I soci dell’APO (Associazione Partigiani Osoppo) si sono
ritrovati a Porzûs il 25 aprile 2018, vicino alle
celebri malghe, in comune di Faedis, provincia di Udine Hanno passato un momento di riflessione e
di convivialità. Qui il 7 febbraio 1945 avvenne l’eccidio di 17 partigiani
osovani (i cosiddetti fazzoletti verdi)
per mano di partigiani garibaldini comunisti, con l’accusa di intelligenza col
nemico.
Porzûs - Roberto Volpetti, con la giacca, e Paride Cargnelutti al convivio dei soci dell'APO
A guidare il gruppo dei soci APO era Roberto Volpetti, vice
presidente dell’APO. Erano presenti nel momento conviviale anche Bruna Zuccolin, presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione
Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), assieme a Elio Varutti, vice
presidente ANVGD di Udine e altri soci del sodalizio. Tra i presenti c’era
anche Paride Cargnelutti, consigliere regionale, che ha voluto salutare il
pubblico nel capannone di Mario.
Negli stessi momenti saliva alla malghe di Porzûs per rendere
omaggio ai partigiani trucidati anche Silvio Berlusconi, con vari esponenti di
Forza Italia. La visita del cavaliere non è stata del tutto gradita, tuttavia, da
Paola Del Din, quasi di 95 anni, insegnante e partigiana medaglia d’oro al valor
militare, come ha riportato il «Messaggero
Veneto» del 27 aprile 2018.
Come avvenne l’eccidio
del 1945
Nella strage morì anche Guido Pasolini, fratello del celebre poeta,
scrittore e regista Pier Paolo Pasolini. Un reparto di oltre cento garibaldini comandati da Arturo Toffanin
(il suo nome di battaglia è “Giacca”) sale alle malghe di Porzûs. Per i più
pignoli si ricorda che il toponimo è Topli Uorch, comune di Faedis. Fanno finta
di essere sbandati, per non insospettire i dirigenti osovani. Arrivati alle
malghe i garibaldini uccidono Francesco De Gregori, Gastone Valente, una donna
e un partigiano garibaldino. Quest’ultimo era riuscito a scappare da un treno della
deportazione e poi aveva ricevuto l’ordine di raggiungere il comando partigiano
più vicino, che era appunto quello di De Gregori. Proprio De Gregori (parente omonimo
del celebre cantautore) era
stato da poco nominato capo di stato maggiore della formazione.
Aldo Bricco, nuovo comandante della I brigata Osoppo – come
si legge nel sito web dei partigiani dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) – si salva per puro caso. Altri quattordici partigiani
osovani sono portati a valle e trucidati nei giorni successivi. Il commissario
politico delle Garibaldi Friuli, Mario Lizzero, da sempre favorevole al comando
unificato con le Osoppo, riesce a rimediare alla frattura, che rischia di
spaccare definitivamente la Resistenza nell'area. Nel dopoguerra, Toffanin –
che si rifugia in Jugoslavia, dove morirà di vecchiaia – e due dirigenti del
PCI di Udine sono condannati per l’eccidio.
Roberto Volpetti. Fotografia di B. Zuccolin
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Servizio giornalistico
e di Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. V. Fotografie
di E. Varutti ove non altrimenti indicato.
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