mercoledì 27 settembre 2017

Da Pirano al Villaggio San Marco di Fossoli di Carpi, 1953-1970

Si riporta ora una ricerca sugli esuli giuliano dalmati al Villaggio San Marco di Fossoli di Carpi, nella provincia di Modena, che fu attivo dal 1953 al 1970.
Villaggio San Marco a Fossoli, ingresso. Immagine tratta dal sito web del Comune di Modena

L’area di Fossoli di Carpi dal 1942 fu dapprima un Campo di prigionia durante la seconda guerra mondiale. Dal mese di maggio 1942 all’8 settembre 1943 è il Campo per prigionieri di guerra del Regno Unito (PG 73). Dal 5 dicembre 1943 al 15 marzo 1944 diviene un Campo concentramento per ebrei della Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente delle Waffen SS . Tra coloro che vi transitarono, prima di arrivare al Campo di sterminio di Auschwitz, ci fu anche Primo Levi. Nel Campo di detenzione c’era perfino una sinagoga.
Si pensi a come si incrociano incredibilmente a Fossoli i fatti cruciali della storia italiana: la Shoah e l’esodo giuliano dalmata.
In un convegno tenutosi il 4 maggio 2013 a Carpi sono state rivissute le vicende dei profughi provenienti dall’Istria e dalla Dalmazia ed è stato presentato il progetto di restauro della chiesetta. Opera poi effettuata.
Dal 1953 il Villaggio San Marco ospitò 250 famiglie italiane dell’Istria e della Dalmazia, alcune delle quali vi rimasero per 17 anni. Nel sessantesimo anniversario del Villaggio San Marco di Fossoli, nel 2013, è stata dedicata un’iniziativa culturale promossa dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), in collaborazione con il Comune e la Provincia di Modena e la città di Carpi. L’evento è culminato sabato 4 maggio nel convegno storico, con la presentazione del progetto di restauro della chiesetta del Villaggio.
Bimbi con le maestre al Villaggio San Marco di Fossoli

Intitolato “I 60 anni del Villaggio San Marco a Fossoli: storia, presenza, prospettive”, il convegno si è tenuto dalle ore 9 presso la sala congressi di piazzale Allende 7, a Carpi. Era sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica. È stato presentato a Modena venerdì 26 aprile, in una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato il sindaco di Modena Giorgio Pighi, il sindaco di Carpi Enrico Campedelli, il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini e il presidente del Consiglio comunale di Carpi Giovanni Taurasi. Per il Comitato Provinciale di Modena dell’ANVGD hanno partecipato il presidente Giampaolo Pani e il segretario Luigi Vallini.
Nella mattinata del 4 maggio si sono alternati numerosi interventi dedicati alla storia del campo, allo scenario storico e politico dell’epoca, al ricordo delle personalità, modenesi e no, che hanno svolto un ruolo importante per il villaggio San Marco. Non sono mancate alcune testimonianze di tre cittadini carpigiani, all’epoca bambini, che vissero nel campo. Infine, sono stati presentati i progetti di restauro, in particolare dell’edificio della chiesetta, per il quale l’ANVGD si è impegnata in una raccolta di fondi. L’opera è stata poi realizzata.
Nel dopoguerra la struttura fu assegnata all’opera dei Piccoli apostoli di Don Zeno Saltini e ospitò la comunità di Nomadelfia.
La Chiesetta del Villaggio San Marco a Fossoli

