domenica 5 febbraio 2017

Esperienze didattiche italiane a Fiume nel 1920

Pubblichiamo volentieri un racconto sugli aspetti didattici di Fiume nel 1920, scritto da Aldo Tardivelli, nato a Fiume nel 1925, oggi esule a Genova. Il contributo si avvale dell’esperienza diretta sul campo del nonno dell’autore, che risponde al nome di Napoleone Tardivelli (1854 - 1943). Costui perse nella Grande guerra Gaspare, il figlio primogenito. Il testo è ripreso dal Memoriale originale dell’autore, che si ringrazia per l’invio a questo blog. 
Fiume 1920

Leggiamo su «Il Ponte di Pisa», del 15 settembre 1915, in un articolo di Lydia Salvini intitolato “I caduti per la patria”, le seguenti parole dedicate dalla redazione del giornale domenicale a Napoleone Tardivelli: «Anche noi mandiamo condoglianze al prof. Napoleone Tardivelli, un grande educatore ed un alacre organizzatore (ricordiamo la bella organizzazione fatta qui da poi dei giovani esploratori) e nella triste ora gli rinnoviamo la più affettuosa simpatia».
Le immagini sono della Collezione Aldo Tardivelli, esule da Fiume a Genova, ove non altrimenti indicato.                (Elio Varutti)
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Ecco il testo di Aldo Tardivelli. L’anno 1920 era alle porte. Quanti anni sono passati. Già, quanti? In quel periodo tanto lontano sono accaduti avvenimenti drammatici di una storia che non è possibile dimenticare.
Il dottor professor Gaspare Tardivelli, sotto-tenente del 66° Fanteria, 12.a Compagnia, fu insignito della Medaglia d’argento e bronzo alla memoria nella Terza battaglia dell’Isonzo del 1916. Egli è sepolto nel Cimitero militare di Tolmino, insieme con altre migliaia di soldati oggi quasi dimenticati, come se non esistessero più i loro nomi.
Il mio nonno Napoleone Tardivelli, pur essendo stato colpito dal gran dolore per la scomparsa del figlio primogenito Gaspare Tardivelli, non si era perso d’animo. Da Padova, ove si era stabilito con la famiglia alla fine della Grande guerra, dimostrando ancora una volta il suo giovanile entusiasmo e l’alto spirito italiano per la “causa fiumana”, il 26 gennaio 1920, aveva inviato a Gabriele D’Annunzio, in Fiume, la seguente lettera:
«Fiume, Ill.mo Signor Generale.
Il sottoscritto Prof. Ing. Napoleone Tardivelli, del fu Gaspare e della fu Dorina Turolla, nato a Badia Polesine il 15 agosto 1854, in titolo Professore ordinario nelle R.R. Scuole medie (già Direttore delle R.R. Scuole Tecniche di Padova), attualmente professore di matematica e d’altre materie tecniche nella locale Scuola Meccanico-Navale di Stato, presa notizia del deliberato 24 corrente dell’On. Consiglio Nazionale, si sente in dovere di offrirsi per l’eventuale difesa di quest’eroica città per amore della qual è venuto fin dal 14 ottobre p.p.. Perciò prega la S. V. Ill. di volerlo iscrivere come volontario alle condizioni che, dall’età… e le attitudini, gli sono possibili nel seguente modo: il sottoscritto pone a disposizione per qualsiasi servizio, tutte le ore che li lasciano libero dall’insegnamento; egli si obbliga di passare a completo servizio militare e partecipare alla difesa appena se ne presenti il bisogno, non vuole remunerazione militare, ed è pronto a prestare giuramento richiesto dalla legge, avendo già prestato quello di fedeltà… alla causa di Fiume.
F.to Prof. Ing. Napoleone Tardivelli».
Napoleone Tardivelli (1854-1943)

Per la scuola italiana in Fiume d’Italia
Riassumo in breve dal giornale «La Testa di Ferro» del 6 Giugno 1920, quanto è accaduto all’Assemblea nella storica seduta della “Federazione Nazionale Insegnanti Scuole Medie”, Sezione di Fiume:
«telegraficamente il Prof. Ing. Tardivelli, “In qualità d’esperto sui programmi e regolamenti scolastici in vigore nel Regno d’Italia”, fu convocato da Gabriele d’Annunzio a partecipare e discutere l’importante “Ordine del Giorno” alla storica assemblea della “Federazione Nazionale degli Insegnanti Scuole Medie” nella sala del R. Liceo “Dante Alighieri” della Città di Fiume alle ore 16, il 25 maggio 1920.
L’intervento e le animate discussioni di alcuni professori, sull’ordine del giorno nella Sezione Fiumana della F.N.I.S.M., avevano provocato le dimissioni del presidente del Prof. Ing. Silvino Gigante. Tali dimissioni erano state determinate dal fatto che l’On. Delegato della Pubblica Istruzione dott. Salvatore Bellasich aveva ordinato che gli esami nelle scuole medie di Fiume si facessero secondo il vecchio regolamento austro-ungarico.
L’ordinanza dell’On. Delegato era stata considerata balorda, inopportuna e antipatriottica!
L’On. Delegato era stato tratto in inganno dalla Commissione consultiva dalla quale faceva parte il Prof. Gallio Cassi, trasferitosi dal Liceo di Fiume, prima della fine dell’anno, per insediarsi in una “più vantaggiosa” scuola di Trieste.
L’Ordine del giorno chiesto dal “Prof. Ing. Napoleone Tardivelli” aveva ottenuto la parola, sottoscritta da quattordici professori: Bugini, Burich, Fattovich, Garrani, Gianassi, Mammarella, Mariani, Marpicati, Pichetti, Pontevivo, Trimolloni, Vignuzzi e Kessler.
In apertura della seduta, ha letto e spiegato integralmente l’applicazione dei regolamenti scolastici in vigore nel Regno. In argomento gli scrutini finali, gli esami, le dispense che si dovevano effettuare nei vari punti del programma per la “Scuola Meccanico Navale di Fiume”, “l’istituzione di Scuole Industriale per gli operai”, e quanto affermato nell’avviso di concorso bandito dall’On. Consiglio Nazionale del 23 agosto 1919.
Fiume 1943. Collezione Carlo Leopoldo Conighi, esule da Fiume, ora Collezione privata, Udine

