mercoledì 1 maggio 2019

Piccolo omaggio a Norma Cossetto, dall’ANVGD di Udine

A quasi 99 anni dalla sua nascita, noi la ricordiamo con queste parole. Dalle fotografie del cimitero di Santa Domenica di Visinada, oggi Croazia, si vede che la sua tomba reca solo il nome e la dicitura della “medaglia d’oro”. 

Le fu conferita nel 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Sulla lastra di marmo nulla si legge riguardo al motivo della morte. Norma Cossetto era nata a Visinada il 17 maggio 1920 e fu uccisa e gettata nella foiba di Villa Surani, Comune di Antignana, il 4 o 5 ottobre 1943. Sedici partigiani di Tito l’avevano violentata e torturata prima di buttarla nella foiba ancor moribonda con altre persone tra le quali alcune donne, pure stuprate.
Ecco la motivazione della medaglia d’oro al valor civile: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio”.
Il cimitero di Santa Domenica di Visinada. Fotografia di Giovanni Doronzo

Segniamo qui di seguito le parole di una intervistata del 2014. Si tratta di Marisa Roman di Parenzo nel 1929, che ebbe alcuni parenti infoibati o massacrati dai titini. “Io ero adolescente – ha detto la Roman – e frequentavo la scuola magistrale di Parenzo e la mia insegnante di italiano era Norma Cossetto, che fu stuprata da 16 aguzzini, gettata nella foiba di Villa Surani e recuperata dai pompieri di Arnaldo Harzarich. Noi compagne di classe restammo sconvolte da quel fatto atroce. Come si fa a fare quelle cose?”.
La tomba della famiglia Cossetto. Fotografia di Giovanni Doronzo

Chi è il maresciallo Harzarich? È colui che dal 21 ottobre 1943 andò a riportare alla luce ben 84 salme nella foiba di Vines, presso Albona, in Istria, secondo «Il Piccolo» del 22 ottobre 1943. Dopo l’8 settembre 1943, con l’esercito italiano allo sfascio, i partigiani titini occuparono l’Istria. In quel frangente, per vendetta contro i soprusi patiti sotto il fascismo, effettuarono le uccisioni nelle foibe. “Mio zio Carlo Alberto Privileggi, fratello di mia madre – aggiunge la signora Roman – fu fatto prigioniero con altri ‘per accertamenti’, dissero e dalla caserma dei carabinieri di Parenzo i titini lo portarono al castello di Pisino”. Poi finì ucciso nella foiba di Vines, durante la pulizia etnica. 
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Girolamo Jacobson e E. Varutti. Fotografie di Giovanni Doronzo, che si ringrazia per la gentile concessione alla pubblicazione e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia 29 – 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.

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