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martedì 27 settembre 2016

Ampezzo, 58° congresso AFDS sul dono del sangue

È sempre una festa di popolo. Il 58° congresso dell’Associazione Friulana Donatori Sangue (AFDS) è una kermesse, oltre che un incontro sui temi sociali e sanitari. Si tiene ogni anno in un paese della provincia di Udine.
Debora Serracchiani, Renzo Peressoni e i ciclisti AFDS di San Giorgio di Nogaro assieme ad altre autorità del 58° congresso AFDS

Quest’anno la festa congressuale si è svolta ad Ampezzo, nel cuore della Carnia, domenica 25 settembre. Durante il corteo dei labari, preceduto dalla banda della Val di Gorto, c’erano tanti bambini ai lati delle strade per mostrare i loro disegni sul tema del dono e della solidarietà.
L’AFDS conta 52 mila soci, dei quali ben 50 mila sono donatori attivi. Le donne sono il 40 per cento del sodalizio. Per omaggiare i 2772 soci premiati per l’alto numero di donazioni di sangue e di plasma, si sono dati appuntamento oltre 180 sezioni AFDS di paese, dei luoghi di lavoro, delle scuole superiori e dell’Università. In tutto saranno stati circa 1500 partecipanti, con tanto di pullman che affollavano i parcheggi improvvisati presso una segheria e nelle strade del paese che fu capitale della Repubblica Partigiana della Carnia nel 1944, dopo aver cacciato via i nazisti ed i loro alleati cosacchi e repubblichini. Alcuni donatori sono addirittura arrivati in bicicletta, come il gruppo di San Giorgio di Nogaro e quello di Ragogna.
 In duomo (sopra) e in piazza (sotto)


Ha voluto ringraziare i donatori friulani Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, che durante la messa celebrata nel duomo stracolmo li ha associati a Madre Teresa di Calcutta. «Lei ha fatto un buon investimento – ha detto il monsignore – dedicandosi agli altri, ai bisognosi, agli ammalati, come fate pure voi». La cerimonia religiosa si è conclusa con il canto dell’inno del donatore, composto dal celebre poeta carnico Giso Fior.
«Abbiamo bisogno dei giovani – è stato il grido di dolore lanciato da Renzo Peressoni, presidente dell’AFDS di Udine – ed è necessario donare sangue quando serve e cosa serve, cioè con una programmazione riguardo ai gruppi sanguigni, per non sprecare questa eccezionale risorsa».
Il clima di festa ha avuto inizio quando Suan Selenati, campione del mondo di deltaplano, è sceso dal cielo azzurro con una scia rossa. Atterrando come una libellula vicino al campo sportivo, Selenati ha voluto salutare così i congressisti dell’AFDS.
Tra le molte autorità presenti, Debora Serracchiani, presidente della Giunta della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha parlato della crisi, delle prove difficili e degli egoismi di ognuno di noi. «Mi auguro che esperienze come quelle dei donatori friulani – ha detto la Serracchiani – ci facciano comprendere che non si torna indietro».
I premiati
Sulla qualità e sulla sicurezza del sangue trasfuso si è soffermato Aldo Ozino Caligaris, presidente nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori Sangue (FIDAS). «È un gesto che rimane per sempre – ha detto Caligaris». La promessa di essere vicino ai donatori è stata espressa daElsa Asia Battaglia, assessore della Provincia di Udine.
Michele Benedetti, sindaco di Ampezzo, ha portato il saluto della Carnia, dato che al congresso AFDS hanno collaborato anche altri paesi della zona, si pensi alla Protezione civile mobilitata per il traffico veicolare, assieme a carabinieri e guardie forestali. Poi ha parlato anche Eva Martinis, sezione AFDS di Ampezzo.
Prima dei saluti ufficiali delle autorità c’è stato un mini concerto dei Carnicats, gruppo musicale carnico che usa anche la marilenghe nei ritmi rap. Il prossimo anno il congresso AFDS verrà ospitato a Premariacco.
Carnicats in concerto
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Dal diario di un labarista

