Oltre 25 persone hanno seguito la conferenza di Bruno
Bonetti, segretario dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD),
Comitato Provinciale di Udine.
Bruno Bonetti, a sinistra, Bruna Zuccolin e Elio Varutti. Fotografia di Fulvio Pregnolato
L’incontro formativo, di dimensione europea, si
è tenuto a Udine, sabato 23 settembre 2017, presso la sala San Cristoforo, in
Vicolo Sillio 4/b. L’iniziativa aveva per
tema “La Dalmazia. Croati, serbi e italiani”. È stata organizzata dall’ANVGD di Udine, in collaborazione
con i Comitati Provinciali dell’ANVGD di Trieste, Gorizia e Pordenone. Era
dagli anni 1960-1970 che non si svolgevano iniziative comuni tra i quattro
organismi ANVGD operanti in Friuli Venezia Giulia. Hanno collaborato all'iniziativa il Club UNESCO di Udine, ERAPLE e EFASCE.
Ci si potrebbe chiedere come mai Bonetti si sia occupato di
tale questione. Ebbene la risposta sta nei legami familiari e nella ricerca
delle radici da lui condotta nella Croazia di oggi nell’Archivio arcivescovile
di Zara, nell’Archivio di Stato di Zara e nell’Archivio di Stato di Spalato,
oltre che presso i vari parenti croati.
Una parte del pubblico in Sala San Cristoforo a Udine per la conferenza dell'ANVGD. Fotografia di Fulvio Pregnolato
Ha aperto la riunione Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD
di Udine, ricordando l’opera del compianto presidente Silvio Cattalini, esule
da Zara, per il dialogo e la pacificazione tra le due sponde dell’Adriatico.
La
Zuccolin ha poi voluto accennare ai prossimi appuntamenti del sodalizio degli
esuli. Si va dalla gita in pullman a Pirano, Parenzo e Isola d’Istria, sulle
orme di Beato Odorico da Pordenone, programmata per il 30 settembre 2017, poi
ci sono due conferenze per presentare il libro di Franco Fornasaro, con avi
istriani, intitolato Gli appunti di Stipe,
edito dall’ANVGD di Udine nel 2015.
Il primo incontro culturale si terrà il 5
ottobre 2017 a Pasian di Prato, presso la Biblioteca “Pier Paolo Pasolini”,
alle ore 18. La presentazione del volume di Fornasaro sarà replicata poi a
Martignacco il 27 ottobre 2017, presso la Biblioteca “Elsa Buiese” a Villa
Ermacora, alle 20,30.
Una parte del pubblico in Sala San Cristoforo a Udine per la conferenza dell'ANVGD. Fotografia di Fulvio Pregnolato
Ha poi avuto la parola il professor Elio Varutti, vice
presidente dell’ANVGD di Udine, per comunicare le attività del sodalizio nel
campo di social media. Dal 15 febbraio 2017 è stata creata una pagina su
Facebook, col nome “ANVGD Udine”, che conta 133 iscritti non solo dal Friuli,
ma anche dall’Italia e dall’estero (Spagna, Francia, Croazia, Argentina, USA). Con tale
strumento l’ANVGD di Udine è in contatto con le sedi consorelle di Gorizia, Trieste,
Arezzo e con qualche socio di Pordenone. Da 16 settembre 2017 è stato allestito
un profilo in Google con il nome di “ANVGD di Udine”, con 5 rubriche e vari “follower”
(seguaci). Il 3 agosto 2017 è stato attivato un gruppo di Yahoo, con l’appellativo di “Amici di ANVGD di Udine”; esso contiene vari materiali multimediali
riguardo alle attività dell’ANVGD di Udine e dell’esodo giuliano dalmata.
Ha poi preso la parola Bruno Bonetti tra l’attenzione totale
dei presenti, per descrivere i rapporti politici, sociali e umani nella
Dalmazia lungo i secoli, con particolare attenzione all’Ottocento e al
Novecento e con dei riferimenti specifici alle componenti etniche di italiani,
croati e serbi. Bonetti, utilizzando decine di diapositive e documenti, ha
contestato certi storici croati i quali sostengono che gli italiani siano
arrivati sulla costa dalmata da fuori. «Alcuni miei antenati – ha detto il relatore – sono arrivati sì dalla
pianura Padana, ma nel 1100 e vari lustri dopo; come si fa a dire che è di
fuori uno che ha gli avi vissuti a Zara, Spalato e sulle isole dalmate da
svariati secoli. Allora che ci fanno i bosniaci e i macedoni stabilitisi a Zara,
Sebenico e a Spalato nel 1945 con le truppe titine?»
