Partono quasi in sordina certe rassegne
d’arte.
È il caso della
mostra intitolata “Opere
del Simposio di mosaico città di Udine 2017” svoltasi per un solo giorno nella
chiesa di Santa Maria degli Angeli di Baldasseria, suburbio a sud di Udine.
Nella giornata di sabato 8 settembre 2018 si sono potuti rivedere sette
splendidi mosaici di altrettante artiste straniere talentuose, per l’organizzazione dell’Associazione Insieme con Noi, di Udine.
Udine, Chiesa di Baldasseria, Opere del Simposio di mosaico città di Udine 2017. Fotografia di Leoleo Lulu
La finalità dell’evento, è stato detto nel 2017, era di realizzare delle opere
sul tema della Via Crucis per la
chiesetta sita in Via Baldasseria Media, nella parrocchia di San Pio X. La
grande esperienza artistica e spirituale si era svolta nel laboratorio musivo
del maestro Giulio Menossi, in Via Zoletti, a Udine, che ha contattato le
artiste straniere.
Varcato l’uscio della ottocentesca chiesetta, si
vede la prima opera in esposizione; è di un’artista turca. Ha impostato un gioco geometrico
con rombi, triangoli e perimetri ogivali a colori blu, rosso, bianco e
sfumature varie, con una prorompente tridimensionalità. Tutto ripetuto due volte. La stazione della Via Crucis da lei
sviluppata riguarda il fatto che “Gesù cade per la seconda volta”, che è proprio il titolo
del suo lavoro.
Bahriye Güler, “Gesù cade per la seconda
volta”, Istanbul (Turchia). Fotografia di E. Varutti
La
mosaicista di Istanbul (Turchia)
è Bahriye Güler. Come capita a diversi mosaicisti
d’oggi, impegnati in senso estetico, l’artista utilizza pezzi di varia natura e
anche riciclati, oltre alle classiche paste vitree. Vuole rappresentare la
caduta di Cristo con la croce non solo una volta, ma due, poi c’è il coraggio
di rialzarsi, nonostante i peccati dell’umanità. È la settima stazione. “Non
importa quanto ti senti umiliato – sostiene Bahriye Güler, proponendo un
messaggio di grande umanità – puoi sempre alzarti e aiutare gli altri a
sollevarsi”.
Kelley Knickerbocker “Rivelato / Revealed”, Seattle, USA. Tema della sesta stazione: “Veronica
asciuga il volto di Gesù”. Fotografia di E. Varutti
A
seguire, si può ammirare l’opera di un’americana di Seattle. Il titolo
è conciso, ma assai significativo
e pregnante “Rivelato / Revealed”. Si passa al tema della sesta
stazione, che è: “Veronica asciuga il volto di Gesù”. La propone in mostra
Kelley Knickerbocker, degli Stati Uniti d’America. Nelle sue opere predilige i
colori bianco, nero e varie sfumature di grigio. L’artista vuole attirare
l’attenzione del visitatore alla sua composizione e la sua struttura a tasselli
irregolari. L’artista ha grattato via “la superficie lucida del granito e della
ceramica – ha sostenuto – nella parte centrale della croce per rivelarne la
ruvida bellezza che vi si nasconde”.
Liliana
Waisman, Argentina, “Gesù è
aiutato dal Simone di Cirene (Cireneo) a portare la Croce”. Fotografia di E. Varutti
Si
passa alla opera successiva che è di una mosaicista di Buenos Aires. È Liliana Waisman, dell’Argentina, che ha prodotto un mosaico leggerissimo, operando con
una serie di resine autoprodotte e oro, scegliendo e mescolando le tonalità del
colore. Al centro della composizione musiva spicca una croce. La Waisman, che è
pure architetto, sostiene che il suo sia “mosaico espacial”, perché in effetti
le parti dell’opera si lanciano nello spazio, nell’aria e nel vuoto. “Gesù è
aiutato dal Simone di Cirene (Cireneo) a portare la Croce” è il soggetto della
quinta stazione della Via Crucis. “Ho volutamente scelto una forma molto
complessa – ha scritto la Waisman – una struttura tridimensionale per dare il
senso del movimento e di avvicinamento alla croce”.
Marwa Qendeel, Il Cairo, Egitto, “Gesù incontra
sua Madre”. Fotografia di E. Varutti
L’arte musiva ha coinvolto poi
un’egiziana, de Il Cairo. Si tratta di una mosaicista raffigurativa. È Marwa Qendeel, che ha costruito con le sue tessere vitree due volti, uno dei quali è
il Cristo, seppur raffigurato per tre quarti. “Gesù incontra sua Madre” è
proprio il titolo della quarta stazione e della medesima opera, che fa capolino
da un sacco di juta, per ricordare i materiali poveri.
