martedì 19 aprile 2016

Itinerario storico di Baldasseria, Udine

Appunti del professor Elio Varutti
Passeggiata culturale a piedi, 17 aprile 2016, ore 10,00-12,00, partecipanti 120.
Ritrovo presso la Chiesa di S. Maria degli Angeli, Via Baldasseria Media, 49-51, Udine
Organizzazione:  Associazione Insieme con noi, di Udine Sud. Poi Genitori in onda, Flavio Moratto dei soci coop ed altri hanno dato una mano a divulgare e contribuire al ristoro.


1)    (Fuori itinerario) In Via Pradamano 21 (oggi Scuola E. Fermi) c’era il Centro di Smistamento Profughi di Udine, 1947-1960. Verso la fine della seconda guerra mondiale accolse oltre 100 mila italiani durante l’esodo da Zara, Fiume, Pola, Istria e Dalmazia in fuga dalle violenze dei miliziani jugoslavi di Tito.
2)      Chiesa di S. Maria degli Angeli. Conserva ancora tutto il fascino della romita chiesetta di campagna, umile e semplice come la fede degli abitanti che l’innalzarono nel lontano 1831 per assistere alla Messa, distanti com’erano dalla parrocchiale della Beata Vergine del Carmine, in Via Aquileia. Il campanile è del 1883. La sagra di Baldasseria, parte religiosa, è collegata ai voti per le scampate epidemie di colera, 1873.
3)      Lapide dei Caduti di guerra, 1915-1918. Indicazioni certe sulla vita del borgo le abbiamo solo dal ‘900. Carlo Rizzi, di anni 76, ha raccontato a Orzan nel 1984: «I Rizzi hanno sempre abitato qui da generazioni. Mio nonno era chiamato “Agnul cuardarûl”. I tre vialetti paralleli, che ora sono le entrate delle case di levante, una volta erano il laboratorio del mio avo. Lunghi quanto le corde che fabbricava, qui armeggiata tra balle di canapa e il cigolare di torcitrici, verricelli e arcolai. Quando ero ragazzo nella casa dei Marano (civico 126) c’era l’osteria con il tabacchino gestita da sior Ugo che faceva il postino. Le vecchiette venivano a comperare qualche soldo di macube o di cinzilio (tabacco da fiuto). La domenica si giocava a bocce. Nell’area contigua, dove ora ci sono l’orto e l’entrata delle villette del Messaggero si teneva il 24 agosto o lo domenica dopo, lo sagra detta di S. Bartolomeo. Si ballava sul breâr (tavolato) al suono delle fisarmoniche e alle luci dei ferai a carburo (fanali). L’attuale sagra che si teneva in via Baldasseria Media ed ora si fa nel cortile della Parrocchia, è nata qui».
La Chiesa di S. Maria degli Angeli in Baldasseria, Udine. Fotografia di Elio Varutti

Non potevamo festeggiarla il 15 agosto giorno dell’Assunzione di Maria, perché lo gente se ne andava tutta in Giardino Grande alla tombola tradizionale. E anche per non confondere il sacro col profano. Dopo la Grande guerra l’osteria venne rilevata da Pieri e Pina Mandoline (Castronini) che spostarono l’esercizio sotto il portico (galleria), abitazione dei Macor. Vendevano vino sfuso e a fiaschi. Era il posto prediletto degli anziani che giocavano per ore a briscola e tressette, mentre le mogli rassegnate li attendevano invano a cena. La messa si teneva nella chiesetta di S. Maria degli Angeli e la scuola nel vecchio edificio di via Piutti. Si frequentava fino alla terza; poi si doveva andare alla Dante. Ricordo anche il nome delle maestre: Costanza Cozzi e Raffaella Gioconda.
Ogni tanto dal Castello suonava l’allarme per le incursioni degli aerei e dei dirigibili tedeschi che bombardavano lo stazione ferroviaria. Le maestre spaventate si rifugiavano sotto i banchi e noi sciamavamo per i campi. Quando nella scuola si stabilì un comando militare le lezioni si tenevano nella casa dei Vuattolo.
Durante la guerra 1915-1918 nella vecchia cava d’argilla delle fornaci Rizzani (area su cui ora sorgono l’Istituto Ceron e il supermercato) c’erano trincee, protette da filo spinato attraversato dalla corrente elettrica, scavate in previsione di un ripiegamento del fronte dell’lsonzo.
Dai Clocchiatti, invece, i militari addestravano i S. Bernardo a trainare, perché meno vulnerabili al bersaglio, i biroccini per portare vettovaglie e munizioni in prima linea. Dopo lo guerra, appena rientrato dall’esodo di Caporetto in Toscana, nei prati dei Carlini c’era un campo di concentramento di prigionieri austro-ungarici trasferiti, in seguito, altrove.

