È stato un bell’incontro. Ci sono stati vari interventi
costruttivi in un locale pieno di ricordi istriani. L’evento si è tenuto venerdì
15 dicembre 2017, alle ore 18,30 presso l’Agriturismo Ristoro da Sferco in Via
Umago, 2 a San Quirino di Pordenone.
Michele Bernardon, Bruna Zuccolin, Mauro Tonino, Elio Varutti e Silvano Varin
Lo scrittore Mauro Tonino ha parlato del
suo libro intitolato “Rossa terra”. L’originale racconto ha per sottotitolo: “Viaggio
per mare di un esule istriano con il nipote. Tra emozioni, storia, speranze e
futuro”. È stato edito a Pasian di Prato (UD), dalla casa editrice L’Orto della
Cultura nel 2013, ma desta ancor oggi grande interesse e accesi dibattiti.
L’incontro culturale è stato organizzato dai Comitati
Provinciali di Udine e di Pordenone dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia
e Dalmazia (ANVGD). L’evento si è tenuto anche con il prezioso
contributo dell’Associazione EFASCE di Pordenone, in particolare grazie al suo
Presidente Michele Bernardon, assieme all’ERAPLE.
«Sono molto contenta di aver inaugurato la collaborazione con
altri Comitati Provinciali dell’ANVGD, come questo di Pordenone – ha detto
Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine – perché in questo modo ci apriamo a
interventi propositivi sul territorio riguardo ai temi dell’esodo giuliano
dalmata per approfondire e sviluppare le ricerche sulle tradizioni culturali di
quelle terre».
L'introduzione di Elio Varutti al libro di Mauro Tonino "Rossa terra" del 2013
Il romanzo storico sulle foibe e sull’Esodo istriano-dalmata
è stato scritto da Tonino in punta di penna, cercando di presentare con
pacatezza e serenità un tema così forte e dimenticato della storia.
Oltre ai saluti ufficiali della presidente ANVGD di Udine
Bruna Zuccolin e del presidente dell’ANVGD di Pordenone Silvano Varin, ha parlato anche il presidente dell’EFASCE Michele Bernardon, mentre si è
giustificato per l’assenza il direttore dell’ERAPLE Cesare Costantini. Varin ha
ricordato le due grosse comunità di esuli istriano-dalmati di Villotte San
Quirino e quella del Dandolo di Maniago, sempre in provincia di Pordenone, con
cinquanta famiglie ciascuna. Bernardon ha detto che non si parla mai abbastanza
delle vicende dell’esodo istriano.
Il volume è stato introdotto dal professor Elio Varutti,
vicepresidente dell’ANVGD di Udine, alla presenza dell’autore. L’originale
incontro culturale si è concluso con un brindisi istriano con Prosecco.
Al centro Daniele Cattunar, figlio di Marino Cattunar con una parte del pubblico
Mauro Tonino e la sua
Rossa terra, secondo Varutti
È un testo pacato e sereno. Racconto di fantasia con
riferimenti documentari e a fatti veri. Descrive un bel rapporto tra il nonno
Marino Cattunar, classe 1934 e il nipote Filippo durante un viaggio in barca
sulla costa istriana, così ha riferito Varutti. Si va alla scoperta delle
radici e della foiba di Vines dove è stato gettato dai titini il corpo di
Nazario Cattunar il 5 maggio 1945, a guerra finita. Notizia riferita dallo zio
Virginio e dalla zia Giorgina “Nadàla” (pag. 131).
“Ho letto che le atrocità di un popolo prima o poi generano
un senso di colpa – ha detto Varutti – che deve essere espiato da qualcuno. È
tempo di parlare, col senso di pacificazione in una dimensione europea”.
Per il nipote Filippo è come un viaggio di iniziazione su
fatti mai raccontati dal nonno. C’era la Cortina di ferro delle autorità, per
consentire a Tito di sganciarsi dalla sfera sovietica e andare verso i Paesi
non allineati (p. 98). C’era poi il Muro del silenzio eretto dentro le
famiglie, per vergogna, per non riprovare il dolore patito. Mi chiedo se il
fatto di non parlare di un evento tragico come le foibe sia un motivo per stare
meglio e non soffrire. Talvolta si accendono gli animi. Succede che il
dibattito storico si faccia esacerbato.
Tonino spezza una lancia a favore del dialogo e dell’ascolto
con rispetto. In un certo senso insegna a dialogare, con queste sue parole,
senza dover sopportare il Calvario delle sofferenze del truce fatto. Il ricordo
è allora un sollievo. Diventa voglia di condividere il peso del dolore. Si
distribuisce nella comunità di ascolto. Il dolore si annacqua, si allevia.