Dal 1953 fino alla fine degli anni Sessanta divenne invece, con il nome di Villaggio San Marco, un campo destinato ai cittadini italiani originari delle zone dell’Istria e della Dalmazia. Arrivarono a Fossoli 250 famiglie, in tutto quasi 2.500 persone, che avevano abbandonato le proprie case dopo gli accordi internazionali. Il Trattato di Pace di Parigi del 1947 ridefinisce il confine orientale italiano, assegnando quei territori alla Federativa Repubblica di Jugoslavia. Le famiglie arrivate nel modenese furono una parte delle circa 250-350 mila persone, appartenenti alle comunità italiane dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, che lasciarono case e proprietà tra il 1944 e la fine degli anni Cinquanta, dirette in 90 città italiane, ma anche oltreoceano, dal Canada, Australia, USA, al Venezuela. È il cosiddetto esodo giuliano dalmata.
Al Villaggio San Marco è stata organizzata una Mostra fotografica di carattere storico, nel 2014.
Immagine del Campo di Fossoli tratta dalla ricerca "Ricordi fiumani" di Giulio Scala, del 2015
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Proposta a monumento nazionale per l’ex Campo profughi di Fossoli
Nel Giorno del Ricordo del 2013 l’onorevole Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura della Camera, ha presentato il progetto di legge per dichiarare monumento nazionale l’ex Campo Fossoli e sostenere l’attività di ricerca della Fondazione relativa. Ecco il messaggio di Manuela Ghizzoni.
«Oggi celebriamo il Giorno del ricordo, istituito con la legge 92 del 2004, per conoscere, coltivare e rinnovare la memoria della tragedia delle vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati.
Un tornante della storia recente, troppo a lungo rimosso, al quale dobbiamo riferirci per rafforzare la nostra identità nazionale e per costruire con lungimiranza il nostro futuro.
La diaspora condusse numerose famiglie anche nella nostra provincia: dal giugno 1954 al marzo 1970, molti profughi giuliani vissero presso l’ex campo di Fossoli, in quello che poi fu noto come il Villaggio San Marco.
Ho depositato come prima firmataria in questi giorni – volutamente nel periodo compreso tra il 27 gennaio Giorno della memoria e il 10 febbraio Giorno del Ricordo – un proposta di legge per sostenere la Fondazione ex Campo Fossoli, al fine di valorizzare il sito e sostenere l’attività di ricerca e di documentazione, necessaria per dare voce a chi è transitato nel Campo durante le diverse fasi della sua storia. La proposta di legge è stata sottoscritta da deputati di diverso orientamento (tra gli altri Nirenstein, Castagnetti, Bachelet, Perina e Granata) e colleghi modenesi di centrodestra e centrosinistra (Bertolini, Miglioli, Levi e Santagata): credo sia il modo migliore per ricordare quelle drammatiche vicende che hanno toccato anche la nostra comunità e per far sí che la memoria si trasformi in vera coscienza critica, in un codice etico che orienta ogni nostra scelta per il futuro. Confido, anche per la condivisione da parte di maggioranza e opposizione, che questa iniziativa si trasformi presto in Legge dello Stato». (Fonte dal web: sassuolo2000.it)
Pirano nei primi decenni del Novecento

Ultime novità sul “Fossoli Camp”
Il 21 settembre 2017 la stessa Manuela Ghizzoni nel suo sito web pubblica questa notizia: «Arrivano i fondi attesi per proseguire con buona lena la conservazione e la valorizzazione del Campo di Fossoli. Oggi pomeriggio, la Conferenza unificata (stamane analogo passo era stato compiuto in Conferenza delle Regioni) ha approvato il piano strategico “Grandi progetti per i beni culturali”. Con questo piano, dal Ministero arriveranno a Comuni e Regioni ben 65 milioni di euro, 3 milioni e mezzo dei quali sono destinati al Campo di Fossoli. Questo finanziamento, unitamente al milione di euro stanziato dalla Regione Emilia-Romagna e ai 500mila euro dalla Presidenza del Consiglio, rappresenta un punto di svolta nella tutela e nella valorizzazione del Campo di Fossoli. A questo luogo della Memoria sono stati destinati 3 milioni e mezzo di euro, di cui una piccola parte, 240mila euro, per la progettazione, e la gran parte per la realizzazione pratica delle opere. Ci saranno le condizioni economiche per poter, finalmente, mettere mano a specifici interventi di tutela e salvaguardia (tra i quali illuminazione della struttura, approvvigionamento idrico e sistemazione della pavimentazione). I “Grandi progetti per i beni culturali” sono una innovazione strategica nelle politiche culturali, introdotta nel 2014 e le cui risorse sono state aumentate con la Legge di stabilità 2016, che aveva stanziato ulteriori 30 milioni per la tutela del patrimonio culturale. A questo piano il ministro Dario Franceschini, in questi anni, ha lavorato con determinazione, in raccordo con le Regioni e gli Enti locali, per selezionare i 17 interventi da finanziare con priorità. Come carpigiana e come componente della Commissione Cultura non posso che esprimere soddisfazione perché, finalmente, il Campo di Fossoli, luogo simbolo della Memoria del ‘900 italiano ed europeo, potrà essere valorizzato come avevo da tempo auspicato.
Don zeno sfida il governo e con i suoi ragazzi demoliscono la recinzione del Campo di Fossoli