Vicino a un "Puarte fûr di nape" in Via Baldasseria Media, manufatto che fuoriesce dalla struttura dell'antica casa friulana, conteneva il focolare (fogolâr), veniva emarginato dalla casa per paura degli incendi


4)      Lavatoio restaurato nel 2016, come monumento. Inaugurato col sindaco Honsell. Costruito verso il 1920-1930 al centro della piazzetta della chiesa, poi spostato alla fine degli anni Cinquanta. Dismesso nel 1965, per la intombatura del roiello che lo alimentava.
5)      All’angolo tra via Baldasseria Media e via Lauzacco si erge la bella ancona, con lo statua dell’Immacolata Concezione Rifugio dei Peccatori fatta erigere da Don Gerardo Della Longa nel 1954 a ricordo dell’anno mariano.
6)      In un altro angolo, posto tra via Baldasseria Bassa e via Lauzacco (località Piccola Parigi) campeggia una Madonna attorniata da pargoli e figure di santi. Si tratta di un dipinto su tavola di compensato che copre, a mo’ di palinsesto, quello originale e quasi irriconoscibile sull’intonaco (che risale alla metà dell’800). É opera del pittore Santo Sant di Cassacco ed è stato collocato da don Tarcisio Bordignon nel 1968. Un’edicola recente si trova, invece, in fondo a via Baldasseria Bassa sulla casa De Faccio.
7)      Nella carta topografica “Le Frioul” degli ingegneri Maieroni e Cappellaris, edita nel 1778, ed in quella della “Provincia del Friuli” del Malvolti nel 1819, è segnata una località detta Lisbona a nord-est di Cussignacco, in Baldasseria. Gli anziani del luogo, però, non l’hanno mai sentita nominare, in base alle interviste di Alfredo Orzan del 1992. Secondo il Corgnali può darsi che questo nome derivi dall’insegna di un’osteria (o da quello primigenio della stazione di posta, n.d.r.) a ricordo del catastrofico terremoto di Lisbona del 1775. In questa località, ora conosciuta come “Piccola Parigi”, la sera del 10 dicembre 1807 sostò per qualche ora Napoleone invitato dal sindaco a visitare ufficialmente la nostra città, allora facente parte del Regno Italico. Può darsi anche che qui si siano accasati dei disertori francesi, come avvenne in Carnia con i cosacchi nell’ultima guerra. L’osteria «Al Francese» sorta nell’ultimo dopoguerra, non ha nessuna relazione con le ipotesi avanzate. La intitolò lo scomparso Gino Colle, padre dell’attuale gestore, emigrato in Francia per tanti anni. A così intitolarla furono gli avventori: «Anin a bevi un tai là dal Francês».


