paolo,
RAPPRESENTATE DEI DONATORI: Zonta Edoardo
CONSIGLIERI: Copetti Sandro, Flora Alessandro (Segretario), Gorasso Simone, Michelini Loris, Nardon Manuela, Piasenzotto Andrea.
REVISORI DEI CONTI: Amodio Giorgio, Bassi Antonietta e Nonini Monica.

Inoltre è stata assegnata la delega per quanto riguarda i Giovani a: Flora Alessandro e Gorasso Simone.

Roberto Flora

giovedì 13 ottobre 2016

Peressoni dell’AFDS di Udine ringrazia i donatori di sangue



«Vorrei ringraziare i 300 donatori di sangue dell’Associazione Friulana Donatori Sangue (AFDS) della provincia di Udine – ha detto Renzo Peressoni, presidente del sodalizio – che a Ferragosto 2016 si sono precipitati in ospedale per donare in un momento critico».
Fotografia tratta dal giornale "Il Dono", dell'AFDS di Udine

Cos’era accaduto? «Il lunedì dopo Ferragosto avevamo raggiunto il primo livello di scorta, che vuol dire autonomia per cinque giorni – è sempre Peressoni a raccontare – così ho fatto un appello al dono mediante i mass-media e la risposta è stata molto forte da parte dei donatori friulani e ne siamo orgogliosi».
L’occasione per fare questo pubblico ringraziamento ai donatori gli è stata fornita da una riunione di zona dell’AFDS per le sezioni studentesche, tenutasi all’ospedale di Udine mercoledì 12 ottobre 2016. «C’era stata un’emergenza in seguito ad un doppio trapianto di organi durato dodici ore – ha concluso Peressoni – per il quale sono state necessarie varie decine di sacche di sangue».
Il presidente dell’AFDS di Udine ha inoltre ringraziato i professori e i dirigenti delle sezioni studentesche dell’AFDS «perché vengono a donare con i loro allievi, così facciamo capire quali sono i nostri valori, contro l’incapacità di comunicare, contro il cyberbullismo e per la valorizzazione dei rapporti interpersonali e della solidarietà».

martedì 27 settembre 2016

Ampezzo, 58° congresso AFDS sul dono del sangue

È sempre una festa di popolo. Il 58° congresso dell’Associazione Friulana Donatori Sangue (AFDS) è una kermesse, oltre che un incontro sui temi sociali e sanitari. Si tiene ogni anno in un paese della provincia di Udine.
Debora Serracchiani, Renzo Peressoni e i ciclisti AFDS di San Giorgio di Nogaro assieme ad altre autorità del 58° congresso AFDS

Quest’anno la festa congressuale si è svolta ad Ampezzo, nel cuore della Carnia, domenica 25 settembre. Durante il corteo dei labari, preceduto dalla banda della Val di Gorto, c’erano tanti bambini ai lati delle strade per mostrare i loro disegni sul tema del dono e della solidarietà.
L’AFDS conta 52 mila soci, dei quali ben 50 mila sono donatori attivi. Le donne sono il 40 per cento del sodalizio. Per omaggiare i 2772 soci premiati per l’alto numero di donazioni di sangue e di plasma, si sono dati appuntamento oltre 180 sezioni AFDS di paese, dei luoghi di lavoro, delle scuole superiori e dell’Università. In tutto saranno stati circa 1500 partecipanti, con tanto di pullman che affollavano i parcheggi improvvisati presso una segheria e nelle strade del paese che fu capitale della Repubblica Partigiana della Carnia nel 1944, dopo aver cacciato via i nazisti ed i loro alleati cosacchi e repubblichini. Alcuni donatori sono addirittura arrivati in bicicletta, come il gruppo di San Giorgio di Nogaro e quello di Ragogna.
 In duomo (sopra) e in piazza (sotto)


