Pubblichiamo volentieri
un racconto sugli aspetti didattici di Fiume nel 1920, scritto da Aldo
Tardivelli, nato a Fiume nel 1925, oggi esule a Genova. Il contributo si avvale
dell’esperienza diretta sul campo del nonno dell’autore, che risponde al nome
di Napoleone Tardivelli (1854 - 1943). Costui perse nella Grande guerra
Gaspare, il figlio primogenito. Il testo è ripreso dal Memoriale originale dell’autore,
che si ringrazia per l’invio a questo blog.
Fiume 1920
Leggiamo su «Il
Ponte di Pisa», del 15 settembre 1915, in un articolo di Lydia Salvini intitolato “I
caduti per la patria”, le seguenti parole dedicate dalla redazione del giornale
domenicale a Napoleone Tardivelli: «Anche noi mandiamo
condoglianze al prof. Napoleone Tardivelli, un grande educatore ed un alacre
organizzatore (ricordiamo la bella organizzazione fatta qui da poi dei giovani
esploratori) e nella triste ora gli rinnoviamo la più affettuosa simpatia».
Le immagini sono della Collezione Aldo Tardivelli, esule da Fiume a Genova, ove non altrimenti indicato. (Elio Varutti)
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Ecco il testo di Aldo Tardivelli. L’anno 1920 era alle porte.
Quanti anni sono passati. Già, quanti? In quel periodo tanto lontano sono
accaduti avvenimenti drammatici di una storia che non è possibile dimenticare.
Il dottor professor Gaspare Tardivelli, sotto-tenente del 66°
Fanteria, 12.a Compagnia, fu insignito della Medaglia d’argento e bronzo alla
memoria nella Terza battaglia dell’Isonzo del 1916. Egli è sepolto nel Cimitero militare di Tolmino, insieme con altre migliaia di soldati oggi quasi dimenticati,
come se non esistessero più i loro nomi.
Il mio nonno Napoleone Tardivelli, pur essendo stato colpito
dal gran dolore per la scomparsa del figlio primogenito Gaspare Tardivelli, non
si era perso d’animo. Da Padova, ove si era stabilito con la famiglia alla fine
della Grande guerra, dimostrando ancora una volta il suo giovanile entusiasmo e
l’alto spirito italiano per la “causa fiumana”, il 26 gennaio 1920, aveva
inviato a Gabriele D’Annunzio, in Fiume, la seguente lettera:
«Fiume,
Ill.mo Signor Generale.
Il sottoscritto Prof. Ing. Napoleone Tardivelli, del fu
Gaspare e della fu Dorina Turolla, nato a Badia Polesine il 15 agosto 1854, in
titolo Professore ordinario nelle R.R. Scuole medie (già Direttore delle R.R.
Scuole Tecniche di Padova), attualmente professore di matematica e d’altre
materie tecniche nella locale Scuola Meccanico-Navale di Stato, presa notizia
del deliberato 24 corrente dell’On. Consiglio Nazionale, si sente in dovere di
offrirsi per l’eventuale difesa di quest’eroica città per amore della qual è
venuto fin dal 14 ottobre p.p.. Perciò prega la S. V. Ill. di volerlo iscrivere
come volontario alle condizioni che, dall’età… e le attitudini, gli sono
possibili nel seguente modo: il sottoscritto pone a disposizione per qualsiasi
servizio, tutte le ore che li lasciano libero dall’insegnamento; egli si
obbliga di passare a completo servizio militare e partecipare alla difesa
appena se ne presenti il bisogno, non vuole remunerazione militare, ed è pronto
a prestare giuramento richiesto dalla legge, avendo già prestato quello di
fedeltà… alla causa di Fiume.
F.to Prof. Ing. Napoleone Tardivelli».
Napoleone Tardivelli (1854-1943)
Per la scuola italiana
in Fiume d’Italia
Riassumo in breve dal giornale «La Testa di Ferro» del 6 Giugno 1920, quanto è accaduto
all’Assemblea nella storica seduta della “Federazione Nazionale Insegnanti Scuole
Medie”, Sezione di Fiume:
«telegraficamente
il Prof. Ing. Tardivelli, “In qualità d’esperto sui programmi e regolamenti
scolastici in vigore nel Regno d’Italia”, fu convocato da Gabriele d’Annunzio a
partecipare e discutere l’importante “Ordine del Giorno” alla storica assemblea
della “Federazione Nazionale degli Insegnanti Scuole Medie” nella sala del R.
Liceo “Dante Alighieri” della Città di Fiume alle ore 16, il 25 maggio 1920.
L’intervento e le animate discussioni di alcuni professori,
sull’ordine del giorno nella Sezione Fiumana della F.N.I.S.M., avevano
provocato le dimissioni del presidente del Prof. Ing. Silvino Gigante. Tali
dimissioni erano state determinate dal fatto che l’On. Delegato della Pubblica
Istruzione dott. Salvatore Bellasich aveva ordinato che gli esami nelle scuole
medie di Fiume si facessero secondo il vecchio regolamento austro-ungarico.
L’ordinanza dell’On. Delegato era stata considerata balorda,
inopportuna e antipatriottica!
L’On. Delegato era stato tratto in inganno dalla Commissione
consultiva dalla quale faceva parte il Prof. Gallio Cassi, trasferitosi dal
Liceo di Fiume, prima della fine dell’anno, per insediarsi in una “più
vantaggiosa” scuola di Trieste.
L’Ordine del giorno chiesto dal “Prof. Ing. Napoleone
Tardivelli” aveva ottenuto la parola, sottoscritta da quattordici professori:
Bugini, Burich, Fattovich, Garrani, Gianassi, Mammarella, Mariani, Marpicati,
Pichetti, Pontevivo, Trimolloni, Vignuzzi e Kessler.
