“Friuli 1866-2016
Dall'entrata del Friuli nell'Italia ai giorni nostri", questo il titolo
della seconda conferenza organizzata dal Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Cultura e la Lingua del Friuli (Cirf) dell’Università di Udine e
dall’Istituto Statale di Istruzione Superiore “B. Stringher” di Udine, tenutasi
martedì 24 maggio 2016 presso Palazzo di Toppo Wassermann di via Gemona a Udine nella
stupenda cornice affrescata della Sala del Consiglio.
Il tavolo dei relatori: Carlo Rosario Porcella, Anna Maria Zilli e Guido Bulfone. Fotografia di Elio Varutti
La conferenza, basata
sulla memorialistica, che ha toccato tematiche della storia e delle condizioni
sociali ed economiche del Friuli dal passaggio all'Italia dall'Impero Austriaco in quel
fatidico 1866 financo alle due guerre mondiali, ha visto un ricco carnet di
interventi anticipato da una breve chiosa di tre ragazzi del gruppo teatrale
dello Stringher, coordinato da Luca Martini e Maria Pacelli. Gli allievi Federico Polli, Jacopo Zuccato e Noemi Mion hanno interpretato uno
stralcio tratto dal libro La scelta
di Stefano Menis, scritto sulla base del memoriale di Ferdinando Pascolo, reduce
della campagna di Russia.
Tra il pubblico in sala si nota, primo a destra, Vincenzo Rossi, presidente del Club Cortonesi Toscani Amici FVG.
Fotografia di Elio Varutti
Tra i relatori la Dirigente Scolastica dello
Stringher Anna Maria Zilli, attiva promotrice dell'iniziativa, che ha trattato
i temi della "Memorialistica in Friuli. La scelta di Stefano Menis tratta
dal memoriale di Fernando Pascolo ‘Silla’ e altri scritti". È seguito
l'intervento dell'ingegner Guido Bulfone, che ha trattato della "Storia
dei confini attraverso il francobollo e la corrispondenza". Lo storico e scrittore
Guido Aviani Fulvio ha invece portato l'attenzione su "Uno sguardo sul
Friuli dal 1866 alle due guerre mondiali". Il presidente dell'Istituto per
la storia del Risorgimento italiano, Carlo Rosario Porcella ha parlato infine
de "Il Friuli ai tempi di Quintino Sella" e del suo operato quale
commissario governativo.
I Nipoti di Zio Bonaldo durante la lettura scenica de La scelta di Stefano Menis. Il gruppo, coordinato dai professori Luca Martini e Maria Pacelli, è composto qui dagli allievi Federico Polli, Jacopo Zuccato, al centro, e Noemi Mion.
Fotografia di Elio Varutti
1. Si
può fare storia partendo da un francobollo?
Cronaca e commenti. Si
può fare storia partendo da un francobollo? È quanto ha cercato di dimostrare
l’ingegnere Guido Bulfone, collezionista filatelico e di corrispondenze.
L’occasione per farlo gli è stata data dalla conferenza organizzata dal Centro
Interdipartimentale di Ricerca sulla Cultura e la Lingua del Friuli (Cirf)
dell’Università di Udine e dall’Istituto Statale di Istruzione Superiore
“B. Stringher” di Udine per martedì 24 maggio 2016. L’evento si è tenuto nella
gremita sala del consiglio di Palazzo di Toppo Wassermann, in Via Gemona. Era
intitolato “Confini. Friuli 1866-2016. Dall’entrata del Friuli nell’Italia ai
nostri giorni”.
Il relatore di storia
postale ha mostrato i primi francobolli del Regno Lombardo Veneto del 1850, per
passare alle affrancature della Grande Guerra, incluse le cartoline militari
con franchigia, ossia senza il costo del bollo. C’è stata persino la curiosità
di un francobollo emesso nel 1918 dal Comune di Udine, sotto l’occupazione
austro-tedesca, poiché in città erano terminati i bolli e gli occupanti erano
troppo presi a requisire di tutto e a portarselo via, anziché rifornire di
francobolli gli uffici addetti.
Una tappa è stata
riservata alle corrispondenze del litorale istriano, fiumano e dalmata dal 1918
al 1924, data della annessione di Fiume al Regno d’Italia, dopo la parentesi
della Reggenza del Carnaro, sotto la guida di D’Annunzio.
Anna Maria Zilli apre la conferenza del Cirf a Udine il 24.05.2016.
Fotografia di Elio Varutti
Non poteva sfuggire
all’occhiuto filatelico la posta nel periodo di Lubiana, provincia italiana,
dopo l’annessione al Regno d’Italia, 1941-1943. Poi si sono visti i bolli con
la sovrastampa della RSI. Quelli della RSI con sovrastampa partigiana. Quelli
italiani con sovrastampa del Governo Militare Alleato e del Territorio Libero
di Trieste.
Bulfone è stato
presentato da Anna Maria Zilli, dirigente scolastico dello “Stringher”, che ha
aperto i lavori del convegno con una relazione dal titolo: “Memorialistica in
Friuli. La scelta di Stefano Menis,
tratta dal memoriale di Ferdinando Pascolo ‘Silla’ e altri scritti”. La Zilli
ha trattato anche del progetto Umanità
dentro la guerra, da lei ideato nel 2011 a partire sempre dal memoriale di
Pascolo ‘Silla’. La preside Zilli ha anche portato i saluti di Matteo Tonon,
presidente dell’Associazione degli Industriali di Udine, impossibilitato a
partecipare per altri impegni e che aveva delegato un suo rappresentante
all’incontro di alto valore culturale.
