A 500 anni dalla Riforma protestante (1517-2017) il Museo
cittadino di Villaco ha voluto dedicare un’ampia sezione delle sue sale a tale evento.
Si presenta col titolo Ringen um den Glauben (Lottare per credere) la
rassegna temporanea di intenso valore storico, teologico e, perché no, anche
linguistico.
Maestro della Scuola di Villaco, Trittico a battenti di Maria Gail, 1515, lato particolare, Museo di
Villaco. Fotografia di E. Varutti
Lottare per credere, oppure Lottare intorno al credere. Tradotto anche con “La lotta per la
fede”. Così viene sintetizzata nelle sale espositive l’esperienza di Martin Lutero trasmessa anche a Villaco verso il 1526. L’edificio romanico del Duomo
di San Giacomo diviene la prima chiesa protestante della Carinzia e dell’Austria,
ritornando dopo la Controriforma al rito cattolico romano, nel 1594.
L’opera più significativa della rassegna estemporanea, a mio
parere, è un gustoso doppio ritratto attribuito alla bottega di Lucas Cranach il Vecchio. È un olio su legno del 1529, col titolo: Martin Lutero e la sua consorte Katharina von Bora. Lui con dei
fogli in mano e lei dal volto molto dolce, rispetto ad altri ritratti noti e
con le mani in mano.
Poi ci sono zone di ambientazione, come il tavolo da
pranzo dell’epoca. Molti oggetti in mostra sono di carattere religioso, come
libri sacri, calici e stampe originali. Non poteva mancare la statua gotica di San Giacomo, in pietra arenaria dipinta. Molto bello è il Trittico a battenti di Maria Gail, del 1515, del Maestro della
Scuola di Villaco. Se ne vedono qui solo due pitture, fronte e retro, come è
per ogni flügelaltar (altari a battenti).
Molto popolare è il basto (in friulano: crama o crassigne)
per portare oggetti a spalla. Arricchito da un cuscino per alleviare il peso
sulla schiena. Viene usato in Austria nel Seicento nell’esodo per contrasti
religiosi, dopo la Controriforma.
Maestro della Scuola di Villaco, Trittico a battenti di Maria Gail, 1515, retro lato particolare, Museo di Villaco. Fotografia di E. Varutti
Martin Lutero (1483-1546), teologo di Eisleben, è l’iniziatore
della Riforma protestante. Monaco agostiniano, essendo scandalizzato per la
vendita delle indulgenze, nel 1517 affigge alle porte del Duomo di Wittemberg
95 tesi sul peccato. La sua riflessione teologica verte sull’indulgenza, la
penitenza e il purgatorio. Così facendo mette in dubbio l’autorità del Papa. Lutero
si appella ad una religiosità interiore contro l’esteriorità delle opere,
mettendo le basi per la Riforma che da lui prende il nome: luteranesimo.
Nel 1520,
con lo scritto Alla nobiltà cristiana
della nazione tedesca, organizza la protesta e il distacco da Roma. Viene subito
dichiarato eretico da Leone X. Brucia in piazza una copia della bolla Exsurge, Domine. Con l’editto di Worms
viene bandito da Carlo V nel 1521. Viene accolto e protetto da Federico di Sassonia (Wartburg), ove nel 1522 traduce il Nuovo Testamento nella variante
sassone della lingua tedesca. Tale testo è il primo contributo moderno alla
letteratura nazionale tedesca. Nel 1534 traduce tutta la Bibbia. Il dialetto
sassone diviene da quel momento la lingua nazionale tedesca.
Frammento di pietra funebre ebraica del 1350, rinvenuta nel
1971 a Mölthschach, a sud-ovest della città.
Museo di Villaco.
Il Museo di Villaco espone altri reperti, oltre a quelli della
Riforma protestante. È interessante lo stesso edificio, essendo una costruzione
del XVI secolo, poiché racchiude un cortile in stile rinascimentale. Vi sono
infatti oggetti del Neolitico e del periodo celtico: monili, armi e una
deliziosa statuetta di Beleno, divinità dei Celti. Poi ci sono le lapidi di età
Romana (anche nel cortile, vicino ai resti delle mura medievali che cingevano
la città), dato che qui fondarono la stazione viaria di Santicum, nei pressi delle sorgenti termali di Warmbad.
