Appunti del professor Elio Varutti
Passeggiata culturale a piedi, 17 aprile 2016, ore
10,00-12,00, partecipanti 120.
Ritrovo presso la Chiesa di S. Maria degli Angeli, Via
Baldasseria Media, 49-51, Udine
Organizzazione: Associazione Insieme con noi, di Udine Sud. Poi Genitori in onda, Flavio Moratto dei soci coop ed altri hanno dato una
mano a divulgare e contribuire al ristoro.
1) (Fuori itinerario) In Via Pradamano 21 (oggi Scuola E.
Fermi) c’era il Centro di Smistamento Profughi di Udine, 1947-1960. Verso la fine della seconda guerra mondiale accolse
oltre 100 mila italiani durante l’esodo da Zara, Fiume, Pola, Istria e Dalmazia
in fuga dalle violenze dei miliziani jugoslavi di Tito.
2)
Chiesa di S.
Maria degli Angeli. Conserva ancora tutto il fascino della romita chiesetta
di campagna, umile e semplice come la fede degli abitanti che l’innalzarono nel
lontano 1831 per assistere alla Messa, distanti com’erano dalla parrocchiale
della Beata Vergine del Carmine, in Via Aquileia. Il campanile è del 1883. La
sagra di Baldasseria, parte religiosa, è collegata ai voti per le scampate
epidemie di colera, 1873.
3)
Lapide dei
Caduti di guerra, 1915-1918. Indicazioni certe sulla vita del borgo le abbiamo
solo dal ‘900. Carlo Rizzi, di anni 76, ha raccontato a Orzan nel 1984: «I
Rizzi hanno sempre abitato qui da generazioni. Mio nonno era chiamato “Agnul cuardarûl”.
I tre vialetti paralleli, che ora sono le entrate delle case di levante, una
volta erano il laboratorio del mio avo. Lunghi quanto le corde che fabbricava,
qui armeggiata tra balle di canapa e il cigolare di torcitrici, verricelli e
arcolai. Quando ero ragazzo nella casa dei Marano (civico 126) c’era l’osteria
con il tabacchino gestita da sior Ugo che faceva il postino. Le vecchiette
venivano a comperare qualche soldo di macube o di cinzilio (tabacco da fiuto).
La domenica si giocava a bocce. Nell’area contigua, dove ora ci sono l’orto e
l’entrata delle villette del Messaggero si teneva il 24 agosto o lo domenica
dopo, lo sagra detta di S. Bartolomeo. Si ballava sul breâr (tavolato) al
suono delle fisarmoniche e alle luci dei ferai a carburo (fanali).
L’attuale sagra che si teneva in via Baldasseria Media ed ora si fa nel cortile
della Parrocchia, è nata qui».
La Chiesa di S. Maria degli Angeli in Baldasseria, Udine. Fotografia di Elio Varutti
Non potevamo
festeggiarla il 15 agosto giorno dell’Assunzione di Maria, perché lo gente se
ne andava tutta in Giardino Grande alla tombola tradizionale. E anche per non
confondere il sacro col profano. Dopo la Grande guerra l’osteria venne rilevata
da Pieri e Pina Mandoline (Castronini) che spostarono l’esercizio sotto il
portico (galleria), abitazione dei Macor. Vendevano vino sfuso e a fiaschi. Era
il posto prediletto degli anziani che giocavano per ore a briscola e tressette,
mentre le mogli rassegnate li attendevano invano a cena. La messa si teneva
nella chiesetta di S. Maria degli Angeli e la scuola nel vecchio edificio di
via Piutti. Si frequentava fino alla terza; poi si doveva andare alla Dante.
Ricordo anche il nome delle maestre: Costanza Cozzi e Raffaella Gioconda.
Ogni tanto dal
Castello suonava l’allarme per le incursioni degli aerei e dei dirigibili
tedeschi che bombardavano lo stazione ferroviaria. Le maestre spaventate si
rifugiavano sotto i banchi e noi sciamavamo per i campi. Quando nella scuola si
stabilì un comando militare le lezioni si tenevano nella casa dei Vuattolo.
