Qualche volta nei piccoli paesi succedono cose grandi. È capitato
allora che al Centro Sociale di Coja di Tarcento ci sia stata una originale
conferenza con una discussione pubblica altrettanto interessante sui fatti dell’esodo giuliano dalmata. L’evento in questione si è verificato la sera del 14 luglio
2017 in un paesino che potrebbe essere “il balcone sul Friuli”, per il suo stupendo panorama.
Tra il folto pubblico, in prima fila, Giorgio Ius, coi baffi, e Giovanni Picco.
Il dottor Bruno Bonetti, bibliotecario di Tarcento, ha
esposto l’argomento intitolato “La Dalmazia. Croati, serbi e italiani”. L’organizzazione
dell’incontro pubblico con oltre cinquanta presenti si deve all’Associazione “Int di Cuje”, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia
Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine.
Come mai quel tema in una frazioncina di Tarcento, che conta appena 30 anime? Presto spiegato. Alcuni
abitanti del posto sono reduci da un viaggio a Mostar e in altri luoghi della Bosnia,
all’interno del progetto “I care for Europe”. Come dice alla stampa Corrado
Aitran, responsabile a Tarcento di queste attività del terzo settore «siamo collegati in un network con altre
località, come ad esempio Aquileia, Recanati, Pirano, Bač e Arbe, per
organizzare dei campi volontariato sui temi dell’ambiente e del Mare Adriatico nelle
cittadine collegate a noi, che sono Stolac e Čapljina, che si trovano tra
Mostar e Ragusa».
Bruno Bonetti durante la lezione - conferenza
Torniamo alla conferenza. Ha aperto i lavori dell’incontro
culturale Luca Toso, vice sindaco di Tarcento.
«Questo evento nasce da un meeting sulla Bosnia di oggi cui
partecipa anche la città di Tarcento. Volevamo capire di più la storia. Bisogna sapere che gli italiani
fuggiti dalla Dalmazia dopo la seconda guerra mondiale – ha detto Toso –
convivevano con i serbi ed i croati, ma con i nazionalismi e con la Jugoslavia
di Tito è cambiato tutto».
Il vice sindaco ha dato poi la parola a Elio Varutti, vice
presidente dell’ANVGD di Udine, che ha portato i saluti di Bruna Zuccolin,
presidente del sodalizio degli esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia. Varutti ha
ricordato ai presenti la figura storica dell’ingegnere Silvio Cattalini, esule da
Zara, scomparso nella notte fra il 28 febbraio e il 1° marzo scorso. «Cattalini ha presieduto l’ANVGD di Udine dal 1972 al 2017 –
ha concluso Varutti – con uno spirito di pacificazione tra le due sponde dell’Adriatico,
organizzando numerosi incontri culturali e gite in nave per visitare Pola,
Fiume, Zara, Spalato e Ragusa».
Luca Toso, vice sindaco di Tarcento apre i lavori della conferenza di Coja
Poi ha parlato Luca Cossa, dell’Associazione Culturale Ricreativa “Int di Cuje”
per fare un quadro storico di riferimento della Dalmazia austroungarica fino al
Regno di Jugoslavia e a alla Repubblica Federativa di Tito, menzionando la strage di Vergarolla del
1946, con circa 70 italiani uccisi in un attentato, per finire con i viaggi da Pola del
piroscafo Toscana per portare gli
esuli italiani a Trieste o a Venezia
Ha preso infine la parola Bruno Bonetti, che tra l’altro è
segretario dell’ANVGD di Udine. Si è fatto aiutare dalle diapositive in Power
Point preparate con Luca Paoloni, consigliere comunale di Tarcento. Bonetti ha
parlato con cognizione di causa, essendo discendente dei Bonetti di Zara (di
sentimenti italiani) e di quelli di Spalato (di sentimenti croati), con una
nonna serba.
Ha presentato all’attento pubblico il risultato delle sue ricerche
genealogiche, con vari collegamenti storici e geografici, per mostrare come
pure nelle famiglie si siano riverberati i fatti politici dell’Ottocento e del
Novecento sui nazionalismi in Dalmazia, fino alle guerre balcaniche 1991-2001.
