C’è una interessante mostra di oltre 200 opere di Mario Sironi a Pordenone. Aperta fino al 9 dicembre 2018, l’originale rassegna è
stata inaugurata alla Galleria Harry Bertoia il 16 settembre 2018.
Pordenone, l’ingresso della Galleria Bertoia, per la mostra
Mario Sironi. Dal Futurismo al
Classicismo 1913-1924. Fotografia di E. Varutti
Come scrivono nel depliant d’ingresso Pietro Tropeano,
assessore alla Cultura del Comune di Pordenone, assieme al sindaco Alessandro
Ciriani “Avete un grande artista, forse il più grande del momento e non ve ne
rendete conto”. I due civici amministratori non sono dei critici d’arte, perché
citano per tale frase niente meno che Pablo Picasso, per esaltare il futurista
Mario Sironi (1885-1961), pittore, illustratore, grafico, scultore, decoratore,
scenografo e protagonista principale della cultura e dell’arte del tormentato
Novecento.
L’esposizione è stata curata da Fabio Benzi, che si era
occupato della grande e eloquente rassegna su Sironi esposta alla Galleria
Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1993. La mostra è stata realizzata dal
Comune di Pordenone e dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale (ERPAC) con
l’attiva collaborazione dell’Associazione Mario Sironi e il patrocinio della
Regione Lombardia, inserendosi nelle iniziative per l’Anno Europeo della
Cultura 2018 del MIBACT.
Mario Sironi, Periferia,
1921. Collezione privata
Nelle belle sale espositive sono ben collocate le poche opere
ad olio su tela e le molte, moltissime chine o tempere su carta e su cartone.
Molti disegni, persino minuscoli, cm. 10 x 15 circa, provengono da collezioni
private, come diverse altre opere presenti nell’esposizione.
Si comprende bene il passaggio dell’artista dal futurismo
ante Grande Guerra al classicismo dei primi anni Venti, con vari sconfinamenti
verso il bozzetto pubblicitario, dato che il tratto di Sironi era richiesto sui
giornali dell’epoca, come Noi e il Mondo,
oppure Gli Avvenimenti, fino a Industrie Italiane Illustrate, per
finire, dopo un aiutino da parte di certe grazie femminili, al Popolo d’Italia.
È l’artista che disegna i primi camion militari, i cannoni, i
siluri, i dirigibili, i primi aerei, le navi corazzate e i primi carrarmati.
Nel
dopoguerra dipinge con tonalità smorte le ciminiere, le periferie informi, i
tram, i ferrovieri, oppure – chissà come mai? – ieratiche donne tremendamente
sole, col titolo, ovviamente di Solitudine.
Mario Sironi, Figura
futurista (Antigrazioso), 1913/1914, olio su tela, cm 84,5 x 59,5
L’approccio di Sironi alla pubblicità non è di mera
propaganda, come sostiene certa critica. Altri autori dubitano di ciò, vista la
sua fideistica adesione al fascismo, ben documentata dalle vivaci caricature
per il Popolo d’Italia, il giornale
di Mussolini. In Sironi c’è satira contro il capitalismo, contro gli ebrei,
contro il Partito Popolare, contro Lenin, ma nulla di critico nei confronti di
certe dittature del Novecento che sconvolsero l’Europa.
Sebastiano Pio Zucchiatti, Dedica ai futuristi, 1999, olio su cartone, cm 17 x 14. Courtesy del'artista
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Orari della mostra
Da martedì a venerdì dalle 15 alle 19. Sabato e domenica
dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. MARIO SIRONI. DAL FUTURISMO AL CLASSICISMO
1913-1924. Pordenone, Galleria Harry Bertoia (corso Vittorio Emanuele II, 60). 16
settembre - 9 dicembre 2018.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah
Tiervo e E. Varutti. Fotografie di E. Varutti, ove segnalato. Si ringrazia Sebastiano Pio
Zucchiatti per la pittura messa a disposizione della presente recensione, intitolata Dedica ai futuristi.
Pordenone, sulla destra c’è l’ingresso della Galleria Bertoia.
Fotografia di E. Varutti
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