Durante la
guerra 1915-1918 nella vecchia cava d’argilla delle fornaci Rizzani (area su
cui ora sorgono l’Istituto Ceron e il supermercato) c’erano trincee, protette
da filo spinato attraversato dalla corrente elettrica, scavate in previsione di
un ripiegamento del fronte dell’lsonzo.
Dai
Clocchiatti, invece, i militari addestravano i S. Bernardo a trainare, perché meno vulnerabili al bersaglio, i biroccini per portare vettovaglie e munizioni
in prima linea. Dopo lo guerra, appena rientrato dall’esodo di Caporetto in
Toscana, nei prati dei Carlini c’era un campo di concentramento di prigionieri
austro-ungarici trasferiti, in seguito, altrove.
Vicino a un "Puarte fûr di nape" in Via Baldasseria Media, manufatto che fuoriesce dalla struttura dell'antica casa friulana, conteneva il focolare (fogolâr), veniva emarginato dalla casa per paura degli incendi
4)
Lavatoio restaurato nel 2016, come monumento. Inaugurato col sindaco Honsell. Costruito verso il
1920-1930 al centro della piazzetta della chiesa, poi spostato alla fine degli
anni Cinquanta. Dismesso nel 1965, per la intombatura del roiello che lo
alimentava.
5)
All’angolo tra via Baldasseria Media e via Lauzacco si
erge la bella ancona, con lo statua
dell’Immacolata Concezione Rifugio dei Peccatori fatta erigere da Don Gerardo
Della Longa nel 1954 a ricordo dell’anno mariano.
6)
In un altro angolo, posto tra via Baldasseria Bassa e
via Lauzacco (località Piccola Parigi)
campeggia una Madonna attorniata da pargoli e figure di santi. Si tratta di un
dipinto su tavola di compensato che copre, a mo’ di palinsesto, quello
originale e quasi irriconoscibile sull’intonaco (che risale alla metà
dell’800). É opera del pittore Santo Sant di Cassacco ed è stato collocato da
don Tarcisio Bordignon nel 1968. Un’edicola recente si trova, invece, in fondo
a via Baldasseria Bassa sulla casa De Faccio.
7)
Nella carta topografica “Le Frioul” degli ingegneri
Maieroni e Cappellaris, edita nel 1778, ed in quella della “Provincia del Friuli”
del Malvolti nel 1819, è segnata una località detta Lisbona a nord-est di Cussignacco, in Baldasseria. Gli anziani del
luogo, però, non l’hanno mai sentita nominare, in base alle interviste di
Alfredo Orzan del 1992. Secondo il Corgnali può darsi che questo nome derivi
dall’insegna di un’osteria (o da quello primigenio della stazione di posta,
n.d.r.) a ricordo del catastrofico terremoto di Lisbona del 1775. In questa
località, ora conosciuta come “Piccola
Parigi”, la sera del 10 dicembre 1807 sostò per qualche ora Napoleone invitato dal sindaco a
visitare ufficialmente la nostra città, allora facente parte del Regno Italico.
Può darsi anche che qui si siano accasati dei disertori francesi, come avvenne
in Carnia con i cosacchi nell’ultima guerra. L’osteria «Al Francese» sorta
nell’ultimo dopoguerra, non ha nessuna relazione con le ipotesi avanzate. La
intitolò lo scomparso Gino Colle, padre dell’attuale gestore, emigrato in
Francia per tanti anni. A così intitolarla furono gli avventori: «Anin a bevi
un tai là dal Francês».
