sabato 22 luglio 2017

Lotta per la fede al Museo civico di Villaco, Austria

A 500 anni dalla Riforma protestante (1517-2017) il Museo cittadino di Villaco ha voluto dedicare un’ampia sezione delle sue sale a tale evento. Si presenta col titolo Ringen um den Glauben (Lottare per credere) la rassegna temporanea di intenso valore storico, teologico e, perché no, anche linguistico.
Maestro della Scuola di Villaco, Trittico a battenti di Maria Gail, 1515, lato particolare, Museo di Villaco. Fotografia di E. Varutti

Lottare per credere, oppure Lottare intorno al credere. Tradotto anche con “La lotta per la fede”. Così viene sintetizzata nelle sale espositive l’esperienza di Martin Lutero trasmessa anche a Villaco verso il 1526. L’edificio romanico del Duomo di San Giacomo diviene la prima chiesa protestante della Carinzia e dell’Austria, ritornando dopo la Controriforma al rito cattolico romano, nel 1594.
L’opera più significativa della rassegna estemporanea, a mio parere, è un gustoso doppio ritratto attribuito alla bottega di Lucas Cranach il Vecchio. È un olio su legno del 1529, col titolo: Martin Lutero e la sua consorte Katharina von Bora. Lui con dei fogli in mano e lei dal volto molto dolce, rispetto ad altri ritratti noti e con le mani in mano. 
Poi ci sono zone di ambientazione, come il tavolo da pranzo dell’epoca. Molti oggetti in mostra sono di carattere religioso, come libri sacri, calici e stampe originali. Non poteva mancare la statua gotica di San Giacomo, in pietra arenaria dipinta. Molto bello è il Trittico a battenti di Maria Gail, del 1515, del Maestro della Scuola di Villaco. Se ne vedono qui solo due pitture, fronte e retro, come è per ogni flügelaltar (altari a battenti).
Molto popolare è il basto (in friulano: crama o crassigne) per portare oggetti a spalla. Arricchito da un cuscino per alleviare il peso sulla schiena. Viene usato in Austria nel Seicento nell’esodo per contrasti religiosi, dopo la Controriforma.

Maestro della Scuola di Villaco, Trittico a battenti di Maria Gail, 1515, retro lato particolare, Museo di Villaco. Fotografia di E. Varutti

Martin Lutero (1483-1546), teologo di Eisleben, è l’iniziatore della Riforma protestante. Monaco agostiniano, essendo scandalizzato per la vendita delle indulgenze, nel 1517 affigge alle porte del Duomo di Wittemberg 95 tesi sul peccato. La sua riflessione teologica verte sull’indulgenza, la penitenza e il purgatorio. Così facendo mette in dubbio l’autorità del Papa. Lutero si appella ad una religiosità interiore contro l’esteriorità delle opere, mettendo le basi per la Riforma che da lui prende il nome: luteranesimo. 
Nel 1520, con lo scritto Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, organizza la protesta e il distacco da Roma. Viene subito dichiarato eretico da Leone X. Brucia in piazza una copia della bolla Exsurge, Domine. Con l’editto di Worms viene bandito da Carlo V nel 1521. Viene accolto e protetto da Federico di Sassonia (Wartburg), ove nel 1522 traduce il Nuovo Testamento nella variante sassone della lingua tedesca. Tale testo è il primo contributo moderno alla letteratura nazionale tedesca. Nel 1534 traduce tutta la Bibbia. Il dialetto sassone diviene da quel momento la lingua nazionale tedesca.
Frammento di pietra funebre ebraica del 1350, rinvenuta nel 1971 a Mölthschach, a sud-ovest della città. Museo di Villaco.

