lunedì 15 agosto 2016

Estetica del vecchio cane, disegni e testi di Giovanna Durì



L’autrice è un grafico editoriale dal 1979. Ha curato cataloghi e rassegne espositive per i primari illustratori della scena internazionale. Qualche nome fra i tanti: Lorenzo Mattotti, Gabriella Giandelli, Roland Topor, José Muñoz, Gianluigi Toccafondo, GuidoScarabattolo, Franco Matticchio, Giorgio Maria Griffa, Pia Valentinis, Stefano Ricci.
 
Giovanna Durì, Cani di strada, 2012

Ad un certo punto ha voluto cimentarsi lei, in prima persona, con il pubblico delle gallerie d’arte e col pubblico dei lettori. Sostenere che il risultato sia originale è dire poco. Il risultato è di una bellezza esclusiva. Certo “Vecchi cani”, opera del 2012, non è un prodotto per le grandi masse. Anzi il target è proprio limitato, selezionato o addirittura per certi intenditori.
Scrivere dei racconti e disegnare dei cani di razza non è cosa rara ed ha un certo target. Addirittura alcune stampe e disegni discreti possono essere visti nella sala d’aspetto di qualche studio veterinario. Scrivere delle storie e disegnare cani meticci comincia ad essere un fenomeno ristretto, con scarso target. Scrivere brevi brani e disegnare cani non di razza, per giunta vecchi, se non malandati, è un fatto raro, che farebbe ridere qualsiasi esperto di marketing delle vendite. Eppure Giovanna Durì ha scelto quest’ultimo settore di mercato. Anzi ci si è buttata a capofitto! Questo suo volumetto potrebbe essere un Manifesto in difesa della vecchiaia canina…
La sua non è una scelta per simpatia, per amore del più antico amico dell’uomo, debordante in qualche riflessione sdolcinata sulle care bestiole. La sua scelta di campo ha del rivoluzionario, nel senso che dal punto di vista etico e, persino, estetico tenta di rovesciare l’immagine collettiva che si ha del cane anziano, da compatire. Qui vengono enfatizzati nelle parole (poche) e nel disegno a matita – probabilmente con qualche sapiente tocco di pennello di china nera – la postura anomala, lo sguardo depresso e il non-sguardo (a titolo di sfida) di certi quadrupedi del genere canino. Più o meno claudicanti… C’è un forte senso di realtà in queste opere d’arte.
 Giovanna Durì, Felicita, 2012

Non sto a tediarvi sul ruolo del cane nella storia dell’arte. Ci sarebbero una quantità di citazioni da fare fino a domani mattina. Mi sovviene però una stampa di Rembrandt, perché si differenzia dal solito genere. Nel disegno in questione -“The Good Samaritan” è il titolo - e il delizioso quadrupede è stato riprodotto dal sommo maestro nella posizione più sconveniente che si possa immaginare, cioè mentre assolve alle sue necessità fisiologiche. In mezzo alla strada e dove sennò! Questa sequenza artistica è assai originale, poiché senza precedenti. Oggi i padroni educati, girano con paletta e sacchetto e raccattano le deiezioni canine. Purtroppo ci sono molti maleducati che si sono fermati ai secoli scorsi. E lasciano tutto lì sulla strada.

Allora molti pittori hanno ritratto cani di razza alle corti imperiali. Li si vede tutti belli e snelli sui divani, oppure rampanti nei boschi per la caccia, nei manieri, nelle case signorili, ma decisamente nessuno (che io sappia) si è mai sognato di ritrarre un vecchio cane malconcio.
Ecco dove sta la genialità di Giovanna Durì. Si è scelta i soggetti, col permesso dei loro padroni. Li ha anche fotografati, per poter disegnare poi con più materiali di lavoro, grazie alle immagini fotografiche. Per ogni ritratto ha scritto poche, ma centrate parole. Sono dei mini-racconti ambientati in città italiane. Si tratta di piccole storie di grande senso. Dicono tutto sul soggetto ritratto, sul suo carattere, sulla salute, sul muso, sulle orecchie, sul pelo, sulle zampe… Sono pure dei testi autoironici ed autocritici. Oddio, il volumetto è monotematico, però ha una sua forza estetica, non c’è dubbio.
L’autrice è riuscita a reperire persino una mini-bibliografia sul tema, riportata in fondo al libro. Dal punto di vista iconografico, penso che debba essere lei la prima al mondo che disegna certi cani vecchi bacucchi. Lo fa con una grande tenerezza, mostrando la dignità dell’essere peloso e rotondetto. Un essere che ha saputo dare un affetto inestimabile al proprio padrone.
 Giovanna Durì, Cani che non ti guardano, 2012

Il volumetto della Durì fungeva da catalogo per la mostra d’arte intitolata appunto “Vecchi cani, disegni di Giovanna Durì”, che si tenne nel mese di ottobre 2012 presso la Galleria Nuages, di Milano. Visto il successo e l’interesse riscontrato, l’esposizione fu replicata nel mese di aprile 2013 a Napoli, a cura dell’Associazione Culturale Hde e a Firenze, presso la Galleria Babele.
Non male per una principiante, nel senso che era la sua prima mostra d’arte in assoluto. Giovanna Durì ha scritto e disegnato anche sul tema del viaggio in treno. Anche in questo caso con grande scrupolo monotematico. Per chi fosse interessato, le sue composizioni sui passeggeri del treno sono presenti nel blog artistico “Doppiozero” sotto il seguente titolo della rubrica: “Per brevi tratti”.
Col volume “Vecchi cani” l’autrice ha inteso contribuire alla sensibilizzazione – così si legge nell’ultima pagina del testo – nei confronti dei vecchi cani abbandonati o rimasti soli. Parte del ricavato delle vendite è andato per beneficenza al Rifugio del cane delle città ospitanti la mostra: Milano, Napoli e Firenze.
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Commiato sui generis
Faccio una parentesi finale. Non c’entra coi cani, lo dico subito. Nemmeno coi cani invecchiati, però è collegabile con un altro animale. Di quelli con la ali. Mi ha colpito un recente romanzo di una scrittrice USA. È incentrato sul dipinto antico di un uccello variopinto. Quindi l’estetica dell’animale ha la sua importanza e il diritto di cittadinanza.
Il nome dell’autrice è Donna Tartt. È riuscita a scrivere 896 pagine (nell’edizione italiana) intorno al tema del cardellino. Punta tutto sulla quotidianità, sui fatti della vita, non pare irreale o esagerato. Ok, il tutto si svolge tra attentati molto attuali, droga, il Metropolitan Museum di New York, la desolazione delle informi periferie di Las Vegas e i placidi canali di Amsterdam, però con la “fissa” di quel pennuto pitturato nel ‘600. Vero è che si tratta de Il Cardellino di Carel Fabritius (1622-1654) dipinto a olio su tela nello stesso anno della sua morte. È una pittura minuscola: 34 x 23 cm. (Vedi: Donna Tartt, The Goldfinch, New York, Little, Brown and Company, 2013. Edizione italiana: D. Tartt, Il cardellino, Milano, Rizzoli, 2014).
Siccome la Tartt è proprio brava, le hanno assegnato il premio Pulitzer per la letteratura nel 2014. Tutto qui. È allora vero che alcuni animali (o la loro rappresentazione) sanno stupirci.
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La presente recensione è riferita a:
Giovanna Durì, Vecchi cani, Milano, Nuages, (1.a edizione: 2012), ristampa 2013, pp. 64 (non numerate, con 30 disegni b/n), euro 12.

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