È stato presentato a
Udine il libro intitolato Bovindo,
dell’architetto Enrico Sello il 18 marzo 2016, presso la libreria Einaudi, di
Via Vittorio Veneto 49. Si tratta di piccolo testo di riflessioni
sull’architettura, scritto da un architetto di Udine, laureatosi a Venezia sul
finire degli anni settanta del Novecento.
Dopo una introduzione di Gianpaolo Carbonetto, il volumetto si snoda con la tecnica dell’auto-intervista perché,
come ha confessato Sello, durante la presentazione, altrimenti «chi mai mi
verrebbe ad intervistare?»
Udine, libreria Einaudi, 18 marzo 2016 - Il libraio e gli architetti: il pensoso Giovanni Vragnaz, in piedi, Enrico Sello, Massimo Asquini e altri, seduti
Nel 2015 il libello ha
goduto di un’altra presentazione pubblica a Villafredda di Tarcento. «Non
saprei nemmeno io se questo è un libro sul bovindo, oppure sull’architettura –
ha detto Giovanni Vragnaz, nella presentazione – oppure se è una serie di
pensieri di Enrico Sello sui temi architettonici». Il tutto ruota sulle
«ragioni dell’anacronismo in architettura – ha aggiunto il relatore – con una
grande tensione sulle difese dalla contemporaneità».
Il bovindo è solo una
scusa. Certo è lo stesso Sello a scrivere a pag. 26 del libro: «Cosa c’è di più
bello di una veranda, di un bow window o bovindo, in italiano, che ti permette di essere in strada
avendo la tua casa alle spalle? Credo niente!» Nella pagina a fianco, pag. 27,
si trovano i disegni progettuali di una “Casa
continua. Un unico muro interrotto da porte”. E di riproduzioni di idee
progettuali di Sello ce ne sono altre sei in questo piccolo volume. Sono le
“Case minime”, ideate dall’architetto Sello, che «per la maggior parte di
queste nano case in Italia per una
normativa severa ed a volte inutile, non potrebbero essere realizzate».
La bellissima inquadratura della presentazione udinese di Bovindo di Enrico Sello, avvenuta a Udine il 18 marzo 2016 alla libreria Einaudi di Udine. Un folto pubblico in mezzo a tantissimi libri
Enrico Sello fa
l’architetto “vero” da più di trent’anni, come egli scrive nella prima aletta
di copertina. Poi si interessa di botanica, di giardinaggio, di paesaggio e di
entomologia. Ha scritto anche un libro di cucina. È un cultore dei saperi artigiani, che ormai non si
riescono più a trovare nei cantieri di oggi. Cerca il buon rapporto con la
committenza e con le stesse maestranze di cantiere. Ha una grande passione per
la natura, la campagna e per le architetture
marginali. Altre sue passioni sono quelle della poesia.
Ecco una pagina dell'originale volumetto di Enrico Sello, architetto di Udine, col progetto della "Casa continua"
Il più grande amore, tuttavia, è Adolf Loos, architetto austriaco precursore dell'architettura moderna, menzionato sin da pag. 14 del testo, ma anche altri grandi maestri vengono citati tra le righe, come Aalto. Persino all’estero Enrico Sello è noto come l’architetto che “sa fare la malta”. Per lui è un grande onore; lo segna a pag. 45 del libro. E poi il muro, come gli suggeriscono le sue maestranze, in lingua friulana, “a lu si maltrate, a lu si tormente” (lo si maltratta, lo si tormenta, pag. 46 del testo), nel senso che non deve essere sempre liscio, lucido e perfettissimo.
Tra gli altri grandi autori dell’architettura o della cultura internazionale Enrico Sello cita i seguenti nominativi in senso decisamente positivo oppure negativo: Gae Aulenti e Kazuyo Sejima (pag. 63), Man Ray e Pier Paolo Pasolini (pag. 51), Peter Eisenman, Louis Kahn, Paolo Portoghesi, Le Corbusier, Zaha Hadid, RemKoolhaas, Kenzo Tange, Renzo Piano e Peter Zumthor (pag. 43).
All'estero Enrico Sello
è conosciuto pure per avere inventato il battiscopa di piombo per le vecchie
case riattate con muri non sempre in squadra. “Il piombo è un materiale che si
adatta all’andamento dei vecchi muri, perciò va bene” - ha detto.
Ha parlato anche Sello,
alla fine della presentazione dell’architetto Vragnaz, suo compagno di studi a
Venezia, come Massimo Asquini, pure presente in sala ed altri ancora.
Poi si è sviluppato un
incredibile e furente dibattito sulle scelte architettoniche della città e pure
su quelle urbanistiche. Il pubblico non la finiva più di fare interventi sul
centro storico da chiudere al traffico anche contro il parere dei commercianti
sempre sul piede di guerra. Dibattito di fuoco sulle piante rampicanti del Monumento alla Resistenza di piazzale XXVI Luglio, opera di Gino Valle, inaugurata il 25 aprile
1969 dall’allora presidente del Consiglio Mariano Rumor. Poi si è discusso del
vecchio palazzo del Cinema Eden, abbattuto nel 1958, per far posto all'edificio della UPIM, in Via Rialto, non più in funzione da qualche anno.
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Enrico Sello, Bovindo, Udine, Gaspari, 2015, pagg. 80,
10 €
ISBN 978-88-7541-2
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Bibliografia
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Il
colore del verde : rassegna artistica / [a cura del Comune
di Udine, Assessorato al Turismo ; progetto e coordinamento Enrico Sello]. -
[S.l. : s.n.], stampa 2000, (Pasian di Prato : Lithostampa).
-
Enrico Sello, Grande arrosto alla Dumas padre, illustrazioni di Lorenzo Missoni,
Udine, Gaspari, 2015, p. 123.
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Recensione
e servizio fotografico di Elio Varutti
Enrico Sello, architetto "stropicciato"
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