Il Museo di Villaco espone altri reperti, oltre a quelli della Riforma protestante. È interessante lo stesso edificio, essendo una costruzione del XVI secolo, poiché racchiude un cortile in stile rinascimentale. Vi sono infatti oggetti del Neolitico e del periodo celtico: monili, armi e una deliziosa statuetta di Beleno, divinità dei Celti. Poi ci sono le lapidi di età Romana (anche nel cortile, vicino ai resti delle mura medievali che cingevano la città), dato che qui fondarono la stazione viaria di Santicum, nei pressi delle sorgenti termali di Warmbad.

Martin Lutero e la sua consorte Katharina von Bora. Doppio ritratto attribuito alla bottega di Lucas Cranach il Vecchio, 1529, olio su legno, Collezione privata. Museo di Villaco.

Poi ci sono le sale con gli oggetti e le opere d’arte del Medioevo, con il passaggio in città di Paracelso, oltre alle collezioni d’arte degli ultimi secoli (pitture, sculture e oggettistica). Curiose sono le sale con armi e divise di tipo napoleonico, dato che la città dal 1809 al 1813 è incorporata nelle Provincie Illiriche, sotto il dominio francese. Durante la Prima guerra mondiale Villaco è sede della 10^ armata austro-ungarica impegnata sul fronte italiano.
Ad esempio, c’è pure un frammento di pietra funebre ebraica del 1350, rinvenuta nel 1971 a Mölthschach, a sud-ovest della città, vicino alla frazione di Judendorf.

San Giacomo, statua gotica, pietra arenaria dipinta. Museo di Villaco. Fotografia di E. Varutti

La città è citata nell’anno 878 avendo un ponte sul fiume Drava “pontem Uillah”. L’imperatore Ottone II nel 979 fa menzione della “corte reale di Fillac”. È nel 1007 che l’imperatore Enrico II regala Villaco alla diocesi di Bamberga, con possedimenti fino a Malborghetto, Tarvisio e Pontafel (la Pontebba austriaca, che si anteponeva a quella della Serenissima Repubblica di Venezia). 
Solo nel 1759 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria ricompra la città, per un milione di fiorini, e la pone sotto l’Impero degli Asburgo. Nel Novecento sono da ricordare i 52 bombardamenti aerei degli alleati che distruggono la stazione di Villaco, appartenente al Terzo Reich, e lo snodo ferroviario fondamentale per i nazisti, oltre a circa 1300 edifici civili, compreso il centro storico, con i suoi stupendi edifici cinquecenteschi.
Una ambientazione di tavolata rinascimentale nel Museo di Villaco, oltre a vari monitor con originali video clip sulla mostra "La lotta per la fede" sul luteranesimo. Fotografia di E. Varutti
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Questo articolo non vuole e non può essere una guida del Museo di Villaco. L’obiettivo dell’autore è di incuriosire il turista italiano e di spingerlo a visitare tale piccolo, ma interessante museo situato a pochi chilometri dall’Italia, vicino a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia.
Villaco, sulle sponde del fiume Drava, è la seconda città della Carinzia, per numero di abitanti, dato che ne conta 61 mila (dati del 2016).  
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Das Ringen um den Glauben, Museo della città, da martedì a domenica dalle ore 10 alle 16,30 – Widmanngasse 38, Museo civico di Villaco (Austria), dal 5 maggio fino al 31 ottobre 2017.
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Servizio giornalistico fotografico e di networking a cura di E. Varutti. Si ringrazia la direzione del Museo civico di Villaco per la diffusione e la pubblicazione delle immagini.

Libro dei canti al tempo del Protestantesimo clandestino. Manoscritto su carta. Museo Diocesano di Fresach. Esposto al Museo di Villaco. Fotografia di E. Varutti

Un altro scorcio della particolare rassegna al Museo civico di Villaco "La lotta per la fede".

Basto (in lingua friulana: crama o crassigne) per portare oggetti a spalla. Si noti il cuscino per alleviare il peso sulla schiena. Usato in Austria nel Seicento nell’esodo per contrasti religiosi. Museo di Villaco.

Foglio ricordo dallo spazio per i bambini, dove possono pitturare,  vedere la stampa e l'uso della ceralacca.

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