È la prima volta che un sindaco di Udine legge i nomi di
persone uccise e gettate nella foiba, o scomparse, o diversamente trucidate. Lo
ha fatto Carlo Giacomello – sindaco reggente – in una piazza Libertà gremita di
persone, di autorità politiche e di militari durante le celebrazioni del 25
Aprile 2018. Tra il silenzio della folla ha letto ad alta voce prima i nomi dei
partigiani fucilati davanti al carcere o al tribunale. Poi ha declamato i nomi
dei soldati britannici uccisi dai nazifascisti, i nomi dei caduti nell’eccidio
di Porzûs, dove partigiani garibaldini comunisti
passarono per le armi 17 partigiani osovani, accusati di “intelligenza col
nemico”.
Udine, piazza Libertà, 25 aprile 2018 - Festa della Liberazione, al centro Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine, in giacca bianca accanto al labaro dell'ANVGD
Col concetto che la storia unisce e non divide, Giacomello ha
voluto ricordare anche l’ingegnere Silvio Cattalini, che fu presidente dell’Associazione Nazionale Venezia
Giulia Dalmazia (ANVGD) Comitato Provinciale di Udine dal 1973 al 2017. “Ricordo
Cattalini – ha detto il sindaco – perché ha evitato che si cancellassero le
sofferenze passate dalla gente dell’esodo giuliano dalmata”.
Hanno poi parlato diversi studenti per leggere le motivazioni
delle medaglie assegnate ai Comuni friulani, primo fra tutti quello di Udine,
tra gli applausi del pubblico, in uno sventolio di bandiere sindacali e di
formazioni dell’estrema sinistra.
Gino Dorigo, rappresentante sindacale, ha voluto polemizzare
con l’intervento di Carlo Giacomello. A parere del sindacalista “i morti non
sono tutti uguali”. Ha poi spiegato che a suo parere non si può mettere sulla
stessa onda chi è “morto per la libertà con chi fino all’ultimo è rimasto legato
all’odio”.
In piazza c’erano tanti sindaci con la fascia tricolore e
numerosi gonfaloni dei Comuni. C’erano naturalmente i rappresentanti
dell’Associazione Partigiani Osoppo (APO) e dell’Associazione Nazionale
Partigiani d’Italia (ANPI), oltre ad altre rappresentanze istituzionali e
associative. A trasformare il 25 aprile in una festa di tutti per fortuna ci
hanno pensato altre persone, come ad esempio quel giovane afgano che sorreggeva
il labaro dell’Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti,
Delegazione di Udine (ANED). Oppure i discendenti della Brigata Ebraica,
presenti con il loro striscione. Altri ancora hanno dato colore e novità alla
Festa della Liberazione di Udine, come ad esempio la Comunità musulmana udinese
presente con vari cartelli e bandiere col tricolore italiano. In un angolo qualche
manifestante sventolava perfino una bandiera palestinese.
Non mancava il cartello giallo con lo slogan “Verità per Giulio
Regeni”. Proprio il caso di Regeni, torturato e ucciso in Egitto, è stato
menzionato dal sindaco Giacomello, ricordando che il futuro per tutti si chiama
Europa, rifiutando i muri e i facili populismi.
“Mi piacerebbe – ha aggiunto Giacomello – che il 25 aprile
diventasse come il 14 luglio per i francesi o il 4 luglio per gli americani,
ossia una ricorrenza nazionale di tutti e per tutti”. Un concetto non facile da
digerire per qualcuno. Basti vedere cosa è successo in altre località del
Paese. A Trieste il sindaco Roberto Dipiazza, esponente del centrodestra è
stato fischiato e contestato nel suo intervento dal canto di “Bella ciao”. Perfino
il rabbino di Trieste Alexander Meloni alla Risiera di San Sabba, unico lager
nazista in Italia, mentre iniziava il rito ebraico è stato contestato da fischi
e sventolii di bandiere palestinesi. Tensioni anche a Firenze, Roma e Milano.
Che brutta festa…
Nomi di infoibati letti
dal sindaco Carlo Giacomello a Udine
1) Stellio Apollonio, nativo di Orsera, Istria, Carabiniere Ausiliario. Venne catturato
dagli slavi a Orsera il 17 maggio 1945 e portato al carcere di Parenzo. Poi non
si seppe più nulla.
2) Antonio
Babudri, nato ai primi del ‘900 a Trieste, colono a Capodistria, nel paese di
Bertocchi, scomparso nel 1944 e eliminato in foiba.
3) Attilio
Benvenuti, nato ad Isola d’Istria (Pola) il 24 maggio 1899. Servitore dello
Stato, catturato a Trieste nel maggio 1945. Imprigionato ai Gesuiti e quindi al
Coroneo. Condotto alla Casa del Popolo di Isola. Massacrato dai partigiani in
agro di Capodistria
4) Marino
Bosdaves, nato a Udine nel 1913. Agente di Pubblica Sicurezza. In servizio
presso la Questura di Gorizia, prelevato da partigiani titini il 2 maggio 1945
poi non si seppe nulla
5) Nazario
Cattunar, nato nel 1908 a Villanova di Verteneglio, della Milizia Difesa
Territoriale, disperso il 1° maggio 1945, fu ucciso e buttato nella foiba di
Vines.
