venerdì 27 aprile 2018

25 aprile a Porzûs con l’Associazione Partigiani Osoppo


I soci dell’APO (Associazione Partigiani Osoppo) si sono ritrovati a Porzûs il 25 aprile 2018, vicino alle celebri malghe, in comune di Faedis, provincia di Udine Hanno passato un momento di riflessione e di convivialità. Qui il 7 febbraio 1945 avvenne l’eccidio di 17 partigiani osovani (i cosiddetti fazzoletti verdi) per mano di partigiani garibaldini comunisti, con l’accusa di intelligenza col nemico.
Porzûs - Roberto Volpetti, con la giacca, e Paride Cargnelutti al convivio dei soci dell'APO

A guidare il gruppo dei soci APO era Roberto Volpetti, vice presidente dell’APO. Erano presenti nel momento conviviale anche Bruna Zuccolin, presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), assieme a Elio Varutti, vice presidente ANVGD di Udine e altri soci del sodalizio. Tra i presenti c’era anche Paride Cargnelutti, consigliere regionale, che ha voluto salutare il pubblico nel capannone di Mario.
Negli stessi momenti saliva alla malghe di Porzûs per rendere omaggio ai partigiani trucidati anche Silvio Berlusconi, con vari esponenti di Forza Italia. La visita del cavaliere non è stata del tutto gradita, tuttavia, da Paola Del Din, quasi di 95 anni, insegnante e partigiana medaglia d’oro al valor militare, come ha riportato il «Messaggero Veneto» del 27 aprile 2018.

Come avvenne l’eccidio del 1945
Nella strage morì anche Guido Pasolini, fratello del celebre poeta, scrittore e regista Pier Paolo Pasolini. Un reparto di oltre cento garibaldini comandati da Arturo Toffanin (il suo nome di battaglia è “Giacca”) sale alle malghe di Porzûs. Per i più pignoli si ricorda che il toponimo è Topli Uorch, comune di Faedis. Fanno finta di essere sbandati, per non insospettire i dirigenti osovani. Arrivati alle malghe i garibaldini uccidono Francesco De Gregori, Gastone Valente, una donna e un partigiano garibaldino. Quest’ultimo era riuscito a scappare da un treno della deportazione e poi aveva ricevuto l’ordine di raggiungere il comando partigiano più vicino, che era appunto quello di De Gregori. Proprio De Gregori (parente omonimo del celebre cantautore) era stato da poco nominato capo di stato maggiore della formazione.
Aldo Bricco, nuovo comandante della I brigata Osoppo – come si legge nel sito web dei partigiani dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) – si salva per puro caso. Altri quattordici partigiani osovani sono portati a valle e trucidati nei giorni successivi. Il commissario politico delle Garibaldi Friuli, Mario Lizzero, da sempre favorevole al comando unificato con le Osoppo, riesce a rimediare alla frattura, che rischia di spaccare definitivamente la Resistenza nell'area. Nel dopoguerra, Toffanin – che si rifugia in Jugoslavia, dove morirà di vecchiaia – e due dirigenti del PCI di Udine sono condannati per l’eccidio.
Roberto Volpetti. Fotografia di B. Zuccolin
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. V. Fotografie di E. Varutti ove non altrimenti indicato.

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