Volendo smagnazar, questa xe l’ocasion bona. El schmarm (fritaia
dolce), nela fotografia, el xe servido con frutta cota (pesche e prugne) con
poco zucaro, speziada al zenzero e canela.
Si ringrazia per la collaborazione la signora Daniela
Conighi.
Storia del dolce
Di tradizione austriaca, è a base di uova fritte, farina,
latte e uvetta. Si presenta sminuzzato e cosparso di zucchero velo,
accompagnato da composta di mele o altra frutta (in Istria, Fiume e Dalmazia) oppure di ribes o
di mirtilli (a Bolzano, Merano, Dobbiaco).
Come scrive Gottardi, nato a Fiume nel 1925, lo Schmarm è
citato nel ricettario di Caterina Prato, che superò le 25 edizioni in tedesco e
italiano tra la metà e la fine dell’Ottocento. Nel Novecento poi le riedizioni
sono infinite. La parola tedesca prevede la lettera “n” finale: Schmarn (che
vuol dire: spalmare). Nei dialetti
istro-veneti parlati da Trieste fino a Zara, Spalato e Sebenico è sempre detto:
Schmarm. C’è la lettera “m” nel finale, forse perché nei dialetti
istro-dalmatici è più confortevole il suono “rm”, piuttosto del teutonico “rn”.
Lo Schmarm era un ripiego. Nel preparare le palacinche
succede che si rompano, soprattutto quando l’uso delle uova era limitato, per sparagnar. Così le cuoche passavano
a preparare lo Schmarm, con i tochi de
palacinca. Anche se di antica tradizione, lo Schmarm non era tenuto in
grande considerazione. A Vienna, infatti, con la parola si intende una cosa di
poco conto o una sciocchezza.
Se arricchito con noci tritate, canditi e pinoli questo
curioso dessert diviene il Kaiserschmarren,
ossia: frittata dell’imperatore (come traduce: Mariella Devescovi Damini, Pasticceria triestina, Trieste, Ediz.
Italo Svevo, 2007, pag. 137). Il cenno va all’imperatore Francesco Giuseppe,
Pepi Mustacion. Non è documentato, tuttavia, e resta una leggenda, con una
serie di varianti pittoresche, se non contraddittorie.
La ricetta del Gottardi
Ingredienti: panna liquida, 150 gr di farina, tre tuorli, ½
litro di latte, tre albumi montati a neve, zucchero velo, uvetta, noci tritate,
canditi, pinoli, frutta cotta, zabaione.
Preparazione: mescolare fino alla consistenza della panna
liquida, 150 gr di farina, 3 tuorli e ½ litro di latte. Fate riposare la
pastella per ½ ora. Aggiungere le 3 chiare d’uovo montate a neve e friggere a
grosso spessore da entrambe le parti. Quando il preparato prende la forma di
una focaccia, si spezza con la spatola fino a ridurla in dimensioni di
noccioline. Durante lo spezzamento si rosola e si aggiunge lo zucchero velo,
che si caramelli un po’. Aggiungere alla fine l’uvetta, le noci, i canditi e i
pinoli. Ecco la pasta sminuzzata imperiale.
Si può servire da solo (che è già abbastanza), o con
l’aggiunta di frutta cotta o zabaione. Alla frutta cotta (mele, prugne, pesche,
mirtilli, ribes…) c’è chi aggiunge una spruzzata di zabaione, oppure liquore
all’arancia, o grappa d’albicocche ungheresi.
Variante della Nonna
Amalia di Fiume
La frutta cotta che funge da accompagnamento, nella variante
di Nonna Amalia R. da Fiume, prevede l’uso delle ciliegie con poco zucchero
(ricettario privato).
Bibliografia e
sitologia
- Mariella Devescovi Damini, Pasticceria triestina, Trieste, Ediz. Italo Svevo, 2007, pag. 137.
- Francesco Gottardi, Come
mangiavamo a Fiume nell’Imperial Regia Cucina Asburgica e nelle zone limitrofe
della Venezia Giulia, Treviso, AG Edizioni, 2005, pag. 172-173.
- Katharina Prato, Die
Süddeutsche Küche, Graz, Verlagsbuchhandlung Styria, 1898.
- La ricetta del sito web giallozafferano.it prevede l’uso di
rum e la riferisce alla sola tradizione altoatesina. Poi ci sono numerosi altri
siti web che citano il Kaiserschmarren.
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