Ha voluto ringraziare i donatori friulani Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, che durante la messa celebrata nel duomo stracolmo li ha associati a Madre Teresa di Calcutta. «Lei ha fatto un buon investimento – ha detto il monsignore – dedicandosi agli altri, ai bisognosi, agli ammalati, come fate pure voi». La cerimonia religiosa si è conclusa con il canto dell’inno del donatore, composto dal celebre poeta carnico Giso Fior.
«Abbiamo bisogno dei giovani – è stato il grido di dolore lanciato da Renzo Peressoni, presidente dell’AFDS di Udine – ed è necessario donare sangue quando serve e cosa serve, cioè con una programmazione riguardo ai gruppi sanguigni, per non sprecare questa eccezionale risorsa».
Il clima di festa ha avuto inizio quando Suan Selenati, campione del mondo di deltaplano, è sceso dal cielo azzurro con una scia rossa. Atterrando come una libellula vicino al campo sportivo, Selenati ha voluto salutare così i congressisti dell’AFDS.
Tra le molte autorità presenti, Debora Serracchiani, presidente della Giunta della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha parlato della crisi, delle prove difficili e degli egoismi di ognuno di noi. «Mi auguro che esperienze come quelle dei donatori friulani – ha detto la Serracchiani – ci facciano comprendere che non si torna indietro».
I premiati
Sulla qualità e sulla sicurezza del sangue trasfuso si è soffermato Aldo Ozino Caligaris, presidente nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori Sangue (FIDAS). «È un gesto che rimane per sempre – ha detto Caligaris». La promessa di essere vicino ai donatori è stata espressa daElsa Asia Battaglia, assessore della Provincia di Udine.
Michele Benedetti, sindaco di Ampezzo, ha portato il saluto della Carnia, dato che al congresso AFDS hanno collaborato anche altri paesi della zona, si pensi alla Protezione civile mobilitata per il traffico veicolare, assieme a carabinieri e guardie forestali. Poi ha parlato anche Eva Martinis, sezione AFDS di Ampezzo.
Prima dei saluti ufficiali delle autorità c’è stato un mini concerto dei Carnicats, gruppo musicale carnico che usa anche la marilenghe nei ritmi rap. Il prossimo anno il congresso AFDS verrà ospitato a Premariacco.
Carnicats in concerto
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Dal diario di un labarista

Questa è una cronaca semiseria e divergente del congresso AFDS. Il labarista è colui che porta il labaro della sezione AFDS nelle cerimonie.
25.9.2016 Ampezzo - arrivo con un po’ di ritardo al posto di ritrovo dei congressisti e labaristi. Noto con stupore che al labaro di una sezione della Bassa friulana manca il puntale. Mi ricordo che al congresso di Forni di Sopra riguardo alla lunghezza del corteo qualcuno dei labaristi disse: «Al è piês des rogazions! (È peggio delle rogazioni!)».
Chissà se sarà lungo anche il percorso di oggi? Qualcuno già tutto sudato e con la giacca ben abbottonata mormora: «Cui sa se nus daran alc di bevi? (Chissà se ci daranno qualcosa da bere?)».
Si parte per il Monumento ai Caduti delle guerre, per rendere loro omaggio in modo sentito anche se semplice. «In file par cuatri! (In fila per quattro!) – sentenzia uno del servizio d’ordine». Cerchiamo di eseguire e… in marcia. Un labarista dietro all’altro. Provo una certa simpatia per alcune signore brave donatrici con labaro che si apprestano alla lunga marcia con eleganti scarpe tacco 6.
Arrivano altri ritardatari trafelati: «Nus àn fat parchegjâ li de segherie, orpo, par rivâ fin chì o sin za stracs! (Ci hanno fatto parcheggiare li della segheria, accidenti, per arrivare fino qui siamo già stanchi!)». Con la banda della Val di Gorto in testa si riparte per il duomo.
Sento dire: «Il predi di sigûr che no nus darâ di bevi, tocjarâ rangjâsi (Il prete di sicuro non ci darà da bere, toccherà arrangiarsi)». La messa è solenne. Il duomo è pieno come un uovo. Alziamo i labari nei momenti giusti. Il vescovo ci ringrazia per quello che facciamo. Si può tagliare a fette l’emozione che provano i presenti, poiché la cerimonia è uno spettacolo. Molti fanno fotografie coi cellulari, coi tablet, con le macchine fotografiche e poi ci sono i fotografi professionisti, con tre o quattro camere con teleobiettivo al collo. La grande emozione è rotta solo dallo squillo di qualche telefonino cellulare.
Confesso che pure io durante la cerimonia religiosa ho dovuto assentarmi, abbandonando il labaro appoggiato al muro, per urgenti necessità fisiologiche. Incontro sguardi di complicità di altri labaristi in fuga. Sono ermi al bancone del bar vicino al duomo, affollato come se ci fosse Vasco Rossi.
Approfitto per prendermi un caffè, dato che la coda ai gabinetti era veramente fenomenale. Da lontano giungono le note dei canti di chiesa. Rientro in duomo e agguanto l’asta del mio labaro. Accanto a me un altro labarsita smanetta sullo smartphone, mentre la messa sta per finire.
L’inno del donatore cantato alla fine è da brivido. Cantano donatori e carnici anche fuori delle porte d’ingresso della chiesa.
Durante la messa, affollata l'osteria Al Vatican 