Uno dei suoi avi e scienziato dalmata, ad esempio, è l'arcivescovo Marco Antonio De Dominis. Ha parlato poi degli esodi italiani del
1921 e 1929 da Traù, Spalato, Sebenico, Ragusa e dalle isole dalmate fino al
più noto esodo dei 350 mila italiani iniziato nel 1943, sotto la pressione dei
partigiani titini, e andato avanti lungo tutto gli anni Cinquanta del Novecento.
Il saluto dell'ANVGD di Udine da parte del professor Elio Varutti, vice presidente del sodalizio. Fotografia di Giorgio Gorlato.
Alex Franz, presidente dell’Associazione “Int di Cuje” nel
suo intervento di chiusura ha ricordato come «sia importante conoscere questi argomenti perché sono brani di
storia poco noti, perciò diamo appuntamento a tutti per i prossimi incontri su
temi analoghi, sempre per la rassegna Cognossi
la storie».
Nel dibattito che è seguito sono intervenuti numerose persone con
domande e contributi. Giorgio Gorlato ha detto: «i miei avi stavano a Pola e a
Dignano d’Istria dal Quattrocento, poi nel 1945 mio padre che era notaio è
stato preso dai titini e non l’abbiamo più rivisto, ci hanno detto che è finito
in una foiba».
Giorgio Ius, in un colorito intervento in lingua friulana, ha
chiesto di parlare di più dei fatti dell’esodo giuliano dalmata e di insegnarlo
nelle scuole, perché è importante conoscere questo pezzo di storia del paese.
Tra gli altri, è intervenuto Giovanni Picco, presidente regionale
dell’Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra (ANMIG). «Desidero
donare a Bonetti e all’ANVGD di Udine, in ricordo di Silvio Cattalini, una
cartolina con speciale annullo filatelico – ha detto Picco – nel 90° anniversario del Gruppo Associazione Nazionale Alpini (ANA) di Tarcento e nel centenario dell’ANMIG».
Giovanni Picco, dell'ANMIG porta i suoi omaggi all'ANVGD di Udine. Fotografia di Giorgio Gorlato.
---
Il Gruppo Giovanile
Adriatico di Udine, 1956-1970
Il professor Varutti, in occasione della dotta lezione di Bruno
Bonetti, col permesso di Bruna Zuccolin, presidente del Comitato Esecutivo dell’ANVGD
di Udine, ha esposto un gagliardetto dell’associazionismo giuliano dalmata
degli anni Cinquanta del Novecento. Si tratta quasi di un cimelio. È il drappo
del Gruppo Giovanile Adriatico (GGA) di Udine, aderente all’ANVGD. Tale gruppo
giovanile fu attivo in Friuli dal 1956 al 1970 circa. È una bandierina
triangolare finemente ricamata e ornata di frangia d’oro, per cm 40 x 60.
Gagliardetto del Gruppo Giovanile Adriatico di Udine, stoffa ricamata, cm 40 x 60. Archivio del Comitato Provinciale di Udine dell'ANVGD
Come ha ricordato il 27 aprile 2006 Sergio Satti, esule da Pola e
per decenni alla vicepresidenza dell’ANVGD di Udine, sotto la guida di Silvio
Cattalini «il Gruppo Giovanile Adriatico di Udine operò dal 1956 al 1960
organizzando campeggi a Lignano Sabbiadoro per i GGA delle zone limitrofe». Poi
che altro faceva? C’era una orchestrina che suonava motivi per i ragazzi di
allora. C’erano i veglioni tricolori al Mocambo di Udine, oppure le feste del
Carnevale a Mossa, in provincia di Gorizia. C’erano poi le gite sociali e
patriottiche a Ronchi dei Legionari, al Vittoriale e a Redipuglia.
Non è tutto, perché il GGA di Udine stampò pure un giornale ciclostilato
“El Cucal” (Il Gabbiano) dal 1957 al 1963, con notizie sulla vita associativa e
sul dibattito interno. Le discussioni erano forti e vertevano sulle difficoltà
di conciliare le azioni dei giovani con quelle degli anziani. Parve quindi una
crisi generazionale, che colpì pure il Comitato Provinciale di Torino e di
altre città italiane.