8)
Carletto Domenico nell’agosto del 1971 (allora aveva 79
anni) in occasione della sagra, intervistato, dichiarava al periodico della
comunità, in quegli anni intitolato «Parrocchia di S. Pio X»: «I Casali di
Baldasseria Bassa vennero denominati “Piccola
Parigi” all’inizio del 1800, quando anche la Baldasseria Bassa era un covo
di contrabbandieri ... il centro della borgata era costituito dallo stallone o
stazione dei cavalli, fabbricato adibito ad abitazione». Evidentemente (e su
questo punto le testimonianze orali tramandate sono concordi) nel borgo (Via
Baldasseria Bassa al civico 171 e nei cortili interni) esisteva una stazione di
posta per il cambio dei cavalli alle diligenze che provenivano da Trieste e
Gorizia ed erano dirette a Vienna. Questa sosta favoriva il contrabbando di
merci facilmente reperibili nel porto giuliano, ma attirava anche donne
compiacenti in cerca di zerbinotti denarosi. Forse il toponimo nacque allora
per definire, come dice Carletto, il luogo poco raccomandabile e malfamato
simile a certi quartieri della capitale francese. Dopo l’avvento della
ferrovia, questa stazione rimase inattiva e si trasformò in rimessa per carrozze,
probabilmente, di privati e facoltosi cittadini che avevano in affitto anche
qualche stanza per le loro scappatelle».
9) La
capitolazione dei risorgimentali friulani agli austriaci, comandati da Nugent. Fu
firmata il pomeriggio del 22 aprile 1848
nei casali Serafini della nostra Baldasseria. A parlamentare giunsero in
carrozza, oltre all’arcivescovo, il conte Caimo Dragoni, Presidente del Governo
Provvisorio, il facente funzioni del Podestà Paolo Centa ed altre autorità.
10) La
corsa del palio ebbe origine a
Udine addirittura agli inizi del XIV secolo. Essa era regolata da appositi
statuti ed aveva la sua brava giuria. La manifestazione aveva luogo il 23
aprile, festa di San Giorgio e dal 1420
si aggiunse un’altra corsa del palio il 6 giugno, festa del Beato Beltrando di
San Genesio (Saint Geniès). Nel giorno precedente le corse “i premi
suddescritti venivano portati in giro per la Terra con accompagnamento di
suonatori e di popolo festante” (Vincenzo Joppi – Udine prima del 1425 pag.
18). La partenza o mossa veniva data “nel sito detto la madonetta fuori la
Porta d’Aquileja” (Gian Domenico Ciconi – Udine e la sua Provincia, pag. 63). Chiaro
quindi che la partenza delle due corse del palio aveva luogo a Baldasseria,
precisamente dallo spiazzo della Madonnetta, che è la “via del palio”
doveva condurre di lì a porta Aquileia.
11) All’altezza della palestra di Ceron, nel 1945 i
nazisti e i cosacchi fecero scavare ai requisiti il “trincerone anticarro”. Gravissimo
danno causò tale fossato anticarro, che cinse tutta la città e passava nei
pressi del Bowling, continuando il «fosso» del Ledra ma qui la TODT tedesca,
temendo l’avanzata da sud, aveva prestato maggior cura. Le strade furono tutte
interrotte: il viale Palmanova era bloccato da muraglioni di cemento armato, le
strade di campagna chiuse, le altre, come via Baldasseria Media, erano
transitabili solamente attraverso una passerella, consistente in una tavola che
faceva da ponte tra le due sponde rialzate del fossato.
12) Ritorno verso la Chiesa di S. Maria degli
Angeli. Si è finito il giro nei locali dell'Orto Felice vicino alla Pizzeria
"Da Mario", con un breve rinfresco per tutti, grandi e piccini.
Bibliografia
Baldasseria vista da Alfredo Orzan. Storia e cultura della periferia di Udine sud, Udine, Associazione Insieme con noi, 2014.
Un mio articolo in questo stesso blog: Baldasseria vista dal maestro Orzan, luglio 2015.
Poi ci sono anche: I platani del Vial di Palma, Udine 1960-1965, marzo 2015.
Le osterie di Udine Sud, aprile 2015.
Le bande di Via Fornaci a Udine, 1960, marzo 2015.
La storia Antonio Friz, studente di Udine
Sud, il ragazzo partigiano "Wolf" delle Brigate Osoppo Friuli (BOF) è nell'articolo intitolato " Guerra civile a casa. Storie di scampati all’eccidio di Porzus, 1945", dicembre 2014.
Nessun commento:
Posta un commento