Questa è una cronaca semiseria e divergente del congresso AFDS. Il labarista è colui che porta il labaro della sezione AFDS nelle cerimonie.
25.9.2016 Ampezzo - arrivo con un po’ di ritardo al posto di ritrovo dei congressisti e labaristi. Noto con stupore che al labaro di una sezione della Bassa friulana manca il puntale. Mi ricordo che al congresso di Forni di Sopra riguardo alla lunghezza del corteo qualcuno dei labaristi disse: «Al è piês des rogazions! (È peggio delle rogazioni!)».
Chissà se sarà lungo anche il percorso di oggi? Qualcuno già tutto sudato e con la giacca ben abbottonata mormora: «Cui sa se nus daran alc di bevi? (Chissà se ci daranno qualcosa da bere?)».
Si parte per il Monumento ai Caduti delle guerre, per rendere loro omaggio in modo sentito anche se semplice. «In file par cuatri! (In fila per quattro!) – sentenzia uno del servizio d’ordine». Cerchiamo di eseguire e… in marcia. Un labarista dietro all’altro. Provo una certa simpatia per alcune signore brave donatrici con labaro che si apprestano alla lunga marcia con eleganti scarpe tacco 6.
Arrivano altri ritardatari trafelati: «Nus àn fat parchegjâ li de segherie, orpo, par rivâ fin chì o sin za stracs! (Ci hanno fatto parcheggiare li della segheria, accidenti, per arrivare fino qui siamo già stanchi!)». Con la banda della Val di Gorto in testa si riparte per il duomo.
Sento dire: «Il predi di sigûr che no nus darâ di bevi, tocjarâ rangjâsi (Il prete di sicuro non ci darà da bere, toccherà arrangiarsi)». La messa è solenne. Il duomo è pieno come un uovo. Alziamo i labari nei momenti giusti. Il vescovo ci ringrazia per quello che facciamo. Si può tagliare a fette l’emozione che provano i presenti, poiché la cerimonia è uno spettacolo. Molti fanno fotografie coi cellulari, coi tablet, con le macchine fotografiche e poi ci sono i fotografi professionisti, con tre o quattro camere con teleobiettivo al collo. La grande emozione è rotta solo dallo squillo di qualche telefonino cellulare.
Confesso che pure io durante la cerimonia religiosa ho dovuto assentarmi, abbandonando il labaro appoggiato al muro, per urgenti necessità fisiologiche. Incontro sguardi di complicità di altri labaristi in fuga. Sono ermi al bancone del bar vicino al duomo, affollato come se ci fosse Vasco Rossi.
Approfitto per prendermi un caffè, dato che la coda ai gabinetti era veramente fenomenale. Da lontano giungono le note dei canti di chiesa. Rientro in duomo e agguanto l’asta del mio labaro. Accanto a me un altro labarsita smanetta sullo smartphone, mentre la messa sta per finire.
L’inno del donatore cantato alla fine è da brivido. Cantano donatori e carnici anche fuori delle porte d’ingresso della chiesa.
Durante la messa, affollata l'osteria Al Vatican 

Finita la messa, riparte il corteo dei labaristi. «Meteisi par cuatri! (Mettetevi per quattro!» - sbotta ancora il servizio d’ordine, sempre più nervoso. La banda ci dà il passo. Ci aspetta la parte più lunga del percorso. C’è gente che applaude. Bambini con le loro maestre espongono gocce disegnate su grandi pannelli (è il simbolo dell’AFDS). Certe case sono addobbate con fiori e rami di abete come se passasse una processione degli anni ’50. La strada è lunga. Ancora bimbi sorridenti con la manina che ci fa: ciao.
Dopo curve varie, salite e discese si scende verso il campo sportivo. «Al sarà dongje di Soclêf! (sara vicino a Socchieve!) – dice qualche spiritoso». Un altro se ne esce con un: «Orpo, ma dopo si scugne tornâ sù (Accidenti, ma dopo ci tocca tornare su)». Quello in cerca di beveraggi: «Di sigûr, la vie cundute chê jerbe no nus daran di bevi… ( Di sicuro, là con tutta quella erba non ci daranno da bere…)».
In lontananza si intravede il campo sportivo e, all’improvviso, tutti col naso all’insù per guardare il deltaplanista campione del mondo, Suan Selenati. Volteggia, fa la scia rossa, gira di qua e di là nel cielo azzurro, finché scende passando vicino alla bandiera segnavento, come il filo passa nella cruna dell’ago.
Si arriva al tendone delle premiazioni e dei discorsi. Posizioniamo il labaro negli stalli portalabaro. Il grosso del lavoro è fatto. Poi bisognerà passare a recuperare il labaro a congresso finito, senza suscitare le ire del presentatore, che non sopporta vedere labaristi a ritirare il proprio labaro verso gli sgoccioli della premiazione.
Francamente la cerimonia è troppo lunga. Premiare oltre 2000 persone fa perdere un sacco di tempo a tutti. Forse sarebbe il caso di cambiare qualcosa. Oggi ho recuperato il labaro tra gli ultimi. E poi su fino al parcheggio della segheria… 
Primi due a destra: delegazione della Carinzia al 58° congresso AFDS di Ampezzo 2016
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Una versione di questo articolo è stata pubblicata il 27 settembre 2016 sul giornale del web infofvg.it col titolo: “Congresso #AFDS ad #Ampezzo".
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Servizio giornalistico, di networking e fotografico di Elio Varutti 

