All’interno della rassegna “1915-2015. Pagine di grande storia a Villa Italia” si è svolta la presentazione del libro di Mila Mihajlović, intitolato “Per l’esercito serbo. Una storia dimenticata”. Si tratta di un libro uscito nel 2014 e già presentato in varie località come: Roma e Belgrado. È una riedizione e revisione dell’originale stampato nel 1917. La prima presentazione friulana del libro è avvenuta a Martignacco, in provincia di Udine, domenica 17 maggio 2015, nella Villa Italia, che fu residenza di re Vittorio Emanuele III di Savoia, dal 1915 al 1917.
Anna Maria Zilli, dirigente scolastico dello Stringher e l'autrice del volume storico Mila Mihajlović
Succede che i piccoli comuni organizzino grandi eventi. Il folto pubblico presente ha apprezzato con commozione e lunghi applausi. Dopo il canto dell’inno d’Italia, guidato dal soprano Ester Pagnutti, ha aperto i lavori della riunione Gianni Nocent, assessore alla Cultura del Comune di Martignacco, per ricordare gli altri organizzatori dell’iniziativa, come Assoarma e l’Istituto Stringher di Udine. Marco Zanor, sindaco di Martignacco, ha introdotto l’argomento che si riferisce al salvataggio, effettuato dalla Marina italiana, dell’esercito serbo, in ritirata sotto l’attacco austroungarico con l’alleato bulgaro nel mese di dicembre 1915, sulle coste dell’Albania.
Si trattò di un grande “ponte umanitario”. Fu un vero e proprio atto di eroismo collettivo di tutta la nostra Marina militare. Il salvataggio eroico di decine di migliaia di soldati e profughi serbi avvenne tra il mese di dicembre 1915 e febbraio 1916, durante il primo conflitto mondiale. È considerata la prima operazione umanitaria internazionale da parte di un esercito in pieno periodo bellico.
“È stata un’operazione umanitaria di importanza straordinaria – ha detto Alberto Ficuciello, di Assoarma – che ha affratellato italiani e serbi”. La bravura dei militari impegnati in questo brano di storia dimenticata è stata evidenziata da Marco Quai, assessore provinciale alla Protezione civile, alla Assistenza e finanziamento ai Comuni.
“È stata un’operazione umanitaria di importanza straordinaria – ha detto Alberto Ficuciello, di Assoarma – che ha affratellato italiani e serbi”. La bravura dei militari impegnati in questo brano di storia dimenticata è stata evidenziata da Marco Quai, assessore provinciale alla Protezione civile, alla Assistenza e finanziamento ai Comuni.
Gianni Nocent e il sindaco di Martignacco Marco Zanor
Poi ha parlato Anna Maria Zilli, dirigente scolastico dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Bonaldo Stringher” di Udine, dove dal 2011 è operativo il progetto “Umanità dentro la guerra”, che ben si inquadra con gli importanti eventi di quel 1915, per l’Italia e la Serbia. La voce narrante di Stefano Dalan ha consentito al numeroso pubblico accorso di ascoltare anche qualche testo del periodo, mentre la voce di Ester Pagnutti ha allietato i presenti con brani in italiano e in lingua friulana.
Ha infine preso la parola l’autrice del volume: Mila Mihajlović. Ha ricordato la ritirata dei serbi, iniziata a ottobre 1915 fino a Valona e Durazzo, sulle coste albanesi. “Oltre 250 piroscafi furono impegnati dagli italiani per salvare i 115 mila soldati serbi – ha detto l’autrice – pure 24 mila prigionieri, 68 cannoni e molti profughi, per un totale di oltre 260 mila persone; solo grazie all’Italia l’esercito serbo si ricompose per arrivare fino alla vittoria del 1918”.
Ha infine preso la parola l’autrice del volume: Mila Mihajlović. Ha ricordato la ritirata dei serbi, iniziata a ottobre 1915 fino a Valona e Durazzo, sulle coste albanesi. “Oltre 250 piroscafi furono impegnati dagli italiani per salvare i 115 mila soldati serbi – ha detto l’autrice – pure 24 mila prigionieri, 68 cannoni e molti profughi, per un totale di oltre 260 mila persone; solo grazie all’Italia l’esercito serbo si ricompose per arrivare fino alla vittoria del 1918”.
Sotto: Marco Quai, assessore della Provincia di Udine alla Protezione civile, alla Assistenza e finanziamento ai Comuni.
Gianni Nocent e Anna Maria Zilli
Stefano Dalan, fine dicitore
Come ha scritto M. Stamatovic nel sito web dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado… tutto iniziò nel 1917, quando l’ufficio speciale del Ministero della Regia marina italiana diede alle stampe, a Milano, una raccolta di documenti intitolata “Per l’Esercito serbo”. Da quel tempo, la pubblicazione sparì senza lasciare traccia. Poi ricomparve, per un caso fortuito, ad opera della giornalista RAI e scrittrice Mila Mihajlović, nata a Zrenjanin, città della Voivodina, nella Serbia del nord. Ella scoprì il testo nella biblioteca personale, da molti anni usata come magazzino per vari archivi storici e libri. Detto documento è composto da alcuni testi ed oltre settanta fotografie, l’unico di cui si sappia l’esistenza sull’evacuazione dei militari e civili serbi dall’Albania, prima in Italia, poi a Corfù, a Biserta e in altre località messe a disposizione degli alleati (francesi, inglesi e greci).
La giornalista ha ritenuto che tale rarità non poteva più essere lasciata giacere nel buio e, aiutata dall’Esercito italiano e dall’erede al trono Aleksandar Karadjordjevic, è riuscita a pubblicare il libro, scritto in italiano e in serbo, con il titolo “Per l’Esercito serbo – una storia dimenticata”.
Ritornando A Martignacco, c’è da registrare, ha concluso Nocent, che “la visita di Alessandro I, principe di Serbia al re Vittorio Emanuele III di Savoia, si svolse nel mese di marzo del 1916 proprio a Villa Italia di Torreano di Martignacco”. Come a dire che la “grande storia” è passata anche a Torreano.
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Una versione di questo articolo è stata pubblicata il 22 maggio 2015 su infofvg.it con il titolo: "Martignacco. Un libro sui serbi salvati dalla Marina italiana nel 1915".
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L’amministrazione comunale di Martignacco ha voluto ringraziare la famiglia Zanuttini, attuale proprietaria di Villa Italia per la disponibilità e l’ospitalità prestate.
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