Il tavolo dei relatori: Guido Aviani Fulvio, Carlo Rosario Porcella e Anna Maria Zilli.Fotografia di Elio Varutti
«Testimonianze e
biografie – ha detto Zilli – si intrecciano con la storiografia, ecco perché
nella nostra scuola facciamo storia con un approccio di laboratorio; cerchiamo
testimonianze, fotografie, cartoline, lettere, diari, per recuperare percorsi
altrimenti nascosti e confrontarli con la storiografia ufficiale. Vogliamo
scrivere nuove antologie con tali materiali». Ha poi citato alcuni memoriali,
donati di recente al Laboratorio di Storia dell’Istituto dall’Associazione
Partigiani Osoppo. Si tratta dei volumi di Dino Burelli, Redento Bello e Romano
Della Valentina.
Relazione del tutto originale
quella di Guido Aviani Fulvio, storico ed editore. Parlando a braccio e
dimenandosi per la sala, attirando così di più l’attenzione, il secondo
relatore in programma ha parlato in forma semplice e discorsiva del periodo
storico dal 1866 ai due conflitti mondiali del ‘900. Senza diapositive e senza
fogli.
I relatori: Guido Aviani Fulvio e Carlo Rosario Porcella.
Fotografia di Elio Varutti
Molto tecnico e
documentato è stato l’intervento di Carlo Rosario Porcella, presidente
dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Ha voluto enfatizzare
quanto poco interessasse all’Austria di tenersi le provincie venete, dopo la
Prima guerra d’Indipendenza. È stato ancora una volta abbattuto il mito che
vedeva i friulani star bene sotto l’Austria. Tutt’altro, c’erano tasse a non
finire e arretratezza economica da morire di fame o da emigrare in Argentina,
Brasile, Uruguay e USA. I friulani non volevano occuparsi di politica perché
l’Austria aveva ridotto le possibilità di autogoverno, dopo il 1859. La
politica monetaria era uno sfracello, con l’introduzione delle banconote, che
nessuno voleva poiché si svalutavano rispetto alle monete d’argento. L’usura
imperversava. L’obbligo militare era di otto anni. Carestie e epidemie erano
all’ordine del giorno: ecco cos’era l’Austria per il Friuli e il Veneto. Altro
che “Austria, paese ordinato”.
Nel 1866 con l’arrivo di
Quintino Sella, argomento centrale dell’intervento di Porcella, le cose
mutarono. Tre furono le richieste dei friulani all’Italia rappresentata dal regio commissario per la Provincia di Udine. Tutte e tre vennero
realizzate: una scuola tecnica commerciale industriale (istituita 13 giorni
dopo la domanda e più tardi fu chiamata “Antonio Zanon”), la ferrovia pontebbana (finita nel 1879) e un canale d’irrigazione (il Canale Ledra, terminato nel 1889).
Guido Bulfone. Fotografia di Elio Varutti
Il
dibattito intenso
Aviani ha chiesto se
nelle scuole si tratti la storia locale. Le ha risposto Anna Maria Zilli,
spiegando che in alcune realtà, come allo “Stringher” sia attivo un Laboratorio di Storia, che cerca di spiegare anche la storia del territorio. Le ha fatto
eco la professoressa Elisabetta Marioni, autrice con altri suoi colleghi di
“Ospiti di gente varia : cosacchi, esuli giuliano dalmati e il Centro di smistamento profughi di Udine 1943-1960", edito dall’Istituto
Stringher stesso, nel 2015.
È intervenuto poi
Gian Carlo Bertuzzi, per confermare che alcune esperienze interessanti ci sono, come a
Latisana e a Timau, nelle scuole medie di primo grado. Ha ricordato pure che
l’economia friulana si diresse nell’industria pesante, grazie ad investimenti
stranieri, che – citando Loris Fortuna – si portavano fuori anche i profitti.
Ha parlato in seguito
Vincenzo Rossi, presidente del Club Cortonesi Toscani Amici FVG, per ricordare
come tale sodalizio abbia operato in alcune scuole superiori di Udine
(Deganutti, Ceconi e Marinoni) con il progetto “Il piacere della lettura”,
ottenendo un discreto successo tra gli studenti.
Ha voluto poi portare il
suo gradito contributo Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine, ricordando che lo Stringher è una scuola partner di UNESCO, per le
interessanti attività didattiche orientate alla pace e alla solidarietà, come
ad esempio proprio il tema della Umanità dentro la guerra, conosciuto in campo nazionale ed anche all’estero, per
merito degli insegnanti del Laboratorio di Storia dell’Istituto Stringher e
della sua preside.
L'ingegnere Paolo Pascolo, presidente del Cirf, conclude la conferenza del 24.05.2016. Fotografia di Elio Varutti
Le conclusioni del
convegno sono state tratte dal professor Paolo Pascolo, direttore del Cirf, che
ha ricordato l’importanza delle conferenze intitolate “Confini”, organizzate
dall’Università di Udine, nel 150° anniversario della unificazione del Friuli
all’Italia, appunto 1866-2016.
L’interessante convegno è
stato aperto da una lettura scenica de “La scelta”, di Stefano Menis, opera
teatrale tratta dal memoriale di Ferdinando Pascolo ‘Silla’. Noemi, Federico e
Jacopo, tre attori studenti del gruppo teatrale “I Nipoti di Zio Bonaldo” hanno
letto con particolare intensità il singolare testo, con la regia della
professoressa Maria Pacelli, pure lei del Laboratorio di Storia dello
Stringher, di cui è referente il professor Giancarlo Martina.
I Nipoti di Zio Bonaldo all'opera (gruppo teatrale dello Stringher), in alto, e Anna Maria Zilli durante il suo intervento di apertura della conferenza sui Confini del 24.05.2016 a Udine.
Fotografia di Elio Varutti
---
Servizio giornalistico di Cristiano Meneghel.
Networking, commenti e fotografie di
Elio Varutti
Nessun commento:
Posta un commento