8)      Carletto Domenico nell’agosto del 1971 (allora aveva 79 anni) in occasione della sagra, intervistato, dichiarava al periodico della comunità, in quegli anni intitolato «Parrocchia di S. Pio X»: «I Casali di Baldasseria Bassa vennero denominati “Piccola Parigi” all’inizio del 1800, quando anche la Baldasseria Bassa era un covo di contrabbandieri ... il centro della borgata era costituito dallo stallone o stazione dei cavalli, fabbricato adibito ad abitazione». Evidentemente (e su questo punto le testimonianze orali tramandate sono concordi) nel borgo (Via Baldasseria Bassa al civico 171 e nei cortili interni) esisteva una stazione di posta per il cambio dei cavalli alle diligenze che provenivano da Trieste e Gorizia ed erano dirette a Vienna. Questa sosta favoriva il contrabbando di merci facilmente reperibili nel porto giuliano, ma attirava anche donne compiacenti in cerca di zerbinotti denarosi. Forse il toponimo nacque allora per definire, come dice Carletto, il luogo poco raccomandabile e malfamato simile a certi quartieri della capitale francese. Dopo l’avvento della ferrovia, questa stazione rimase inattiva e si trasformò in rimessa per carrozze, probabilmente, di privati e facoltosi cittadini che avevano in affitto anche qualche stanza per le loro scappatelle».
9)      La capitolazione dei risorgimentali friulani agli austriaci, comandati da Nugent. Fu firmata il pomeriggio del 22 aprile 1848 nei casali Serafini della nostra Baldasseria. A parlamentare giunsero in carrozza, oltre all’arcivescovo, il conte Caimo Dragoni, Presidente del Governo Provvisorio, il facente funzioni del Podestà Paolo Centa ed altre autorità.
10)  La corsa del palio ebbe origine a Udine addirittura agli inizi del XIV secolo. Essa era regolata da appositi statuti ed aveva la sua brava giuria. La manifestazione aveva luogo il 23 aprile, festa di San Giorgio e dal 1420 si aggiunse un’altra corsa del palio il 6 giugno, festa del Beato Beltrando di San Genesio (Saint Geniès). Nel giorno precedente le corse “i premi suddescritti venivano portati in giro per la Terra con accompagnamento di suonatori e di popolo festante” (Vincenzo Joppi – Udine prima del 1425 pag. 18). La partenza o mossa veniva data “nel sito detto la madonetta fuori la Porta d’Aquileja” (Gian Domenico Ciconi – Udine e la sua Provincia, pag. 63). Chiaro quindi che la partenza delle due corse del palio aveva luogo a Baldasseria, precisamente dallo spiazzo della Madonnetta, che è la “via del palio” doveva condurre di lì a porta Aquileia.
11)  All’altezza della palestra di Ceron, nel 1945 i nazisti e i cosacchi fecero scavare ai requisiti il “trincerone anticarro”.  Gravissimo danno causò tale fossato anticarro, che cinse tutta la città e passava nei pressi del Bowling, continuando il «fosso» del Ledra ma qui la TODT tedesca, temendo l’avanzata da sud, aveva prestato maggior cura. Le strade furono tutte interrotte: il viale Palmanova era bloccato da muraglioni di cemento armato, le strade di campagna chiuse, le altre, come via Baldasseria Media, erano transitabili solamente attraverso una passerella, consistente in una tavola che faceva da ponte tra le due sponde rialzate del fossato.
12)  Ritorno verso la Chiesa di S. Maria degli Angeli. Si è finito il giro nei locali dell'Orto Felice vicino alla Pizzeria "Da Mario", con un breve rinfresco per tutti, grandi e piccini.


Bibliografia


Un mio articolo in questo stesso blog: Baldasseria vista dal maestro Orzan, luglio 2015.
Poi ci sono anche: I platani del Vial di Palma, Udine 1960-1965, marzo 2015.
La storia Antonio Friz, studente di Udine Sud, il ragazzo partigiano "Wolf" delle Brigate Osoppo Friuli (BOF) è nell'articolo intitolato "Guerra civile a casa. Storie di scampati all’eccidio di Porzus, 1945", dicembre 2014.

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