Si riporta ora una ricerca sugli esuli giuliano dalmati al
Villaggio San Marco di Fossoli di Carpi, nella provincia di Modena, che fu
attivo dal 1953 al 1970.
Villaggio San Marco a Fossoli, ingresso. Immagine tratta dal sito web del Comune di Modena
L’area di Fossoli di Carpi dal 1942 fu dapprima un Campo di
prigionia durante la seconda guerra mondiale. Dal mese di maggio 1942 all’8
settembre 1943 è il Campo per prigionieri di guerra del Regno Unito (PG 73). Dal
5 dicembre 1943 al 15 marzo 1944 diviene un Campo concentramento per ebrei
della Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente delle Waffen SS . Tra coloro che vi
transitarono, prima di arrivare al Campo di sterminio di Auschwitz, ci fu anche
Primo Levi. Nel Campo di detenzione c’era perfino una sinagoga.
Si pensi a come si incrociano incredibilmente a Fossoli i
fatti cruciali della storia italiana: la Shoah e l’esodo giuliano dalmata.
In un convegno tenutosi il 4 maggio 2013 a Carpi sono state
rivissute le vicende dei profughi provenienti dall’Istria e dalla Dalmazia ed è
stato presentato il progetto di restauro della chiesetta. Opera poi effettuata.
Dal 1953 il Villaggio San Marco ospitò 250 famiglie italiane dell’Istria
e della Dalmazia, alcune delle quali vi rimasero per 17 anni. Nel sessantesimo
anniversario del Villaggio San Marco di Fossoli, nel 2013, è stata dedicata un’iniziativa
culturale promossa dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
(ANVGD), in collaborazione con il Comune e la Provincia di Modena e la città di
Carpi. L’evento è culminato sabato 4 maggio nel convegno storico, con la
presentazione del progetto di restauro della chiesetta del Villaggio.
Bimbi con le maestre al Villaggio San Marco di Fossoli
Intitolato “I 60 anni del Villaggio San Marco a Fossoli:
storia, presenza, prospettive”, il convegno si è tenuto dalle ore 9 presso la
sala congressi di piazzale Allende 7, a Carpi. Era sotto l’Alto patronato del
Presidente della Repubblica. È stato presentato a Modena venerdì 26 aprile, in
una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato il sindaco di Modena
Giorgio Pighi, il sindaco di Carpi Enrico Campedelli, il presidente della Provincia
di Modena Emilio Sabattini e il presidente del Consiglio comunale di Carpi
Giovanni Taurasi. Per il Comitato Provinciale di Modena dell’ANVGD hanno
partecipato il presidente Giampaolo Pani e il segretario Luigi Vallini.
Nella mattinata del 4 maggio si sono alternati numerosi
interventi dedicati alla storia del campo, allo scenario storico e politico
dell’epoca, al ricordo delle personalità, modenesi e no, che hanno svolto un
ruolo importante per il villaggio San Marco. Non sono mancate alcune
testimonianze di tre cittadini carpigiani, all’epoca bambini, che vissero nel
campo. Infine, sono stati presentati i progetti di restauro, in particolare
dell’edificio della chiesetta, per il quale l’ANVGD si è impegnata in una
raccolta di fondi. L’opera è stata poi realizzata.
Nel dopoguerra la struttura fu assegnata all’opera dei Piccoli
apostoli di Don Zeno Saltini e ospitò la comunità di Nomadelfia.
La Chiesetta del Villaggio San Marco a Fossoli
Dal 1953 fino alla fine degli anni Sessanta divenne invece,
con il nome di Villaggio San Marco, un campo destinato ai cittadini italiani
originari delle zone dell’Istria e della Dalmazia. Arrivarono a Fossoli 250
famiglie, in tutto quasi 2.500 persone, che avevano abbandonato le proprie case
dopo gli accordi internazionali. Il Trattato di Pace di Parigi del 1947 ridefinisce il
confine orientale italiano, assegnando quei territori alla Federativa Repubblica di Jugoslavia. Le famiglie arrivate nel modenese furono una parte delle circa
250-350 mila persone, appartenenti alle comunità italiane dell’Istria, di Fiume
e della Dalmazia, che lasciarono case e proprietà tra il 1944 e la fine degli
anni Cinquanta, dirette in 90 città italiane, ma anche oltreoceano, dal Canada,
Australia, USA, al Venezuela. È il cosiddetto esodo giuliano dalmata.