venerdì 9 settembre 2016

Educare al dono, con AFDS, Ministero e Università di Udine

Udine – C'è stato un convegno di grande interesse. Eccone la tematica di fondo: Donare sangue, donare il midollo osseo e, nel caso di fine vita, donare gli organi. A volte i convegni scientifici sono alquanto noiosi per l'uditorio poco preparato, con relatori saccenti, distaccati dal pubblico e appena appena motivati. Non è il caso di questo originale iniziativa di aggiornamento per insegnanti di Scienze motorie e sportive e per docenti delle sezioni di donatori di sangue dell'Associazione Friulana Donatori Sangue (AFDS) di Udine. 
Su tali impegnative tematiche si sono aggiornati oltre 115 professori della regione, assieme ai dirigenti dell’AFDS di Udine. Un bel successo per gli organizzatori!
Peressoni, Biasiol, mons. Mazzocato, Cargnelutti e Govetto

È accaduto il 6 settembre 2016, presso l’auditorium della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia “A. Comelli”, di Via Sabbadini a Udine. La mattinata di studio aveva per titolo “Educare alla salute, educare al dono. A scuola per far vincere la vita”. Organizzatori erano, oltre all’AFDS di Udine, l’Università friulana, con il suo corso di laurea in Scienze Motorie e quello magistrale in Scienza dello Sport e l’Ufficio Educazione Motoria Fisica e Sportiva di Udine, emanazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Proprio a nome di quest’ultimo ufficio ha aperto i lavori del convegno il professor Claudio Bardini, referente regionale per l’Educazione alla salute dell’Ufficio Scolastico Regionale.
Monsignor Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, ha detto di «approfondire bene il tema del convegno, dato che la salute fisica e il dono sono come un debito che gli adulti hanno nei confronti dei giovani, tali argomenti sono fatti propri anche dalla Chiesa».
Paride Cargnelutti, vice presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, ha insistito sul fatto che «l’impegno educativo di tale portata non è solo della scuola, ma anche della famiglia, delle altre agenzie educative, delle istituzioni del territorio, solo così potremmo rendere autonomi i nostri ragazzi dai sistemi informativi e dai modelli legati al consumo».
Udine, convegno Educare alla salute, educare al dono, 6 settembre 2016. Perissutti, Grassi, Peressoni, Biasiol, Mons. Mazzocato, Cargnelutti, Govetto e Raffaella Basana, in camicia bianca.

Roberto Peressutti, direttore del Centro regionale trapianti, ha accennato alla «forte solidarietà che possiamo trovare qui e proprio nel dono degli organi una famiglia che ha appena perso un proprio caro, può trovare un certo sollievo nella elaborazione del lutto».
L’intervento cardine del convegno è stato svolto da Renzo Peressoni, presidente dell’AFDS di Udine. «Esiste una bellezza del dono del sangue – ha detto Peressoni – e l’emotività non basta, perché si deve donare quello che serve e quando serve, secondo una cultura del dono che voi insegnanti sapete trasmettere agli studenti, evitando il profondo egoismo e la solitudine dell’individuo».
Claudio Bardini, apre i lavori del convegno

