giovedì 26 aprile 2018

Udine, Festa della Liberazione, anche l’ANVGD in piazza


È la prima volta che un sindaco di Udine legge i nomi di persone uccise e gettate nella foiba, o scomparse, o diversamente trucidate. Lo ha fatto Carlo Giacomello – sindaco reggente – in una piazza Libertà gremita di persone, di autorità politiche e di militari durante le celebrazioni del 25 Aprile 2018. Tra il silenzio della folla ha letto ad alta voce prima i nomi dei partigiani fucilati davanti al carcere o al tribunale. Poi ha declamato i nomi dei soldati britannici uccisi dai nazifascisti, i nomi dei caduti nell’eccidio di Porzûs, dove partigiani garibaldini comunisti passarono per le armi 17 partigiani osovani, accusati di “intelligenza col nemico”.
Udine, piazza Libertà, 25 aprile 2018 - Festa della Liberazione, al centro Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine, in giacca bianca accanto al labaro dell'ANVGD 

Col concetto che la storia unisce e non divide, Giacomello ha voluto ricordare anche l’ingegnere Silvio Cattalini, che fu presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) Comitato Provinciale di Udine dal 1973 al 2017. “Ricordo Cattalini – ha detto il sindaco – perché ha evitato che si cancellassero le sofferenze passate dalla gente dell’esodo giuliano dalmata”.
Hanno poi parlato diversi studenti per leggere le motivazioni delle medaglie assegnate ai Comuni friulani, primo fra tutti quello di Udine, tra gli applausi del pubblico, in uno sventolio di bandiere sindacali e di formazioni dell’estrema sinistra.

Gino Dorigo, rappresentante sindacale, ha voluto polemizzare con l’intervento di Carlo Giacomello. A parere del sindacalista “i morti non sono tutti uguali”. Ha poi spiegato che a suo parere non si può mettere sulla stessa onda chi è “morto per la libertà con chi fino all’ultimo è rimasto legato all’odio”.
In piazza c’erano tanti sindaci con la fascia tricolore e numerosi gonfaloni dei Comuni. C’erano naturalmente i rappresentanti dell’Associazione Partigiani Osoppo (APO) e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), oltre ad altre rappresentanze istituzionali e associative. A trasformare il 25 aprile in una festa di tutti per fortuna ci hanno pensato altre persone, come ad esempio quel giovane afgano che sorreggeva il labaro dell’Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti, Delegazione di Udine (ANED). Oppure i discendenti della Brigata Ebraica, presenti con il loro striscione. Altri ancora hanno dato colore e novità alla Festa della Liberazione di Udine, come ad esempio la Comunità musulmana udinese presente con vari cartelli e bandiere col tricolore italiano. In un angolo qualche manifestante sventolava perfino una bandiera palestinese.

Non mancava il cartello giallo con lo slogan “Verità per Giulio Regeni”. Proprio il caso di Regeni, torturato e ucciso in Egitto, è stato menzionato dal sindaco Giacomello, ricordando che il futuro per tutti si chiama Europa, rifiutando i muri e i facili populismi.
“Mi piacerebbe – ha aggiunto Giacomello – che il 25 aprile diventasse come il 14 luglio per i francesi o il 4 luglio per gli americani, ossia una ricorrenza nazionale di tutti e per tutti”. Un concetto non facile da digerire per qualcuno. Basti vedere cosa è successo in altre località del Paese. A Trieste il sindaco Roberto Dipiazza, esponente del centrodestra è stato fischiato e contestato nel suo intervento dal canto di “Bella ciao”. Perfino il rabbino di Trieste Alexander Meloni alla Risiera di San Sabba, unico lager nazista in Italia, mentre iniziava il rito ebraico è stato contestato da fischi e sventolii di bandiere palestinesi. Tensioni anche a Firenze, Roma e Milano. Che brutta festa…

