C’è una piccola, ma interessante mostra di opere di Michele
Piva nel centro di Udine. Volendo ricordare i cinque anni dalla morte del
pittore, deceduto a ottantadue anni il 12 maggio 2013, è stata inaugurata il 15
novembre 2018 la mostra di una buona selezione di opere sue allo Spazio
“Unicredit Città di Udine”, in via Vittorio Veneto numero 20, fino al 29 marzo
2019.
Udine, Spazio “Unicredit Città di Udine”, via Vittorio Veneto
– Cristiano Dallavalle, Franca Piva, Enzo Santese e il sindaco Pietro Fontanini alla mostra di Michele Piva il 15 novembre 2018.
Fotografia di Elio Varutti
La rassegna è visitabile da lunedì a venerdì dalle ore 8,30 alle 16,00. Sabato
e festivi resta chiuso. Già nel 2015 lo Spazio Unicredit di Udine aveva ospitato la
mostra “Venezia... amore mio”, in ricordo di Michele Piva. Si trattò di una
originale serie di pitture di scorci veneziani allestite dal 27 marzo al 28
aprile 2015.
Le pitture in esposizione nel 2018-2019 si riferiscono ad un
incontro avvenuto a Roma, come ha scritto Licio Damiani, dal quale si originò
una viva amicizia, col famoso scrittore Riccardo Bacchelli, il quale aveva
definito Michele Piva “pittore di ali infrante”.
Ha aperto l’incontro dell’inaugurazione Cristiano Dallavalle,
responsabile area manager Unicredit, ringraziando la famiglia Piva che ha
concesso le opere per l’esibizione. Pietro Fontanini, sindaco di Udine, ha
ricordato la gentilezza del professore Michele Piva, che si è occupato in veste
artistica di temi molti impegnativi. Il sindaco ha ringraziato poi la banca che
ha messo a disposizione la bella sala per la mostra d’arte. Un saluto e un ringraziamento
agli organizzatori della rassegna è giunto dalla vedova di Piva, che all’ingresso
della sala aveva omaggiato le signore ospiti con una rosa bianca. Era presente
anche Enrico Berti, presidente del Consiglio comunale di Udine.
Michele Piva, Ali, smalti
e metallo, 2006. Udine, mostra Michele Piva,
segni emblemi pensieri, Spazio “Unicredit Città di Udine”. Fotografia di
Elio Varutti
La presentazione critica è stata merito di Enzo Santese, che
ha accennato alla grande carica umana che ha contraddistinto i segni e i
simboli tracciati sulle tele e sui cartoni da Piva con colori delle terre
prevalentemente, fino a tagliare le pagine. “Non è un pittore da salotto il
Piva – ha aggiunto Santese – perché è artista sobrio che ama spaziare su vari
temi della società, come quelli del contatto con i poeti e gli scrittori
italiani”. Santese si è soffermato anche sui Soli, che Michele Piva ha realizzato con parti metalliche e colori
rossastri, dando speranza al visitatore che la vita continua, nonostante tutte
le oscurità e le malvagità. Quello dei Soli
è un tema caro dell’artista, come ha scritto Santese nel cartoncino d’invito
alla rassegna. Piva interpreta il Sole
metallico “come un varco verso il bene in ogni processo individuale e
sociale”.
È appena il caso di ricordare le Impressioni, quadri composti da diversi riquadri astratti, alle
quali Eugenio Montale dedicò persino una lirica. Piva incontrò anche Montale e
diventarono subito amici.
“A paesaggi antropomorfi – ha scritto Licio Damiani – accennano
le melodie sussurrate dei Nudi femminili
suggeriti da spezzoni di silhouette dolci come golfi di luce, che ricordano
poeticamente la semplicità essenziale, la bellezza lineare, dei nudi di donna
anelanti nelle sculture di Henry Moore a farsi idea pura sublimata
dall'astrazione. Nelle Prigioni
costruite a perpendicolari fasce nere, echi di Hartung e dell’americano Franz Kline si trasformano in sostanza etica”.
Mostra Michele Piva,
segni emblemi pensieri, Spazio “Unicredit Città di Udine”. Il pubblico
vicino ai Nudi e ai Soli di Michele Piva. Fotografia di Elio Varutti
Altre parole assai incisive sull’artista Piva, nato a Fiume,
sono ancora di Licio Damiani, che ha scritto: “Il portamento distinto di
signore d’altra epoca, la vena cordiale eppur riservata, rendevano Michele un
personaggio atipico. Era autore appartato nel panorama friulano; operava in una
posizione di aristocratico isolamento, staccato dai problemi teorici e formali
delle avanguardie, con le quali tuttavia interferiva per suggestioni istintive.