Una stanza dell'Agriturismo Ristoro da Sferco, con bandiere di Fiume, dell'Istria e Dalmazia
La guerra per Marino e Nazario Cattunar, con la matrigna, dato
che la mamma è morta di tetano, comincia dopo l’8 settembre 1943, quando i
partigiani di Tito “prendono possesso della nostra terra”. Siamo alla mercé di
ustascia, cetnici, tedeschi e titini, racconta il testimone. Aggiunge: “Ci
difesero quelli che passarono alla storia per cattivi, cioè i tedeschi e la X
Mas”.
Che cosa sono gli infoibamenti? Cavità carsica e sepolcro di
molti italiani. Papà Nazario getta la divisa e torna a casa. Il figlio è
contento. Poi uno delle SS italiane gli ordina di riemettersi la divisa
accusandolo di tradimento e di ammazzarlo davanti al figlio. Nazario, allora si
rimette la divisa.
C’è un certo Toni che gli dice “No sta preoccuparte che te
iudo”, salvo poi a far finta di niente. C’è la donna partigiana colta da
Nazario con le armi addosso e le bombe, che viene lasciata libera per gesto di
umanità, che invece non trovò Nazario. (p 91-2). C’è la musica di Antonio Smareglia
(p. 95). Ci sono Prefazione e Postfazione dell’Autore. C’è il rastrellamento
nazista e la fucilazione di 19 paesani scelti dal fascista del paese, poi
scappato poco dopo il fatto (p 104). C’è il passaggio dal Campo profughi di
Trieste (p. 103). C’è infine una storia sconvolgente. “Svi u iama” “Tutti gli
italiani in foiba” si dicevano i partigiani alla fine del conflitto (p 132).
Agriturismo Ristoro da Sferco, San Quirino, un angolo dedicato a Fulvio Tomizza
Il dibattito e l’intervento
di Mauro Tonino
L’autore di “Rossa terra” ha voluto rimarcare la grande
dignità del popolo istriano. Poi ha aggiunto: “Gli esuli hanno pagato per tutti
con le loro terre, i loro patrimoni e le loro vite, la storia vera dei Cattunar
mi è stata suggerita da amici, poi a Vines ci hanno detto che anche nel mese di
giugno 1945 girava un camion pieno di altri sventurati da uccidere nella foiba”.
Nel dibattito, che la presidente Zuccolin, ha aperto tra la ventina
di interventi dopo l’intervento di Tonino, ha parlato per primo Daniele Cattunar: "Confermo tutto ciò che ha scritto Mauro Tonino riguardo alla vicenda dell'uccisione di Nazario Cattunar, di Villanova di Verteneglio".
Poi è intervenuto Francesco
Tromba, da Rovigno, esule a San Michele al Tagliamento, provincia di Venezia. “Sono
di Rovigno del 1934 e il 16 settembre 1943 i titini hanno preso mio papà Giuseppe
Tromba, del 1899, che era artigiano – ha detto Francesco Tromba – due di
guardia stavano in strada e altri cinque sono entrati in casa… e solo nel 2003
ho saputo da donne del posto, dove era la foiba di Vines, perché lì fu buttato;
uno dei partigiani responsabili era il tale Abbà, oggi io sono esule qui vicino,
in provincia di Venezia”.
Anche Maura Pontoni, editrice del volume di Mauro Tonino ha voluto
sottolineare l’impegno degli editori a pubblicare notizie e testimonianze sull’esodo
istriano. «Ricordo inoltre che una mia
insegnante delle scuole medie – ha aggiunto Maura Pontoni – che si chiamava
Maria Rada, ha avuto ambedue i genitori uccisi e gettati nella foiba, come per
Cattunar, come per Tromba».
L’ultimo partecipato intervento è stato del signor Veniero Venier,
nato a Pola nel 1932. «Non posso dimenticare ciò che mi ha raccontato Francesco
Tromba – ha concluso Venier – di quando il postino di Rovigno, tale Giorgio Abbà,
fu infoibato, poi lo stesso accadde alla moglie che chiedeva notizie su di lui
e pure la figlia Alice Abbà, di dodici anni».
Pure il registratore di cassa è imbandierato all’Agriturismo Ristoro da
Sferco in Via Umago, 2 a San Quirino di Pordenone
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Riferimenti bibliografici
ragionati
L’uccisione della famiglia di Giorgio Abbà, di Rovigno, è
descritta anche nel seguente documento: Comune di Civitanova Marche, Provincia
di Macerata, Verbale del Consiglio
Comunale di data 26 febbraio 2011, p. 9.
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Servizio giornalistico a cura di Gabriele Anelli Monti. Fotografie
di Daniela Conighi. Networking e ricerche di Sebastiano Pio Zucchiatti. Lettrice Bruna Zuccolin.
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