È stato come immergersi in un Amarcord di memorie piene d’incanto,
nonostante il maltempo. “Sono felice di portare il saluto dell’Amministrazione
comunale a questa bella mostra fotografica – ha detto Fabrizio Cigolot, assessore alla Cultura del Comune di Udine, perché sono convinto, come pure il
sindaco Fontanini, che è necessario dare spazio alle piccole realtà di
periferia, come questa, con iniziative
legate al territorio”.
L’assessore Cigolot ha voluto così inaugurare, il 24 agosto 2018, la
mostra fotografica nell’asilo “E. Linda” di San Pio X, in Via Mistruzzi, visitabile
durante i festeggiamenti della tradizionale sagra di Baldasseria, 23-26 agosto
2018.
L’originale
rassegna è stata organizzata dal Gruppo culturale “A. Orzan” della Parrocchia
di San Pio X, assieme al Comune di Udine. Dalla scorsa primavera i membri del
circolo hanno raccolto le vecchie immagini dagli album di famiglia gentilmente
imprestate dalla popolazione della zona. La rassegna espositiva è intitolata
“Baldasseria 1946-1970. Immagini di un quartiere a Udine sud”. È già stata proposta alla gente del quartiere
dal 4 maggio al 15 giugno 2018 nel corridoio della Biblioteca di
Circoscrizione, in via Pradamano 21.
Ritorniamo
all’evento della serata del 24 agosto. Ha aperto l’incontro Guglielmo Cocco,
delegato pastorale della parrocchia di S. Pio X, mancando il parroco. “Siamo
onorati della presenza dell’Assessore Cigolot a questa inaugurazione – ha detto
Cocco – per un’iniziativa svolta grazie all’importante sostegno
dell’Assessorato alla Cultura, che mi auguro possa continuare, perché noi siamo
disponibili a questo genere di collaborazione con le istituzioni”.
Udine, 1961, Via Bombelli - L'ostensorio, il baldacchino, le bambine della prima comunione e don Adelindo Fachin in preghiera sulle scale della nuova chiesa di S. Pio X. Proprietà della fotografia M. A. De Luca
La parola è
poi passata al professor Elio Varutti, del gruppo parrocchiale culturale. “La maggior
parte delle fotografie ha interesse per i familiari, per i gruppi di amici, per
la vita della parrocchia, sorta nel 1958. A guardarle bene queste immagini ci
danno molte altre informazioni. Sono di grande interesse documentario per
conoscere la religiosità, gli abbigliamenti, gli svaghi, le abitazioni e i
lavori dell’epoca. Ci sono le bande di ragazzi. Negli anni Sessanta c’erano
tanti giovani. C’è la vita contadina, orgoglio ancor oggi della zona”.
L’esposizione
ha come riferimento temporale il periodo che va dagli anni del dopo guerra fino
al 1970. È un periodo in cui gli storici accademici tacciono. Si esce da una
guerra persa e da una guerra civile. Cambia pure lo stato, si diventa una
repubblica. C’è la ricostruzione e poi il boom economico con il potere politico
democristiano. Non bisogna intristire il popolo parlando di campi di
concentramento e di campi profughi istriani. Non si deve disturbare la
Jugoslavia di Tito, che si distacca sempre più decisamente dalla politica
dell’URSS. Nei bar compaiono i primi apparecchi televisivi, più tardi ci sono
la contestazione del ’68, la minigonna e i Beatles.
Comunque in Via Pradamano nella ex-GIL, come dicono i vecchi della zona, ha funzionato dal 1945 al 1960 il Centro di Smistamento Profughi giuliano dalmati. Era uno dei più grandi d'Italia. Accolse bene o male oltre 100 mila esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia, in fuga dalle vessazioni titine.
Comunque in Via Pradamano nella ex-GIL, come dicono i vecchi della zona, ha funzionato dal 1945 al 1960 il Centro di Smistamento Profughi giuliano dalmati. Era uno dei più grandi d'Italia. Accolse bene o male oltre 100 mila esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia, in fuga dalle vessazioni titine.
La parrocchia sostanzialmente aveva tre gruppi sociali: contadini,
statali e profughi istriani. C’erano anche degli operai, ma finito il lavoro in
fabbrica o in cantiere, dedicavano molte più attenzioni all’orto, “al vignâl,
al purcit e al gjalinâr” (alla vigna, al maiale e al pollaio).
Mularie di Baldassarie e di S. Pio X in vacanza montana nel 1965 mentre si esercita forse per il palo della cuccagna alla successiva sagra di Baldasseria. Proprietà della fotografia di Vittorina De Luca
Riguardo alla nascita della parrocchia di S. Pio X Papa si vuole ribadire
l’anno 1958, non come ha scritto Giuseppe De Piero, facendola sorgere dopo.
Vedi:
Antiche parrocchie della città di Udine.
Chiese, monasteri, ospedali, oratori, cappelle, ospizi e collegi, Udine, Graphic Studio,
1982. Come emerge dall’Archivio della Parrocchia di S. Pio X, il decreto
arcivescovile di costituzione della nuova parrocchia di S. Pio X, per
smembramento dalla parrocchia della Beata Vergine del Carmine, è del 7 ottobre
1958. La firma è di monsignore Giuseppe Zaffonato.
Udine, 24 agosto 2018 - Inaugurazione della mostra fotografica in S. Pio X con l'assessore comunale alla Cultura Fabrizio Cigolot, di spalle, Elio Varutti, Guglielmo Cocco, Gregorio Zamò e Marino Visintini. Fotografia di Daniele Tosoratti, che si ringrazia per la diffusione nel web
Lo scorso 1° giugno c’era stata anche un’affollata proiezione di
diapositive nella sala parrocchiale. In quell’occasione l’architetto Giorgio
Ganis, assieme ad altri relatori, ha presentato il materiale oggetto della
ricerca del gruppo parrocchiale. “La mostra di fotografie descrive – aveva
detto l’architetto Giorgio Ganis – con quasi sessanta pannelli e oltre 200
fotografie, la vita della zona di Baldasseria nei 25 anni del secondo dopo
guerra, dal 1946 al 1970. In quel tempo i casali si trasformano in un moderno
quartiere densamente abitato e ricco di attività commerciali e industriali”. La
relazione di Ganis si intitolava: “Là dove c’era l’erba… l’evoluzione
urbanistica del quartiere”.