La sua solitaria ricerca nasceva da una profonda riflessione sulle tragedie e i
rivolgimenti della storia con il loro carico di dolore e di speranza: una
analisi poetica della contraddittoria condizione umana”.
Michele Piva, pur essendo nato a Fiume, nel Golfo del
Quarnaro, sotto il Regno d’Italia, non si sentiva parte dell’esodo fiumano,
istriano e dalmata. Me ho ha spiegato con pacatezza varie volte. Altri scrittori,
tuttavia, hanno individuato in quel suo rifiuto, una profuganza di riflesso e un desiderio di impegnarsi sul fronte
artistico sui temi civili e di grande umanità che hanno afflitto la storia del
Novecento: la Shoah, i lager, le prigioni. L’impegno artistico di Piva è sempre
stato di alto profilo etico.
Le Ali infrante, come scrisse Riccardo Bacchelli. Mostra Michele Piva, segni emblemi pensieri,
Spazio “Unicredit Città di Udine”. Una scultura in ferro e una pitto-scultura. Fotografia di Elio Varutti
La professoressa e scrittrice Annalisa Vucusa, di origine
zaratina, ha affermato in un incontro pubblico a Udine, nel 2015, di “ritrovarsi
nelle parole di Michele Piva, quando diceva: Come faccio a sentirmi un profugo se la mia famiglia mi portò via che
ero bambino e non ho alcun ricordo di Fiume”. La Vucusa, che è socia dell’Associazione
Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, ha condiviso
l’argomento secondo cui: Quello di Piva, forse, fu un esodo vissuto di riflesso. Mi ritrovo pienamente in queste parole:
sicuramente un riflesso è il senso di sradicamento da Zara, la terra del mio
babbo, che mi porto dentro”.
Biografia di Michele Piva
Ecco il profilo biografico di un pitto-scultore, come fu definito. Michele Piva è nato nel 1931 a Fiume, allora Regno d’Italia. Ha
studiato a Roma, Milano e Venezia. Ha insegnato nelle scuole superiori di
Udine. È morto a Udine il 12 maggio 2013. Sue opere si trovano al Museo Revoltella,
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Museo de Henriquez, Palazzo del Governo
di Toronto, Pinacoteca di Wilson, Museo della Guerra, raccolta Sir Bertrand
Russel, Fondazione Guggenheim, Museo “Terra” di Chicago, Accademia dei
Concordi e in numerose collezioni private in Italia e all’estero.
Mostre personali: Udine, Milano, Toronto, Venezia, Cremona,
Bergamo, Cividale, Grado, Vicenza, Gorizia, Zurigo, Winterthur, Siena, Roma,
Trieste, Sesto San Giovanni, Hong Kong, Torino, Rovigo, Padova, Wilson, Ottawa,
Genova, Verona, Brescia, San Daniele, Aquileia, Belluno, Lugano, Forni,
Vittorio Veneto, Vulcano, Lipari, Londra, Cortina, Montreal, New York, Fiesole,
Bologna, Varese, Napoli, Siena, Palermo, Bolzano, Piacenza, Treviso,
Monfalcone, Novara, Lignano
Sue sculture pubbliche: a Grado (GO) nei giardini e in mare,
presso palazzo Zipser; a Udine presso il Chiostro della Basilica delle Grazie e
giardini di piazza Belloni; Tarcento, in piazze e giardini; a San Daniele
presso Palazzo Sonvilla; a Cividale del Friuli presso le rive del fiume
Natisone.
Le pitture riferite a Montale e ai grandi scrittori. Mostra Michele Piva, segni emblemi pensieri,
Spazio “Unicredit Città di Udine”. Fotografia di Elio Varutti
Bibliografia
- Elio Varutti, “Michele Piva: prossima esposizione alla Loggia di Udine”, on-line dal 6 ottobre 2006 su mondocrea.it http://www.mondocrea.it/itartisti-159/
- Licio Damiani, “Udine rende omaggio a Piva l’artista che dialogava con Bacchelli e Montale”, «Messaggero Veneto», 14 novembre 2018.
Udine, Spazio “Unicredit
Città di Udine”, via Vittorio Veneto – Santese, il sindaco Fontanini e il consigliere comunale Berti alla mostra di Michele Piva. Fotografia di Elio Varutti
Michele Piva, Prigioni, disegno su carta, 1968. Udine, Spazio “Unicredit
Città di Udine”, via Vittorio Veneto Fotografia di Elio Varutti
--
Servizio giornalistico e di Networking a cura di Elio Varutti
e Tulia Hannah Tiervo. Fotografie di E. Varutti.
Nessun commento:
Posta un commento