I dati sulle iscrizioni all’ANVGD parlano chiaro. La crisi
generazionale a Udine finì per far crollare il numero dei soci. Nel 1969 erano
scesi a 29 persone, come ha riferito la segreteria dell’ANVGD di Udine nel
2004, mente Varutti stava preparando il libro sul Campo Profughi, pubblicato
nel 2007.
In precedenza c’era stato un vero e proprio boom delle iscrizioni,
forse sull’onda emotiva del ritorno di Trieste all’Italia, nel 1954, dopo l’esperienza
fallimentare del Territorio Libero di Trieste.
Dai 187 soci del 1954 il Comitato di Udine dell'ANVGD passa agli oltre 1200
iscritti del 1957, sotto la presidenza onoraria dell’architetto Carlo Leopoldo Conighi, nato a Fiume e legionario fiumano. L’architetto Conighi, assieme all’impresa
del padre ingegnere Carlo Alessandro Conighi, costruì numerosi edifici a Fiume,
nonché ville ed alberghi di Abbazia.
Lato b del gagliardetto del Gruppo Giovanile Adriatico di Udine, stoffa ricamata, cm 40 x 60. Archivio del Comitato Provinciale di Udine dell'ANVGD
Renato Capellari, uno dei giovani del GGA di Udine nel 1963
scrisse una lettera a «L’Arena di Pola» riguardo alla crisi e alle accuse mosse
dagli anziani contro i giovani. Nello scritto si parla della crisi di iscritti
dovuta alle “iniziative tzigane” dei ragazzi (balli e feste). «Ma i giovani –
ribatte Cappellari – sono stanchi di sentire slogan come “torneremo”, anche dai politici, mentre poco o nulla si fa per
tornare veramente nelle terre perse». I giovani respingono le accuse riguardo ai
“the danzanti”, dove avvengono “sfrenati cha cha cha”. Essi dicono di «non volere
essere complici della avvilente divisione di 400 mila lire in ottocento sussidi,
effettuata nel 1961».
Nel 1967 ci fu una riunione nel capoluogo friulano dei GGA di
Udine, Padova, Venezia e Treviso con gite sociali nelle colline friulane. Le ultime
attività sono segnalate intorno al 1970, poi più nulla.
---
Rassegna stampa dell'evento a Coja, relatore Bruno Bonetti
- Questo articolo è apparso nel web il giorno 23 luglio 2017,
in forma ridotta, su friulionline.it col seguente titolo: “Serata a Coja per sapere di più su Dalmazia e italiani”.
L'intervento di Luca Cossa, dell'Associazione "Int di Cuje".
Il saluto del vice sindaco Luca Toso alla conferenza
----------------
----------------
Servizio giornalistico e di networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti, in collaborazione con E. Varutti. Fotografie e didascalie di E. Varutti, ove non altrimenti indicato. Si ringrazia Giorgio Gorlato, esule da Dignano d'Istria, per le fotografie gentilmente concesse per il presente articolo.
Le cartoline con speciale annullo filatelico nel 90° anniversario del Gruppo ANA di Tarcento e nel 100° anniversario dell'ANMIG, donate da Giovanni Picco al relatore Bonetti e all'ANVGD di Udine, in ricordo del compianto presidente ingegner Silvio Cattalini.
Sitologia e cenni bibliografici
- Renato Cappellari “Uno spirito nuovo”, «L’Arena di Pola», 5 marzo
1963.
- E. Varutti, Il Campo
Profughi di Via Pradamano e l’Associazionismo giuliano dalmata a Udine. Ricerca
storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo
1945-2007, ANVGD, Comitato Provinciale di Udine, 2007. [esaurito dal 2013, ma dal 2014 c'è questa versione nel web].
- Roberto Bruno, Elisabetta Marioni, Giancarlo Martina e Elio
Varutti, Ospiti di gente varia. Cosacchi,
esuli giuliano dalmati e il Centro di Smistamento Profughi di Udine 1943-1960,
Istituto Stringher, Udine, 2015. [disponibile pure nel web, clicca qui].
E. Varutti, Visita al Magazzino 18 con l’ANVGD di Udine, 2016.
E. Varutti, I Bonetti di Zara nell’esodo dalmata, 2017.
Nessun commento:
Posta un commento