Una parte del pubblico in Sala San Cristoforo a Udine per la conferenza dell'ANVGD. Fotografia di Fulvio Pregnolato
Poi il relatore si è soffermato sul dramma della nazionalità
sviluppatosi tra Luigi Bonetti di Zara (1847-1934), uomo tutto d’un pezzo e di
sentimenti italiani e Lorenzo Bonetti di Spalato (1837-1916), un tipo libertino
e di sentimenti croati. Questi fratelli Bonetti vivono ambedue sotto l’Impero
Austro-ungarico, ma si schierano su ambiti nazionali diversi e, come ci dice la
storia, addirittura opposti. Come mai ci sono così tanti italiani in Dalmazia a
Spalato, Sebenico, Traù… e sulle isole di Lesina, Brazza?
Essi costituiscono
una minoranza del 10 o 20 per cento rispetto alla popolazione. Il fatto è che
la lingua italiana (o meglio il dialetto veneto istro-dalmatico) in Dalmazia era
usata nel Settecento e nei secoli precedenti sotto la Serenissima Repubblica di
Venezia. Poi, sotto l’Austria, rimane lingua ufficiale, assieme al tedesco,
fino al 21 luglio 1883, quando gli Asburgo pensano di favorire i croati, in
funzione anti-italiana, imponendo il croato al posto dell’italiano. Nel 1909 il
croato diviene obbligatorio, pena il licenziamento dei dipendenti statali. Si tenga
presente che a Pola, Gorizia, Trieste, Cervignano e Monfalcone, sotto l’Austria,
la lingua ufficiale era il tedesco.
Una parte del pubblico in Sala San Cristoforo a Udine per la conferenza dell'ANVGD. Fotografia di E. Varutti
Bonetti ha poi descritto il primo esodo degli italiani, poco
conosciuto. Già perché, dopo la vittoria
mutilata, Sebenico, Spalato, Traù, Lesina… passano sotto il Regno dei
Serbi, dei Croati e degli Sloveni. Nel 1921 alcune migliaia di italiani di
quelle località dalmate scappano verso Zara, Pola e Lussino, che entrano a far
parte del Regno d’Italia. Un altro esodo di frange di italiani di Dalmazia
avviene nel 1929 quando i croati nazionalisti spaccano le vetrine dei negozi e
devastano le attività economiche degli italiani rimasti. Fu così che i Damiani dell’Isola
di Curzola fuggono verso Lussino, i Cattalinich si erano già spostati coi
cantieri da Traù a Zara, altri Cattalini sono a Fiume.
La conclusione del relatore è che l’Austria-Ungheria ha
svolto una politica anti-italiana a favore dei croati, perciò iniziano a
rovinarsi i rapporti tra le componenti etniche in Dalmazia, fino ad arrivare
agli orrori del Novecento, con i campi di concentramento, le foibe del
1943-1945 e la guerra dei Balcani degli anni Novanta.
Poi si è aperto il dibattito tra il pubblico. Eda Flego, esule
da Pinguente, componente del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, oltre a
complimentarsi col relatore lo ha spinto a scrivere, in modo che resti memoria
delle sue importati parole. Secondo la signora Daria Gorlato, esule da Dignano
d’Istria, la conferenza di Bonetti costituisce una bellissima lettura per chi
non conosce certe parti della storia. Sergio Satti, esule da Pola, pure lui componente
del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, ha accennato al coraggio di fare
verità storica, come ha fatto il relatore, senza scendere in polemiche
politiche che rendono aspra la situazione.
Gli altri presenti hanno allora approfittato per fare “quatro
ciacole” con i soci dell’ANVGD di Udine.
Bruno Bonetti alla conferenza sul "La Dalmazia. Croati, serbi e italiani" a Udine. Fotografia di E. Varutti
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Sitologia
E. Varutti, La Dalmazia raccontata a Tarcento, con l’ANVGD di Udine, nel web dal 18.7.2017.
Rassegna stampa
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Servizio giornalistico e di networking a cura di Sebastiano
Pio Zucchiatti e di E. Varutti. Fotografie di Fulvio Pregnolato e di E.
Varutti.
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