Finita la messa, riparte il corteo dei labaristi. «Meteisi par cuatri! (Mettetevi per quattro!» - sbotta ancora il servizio d’ordine, sempre più nervoso. La banda ci dà il passo. Ci aspetta la parte più lunga del percorso. C’è gente che applaude. Bambini con le loro maestre espongono gocce disegnate su grandi pannelli (è il simbolo dell’AFDS). Certe case sono addobbate con fiori e rami di abete come se passasse una processione degli anni ’50. La strada è lunga. Ancora bimbi sorridenti con la manina che ci fa: ciao.
Dopo curve varie, salite e discese si scende verso il campo sportivo. «Al sarà dongje di Soclêf! (sara vicino a Socchieve!) – dice qualche spiritoso». Un altro se ne esce con un: «Orpo, ma dopo si scugne tornâ sù (Accidenti, ma dopo ci tocca tornare su)». Quello in cerca di beveraggi: «Di sigûr, la vie cundute chê jerbe no nus daran di bevi… ( Di sicuro, là con tutta quella erba non ci daranno da bere…)».
In lontananza si intravede il campo sportivo e, all’improvviso, tutti col naso all’insù per guardare il deltaplanista campione del mondo, Suan Selenati. Volteggia, fa la scia rossa, gira di qua e di là nel cielo azzurro, finché scende passando vicino alla bandiera segnavento, come il filo passa nella cruna dell’ago.
Si arriva al tendone delle premiazioni e dei discorsi. Posizioniamo il labaro negli stalli portalabaro. Il grosso del lavoro è fatto. Poi bisognerà passare a recuperare il labaro a congresso finito, senza suscitare le ire del presentatore, che non sopporta vedere labaristi a ritirare il proprio labaro verso gli sgoccioli della premiazione.
Francamente la cerimonia è troppo lunga. Premiare oltre 2000 persone fa perdere un sacco di tempo a tutti. Forse sarebbe il caso di cambiare qualcosa. Oggi ho recuperato il labaro tra gli ultimi. E poi su fino al parcheggio della segheria… 
Primi due a destra: delegazione della Carinzia al 58° congresso AFDS di Ampezzo 2016
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Una versione di questo articolo è stata pubblicata il 27 settembre 2016 sul giornale del web infofvg.it col titolo: “Congresso #AFDS ad #Ampezzo".
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Servizio giornalistico, di networking e fotografico di Elio Varutti 

venerdì 9 settembre 2016

Educare al dono, con AFDS, Ministero e Università di Udine

Udine – C'è stato un convegno di grande interesse. Eccone la tematica di fondo: Donare sangue, donare il midollo osseo e, nel caso di fine vita, donare gli organi. A volte i convegni scientifici sono alquanto noiosi per l'uditorio poco preparato, con relatori saccenti, distaccati dal pubblico e appena appena motivati. Non è il caso di questo originale iniziativa di aggiornamento per insegnanti di Scienze motorie e sportive e per docenti delle sezioni di donatori di sangue dell'Associazione Friulana Donatori Sangue (AFDS) di Udine. 
Su tali impegnative tematiche si sono aggiornati oltre 115 professori della regione, assieme ai dirigenti dell’AFDS di Udine. Un bel successo per gli organizzatori!
Peressoni, Biasiol, mons. Mazzocato, Cargnelutti e Govetto

È accaduto il 6 settembre 2016, presso l’auditorium della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia “A. Comelli”, di Via Sabbadini a Udine. La mattinata di studio aveva per titolo “Educare alla salute, educare al dono. A scuola per far vincere la vita”. Organizzatori erano, oltre all’AFDS di Udine, l’Università friulana, con il suo corso di laurea in Scienze Motorie e quello magistrale in Scienza dello Sport e l’Ufficio Educazione Motoria Fisica e Sportiva di Udine, emanazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Proprio a nome di quest’ultimo ufficio ha aperto i lavori del convegno il professor Claudio Bardini, referente regionale per l’Educazione alla salute dell’Ufficio Scolastico Regionale.
Monsignor Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, ha detto di «approfondire bene il tema del convegno, dato che la salute fisica e il dono sono come un debito che gli adulti hanno nei confronti dei giovani, tali argomenti sono fatti propri anche dalla Chiesa».
Paride Cargnelutti, vice presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, ha insistito sul fatto che «l’impegno educativo di tale portata non è solo della scuola, ma anche della famiglia, delle altre agenzie educative, delle istituzioni del territorio, solo così potremmo rendere autonomi i nostri ragazzi dai sistemi informativi e dai modelli legati al consumo».
Udine, convegno Educare alla salute, educare al dono, 6 settembre 2016. Perissutti, Grassi, Peressoni, Biasiol, Mons. Mazzocato, Cargnelutti, Govetto e Raffaella Basana, in camicia bianca.