Nell’assemblea alcuni professori avevano messo in discussione “L’Ordine del Giorno del Prof. Ing. Tardivelli” riconoscendo che le scuole di Fiume dovevano obbedire alle leggi vigenti in Italia, ma la trasformazione dei sistemi austro-ungheresi doveva essere graduale, mentre per l’anno in corso gli esami si sarebbero dovuti fare con il vecchio metodo. Poi, si vedrà! Frattanto la questione potrebbe studiarsi più attentamente dai membri.
Fu a questo punto che “il Prof. Ing. Tardivelli ha protestato energicamente affermando tra l’altro: “(…) che non è possibile approvare quanto fin ad ora esposto e che nessuno dei presenti e degli assenti all’assemblea hanno competenza di giudicare, lì per lì, ciò che è oggetto d’attento studio da parte della “Federazione Nazionale”.
Trovando strano che si voglia ritornare ai metodi dell’ex-scuola-austro-ungarica, su cui la bontà e l’efficacia hanno giudicato inappellabilmente il 4 novembre 1918 con il trionfo della scuola italiana”.
La maggioranza dei convenuti all’assemblea, come il giovane e valoroso Prof. Dott. Giuseppe Garrani, uscito dalla R. Università “Luigi Bocconi” di Milano, ha voluto che l’ordine del giorno “Tardivelli” non subisca modificazioni di sorta e che sia varato “in blocco”, evitando l’inutile discussione dei singoli articoli presentati.
Alla strana idea di voler svolgere gli esami secondo il metodo austro-ungherese si avvertiva nell’aria, e nelle file degli Studenti-Legionari, un vivo malcontento, ed alcuni di loro pensavano di farne consapevole Gabriele D’Annunzio, perché badasse a non attuare l’odioso disegno.
Dopo vari discorsi dei convocati, il prof. Marini ha pregato i colleghi di voler procedere alla votazione evitando un cattivo nome alle scuole medie di Fiume e spiacevoli conseguenze degli insegnanti.
“La tesi italiana” del Prof. Ing. Tardivelli aveva “trionfato”, riportando la maggioranza assoluta dei voti.
Prima che il Presidente dichiarasse chiusa la seduta, il prof. Marini ha richiamato l’attenzione dei colleghi sulle “cause” che spinsero i professori a radunarsi e a deliberare sugli effetti ottenuti:
“Questi e quelle stanno dimostrando soprattutto il grande e impavido patriottismo della maggioranza dei professori italiani di Fiume, specialmente di un uomo sinceramente e inflessibilmente italiano, di un coraggioso cittadino fiumano Presidente del R. Liceo “Dante Alighieri” Silvino Gigante, simpatica figura di gentiluomo e d’educatore, che insegna a tutti con le parole e con i fatti come si ama la Patria”.
Dedica autografa di Gabriele D'Annunzio a Napoleone Tardivelli

Napoleone Tardivelli a Fiume nel 1940
Meritevole per avere servito la Patria e la “causa fiumana”, al Prof. Ing. Napoleone Tardivelli, legionario fiumano, fu concessa dal Comandante Gabriele D’Annunzio la Medaglia Commemorativa, con la stella d’oro, per la marcia di Ronchi dei Legionari.
«La Vedetta d’Italia», giornale di Fiume, aveva salutato nel 1920 il suo arrivo con una gran foto e un titolo, cubitale, in prima pagina. “È arrivato il nonno dei legionari fiumani”.
Una foto era fra i reperti ritrovati nell’abitazione degli zii a Genova in Via R. Banderali 1, ove la famiglia si era trasferita da Padova nel 1920.
L’amore del nonno per la città di Fiume non si era ancora esaurito dopo l’avventura fiumana del 1920, quando si era trasferito a Genova: eravamo nel 1940 e, ancora una volta, e fu l’ultima, l’ottantaseienne Legionario arrivato nuovamente a Fiume, volle incontrare gli amici del tempo passato.
In una valigia aveva trasportato un suo progetto utile alla “Protezione Civile” in caso d’allarme aerei. Si tratta di un apparecchio di una particolare funzione. Dotato di batteria e collegato alla rete elettrica, in caso di black-out può mettere in funzione, automaticamente, il suono di campanelli d’allarme, consentendo alla popolazione di porsi in sicurezza nei rifugi antiaerei.
Un vero giocattolo d’ingegneria che per varie ragioni economiche, giacché eravamo all’inizio della guerra, non fu mai applicato.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, il 3 maggio 1945 ci fu l’occupazione di Fiume da parte delle Bande Comuniste del Maresciallo Tito. Una cortina di ferro si era chiusa davanti agli italiani. È come una condanna che non era stata recepita da parte delle autorità preposte all’accoglienza dei suoi cittadini italiani in Patria.
Nonno Napoleone si sarà rivoltato nella tomba».

Bibliografia

Lydia Salvini, “I caduti per la patria”, «Il Ponte di Pisa», del 15 settembre 1915, p. 1.

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