6) Giusto
Chersi, nato nel 1902 a Parenzo, impiegato; infoibato a Vines nel
settembre-ottobre 1943. Esumato e riconosciuto dalla moglie Giulia Gripari e
dal cognato Giuseppe Gripari.
7) Mario
Chersi di Francesco, anni 47, nato a Parenzo, panettiere; infoibato a Vines nel
settembre-ottobre 1943”. Esumato
e riconosciuto dalla cognata Giulia Gripari e dal fratello di lei Giuseppe
Gripari.
8) Martino
Chiali, di Martino, nato nel 1887 a Marzana è tra le vittime della foiba di
Terli, vicino a Barbana d’Istria.
9) Maria
Cramer, negoziante a Montona, scomparsa e uccisa nel 1945. La sua lapide è al
Parco della Rimembranza di Cava Cise, ma non si sa dove siano i suoi resti
umani.
10) Albina
Gobbo, di 31 anni, detta “Zora”, eliminata in foiba nel 1943, probabilmente in
quella di Vines, una località vicino ad Albona, suo paese di origine.
11) Marco
Gobbo, nato nel 1882 a Brovigne di Albona, eliminato in foiba nel 1943, probabilmente
in quella di Vines, una località vicino ad Albona.
12) Giovanni
Gorlato, nato nel 1900, notaio di Dignano d’Istria, arrestato dai titini il 3
maggio 1945 e poi scomparso; per i compaesani fu gettato in foiba.
13) Luigi
La Micela, nativo di Sicli, in provincia di Ragusa. Maresciallo dell’Esercito
Italiano. Arrestato dai soldati jugoslavi a Gorizia il 9 maggio 1945 e portato
prima ad Aidussina, poi ad Idria e di nuovo ad Aidussina ove si trovava nel
giugno del 1945. Da allora non se ne seppe più nulla.
14) Francesco
Mattini, nato nel 1895 a Pinguente, dipendente dell’acquedotto, imprigionato e
messo a morte nell’Abisso Bertarelli, tra il 27 e 30 settembre 1943.
15) Carlo
Alberto Privileggi, di Parenzo, ingegnere, prelevato dai titini locali nel
settembre 1943, ucciso e precipitato nella foiba di Vines. Esumato dal
maresciallo Harzarich e riconosciuto dal fratello Gino Privileggi.
16) Giuseppe
Rauni, nato a Albona nel 1902, prelevato dai titini il 2 novembre 1943 e
vittima della foiba.
Una parte della delegazione dell'ANVGD di Udine in corteo in via Poscolle: Elio Varutti, vice presidente col labaro, Bruna Zuccolin, presidente, Bruno Bonetti, segretario e Franco Pischiutti, socio
I discendenti delle persone dei n. 1, n. 4 e n. 13 sono state
insigniti dalla Prefettura di Udine nel 2017 nel Giorno del Ricordo, con la motivazione ufficiale scritta accanto. L’elenco
soprastante è stato stilato dai dirigenti dell’associazionismo giuliano dalmata
locale con Bruna Zuccolin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia
Giulia Dalmazia (ANVGD) Comitato Provinciale di Udine dal 2017, quando mancò
l’ingegnere Silvio Cattalini, presidente dello stesso sodalizio per 45 anni. I
discendenti delle succitate persone scomparse, massacrate o infoibate sono
esuli a Udine e sono soci dell’ANVGD, o sono esuli in Friuli Venezia Giulia, o
sono in contatto con l’ANVGD di Udine per le cerimonie patriottiche e religiose
regionali del caso.
Tali nomi sono citati nel libro di E. Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in
Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni,
Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017.
Udine piazzale 26 Luglio 1866, la delegazione dell'ANVGD di Udine vicino a Enrico Pizza, assessore del Comune di Udine, col garofano rosso in mano
A rigor di notizia il
numero totale degli scomparsi, dei prelevati dai titini e uccisi nella foiba o
nella fossa comune ammonta a 665 persone per i nati nella provincia di Udine.
Da tale elenco sono esclusi i nomi afferenti alla provincia di Pordenone che
sono riportati in un elenco a parte. I dati sono stati raccolti sulla base
della letteratura dell’esodo (Padre Flaminio Rocchi, in primis), su dati ministeriali e sulle ricerche dei discendenti
degli assassinati comunicate all’associazionismo giuliano dalmata. La lista in
possesso dell’ANVGD di Udine, aggiornata al 21 aprile 2018, è stata gentilmente
comunicata dai signori Laura Brussi, esule da Pola e da Carlo Cesare Montani,
esule da Fiume.