In apertura della seduta, ha letto e spiegato integralmente
l’applicazione dei regolamenti scolastici in vigore nel Regno. In argomento gli
scrutini finali, gli esami, le dispense che si dovevano effettuare nei vari
punti del programma per la “Scuola Meccanico Navale di Fiume”, “l’istituzione
di Scuole Industriale per gli operai”, e quanto affermato nell’avviso di
concorso bandito dall’On. Consiglio Nazionale del 23 agosto 1919.
Fiume 1943. Collezione Carlo Leopoldo Conighi, esule da Fiume, ora Collezione privata, Udine
Nell’assemblea alcuni professori avevano messo in discussione
“L’Ordine del Giorno del Prof. Ing. Tardivelli” riconoscendo che le scuole di
Fiume dovevano obbedire alle leggi vigenti in Italia, ma la trasformazione dei
sistemi austro-ungheresi doveva essere graduale, mentre per l’anno in corso gli
esami si sarebbero dovuti fare con il vecchio metodo. Poi, si vedrà! Frattanto
la questione potrebbe studiarsi più attentamente dai membri.
Fu a questo punto che “il Prof. Ing. Tardivelli ha protestato
energicamente affermando tra l’altro: “(…) che non è possibile approvare quanto
fin ad ora esposto e che nessuno dei presenti e degli assenti all’assemblea
hanno competenza di giudicare, lì per lì, ciò che è oggetto d’attento studio da
parte della “Federazione Nazionale”.
Trovando strano che si voglia ritornare ai metodi
dell’ex-scuola-austro-ungarica, su cui la bontà e l’efficacia hanno giudicato
inappellabilmente il 4 novembre 1918 con il trionfo della scuola italiana”.
La maggioranza dei convenuti all’assemblea, come il giovane e
valoroso Prof. Dott. Giuseppe Garrani, uscito dalla R. Università “Luigi
Bocconi” di Milano, ha voluto che l’ordine del giorno “Tardivelli” non subisca
modificazioni di sorta e che sia varato “in blocco”, evitando l’inutile
discussione dei singoli articoli presentati.
Alla strana idea di voler svolgere gli esami secondo il
metodo austro-ungherese si avvertiva nell’aria, e nelle file degli Studenti-Legionari,
un vivo malcontento, ed alcuni di loro pensavano di farne consapevole Gabriele
D’Annunzio, perché badasse a non attuare l’odioso disegno.
Dopo vari discorsi dei convocati, il prof. Marini ha pregato
i colleghi di voler procedere alla votazione evitando un cattivo nome alle
scuole medie di Fiume e spiacevoli conseguenze degli insegnanti.
“La tesi italiana” del Prof. Ing. Tardivelli aveva
“trionfato”, riportando la maggioranza assoluta dei voti.
Prima che il Presidente dichiarasse chiusa la seduta, il prof.
Marini ha richiamato l’attenzione dei colleghi sulle “cause” che spinsero i
professori a radunarsi e a deliberare sugli effetti ottenuti:
“Questi e quelle stanno dimostrando soprattutto il grande e
impavido patriottismo della maggioranza dei professori italiani di Fiume,
specialmente di un uomo sinceramente e inflessibilmente italiano, di un
coraggioso cittadino fiumano Presidente del R. Liceo “Dante Alighieri” Silvino
Gigante, simpatica figura di gentiluomo e d’educatore, che insegna a tutti con
le parole e con i fatti come si ama la Patria”.
Dedica autografa di Gabriele D'Annunzio a Napoleone Tardivelli
Napoleone Tardivelli a
Fiume nel 1940
Meritevole per avere servito la Patria e la “causa fiumana”,
al Prof. Ing. Napoleone Tardivelli, legionario fiumano, fu concessa dal
Comandante Gabriele D’Annunzio la Medaglia Commemorativa, con la stella d’oro, per
la marcia di Ronchi dei Legionari.
«La Vedetta
d’Italia», giornale di Fiume, aveva salutato
nel 1920 il suo arrivo con una gran foto e un titolo, cubitale, in prima
pagina. “È arrivato il nonno dei legionari fiumani”.
Una foto era fra i reperti ritrovati nell’abitazione degli
zii a Genova in Via R. Banderali 1, ove la famiglia si era trasferita da Padova
nel 1920.
L’amore del nonno per la città di Fiume non si era ancora
esaurito dopo l’avventura fiumana del 1920, quando si era trasferito a Genova: eravamo
nel 1940 e, ancora una volta, e fu l’ultima, l’ottantaseienne Legionario
arrivato nuovamente a Fiume, volle incontrare gli amici del tempo passato.
In una valigia aveva trasportato un suo progetto utile alla
“Protezione Civile” in caso d’allarme aerei. Si tratta di un apparecchio di una
particolare funzione. Dotato di batteria e collegato alla rete elettrica, in
caso di black-out può mettere in funzione, automaticamente, il suono di
campanelli d’allarme, consentendo alla popolazione di porsi in sicurezza nei
rifugi antiaerei.
Un vero giocattolo d’ingegneria che per varie ragioni
economiche, giacché eravamo all’inizio della guerra, non fu mai applicato.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, il 3 maggio 1945 ci
fu l’occupazione di Fiume da parte delle Bande Comuniste del Maresciallo Tito. Una
cortina di ferro si era chiusa davanti agli italiani. È come una condanna che
non era stata recepita da parte delle autorità preposte all’accoglienza dei
suoi cittadini italiani in Patria.
Nonno Napoleone si sarà rivoltato nella tomba».
Bibliografia
Lydia Salvini, “I caduti per la patria”, «Il Ponte di Pisa»,
del 15 settembre 1915, p. 1.
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