Gli ha fatto eco Pietro Biasiol, direttore titolare dell’Ufficio Scolastico Reginale del Friuli Venezia Giulia. Biasiol ha ricordato i recenti successi della scuola regionale, a livello di formazione «allora dobbiamo operare sotto un profilo etico, perché c’è una grande fiducia e ci anima una forte profondità di valori».
Ha portato i saluti del Magnifico rettore dell’Università di Udine il professor Bruno Grassi, coordinatore del Corso di laurea magistrale in Scienza dello Sport. Grassi ha detto che «è una eccellente idea quella di coniugare l’educazione alla salute con quella del proprio fisico e, infine, con il dono del sangue e lavoreremo in questo senso anche all’interno dell’università».
Vivianna Totis, del Dipartimento Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine ha portato il risultato di alcune ricerche, secondo cui i giovani sono più attratti dal volontariato, come il dono del sangue, piuttosto che dalla politica. Poi ha detto che da noi «la maggior parte delle donazioni viene impiegata per gli ammalati cronici, col 53 per cento delle sacche di sangue, poi ci sono quelli chirurgici (24%) e, per ultimi, quelli di medicina». Poi ha aggiunto che «il dono del sangue deve essere un atto fatto con la testa, non col cuore, perché bisogna essere consapevoli di non fare del male ad altri col proprio sangue eventualmente poco sano».
Totis, Baraldo e Mazzoli 
(i cavalieri recano i nomi della tavolata precedente…)

Massimo Baraldo, direttore dell’Istituto di Farmacologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine ha svolto una interessante relazione sul lungo e sconvolgente tema dello “Abuso di energy drink e sostanze eccitanti, uso sconsiderato e improprio di integratori e farmaci, droghe compensatrici e legali dagli effetti tossici sull’organismo e abuso sistematico di alcol per emergere come individuo in una dinamica di gruppo”.
Tommaso Mazzoli, docente di Informatica all’Università di Udine e in quella di Gorizia, ha trattato il tema attualissimo del “Cyberbullismo”.
Poi è stata presentata la Convenzione per l’educazione al dono e ad una vita in salute, predisposta dall’AFDS e dall’Ufficio Educazione Motoria, Fisica e Sportiva di Udine. Hanno parlato Peressoni, Bardini e Anna Chiarandini, consigliere provinciale dell’AFDS delle sezioni studentesche. Sono stati mostrati dei video, spot e banner preparati per le scuole.
“Educare alla legalità: il rispetto delle regole sulla strada e nella vita”. Un titolo così non poteva che essere trattato da un responsabile della Polizia Stradale di Udine e Carlo Piraneo l’ha fatto con semplicità e chiarezza.
Peressoni, Chiarandini e Piraneo

Gli ultimi tre interventi hanno visto dei relatori costretti sulla sedia a rotelle. Nel silenzio totale dell’auditorium Eros Scuz e Cristiano Picco, dell’Associazione sportiva disabili “Basket e non solo” hanno raccontato il cambiamento di vita subito a causa di un incidente stradale. Stessa impressione ha dato Laura Bassi, di Achilles International Italia Onlus. Tutti hanno voluto sottolineare l’importanza dei donatori di sangue «perché ci hanno ridato una nuova vita».
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Laura Bassi, Cristiano Picco e Eros Scuz, tre speciali relatori su sedia a rotelle esaltano il dono del sangue

Servizio fotografico, giornalistico e di networking di Elio Varutti

Peressutti, Grassi, Peressoni e Biasiol
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La prima versione di questo articolo è apparsa il 7 settembre 2016 sul giornale del web infofvg.it  con il seguente titolo: "

Educare al dono, convegno #AFDS, Ministero e Università (clicca qui per leggere l'articolo)

lunedì 21 settembre 2015

S. Daniele, 57° Congresso AFDS, dono sangue in scena

L’intervento più accorato e corto è stato quello di Laura Bassi, che dalla sua sedia a rotelle, ha spiegato alle migliaia di congressisti e di pubblico di San Daniele del Friuli, che è stata salvata, dopo un incidente stradale, dalle sacche di sangue donato dai vari soci del volontariato.