Martin Lutero e la sua consorte
Katharina von Bora. Doppio
ritratto attribuito alla bottega di Lucas Cranach il Vecchio, 1529, olio su
legno, Collezione privata. Museo di Villaco.
Poi ci sono le sale con gli oggetti e le opere d’arte del
Medioevo, con il passaggio in città di Paracelso, oltre alle collezioni d’arte
degli ultimi secoli (pitture, sculture e oggettistica). Curiose sono le sale
con armi e divise di tipo napoleonico, dato che la città dal 1809 al 1813 è
incorporata nelle Provincie Illiriche, sotto il dominio francese. Durante la
Prima guerra mondiale Villaco è sede della 10^ armata austro-ungarica impegnata
sul fronte italiano.
Ad esempio, c’è pure un frammento di pietra funebre ebraica
del 1350, rinvenuta nel 1971 a Mölthschach, a sud-ovest della città, vicino
alla frazione di Judendorf.
San Giacomo, statua gotica, pietra arenaria
dipinta. Museo di Villaco. Fotografia di E. Varutti
La città è citata nell’anno 878 avendo un ponte sul fiume
Drava “pontem Uillah”. L’imperatore Ottone II nel 979 fa menzione della “corte
reale di Fillac”. È nel 1007 che l’imperatore Enrico II regala Villaco alla
diocesi di Bamberga, con possedimenti fino a Malborghetto, Tarvisio e Pontafel
(la Pontebba austriaca, che si anteponeva a quella della Serenissima Repubblica di Venezia).
Solo nel 1759 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria ricompra la
città, per un milione di fiorini, e la pone sotto l’Impero degli Asburgo. Nel Novecento
sono da ricordare i 52 bombardamenti aerei degli alleati che distruggono la
stazione di Villaco, appartenente al Terzo Reich, e lo snodo ferroviario
fondamentale per i nazisti, oltre a circa 1300 edifici civili, compreso il
centro storico, con i suoi stupendi edifici cinquecenteschi.
Una ambientazione di tavolata rinascimentale nel Museo di Villaco, oltre a vari monitor con originali video clip sulla mostra "La lotta per la fede" sul luteranesimo. Fotografia di E. Varutti
--
Questo articolo non vuole e non può essere una guida del
Museo di Villaco. L’obiettivo dell’autore è di incuriosire il turista italiano
e di spingerlo a visitare tale piccolo, ma interessante museo situato a pochi
chilometri dall’Italia, vicino a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia.
Villaco, sulle sponde del fiume Drava, è la seconda città
della Carinzia, per numero di abitanti, dato che ne conta 61 mila (dati del 2016).
--
Das Ringen um den
Glauben, Museo della
città, da martedì a domenica dalle ore 10 alle 16,30 – Widmanngasse 38, Museo
civico di Villaco (Austria), dal 5 maggio fino al 31 ottobre 2017.
--
Servizio giornalistico fotografico e di networking a cura di E.
Varutti. Si ringrazia la direzione del Museo civico di Villaco per la
diffusione e la pubblicazione delle immagini.
Libro dei canti al
tempo del Protestantesimo clandestino. Manoscritto su carta. Museo Diocesano di Fresach. Esposto al
Museo di Villaco. Fotografia di E. Varutti
Un altro scorcio della particolare rassegna al Museo civico di Villaco "La lotta per la fede".
Basto (in lingua friulana: crama o crassigne) per portare
oggetti a spalla. Si noti il cuscino per alleviare il peso sulla schiena. Usato
in Austria nel Seicento nell’esodo per contrasti religiosi. Museo di Villaco.
Foglio ricordo dallo spazio per i bambini, dove possono pitturare, vedere la stampa e l'uso della ceralacca.
Nessun commento:
Posta un commento