Nomi di infoibati letti dal sindaco Carlo Giacomello a Udine
1) Stellio  Apollonio, nativo di Orsera, Istria, Carabiniere Ausiliario. Venne catturato dagli slavi a Orsera il 17 maggio 1945 e portato al carcere di Parenzo. Poi non si seppe più nulla.   
    2) Antonio Babudri, nato ai primi del ‘900 a Trieste, colono a Capodistria, nel paese di Bertocchi, scomparso nel 1944 e eliminato in foiba. 
     3) Attilio Benvenuti, nato ad Isola d’Istria (Pola) il 24 maggio 1899. Servitore dello Stato, catturato a Trieste nel maggio 1945. Imprigionato ai Gesuiti e quindi al Coroneo. Condotto alla Casa del Popolo di Isola. Massacrato dai partigiani in agro di Capodistria
   4) Marino Bosdaves, nato a Udine nel 1913. Agente di Pubblica Sicurezza. In servizio presso la Questura di Gorizia, prelevato da partigiani titini il 2 maggio 1945 poi non si seppe nulla
    5) Nazario Cattunar, nato nel 1908 a Villanova di Verteneglio, della Milizia Difesa Territoriale, disperso il 1° maggio 1945, fu ucciso e buttato nella foiba di Vines.
    6) Giusto Chersi, nato nel 1902 a Parenzo, impiegato; infoibato a Vines nel settembre-ottobre 1943. Esumato e riconosciuto dalla moglie Giulia Gripari e dal cognato Giuseppe Gripari. 
     7) Mario Chersi di Francesco, anni 47, nato a Parenzo, panettiere; infoibato a Vines nel settembre-ottobre 1943”. Esumato e riconosciuto dalla cognata Giulia Gripari e dal fratello di lei Giuseppe Gripari.
    8) Martino Chiali, di Martino, nato nel 1887 a Marzana è tra le vittime della foiba di Terli, vicino a Barbana d’Istria. 
      9) Maria Cramer, negoziante a Montona, scomparsa e uccisa nel 1945. La sua lapide è al Parco della Rimembranza di Cava Cise, ma non si sa dove siano i suoi resti umani.
     10) Albina Gobbo, di 31 anni, detta “Zora”, eliminata in foiba nel 1943, probabilmente in quella di Vines, una località vicino ad Albona, suo paese di origine.
      11) Marco Gobbo, nato nel 1882 a Brovigne di Albona, eliminato in foiba nel 1943, probabilmente in quella di Vines, una località vicino ad Albona.
    12) Giovanni Gorlato, nato nel 1900, notaio di Dignano d’Istria, arrestato dai titini il 3 maggio 1945 e poi scomparso; per i compaesani fu gettato in foiba.
  13) Luigi La Micela, nativo di Sicli, in provincia di Ragusa. Maresciallo dell’Esercito Italiano. Arrestato dai soldati jugoslavi a Gorizia il 9 maggio 1945 e portato prima ad Aidussina, poi ad Idria e di nuovo ad Aidussina ove si trovava nel giugno del 1945. Da allora non se ne seppe più nulla.
    14) Francesco Mattini, nato nel 1895 a Pinguente, dipendente dell’acquedotto, imprigionato e messo a morte nell’Abisso Bertarelli, tra il 27 e 30 settembre 1943.
   15) Carlo Alberto Privileggi, di Parenzo, ingegnere, prelevato dai titini locali nel settembre 1943, ucciso e precipitato nella foiba di Vines. Esumato dal maresciallo Harzarich e riconosciuto dal fratello Gino Privileggi.
    16) Giuseppe Rauni, nato a Albona nel 1902, prelevato dai titini il 2 novembre 1943 e vittima della foiba.
   Una parte della delegazione dell'ANVGD di Udine in corteo in via Poscolle: Elio Varutti, vice presidente col labaro, Bruna Zuccolin, presidente, Bruno Bonetti, segretario e Franco Pischiutti, socio

I discendenti delle persone dei n. 1, n. 4 e n. 13 sono state insigniti dalla Prefettura di Udine nel 2017 nel Giorno del Ricordo, con la motivazione ufficiale scritta accanto. L’elenco soprastante è stato stilato dai dirigenti dell’associazionismo giuliano dalmata locale con Bruna Zuccolin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) Comitato Provinciale di Udine dal 2017, quando mancò l’ingegnere Silvio Cattalini, presidente dello stesso sodalizio per 45 anni. I discendenti delle succitate persone scomparse, massacrate o infoibate sono esuli a Udine e sono soci dell’ANVGD, o sono esuli in Friuli Venezia Giulia, o sono in contatto con l’ANVGD di Udine per le cerimonie patriottiche e religiose regionali del caso.
Tali nomi sono citati nel libro di E. Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017.
Udine piazzale 26 Luglio 1866, la delegazione dell'ANVGD di Udine vicino a Enrico Pizza, assessore del Comune di Udine, col garofano rosso in mano