Cartolina coll’interno della chiesa di S. Pio X, progetto Giacomo Della Mea, anni '50 (non realizzato). Si nota l'altare tradizionale, mentre nella nuova chiesa l'altare è preconciliare, segno del dibattito teologico seguito da don Adelindo Fachin sulla costruzione dei nuovi edifici di culto. Collezione E. Varutti
La mostra di fotografia sta generando un forte dibattito in parrocchia,
con l’apporto di nuove immagini da parte di altre famiglie, che si ringraziano.
Come mi ricorda Giorgio Romanello “abbiamo vinto tre volte il campionato in
città con la squadra di calcio della parrocchia nel periodo 1965-1967 e noi
ragazzi facevamo paura alle altre compagnie, perché don Adelindo sapeva tenerci
uniti”. Il trofeo oggi fa la sua bella mostra all’osteria “Fusâr”, in Via
Pradamano. “Mi ricordo che, nel 1964, quando c’era una partita da fare –
aggiunge Romanello – don Ruggero Facco prendeva la sua bicicletta e faceva il
giro delle case dei calciatori da convocare”. Era una squadra con tanta voglia
di giocare. Qualcuno, don Ruggero, doveva toglierlo dal lavoro nei campi, con
le proteste del suo babbo, altrimenti non si poteva fare la partita. C’è una
fotografia che ritrae questa squadra pioneristica del 1964 per il torneo Blasoni. Una maglietta a righe, una a
tinta unita, qualcuno aveva i calzoncini chiari, altri li aveva neri. Carlo Comin,
Gianfranco Lazzaro, Daniele De Fazio, Giorgio Romanello, Elvio Vendrame i
fratelli Di Florio: questi sono solo alcuni nomi di quei campioni.
La mostra di fotografie di S. Pio X, infine, si è arricchita di una
ventina di nuove fotografie su pannello di cm 20 x 30 circa. Grazie al signor Luca
Ligutti, alle famiglie De Luca, primi parrocchiani e ai loro discendenti per il
contributo spontaneo alla rassegna.
“Queste sono le nostre facce – ha concluso Varutti – è questo il nostro
quartiere. Qui ci sono i pimpanti chierichetti di don Adelindo Fachin (Tarcento
1922 - Udine 1966), primo parroco amatissimo da tutti, che teneva uniti
contadini, statali e profughi istriani dentro e fuori della chiesa”.
Benito Dorigo con un suo gigantesco paesaggio, olio su tela. Il pittore, da giovane, è stato bassista del noto gruppo musicale dei Gabbiani, 1964. Fotografia di Leoleo Lulu, che si ringrazia per la concessione alla diffusione e pubblicazione
Tra il pubblico si sono notati alcuni insegnanti dell’Università della Terza Età di Udine e Marino Visintini, esponente ambientalista. In seguito l’assessore Cigolot è stato accompagnato dalla
pittrice Patrizia Ruggeri a visitare la mostra d’arte, allestita sempre negli
spazi dell’asilo Linda. Con il titolo “Estate in arte Baldasseria” è già il
terzo anno che la parrocchia di S. Pio X, con il coordinamento della Ruggeri,
avvicina artisti italiani affermati ed emergenti.
Tra le opere in esposizione, oltre agli acquerelli affascinanti della stessa Ruggeri, si possono vedere i grandi quadri ad olio di Benito Dorigo e le ceramiche marina di Aldo Suraci, nato a Fiume e socio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) di Udine.
Tra le opere in esposizione, oltre agli acquerelli affascinanti della stessa Ruggeri, si possono vedere i grandi quadri ad olio di Benito Dorigo e le ceramiche marina di Aldo Suraci, nato a Fiume e socio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) di Udine.
Il volantino della sagra con la riproduzione della Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Baldasseria, opera di Patrizia Ruggeri del 2018 e qui sotto la parte retrostante del foglietto col programma degli ultimi due giorni di feste
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Sitologia
- E. Varutti, Apre la mostra di fotografie su Baldasseria 1946-1970 a Udine, on-line dal 6 maggio 2018.
- E. Varutti, Amarcord in diapositive in parrocchia a San Pio X col Gruppo “A. Orzan”, Udine, on-line dal 2
giugno 2018.
- E. Varutti, Baldasseria 1946 1970.immagini di Udine sud, Slideshare, on-line dal 23 giugno 2018.
- Emiliano Foramiti, In viaggio per la periferia di Udine: la borgata di Baldasseria, «Il Paîs. Gente della
nostra terra» on-line dal 20 agosto 2018.
Cappella S. Pio X, Prima comunione, 1959 con un contento don Adelindo Fachin parroco. I
mattoni se li è raccolti e riciclati lui dalle case bombardate di Via Aquileia. Archivio
parrocchiale di S. Pio X, Udine
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano
Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie da collezioni private citate
nell’articolo, come Vittorina De Luca, M. A. De Luca e dall’Archivio parrocchiale di S. Pio X, Udine. Altre fotografie di Leoleo Lulu e di Daniele Tosoratti. Per la
collaborazione prestata si ringraziano Gregorio Zamò, Luca Ligutti e Bruno Perissutti, esule da Zara.
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