Al Villaggio San Marco è stata organizzata una Mostra
fotografica di carattere storico, nel 2014.
Immagine del Campo di Fossoli tratta dalla ricerca "Ricordi fiumani" di Giulio Scala, del 2015
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Proposta a monumento
nazionale per l’ex Campo profughi di Fossoli
Nel Giorno del Ricordo del 2013 l’onorevole Manuela Ghizzoni,
capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura della Camera, ha presentato
il progetto di legge per dichiarare monumento nazionale l’ex Campo Fossoli e
sostenere l’attività di ricerca della Fondazione relativa. Ecco il messaggio di
Manuela Ghizzoni.
«Oggi celebriamo il Giorno del ricordo, istituito con la
legge 92 del 2004, per conoscere, coltivare e rinnovare la memoria della
tragedia delle vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre di istriani,
fiumani e dalmati.
Un tornante della storia recente, troppo a lungo rimosso, al
quale dobbiamo riferirci per rafforzare la nostra identità nazionale e per
costruire con lungimiranza il nostro futuro.
La diaspora condusse numerose famiglie anche nella nostra
provincia: dal giugno 1954 al marzo 1970, molti profughi giuliani vissero
presso l’ex campo di Fossoli, in quello che poi fu noto come il Villaggio San
Marco.
Ho depositato come prima firmataria in questi giorni –
volutamente nel periodo compreso tra il 27 gennaio Giorno della memoria e il 10
febbraio Giorno del Ricordo – un proposta di legge per sostenere la Fondazione
ex Campo Fossoli, al fine di valorizzare il sito e sostenere l’attività di
ricerca e di documentazione, necessaria per dare voce a chi è transitato nel
Campo durante le diverse fasi della sua storia. La proposta di legge è stata
sottoscritta da deputati di diverso orientamento (tra gli altri Nirenstein,
Castagnetti, Bachelet, Perina e Granata) e colleghi modenesi di centrodestra e
centrosinistra (Bertolini, Miglioli, Levi e Santagata): credo sia il modo
migliore per ricordare quelle drammatiche vicende che hanno toccato anche la
nostra comunità e per far sí che la memoria si trasformi in vera coscienza
critica, in un codice etico che orienta ogni nostra scelta per il futuro.
Confido, anche per la condivisione da parte di maggioranza e opposizione, che
questa iniziativa si trasformi presto in Legge dello Stato». (Fonte dal web:
sassuolo2000.it)
Pirano nei primi decenni del Novecento
Ultime novità sul “Fossoli
Camp”
Il 21 settembre 2017 la stessa Manuela Ghizzoni nel suo sito web pubblica questa notizia: «Arrivano i fondi attesi per
proseguire con buona lena la conservazione e la valorizzazione del Campo di
Fossoli. Oggi pomeriggio, la Conferenza unificata (stamane analogo passo era
stato compiuto in Conferenza delle Regioni) ha approvato il piano strategico
“Grandi progetti per i beni culturali”. Con questo piano, dal Ministero
arriveranno a Comuni e Regioni ben 65 milioni di euro, 3 milioni e mezzo dei
quali sono destinati al Campo di Fossoli. Questo finanziamento, unitamente al milione
di euro stanziato dalla Regione Emilia-Romagna e ai 500mila euro dalla
Presidenza del Consiglio, rappresenta un punto di svolta nella tutela e nella
valorizzazione del Campo di Fossoli. A questo luogo della Memoria sono stati
destinati 3 milioni e mezzo di euro, di cui una piccola parte, 240mila euro,
per la progettazione, e la gran parte per la realizzazione pratica delle opere.
