La chiamano “Route des crêtes”. È un
luogo spettacolare di bellezza selvaggia.
Ecco uno degli scorci eccezionali
I panorami sono mozzafiato, se non
paurosi. La natura è potente. Fiori, calanchi, scogli, rocce a picco sul mare e
colori mediterranei meravigliosi. La Provenza è così. La “Route des crêtes” (Strada
delle Creste) è costituita da un breve tratto di litorale sulla montagna della
Canaille (in francese “Canaglia”) da Cassis a La Ciotat. Sono 19 chilometri di
strada con salite (o discese) ricche di tornanti, strettoie e, per fortuna,
alcuni spiazzi da parcheggio e punti panoramici con dei belvedere strepitosi,
sebbene un po’ insicuri. Ci sono alcuni sentieri per chi fa Trekking o palestre di roccia.
Se vi muovete con l’autovettura: occhio ai ciclisti e ai
motociclisti tutti gasati dal percorso particolare. Si visita in mezz’ora di
automobile, senza contare le soste e i respiri a pieno petto che tocca fare per
riprendersi dai terrificanti scorci. Attenzione perché ha lo stesso nome con
cui viene comunemente indicata un’altra strada panoramica che attraversa, ad
alta quota, la catena montuosa dei Vosgi, tra l’Alsazia e la Lorena.
La Strada delle Creste in Provenza è vicino al “Parc National
des Calanques” (Parco Nazionale delle Calanche). È una ventina di chilometri
tra Marsiglia e Cassis. Nel parco si trova pure il cosiddetto “Archipel du Frioul” (Arcipelago delle Frioul). È curiosa l’assonanza con la parola “Friuli”.
Sullo sfondo, le calanche
In estate l’accesso è limitato e nelle altre stagioni dipende
dal maestrale, dato che il rischio d’incendio è molto alto. Molta prudenza per
chi ha bambini con sé. Calanca viene dal provenzale “cala” che significa pendio
ripido. Bisogna dire che tra le coste rocciose le insenature inusuali con colori
straordinari sono piene di fascino.
A Cap Morgiou, nelle Calanche, c’è la famosa Grotta Cosquer,
profonda 37 metri, non visitabile con incisioni e disegni paleolitici della
cosiddetta “mano negativa” risalenti niente meno che a 27 mila anni a.C., mentre
i disegni di animali (foche, pinguini e pesci) risalgono a 17 mila anni a.C. La
scoperta di Henri Cosquer è del 3 settembre 1991, ma era dal 1985 che esplorava
le grotte sottomarine della zona.
Panorami da spavento!
Bibliografia
AA.VV., Provenza, guida
verde, Pero (MI), Michelin, 2008.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Sebastiano
Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di Elio Varutti.
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