Roberto Peressutti, direttore del Centro regionale trapianti, ha accennato alla «forte solidarietà che possiamo trovare qui e proprio nel dono degli organi una famiglia che ha appena perso un proprio caro, può trovare un certo sollievo nella elaborazione del lutto».
L’intervento cardine del convegno è stato svolto da Renzo Peressoni, presidente dell’AFDS di Udine. «Esiste una bellezza del dono del sangue – ha detto Peressoni – e l’emotività non basta, perché si deve donare quello che serve e quando serve, secondo una cultura del dono che voi insegnanti sapete trasmettere agli studenti, evitando il profondo egoismo e la solitudine dell’individuo».
Claudio Bardini, apre i lavori del convegno

Gli ha fatto eco Pietro Biasiol, direttore titolare dell’Ufficio Scolastico Reginale del Friuli Venezia Giulia. Biasiol ha ricordato i recenti successi della scuola regionale, a livello di formazione «allora dobbiamo operare sotto un profilo etico, perché c’è una grande fiducia e ci anima una forte profondità di valori».
Ha portato i saluti del Magnifico rettore dell’Università di Udine il professor Bruno Grassi, coordinatore del Corso di laurea magistrale in Scienza dello Sport. Grassi ha detto che «è una eccellente idea quella di coniugare l’educazione alla salute con quella del proprio fisico e, infine, con il dono del sangue e lavoreremo in questo senso anche all’interno dell’università».
Vivianna Totis, del Dipartimento Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine ha portato il risultato di alcune ricerche, secondo cui i giovani sono più attratti dal volontariato, come il dono del sangue, piuttosto che dalla politica. Poi ha detto che da noi «la maggior parte delle donazioni viene impiegata per gli ammalati cronici, col 53 per cento delle sacche di sangue, poi ci sono quelli chirurgici (24%) e, per ultimi, quelli di medicina». Poi ha aggiunto che «il dono del sangue deve essere un atto fatto con la testa, non col cuore, perché bisogna essere consapevoli di non fare del male ad altri col proprio sangue eventualmente poco sano».
Totis, Baraldo e Mazzoli 
(i cavalieri recano i nomi della tavolata precedente…)

Massimo Baraldo, direttore dell’Istituto di Farmacologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine ha svolto una interessante relazione sul lungo e sconvolgente tema dello “Abuso di energy drink e sostanze eccitanti, uso sconsiderato e improprio di integratori e farmaci, droghe compensatrici e legali dagli effetti tossici sull’organismo e abuso sistematico di alcol per emergere come individuo in una dinamica di gruppo”.
Tommaso Mazzoli, docente di Informatica all’Università di Udine e in quella di Gorizia, ha trattato il tema attualissimo del “Cyberbullismo”.
Poi è stata presentata la Convenzione per l’educazione al dono e ad una vita in salute, predisposta dall’AFDS e dall’Ufficio Educazione Motoria, Fisica e Sportiva di Udine. Hanno parlato Peressoni, Bardini e Anna Chiarandini, consigliere provinciale dell’AFDS delle sezioni studentesche. Sono stati mostrati dei video, spot e banner preparati per le scuole.
“Educare alla legalità: il rispetto delle regole sulla strada e nella vita”. Un titolo così non poteva che essere trattato da un responsabile della Polizia Stradale di Udine e Carlo Piraneo l’ha fatto con semplicità e chiarezza.
Peressoni, Chiarandini e Piraneo

Gli ultimi tre interventi hanno visto dei relatori costretti sulla sedia a rotelle. Nel silenzio totale dell’auditorium Eros Scuz e Cristiano Picco, dell’Associazione sportiva disabili “Basket e non solo” hanno raccontato il cambiamento di vita subito a causa di un incidente stradale. Stessa impressione ha dato Laura Bassi, di Achilles International Italia Onlus. Tutti hanno voluto sottolineare l’importanza dei donatori di sangue «perché ci hanno ridato una nuova vita».
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Laura Bassi, Cristiano Picco e Eros Scuz, tre speciali relatori su sedia a rotelle esaltano il dono del sangue

Servizio fotografico, giornalistico e di networking di Elio Varutti

Peressutti, Grassi, Peressoni e Biasiol
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La prima versione di questo articolo è apparsa il 7 settembre 2016 sul giornale del web infofvg.it  con il seguente titolo: "

Educare al dono, convegno #AFDS, Ministero e Università (clicca qui per leggere l'articolo)