È stata inaugurata il 30 settembre 2016 una mostra di
fotografie inedite di partigiani garibaldini russi operanti in Italia.
L’originale esposizione si tiene a palazzo di Toppo Wassermann, in Via Gemona,
fino al 10 ottobre, tutti i giorni dalle ore 8 alle 20. Questi partigiani hanno
combattuto anche in Friuli dall’inizio del 1944. A Forni di Sopra c’era il
battaglione Stalin, che operava in Carnia. Un altro battaglione di garibaldini
sovietici agiva in Friuli.
Furio Honsell, a sinistra, Pietro Fontanini, Vittorio Zappalorto, in prima fila, Provvidenza Delfina Raimondo e altre autorità. Fotografia di Elio Varutti
La rassegna fotografica è stata esposta a Mosca lo scorso
maggio e, poi, verrà trasportata in dicembre a Strasburgo, presso il Palazzo
del Consiglio europeo, facendo prima un'altra tappa italiana a Taranto. È stata organizzata dal Centro Interdipartimentale di ricerca sulla cultura del Friuli (Cirf) dell’Università di Udine, dal Fondo
Zurart per il sostegno di iniziative culturali di Mosca e dall’Associazione Umanità dentro la guerra di Udine, dedicata alla figura del partigiano
Ferdinando Pascolo “Silla”. Hanno contribuito all’iniziativa l’Associazione partigiani Osoppo Friuli (APO), l’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) di Udine la Federazione Italiana Volontari della Libertà (Fivl), col
patrocinio del Comune di Udine.
Ecco i pannelli della mostra. Fotografia di Elio Varutti
Che ci facevano qui i russi? Erano prigionieri dei nazisti e
venivano occupati nelle corvée. Alcuni di loro erano stati costretti ad
indossare la divisa tedesca nei reparti dei Cosacchi, avendo Hitler promesso
loro “Kosakenland in Nord Italien”. Altri Cosacchi erano convinti alleati dei
nazisti, attivi in Carnia nella repressione partigiana. Fuggiti dalla prigionia
questi russi e caucasici si dettero alla macchia assieme ai partigiani
italiani.
È stato calcolato che in Nord Italia furono oltre cinquemila e
combatterono con grande coraggio. Cinquecento agirono in Friuli e 98 morirono
in battaglia, come Danijl Varfolomeievic Avdeev, il mitico comandante “Daniel”,
caduto nell’ottobre 1944. Alcuni di loro ricevettero la medaglia d’oro al valor
militare, oppure il titolo di “eroe dell’Unione Sovietica”, come Fedor
Poletaev, Fore Mosulishvili e Mehdi Hussein Zade.
Paolo Pascolo, in piedi da sinistra, Massimo Eccli e Furio Honsell. Fotografia di Elio Varutti
Tra i primi interventi all’inaugurazione c’è stato quello di
Ornella Fabbro, di 92 anni. «Mio
fratello era partigiano nel battaglione Monte Canin e, prima era militare a
Venezia, fu preso prigioniero dai tedeschi, che ammazzavano chiunque tentasse
di fuggire, ma lui assieme ad altri è riuscito a scappare e a rifugiarsi in un
convento, poi ha fatto il partigiano».
Paolo Pascolo ha spiegato come è sorta l’Associazione Umanità
dentro la guerra. «Mio
padre era Ferdinando Pascolo e scrisse un memoriale sulla guerra in Russia e
sulla Resistenza in Friuli – ha detto Pascolo – poi morì, così ho mostrato quel
fascicolo alla professoressa Anna Maria Zilli, dirigente scolastico
dell’Istituto Stringher di Udine e dei Licei di Gorizia, che aggiunse molte
note storiche e nacque così il volume “Che strano ragazzo”, distribuito nelle
scuole del Friuli e che fu ideatrice del progetto Umanità dentro la guerra,
collegato al Sacrario di Redipuglia».
Dino Spanghero, presidente dell’ANPI di Udine.
Fotografia di Elio Varutti
Sia Vittorio Zappalorto, prefetto di Udine, che l’onorevole Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine, si sono complimentati con
l’organizzazione dell’esposizione, perché è un arricchimento storico culturale
e una novità per tutti noi. Furio Honsell, sindaco di Udine, ha evidenziato
l’importanza di azioni come queste portate avanti dall’Associazione Umanità
dentro la guerra, con fini di conoscenza e di pacificazione. Dino Spanghero,
presidente dell’ANPI di Udine ha aggiunto che «le opere esposte rappresentano
un evento della Resistenza italiana, di cui poco si sa e meno si parla, poi
spero che finisca il mito del buon cosacco che in realtà era alleato dei
nazisti».
Anna Maria Zilli
Ha poi preso la parola Massimo Eccli, curatore dell’esposizione e docente di Italiano nel “Ginnasio 1409” di Mosca da 15 anni. Il ricco programma
di interventi prevedeva molte relazioni, tra le quali quella di Guglielmo
Cevolin, docente dell’ateneo friulano, Roberto Tirelli, dell’APO, di
Provvidenza Delfina Raimondo, presidente dell’Associazione Umanità dentro la
guerra e già prefetto di Udine, Mihail Talalaj, storico russo, di Marco
Ferrentino, docente in Kazakistan.
La già citata professoressa Anna Maria Zilli ha tratto le considerazioni conclusive del convegno, dando lettura di due importanti contributi, dello storico Mimmo Franzinelli e del giornalista e concittadino Toni Capuozzo.
La già citata professoressa Anna Maria Zilli ha tratto le considerazioni conclusive del convegno, dando lettura di due importanti contributi, dello storico Mimmo Franzinelli e del giornalista e concittadino Toni Capuozzo.
Paolo Pascolo apre l'inaugurazione della mostra sui "Partigiani sovietici nella Resistenza italiana"
Vittorio Zappalorto, prefetto di Udine
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