Duomo di San Daniele del Friuli, l'entrata dei labari AFDS

È cominciato così il 57° congresso dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue (AFDS) della provincia di Udine, domenica 20 settembre 2015 in una San Daniele del Friuli, baciata dal sole. L’evento si è svolto in un tendone, vicino al Palazzetto dello Sport. Nella carrellata delle autorità intervenute ha parlato Renzo Peressoni, presidente dell’AFDS della provincia di Udine. Gli onori di casa sono stati effettuati da Antonio Peressoni, presidente della sezione AFDS di San Daniele del Friuli, che celebrava il suo 60° anno di attività. Naturalmente ha parlato Paolo Menis, sindaco di San Daniele. A rappresentare la Regione Autonome Friuli Venezia Giulia al congreso AFDS, c’era Maria Sandra Tedesca, assessore regionale alla Salute, che ha ricordato come “la Regione sia impegnata a mantenere e rinforzare l’organizzazione del sistema trasfusionale, per non sprecare nemmeno una goccia di sangue e sviluppare la cultura della donazione, in particolare tra i giovani”.

Il labaro dell'Istituto Stringher di Udine; l'alfiere è Elio Varutti

L’intervento più applaudito è stato quello di Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine. “I friulani sono un popolo generoso nelle donazioni di sangue – ha detto Fontanini – che merita di essere riconosciuto”.

Prima delle cerimonie civili, c’è stato un incontro religioso, con la celebrazione della messa da parte di Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine. Il duomo della cittadina collinare era pieno zeppo per l’occasione.

Al termine del congresso sono stati consegnati i riconoscimenti ai donatori benemeriti. I premiati sono stati 2.843. I maschi sono stati 1986 e 857 le femmine. Per aver toccato le 100 donazioni (i maschi) o 80 (le femmine) sono state premiate con la goccia d’oro ben 93 persone. La targa d’argento con pellicano d’oro, per 75 donazioni (maschi) e 60 (femmine) è stata assegnata a 179 donatori. Poi si è passati all’assegnazione di 300 distintivi d’oro a chi ha raggiunto le 50 (maschi) e 40 (femmine) sacche di sangue o di plasma o di plasma e piastrine. I distintivi d’argento sono stati messi nelle mani di 487 donatori, per 35 e 25 donazioni. I distintivi di bronzo sono stati 713, per 20 (maschi) e 15 (femmine) donazioni. I diplomi di benemerenza, infine, se li sono meritati 1.071 individui per donazioni numero 10 (per i maschi) e 8 (per le femmine).
Ringrazio per le fotografie D.&C.
 Coda di labaristi AFDS lungo i vicoli di San Daniele
I labari AFDS di Ruda, Martignacco e Orzano in primo piano. Anche i bambini tra gli alfieri-labaristi !!!

L'alfiere della sezione di Moruzzo, "barete narancine e spagnolet in bocje".
Il corteo degli striscioni, dopo i labari

 I labari delle associazioni ospiti al 57° Congresso AFDS del 20 settembre 2015 di San Daniele del Friuli

Labari AFDS di Malborghetto e Cave del Predil: presenti !

Il professor Gian Piero De Mezzo, della sezione AFDS di Susans di Majano al congresso di San Daniele del Friuli il 20.09.2015 Fotografia di Elio Varutti

La platea dei premiati intona l'inno nazionale.
Fotografia di Elio Varutti

La platea delle autorità, all'inno nazionale.
Fotografia di Elio Varutti
Un altro scatto sui premiati. Grazie a tutti loro !!!
Ancora loro, sopra e sotto ; eh, quanti sono?

Il palco dei relatori. Fotografie di Elio Varutti
Un bel gruppo di ciclisti "Il Ciclo del Dono" al 57° Congresso AFDS di San Daniele 20.09.2015 Fotografia di Elio Varutti

Il chiosco di ristoro. Fotografia di Elio Varutti

 Il presidente AFDS di Udine, Renzo Peressoni e Maria Sandra Telesca, assessore alla Salute della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia premiano i donatori benemeriti al 57° Congresso AFDS di San Daniele del Friuli, 20.09.2015. 
Fotografia di Elio Varutti

Per chi fosse interessato qui c'è il formato web del giornale "Il Dono", settembre 2015; è la testata dell'AFDS di Udine. Questo numero del giornale contiene le fotografie di tutti i premiati. C'è un popolo di donatori di sangue da vedere !!!

Il distintivo per i congressisti, in alto. La bustina dello zucchero nei bar della cittadina collinare. Grazie agli esercenti della zona che hanno collaborato alla propaganda AFDS anche con questo piccolo, ma significativo gesto !!!