mercoledì 28 giugno 2017

Apertura al Centro Profughi Giuliano Dalmati di Padriciano, museo a Trieste

L’Unione degli Istriani ha comunicato che il Museo di Padriciano sarà aperto sabato 1 luglio 2017, dalle ore 10 alle 13. È conosciuto anche come ex Campo profughi istriani e dalmati. Padriciano è una frazione del Comune di Trieste.

Si ricorda che si tratta di un Museo di Carattere Nazionale. È noto col nome di C.R.P. di Padriciano (Centro Raccolta Profughi). È l’unico allestimento espositivo in Italia di questo genere. È situato in un’area esclusiva che conserva inalterata la sua struttura originaria. Aperto nei primi anni Cinquanta, è stato dismesso verso il 1975.
Il Museo di Carattere Nazionale C.R.P. di Padriciano è, quindi, una meta obbligata per chi volesse conoscere o approfondire il dramma dell’esodo giuliano dalmata. In queste sale espositive il visitatore può farsi un’idea precisa e circostanziata della difficile accoglienza riservata agli esuli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in fuga dalle persecuzioni della Jugoslavia di Tito.
All’ingresso dell’area museale si può notare una tabella multilingue: inglese, tedesco e sloveno. Il museo è una zona ad alto interesse culturale e turistico. Anche il sito web di questo museo è multilingue.

Scolaresca in visita al Museo del Campo Profughi di Padriciano nel 2011. «Il museo di Padriciano, tra i simboli dell’esodo giuliano-dalmata, è un luogo unico, in quanto tocca le corde dell’animo, infonde un impatto emotivo che altri monumenti non possono rappresentare». Dal sito web: Associazione Culturale “Cristian Pertan”, che si ringrazia per la diffusione e pubblicazione dell’immagine

Come nacque il museo
Nel 2004 in questi ambienti del Campo profughi fu allestita una mostra permanente dall’Unione degli Istriani sui fatti dell’esodo giuliano dalmata. Fu un esperimento riuscito. Il Museo di Carattere Nazionale C.R.P. di Padriciano è oggi una delle strutture più visitate nella provincia di Trieste. Costituisce una tappa fondamentale nell’ambito dei "viaggi della Memoria", che fanno del capoluogo giuliano un sito unico in Italia. Hanno già fatto visita qui numerose scolaresche, coi loro professori, gruppi di alpini dell’ANA ed altri gruppi legati all’associazionismo giuliano dalmata, come l'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD).
Il comprensorio venne progettato quale installazione periferica per le forze armate angloamericane di stanza nel Territorio Libero di Trieste (1945-1954). Ben presto dismesso, venne prontamente riutilizzato per far fronte all’emergenza profughi, sempre più pressante a partire dagli anni ’50, con dei picchi nel 1954-55 (Esodo dalla Zona B, passata alla Jugoslavia). Fu una delle infrastrutture militari alleate che, come previsto dai protocolli connessi al passaggio della Zona A del Territorio Libero di Trieste all’Italia, venne destinata al ricovero ed all’assistenza dei profughi istriani che transitavano sul territorio per venire smistati nei 140 Centri Raccolta Profughi della penisola. Oltre cento mila di loro passarono per il Centro di Smistamento Profughi di Udine, che operò dal 1947 al 1960, nella parte meridionale del capoluogo friulano.

Una sala del Museo di Padriciano, ex Campo Profughi istriano dalmati

L’intera superficie del Centro di Padriciano, dismesso come già accennato nei primi anni ’70, è tuttora delimitata dalla recinzione originaria. Il campo profughi, pur essendo state demolite le baracche in legno modello "Pasotti", conserva inalterata la sua struttura originaria. Si tratta di uno dei pochissimi campi profughi del territorio nazionale che non abbiano subito modifiche o stravolgimenti dopo la cessazione del loro utilizzo.
Il campo era dotato di un ingresso principale situato nella zona centrale del complesso. L’entrata al campo era dotata di un varco a doppia cancellata, ove era situato anche il posto di controllo della Polizia Civile, annesso alle palazzine in muratura dell’amministrazione.

Bella cartolina degli anni '50 sul Campo Profughi di Padriciano. Si ringrazia per la pubblicazione e diffusione il sito web: a Trieste.eu


C’erano ben diciotto Centri Raccolta Profughi a Trieste nel dopo guerra. Ciò secondo i dati della Prefettura del 20 ottobre 1958, come riportato nel volume a cura di Piero Delbello, a pag. 116, col titolo: C.R.P. Centro Raccolta Profughi. Per una storia dei campi profughi istriani, fiumani e dalmati in Italia (1945/1970), edito dal Gruppo Giovani dell’Unione degli Istriani e Istituto Istriano-fiumano-dalmata, Trieste, 2004.

Come arrivarci
Il Museo C.R.P. di Padriciano è situato sulla strada provinciale che da Opicina porta a Basovizza. Per chi voglia recarvisi in automobile provenendo dalla città, conviene innanzitutto raggiungere il ciglione carsico lungo l’itinerario via Fabio Severo, strada per Opicina, via Nazionale, superare il quadrivio che conduce da un lato all’autostrada per Venezia e dall’altro al porto, continuare diritti e, giunti nel centro della frazione di Opicina, svoltare a destra in direzione Basovizza.
Provenendo invece dall’autostrada, dopo la barriera del Lisert si prosegue lungo il raccordo autostradale in direzione Trieste - Porto e Zona industriale, si evita il bivio per il valico di Fernetti che condurrebbe a Lubiana, si prosegue fino all’uscita di Padriciano. Arrivati sulla strada provinciale si prosegue a destra in direzione Basovizza e dopo circa 900 metri, passato l’abitato di Padriciano, si trova sulla sinistra l’entrata dell’ex campo profughi.
Con i mezzi pubblici il sito è comodamente raggiungibile con il bus n. 39, il cui capolinea si trova in piazza della Libertà (Stazione Centrale).
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Informazioni
www.padriciano.org è il sito dove potete prenotare una visita per il museo Centro Raccolta Profughi. Ci sono tutte le informazioni e potete anche lasciare un vostro ricordo. 
In alternativa vi potete rivolgere telefonicamente dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.30 o il sabato dalle 10 alle 12 al numero 040.636.098. Vale la pena visitarlo.
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Riferimenti bibliografici nel web
Per comporre questo articolo e per le immagini ci si è avvalsi del sito web del museo di Padriciano, che si ringrazia per la presente diffusione e pubblicazione in Internet, ove non altrimenti indicato. Lo stesso museo ha pure un profilo in Facebook con originali commenti, filmati e immagini.

Ex campo profughi di Padriciano, uno dei simboli dell’esodo”, «Il Piccolo», 5 gennaio 2015.

Il campo profughi di Padriciano, filmato su youtube, 2009.


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Redactional e networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti, in collaborazione con E. Varutti.

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