Erin Pankratz, Edmonton, Canada, “Gesù cade per
la prima volta / Jesus falls the first time”. Fotografia di E. Varutti
La terza stazione si intitola: “Gesù
cade per la prima volta / Jesus falls the first time”. Questo tema è stato affrontato
da un’artista del Canada. C’è un’informale esplosione di colori nella sua
opera. Si chiama Erin Pankratz ed è di Edmonton. Cura soprattutto il “tema
dell’avversità”, utilizzando la tecnica della malta colorata, smalti,
porcellana non smaltata, pietre, marmo, granito, smalti dorati ed eco smalto,
secondo un refrain di reminiscenza aquileiese, mi sia consentito di osservare.
Isidora Paz Lopez, Santiago del Cile, “Sanguina
ancora / Still Bleeding”. Fotografia di E. Varutti
Poi ci si imbatte in un lavoro
di un’artista di Santiago del Cile. Isidora Paz Lopez è il suo nome ed il
titolo del suo apprezzabile lavoro è “Sanguina ancora / Still Bleeding”. Mette
in mostra una pergamena, con tanto di mappa dove Gerusalemme spicca in modo
chiaro. Viene così rappresentata la seconda tappa della Via Crucis con “Gesù
caricato della Croce”, con la tecnica della ceramica Raku, smalti marmo e molte
pietre. Queste stupenda scalpellina, mi permetto di chiamarla in questo modo, ha
tratto ispirazione “da un’antica mappa di Gerusalemme che indicava la Via Dolorosa”. Ecco spiegato il motivo per cui spicca nell’opera uno squarcio rosso
con un groviglio di spine. È la ferita nell’atroce crocifissione di Gesù “una
ferita – ha sostenuto la Lopez – che
anche dopo duemila anni continua a sanguinare”.
Anabella Wewer, da Caracas,
Venezuela, “Conseguenze / Consequences”. Fotografia di E. Varutti
Si passa così a vedere la prima
stazione della straordinaria Via Crucis
di Baldasseria. Apprezziamo nel lavoro di Anabella Wewer, da Caracas,
Venezuela, le tessere musive dai colori a pastello, che fanno fuggire
l’osservatore dalla realtà per la sofisticata scelta degli accostamenti. La sua
opera si intitola “Conseguenze / Consequences”. Il tema da lei sviluppato è
quello di “Gesù è condannato a morte”. Ci sono vari materiali, pigmenti smalti
e marmo. “Nell’opera ho inserito – ha affermato la Wewer – tre tessere dorate
dove io immagino dovesse essere il cuore di Cristo, per onorare la tradizione
italiana di usare oro per valorizzare un mosaico, inconsciamente ho così
rappresentato la Trinità”.
Ore 14,30 - Le artiste americane in visita con Giulio Menossi, primo a sinistra. Fotografia dell'Associazione Insieme con Noi di Udine, che si ringrazia per la pubblicazione
Si ricorda, infine, che all’interno
del progetto artistico coordinato dall’Associazione Insieme con Noi c’è stato
il coinvolgimento di 22 soggetti disabili del Centro Servizi Riabilitativi
Educativi (CSRE) di Via Laipacco, 253 con la sezione di lavoro
intitolata “Il mosaico: veicolo di incontro e di integrazione sociale”.
Pubblico alla mostra verso le ore 10. Fotografia di E. Varutti
Come
mai anche questo aspetto? “Abbiamo proposto alle persone svantaggiate – aveva
detto nel 2017 il maestro Giulio Menossi, direttore artistico del simposio
– di costruire un mosaico sulla falsariga del Gallo e della tartaruga di
Aquileia e c’è stata molta partecipazione e pure questo piccolo
esperimento di laboratorio viene mostrato alla popolazione all’interno del
simposio”.
Sitologia
Elio
Varutti, Alta creatività nel Simposio musivo di Udine, on-line dal 9 ottobre 2017.
La Chiesa di Baldasseria a Udine. Fotografia di Leoleo Lulu
Nella stessa
giornata di visita di questa Temporary
exibition, sono passati alcuni artisti niente meno che dagli Stati Uniti d’America. Non erano tre o quattro visitatori, perché sono arrivati addirittura in pullman, con il
maestro Giulio Menossi che faceva da dotto accompagnatore. Complimenti agli
organizzatori che hanno saputo coinvolgere anche gli artisti degli USA.
Udine, 8 settembre 2018. Chiesa di Baldasseria. Il gruppo di 22 artisti visitatori dagli USA, con Germano Vidussi, presidente dell'Associazione Insieme con Noi, primo a destra e il maestro Giulio Menossi, al centro con camicia, barba e scarpe chiare. Fotografia dell'Associazione Insieme con Noi, che si ringrazia per la diffusione e pubblicazione. C'è anche un video di tale visita, diffuso in Facebook, clicca qui per vederlo.
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Servizio giornalistico e di
Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di
Leoleo Lulu, che si ringrazia per la gentile concessione alla pubblicazione e
diffusione. Altre fotografie di E. Varutti e anche dell'Associazione Insieme con Noi di Udine.
Fotografia di E. Varutti
Le firme, i saluti e i complimenti sul libro dei ricordi della mostra di Mosaici in Baldasseria 2018. Fotografia dell'Associazione Insieme con Noi, di Udine che si ringrazia per la diffusione.
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