A rigor di notizia il numero totale degli scomparsi, dei prelevati dai titini e uccisi nella foiba o nella fossa comune ammonta a 665 persone per i nati nella provincia di Udine. Da tale elenco sono esclusi i nomi afferenti alla provincia di Pordenone che sono riportati in un elenco a parte. I dati sono stati raccolti sulla base della letteratura dell’esodo (Padre Flaminio Rocchi, in primis), su dati ministeriali e sulle ricerche dei discendenti degli assassinati comunicate all’associazionismo giuliano dalmata. La lista in possesso dell’ANVGD di Udine, aggiornata al 21 aprile 2018, è stata gentilmente comunicata dai signori Laura Brussi, esule da Pola e da Carlo Cesare Montani, esule da Fiume.
L’elenco delle 665 persone della provincia di Udine arrestate dai titini, uccise, o sparite nel nulla si apre con il seguente nominativo: “Addeo Giovanni, nato a Udine il 24 agosto 1924, militare della Guardia Nazionale Repubblicana, Milizia di Difesa Territoriale - 5^ Reggimento, 1^ Compagnia; egli risulta disperso dal giorno 8 febbraio 1945 sul fronte orientale, nella zona di Montespino, provincia di Gorizia, essendo stato catturato dopo combattimento”.
La sequela di nominativi si chiude con “Zulli Mario, nato ad Aquileia il 21 marzo 1924, militare, caporale dell’Esercito Repubblicano, 14^ Battaglione Costiero, disperso dal 5 maggio 1945 nella zona di Monte Santo - Sella, Gorizia, foibe”.
Udine, piazzale 26 Luglio 1866, Monumento alla Resistenza, bambini, autorità politiche e pubblico alla Festa della Liberazione. A sinistra lo striscione della Brigata Ebraica e al centro il labaro dell'ANVGD, oltre a bandiere varie

Commenti dal web sul 25 aprile a Udine
Riportiamo alcuni commenti dal web sulla partecipazione dell’ANVGD di Udine alla festa della Liberazione del 2018 e degli anni precedenti.
Sergio Satti, esule da Pola e decano dell’ANVGD di Udine, ha scritto in una e-mail: “mi dispiace di non essere stato presente alla manifestazione. Ricordo ancora quando partecipavo con Silvio Cattalini che sollecitato dal sindaco Honsell, dopo tanti anni di assenza da questa manifestazione, decise di essere presente con il nostro labaro listato a lutto per evidenziare il dramma delle nostre genti. Sono grato dell’attenzione  riservataci  dal Comune di Udine”.
Un’altra esule da Pola, la signora Laura Brussi, ha manifestato per e-mail il suo pensiero in merito: “Gentile Professore, il coinvolgente svolgimento della cerimonia di Udine torna a Vostro onore: a noi, il compito di ringraziare sentitamente. Non ci risulta che in occasione del 25 Aprile fossero mai stati scanditi, a pubblica memoria e riflessione, i Nomi dei nostri infelici quanto innocenti Caduti. Spiritualmente, la Vostra iniziativa rammenta ai nostri cuori la Campana del Sacrario di Rovereto (TN), ed i suoi cento rintocchi di ogni sera; al pari di Santa Maria del Valle de los Caidos (El Escorial) dove vinti e vincitori sono stati accolti in un solo abbraccio.
In questa ottica, il nostro ringraziamento intende trascendere ogni limite formale, estendendosi a tutti coloro che hanno impiegato decenni, all’insegna della fede e della perseveranza, nella ricerca dei Nomi e delle storie dei Caduti, molti dei quali giacciono per sempre negli abissi della nostra triste terra, ma vivono nelle preghiere dei familiari e di tutti noi. Non possiamo portare un fiore sui luoghi di tanti sacrifici talvolta eroici, e di tanti orrendi delitti contro l’umanità, ma dobbiamo essere fedeli all’invocazione di Mons. Santin in suffragio delle Vittime, nella certezza che “le vie dell’iniquità non possono essere eterne. Nessuno muore del tutto finché ne sia conservato il ricordo (Jorge Luis Borges). Grazie a tutti.
Laura Brussi - Esule da Pola. Volontariato per non dimenticare. Associazione Nazionale Congiunti dei Deportati dispersi in Jugoslavia (ANCDJ) – Trieste. Delegazione per il Lazio”.


Riferimenti bibliografici

- Elenco degli infoibati, uccisi o trucidati nativi della provincia di Udine, aggiornato al 21 aprile 2018, a cura di L. Brussi e C.C. Montani esuli a Latina, dattiloscritto, formato Excel.

- Giacomina Pellizzari, “Partigiani e infoibati, è di nuovo polemica”, «Messaggero Veneto» del 26 aprile 2018, Cronaca di Udine, p. 22.

- Alessia Pilotto, “La storia ci fa capire chi era nel giusto. La verità è una sola e va tramandata”, «Il Gazzettino», del 26 aprile 2018, Cronaca del Friuli, p. III.

- Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Roma, Associazione Nazionale Difesa Adriatica, 1990.

- E. Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017

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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Fotografie di Daniela Conighi ove non altrimenti indicato.
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Udine, piazzale 26 luglio 1866 - Monumento alla Resistenza, festa del 25 aprile 2018
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Comitato Provinciale di Udine:
Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine
telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì  ore 10-12
e-mail: anvgd.udine@gmail.com

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