Ci saranno le condizioni economiche per poter, finalmente, mettere mano a
specifici interventi di tutela e salvaguardia (tra i quali illuminazione della
struttura, approvvigionamento idrico e sistemazione della pavimentazione). I
“Grandi progetti per i beni culturali” sono una innovazione strategica nelle
politiche culturali, introdotta nel 2014 e le cui risorse sono state aumentate
con la Legge di stabilità 2016, che aveva stanziato ulteriori 30 milioni per la
tutela del patrimonio culturale. A questo piano il ministro Dario Franceschini, in
questi anni, ha lavorato con determinazione, in raccordo con le Regioni e gli
Enti locali, per selezionare i 17 interventi da finanziare con priorità. Come
carpigiana e come componente della Commissione Cultura non posso che esprimere
soddisfazione perché, finalmente, il Campo di Fossoli, luogo simbolo della
Memoria del ‘900 italiano ed europeo, potrà essere valorizzato come avevo da
tempo auspicato.
Don zeno sfida il governo e con i suoi ragazzi demoliscono la recinzione del Campo di Fossoli
Nel 2013, infatti, ho presentato un progetto di legge per la
“Dichiarazione di monumento nazionale del Campo di concentramento di Fossoli e
misure di sostegno per le attività della Fondazione ex campo di Fossoli”. Ora
quel progetto trova, di fatto, realizzazione attraverso il canale innovativo
del piano strategico. Come istituzioni locali e come carpigiani siamo sempre
stati consapevoli della responsabilità storica e morale di avere sul nostro
territorio un luogo della Memoria di così alto valore e vi abbiamo sempre fatto
fronte; altresì siamo sempre stati convinti che il Campo Fossoli non
costituisca un monumento solo carpigiano, ma rappresenti un pezzo significativo
della storia nazionale».
Alcuni profughi istriani e i loro discendenti si domandano come verranno spesi tali finanziamenti.
Maestra e scolari al Villaggio San Marco di Fossoli, Carpi, Modena
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«A Gorizia si passava il confine solo con il passaporto –
racconta Mario Dugan, fino all’adesione della Slovenia all’Unione Europea,
avvenuta nel 2004 –. L’ultima volta che
sono andato a Gorizia – aggiunge – è stato l’11 giugno 2017. Sulla stele,
vicino al vecchio confine tra Italia e Jugoslavia, è scritto: “Dal 1947 al
2004”. In effetti dal 1947 al 2004 lì c’erano la sbarra e il filo spinato. Io
sono nato e abitavo a Pirano, che era chiamata “Zona B”. Dal 1945 eravamo sotto
protettorato alleato. Per andare a Trieste, sul confine di Rabuiese, tra la
“Zona A” e la “Zona B” bastava avere la carta d’identità. Dal 10 ottobre 1952
al 5 ottobre 1954, siamo stati chiusi completamente, diciamo come in tempi
moderni a Gaza. Con il Memorandun di Londra del 5 ottobre 1954 potevamo andare
a Trieste con un lasciapassare. Si poteva andare nella “Zona A” per quattro
volte al mese. Potevamo rimanerci all’inizio per 48 ore e, dopo qualche anno,
per 72 ore.
Sono andato via da Pirano il con il lasciapassare il 20
maggio 1960. Ci sono ritornato nel mese di ottobre del 1964. Ho dovuto fare il
passaporto italiano e avere il visto. Non vi dico i controlli che facevano gli
slavi alla frontiera. Molte volte le persone venivano spogliate, biancheria
intima compresa. Buona giornata».
Paolo De Luise con una fotografia dei suoi cari, vicino ai resti del Villaggio San Marco, di Fossoli, nel 2017
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Fonti delle
testimonianze dirette
Si è grati, per le informazioni su Pirano e Gorizia a: Mario Dugan, nato a
Pirano nel 1942. Vive a Marina di Ravenna, provincia di Ravenna. Messaggio in Facebook del 2 luglio 2017.
Si ringrazia, per i dati e le fotografie sul Villaggio San Marco di Fossoli di Carpi: Paolo De
Luise, nato a Pirano nel 1949. Vive a Carpi, provincia di Modena. Messaggi
in Facebook e telefonate del 13-14 luglio e del 22
settembre 2017.
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Servizio giornalistico e di networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e di E. Varutti.
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