L’elenco delle 665
persone della provincia di Udine arrestate dai titini, uccise, o sparite nel
nulla si apre con il seguente nominativo: “Addeo Giovanni, nato a Udine il 24
agosto 1924, militare della Guardia Nazionale Repubblicana, Milizia di Difesa Territoriale
- 5^ Reggimento, 1^ Compagnia; egli risulta disperso dal giorno 8 febbraio 1945
sul fronte orientale, nella zona di Montespino, provincia di Gorizia, essendo
stato catturato dopo combattimento”.
La sequela di
nominativi si chiude con “Zulli Mario, nato ad Aquileia il 21 marzo 1924,
militare, caporale dell’Esercito Repubblicano, 14^ Battaglione Costiero, disperso
dal 5 maggio 1945 nella zona di Monte Santo - Sella, Gorizia, foibe”.
Udine, piazzale 26 Luglio 1866, Monumento alla Resistenza, bambini, autorità politiche e pubblico alla Festa della Liberazione. A sinistra lo striscione della Brigata Ebraica e al centro il labaro dell'ANVGD, oltre a bandiere varie
Commenti dal web sul 25 aprile a Udine
Riferimenti bibliografici
Riportiamo alcuni commenti dal web
sulla partecipazione dell’ANVGD di Udine alla festa della Liberazione del 2018
e degli anni precedenti.
Sergio Satti, esule da Pola e decano
dell’ANVGD di Udine, ha scritto in una e-mail: “mi dispiace di non essere stato
presente alla manifestazione. Ricordo ancora quando partecipavo con Silvio Cattalini
che sollecitato dal sindaco Honsell, dopo tanti anni di assenza da questa
manifestazione, decise di essere presente con il nostro labaro listato a lutto
per evidenziare il dramma delle nostre genti. Sono grato dell’attenzione riservataci
dal Comune di Udine”.
Un’altra esule da Pola, la signora
Laura Brussi, ha manifestato per e-mail il suo pensiero in merito: “Gentile
Professore, il coinvolgente svolgimento della cerimonia di Udine torna a Vostro
onore: a noi, il compito di ringraziare sentitamente. Non ci risulta che in
occasione del 25 Aprile fossero mai stati scanditi, a pubblica memoria e
riflessione, i Nomi dei nostri infelici quanto innocenti Caduti.
Spiritualmente, la Vostra iniziativa rammenta ai nostri cuori la Campana del
Sacrario di Rovereto (TN), ed i suoi cento rintocchi di ogni sera; al pari di
Santa Maria del Valle de los Caidos (El Escorial) dove vinti e vincitori sono
stati accolti in un solo abbraccio.
In questa ottica, il nostro
ringraziamento intende trascendere ogni limite formale, estendendosi a tutti
coloro che hanno impiegato decenni, all’insegna della fede e della
perseveranza, nella ricerca dei Nomi e delle storie dei Caduti, molti dei quali
giacciono per sempre negli abissi della nostra triste terra, ma vivono nelle
preghiere dei familiari e di tutti noi. Non possiamo portare un fiore sui
luoghi di tanti sacrifici talvolta eroici, e di tanti orrendi delitti contro
l’umanità, ma dobbiamo essere fedeli all’invocazione di Mons. Santin in
suffragio delle Vittime, nella certezza che “le vie dell’iniquità non possono
essere eterne. Nessuno muore del tutto
finché ne sia conservato il ricordo (Jorge Luis Borges). Grazie a tutti.
Laura Brussi - Esule da Pola. Volontariato
per non dimenticare. Associazione Nazionale Congiunti dei Deportati dispersi in
Jugoslavia (ANCDJ) – Trieste. Delegazione per il Lazio”.
Riferimenti bibliografici
- Elenco degli
infoibati, uccisi o trucidati nativi della provincia di Udine, aggiornato al 21
aprile 2018, a cura di L. Brussi e C.C. Montani esuli a Latina, dattiloscritto, formato Excel.
- Giacomina Pellizzari, “Partigiani
e infoibati, è di nuovo polemica”, «Messaggero Veneto» del 26 aprile 2018, Cronaca di Udine, p. 22.
- Alessia Pilotto, “La storia
ci fa capire chi era nel giusto. La verità è una sola e va tramandata”, «Il
Gazzettino», del 26 aprile 2018, Cronaca del Friuli, p. III.
- Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e
dalmati, Roma, Associazione Nazionale Difesa Adriatica, 1990.
- E. Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in
Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e
dintorni, Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017
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Servizio giornalistico
e di Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Fotografie
di Daniela Conighi ove non altrimenti indicato.
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Udine, piazzale 26 luglio 1866 - Monumento alla Resistenza, festa del 25 aprile 2018
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dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD)
Comitato
Provinciale di Udine:
Vicolo
Sillio, 5 – 33100 Udine
telefono
e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì
ore 10-12
e-mail:
anvgd.udine@gmail.com
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