Nel 2013, infatti, ho presentato un progetto di legge per la “Dichiarazione di monumento nazionale del Campo di concentramento di Fossoli e misure di sostegno per le attività della Fondazione ex campo di Fossoli”. Ora quel progetto trova, di fatto, realizzazione attraverso il canale innovativo del piano strategico. Come istituzioni locali e come carpigiani siamo sempre stati consapevoli della responsabilità storica e morale di avere sul nostro territorio un luogo della Memoria di così alto valore e vi abbiamo sempre fatto fronte; altresì siamo sempre stati convinti che il Campo Fossoli non costituisca un monumento solo carpigiano, ma rappresenti un pezzo significativo della storia nazionale».
Alcuni profughi istriani e i loro discendenti si domandano come verranno spesi tali finanziamenti.
Maestra e scolari al Villaggio San Marco di Fossoli, Carpi, Modena
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Una testimonianza su Pirano e su Gorizia
«A Gorizia si passava il confine solo con il passaporto – racconta Mario Dugan, fino all’adesione della Slovenia all’Unione Europea, avvenuta nel 2004 –.  L’ultima volta che sono andato a Gorizia – aggiunge – è stato l’11 giugno 2017. Sulla stele, vicino al vecchio confine tra Italia e Jugoslavia, è scritto: “Dal 1947 al 2004”. In effetti dal 1947 al 2004 lì c’erano la sbarra e il filo spinato. Io sono nato e abitavo a Pirano, che era chiamata “Zona B”. Dal 1945 eravamo sotto protettorato alleato. Per andare a Trieste, sul confine di Rabuiese, tra la “Zona A” e la “Zona B” bastava avere la carta d’identità. Dal 10 ottobre 1952 al 5 ottobre 1954, siamo stati chiusi completamente, diciamo come in tempi moderni a Gaza. Con il Memorandun di Londra del 5 ottobre 1954 potevamo andare a Trieste con un lasciapassare. Si poteva andare nella “Zona A” per quattro volte al mese. Potevamo rimanerci all’inizio per 48 ore e, dopo qualche anno, per 72 ore.
Sono andato via da Pirano il con il lasciapassare il 20 maggio 1960. Ci sono ritornato nel mese di ottobre del 1964. Ho dovuto fare il passaporto italiano e avere il visto. Non vi dico i controlli che facevano gli slavi alla frontiera. Molte volte le persone venivano spogliate, biancheria intima compresa. Buona giornata».
Paolo De Luise con una fotografia dei suoi cari, vicino ai resti del Villaggio San Marco, di Fossoli, nel 2017 
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Fonti delle testimonianze dirette
Si è grati, per le informazioni su Pirano e Gorizia a: Mario Dugan, nato a Pirano nel 1942. Vive a Marina di Ravenna, provincia di Ravenna. Messaggio in Facebook del 2 luglio 2017.

Si ringrazia, per i dati e le fotografie sul Villaggio San Marco di Fossoli di Carpi: Paolo De Luise, nato a Pirano nel 1949. Vive a Carpi, provincia di Modena. Messaggi in Facebook e telefonate del 13-14 luglio e del 22 settembre 2017.
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Servizio giornalistico e di networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e di E. Varutti.

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