C’è stata tanta emozione al Parco Vittime delle Foibe di
Udine il 10 febbraio 2017, alle ore 11,30. La cerimonia civile e religiosa è
stata ben organizzata dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD)
di Udine.
Udine, Parco Vittime delle Foibe, 10 febbraio 2017
Presieduto dal 1972 dall’ingegnere Silvio Cattalini, esule da Zara,
tale sodalizio recava il seguente commento introduttivo a firma di Cattalini
stesso, assente per gravi motivi di salute: “Giorno del Ricordo, in memoria del
dramma dell’esodo dei 350 mila istriani, fiumani e dalmati e delle vittime
delle foibe e delle altre tragiche vicende durante e dopo la seconda guerra
mondiale. Inoltre nel ricordo dell’iniquo Trattato di pace firmato a Parigi il
10 febbraio 1947”.
I rappresentanti delle istituzioni – secondo gli esuli
giuliano dalmati – hanno fatto degli interventi formali e solenni assai
importanti, ma allo stesso tempo, con tanta partecipazione. Hanno raccontato
piccole storie di famiglia, ciò che ha colpito favorevolmente il mondo degli
esuli trapiantati a Udine, perché assomigliavano assai ai propri mondi vitali.
C’era il gonfalone del Comune di Udine con tre vigili urbani; è il secondo anno
che succede. Gli istriani presenti hanno molto apprezzato pure tale
condivisione.
Davanti al cippo di Via Manzini, che ricorda le vittime delle
foibe dal 1943 al 1954, il professor Elio Varutti, del Consiglio Esecutivo
dell’ANVGD di Udine, ha salutato i numerosi presenti e ha dato la parola a
Vittorio Zappalorto, prefetto di Udine. «Questi argomenti – ha esordito Zappalorto – io non li ho potuti
studiare a scuola, perché nei libri scolastici non avevano posto, inoltre noi
siamo qui oggi per porre rimedio alla pagina di storia strappata nel 1947, col
Trattato di pace».
Varutti salutava poi la presenza di Paola Del Din, medaglia d’oro
al valor militare, che ha detto: «Continuate così, tenete duro, bisogna
ricordare questi tragici fatti». Erano presenti anche Eliana Fabello, sindaco
di Grimacco, nelle Valli del Natisone e il consigliere comunale di Udine Renzo Pravisano. Quest’ultimo
è stato vicino alle manifestazioni degli esuli giuliano dalmati sin dalle prime
attività nate dopo il 2004 dall’istituzione, per legge, del Giorno del Ricordo.
Udine, Parco Vittime delle Foibe, 10 febbraio 2017, parla il questore Claudio Cracovia
Ha parlato in seguito Fabrizio Pitton, presidente del Consiglio
della Provincia di Udine. «Ci sono esuli che hanno vissuto la
loro condizione con un senso di colpa – ha detto Pitton – e poi oggi c’è
qualcuno che gli rinfaccia pure certe polemiche sterili, ecco io direi invece
che dobbiamo chiedere scusa a tutti gli esuli per la congiura del silenzio
sviluppatasi dal dopoguerra».
Poi ha parlato Claudio Cracovia, questore di Udine, portando
pure lui, tra le altre, un po’ di vissuto personale. «Io sono di Trieste – ha detto il questore – e
ho trascorso la mia infanzia e adolescenza vicino alle baracche del Campo profughi di Opicina, allora molti miei amici e compagni di giochi e di sport
erano i figli degli esuli giuliano dalmati, noi si giocava presso Villa Carsia e
stavamo bene».
È intervenuto dopo Carlo Giacomello, vice sindaco di Udine. Nel 2007 quando è stato stampato dall’ANVGD
di Udine il libro di Varutti sul “Campo Profughi di Via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata a Udine” la premessa era proprio di
Giacomello, allora presidente del Consiglio di Circoscrizione n. 4 – Udine Sud.
«Non sapevamo nulla dei centomila profughi passati dal Centro di Smistamento di
Via Pradamano – ha esordito Giacomello – eppure abitavamo qui nella parrocchia di San Pio X, ma
soprattutto vorrei ricordare tutto l’impegno e le attività svolte da Silvio
Cattalini dagli anni settanta». A quel punto è partito spontaneo un lungo
applauso.
Udine, Parco Vittime delle Foibe, 10 febbraio 2017, Fabrizio Pitton, Eliana Fabello, Claudio Cracovia, Vittorio Zappalorto, Paola Del Din e, con lo scialle azzurro, Bruna Zuccolin, vice presidente dell'ANVGD di Udine
Poco dopo è intervenuta Bruna Zuccolin, vice presidente dell’ANVGD
di Udine. «Vorrei ricordare prima di tutto la lunga attività svolta dal nostro
presidente Silvio Cattalini – ha aggiunto la Zuccolin – siccome è la prima
volta che parlo in pubblico nella veste di vice presidente e sono un po’
emozionata, mi permetto di leggere quattro parole che ho concordato col nostro
storico presidente sull’importanza del Giorno del Ricordo».
La parte religiosa della cerimonia è stata inaugurata da
monsignore Giancarlo Brianti, della parrocchia della Beata Vergine del Carmine.
Dopo la deposizione di una corona di alloro al cippo c’è stata la benedizione e
la recita della preghiera dell’infoibato, scritta da monsignor Antonio Santin,
vescovo di Trieste nel 1959.
In conclusione della toccante cerimonia è intervenuto lo scrittore
Lucio Costantini, che ha letto una lettera di Mario Lorenzutti, esule da Isola d’Istria in Canada. Costui ha proposto, per il Giorno del Ricordo, di accendere
un lume in casa per tutta la giornata, come aveva appena fatto lui in Canada.
Allora Giorgio Gorlato, esule da Dignano d’Istria, ha distribuito dei piccoli
lumi ai presenti e qualcuno ha voluto accenderlo da subito.
Udine, Parco Vittime delle Foibe, 10 febbraio 2017, Lucio Costantini legge la lettera di Mario Lorenzutti "Isolan" esule in Canada. Dietro: mons. Brianti, Giacomello, Pitton, Fabelo e Cracovia
Al termine delle
cerimonie al Parco Vittime delle Foibe, vista la bella giornata, molti esuli e
i loro discendenti si sono fermati a ricordare i fatti di famiglia accaduti in
Istria, a Fiume e in Dalmazia. In quei momenti gli esuli hanno aperto il loro
cuore e hanno raccontato fatti mai rivelati sino ad ora. Si è ascoltato, ad esempio, dalla signora
Lidia Rauni, nata a Santa Domenica di Albona nel 1936, che suo papà fu
infoibato il 2 novembre 1943, assieme ad altri 16 compaesani Si chiamava
Giuseppe Rauni, del 1902, ed è menzionato nel libro scritto da padre Flaminio
Rocchi nel 1990, a pag. 256.
Ha voluto parlare anche Bruna Travaglia, nata ad Albona nel
1934 ed esule di Pola nel 1947. «Nella foiba di Vines i
titini hanno gettato la gente di Albona – ha esordito la signora Travaglia –
come mio nonno, Marco Gobbo, della classe 1882, nato a Brovigne di Albona, poi
hanno ammazzato così pure mia zia mia zia Albina Gobbo, di 31 anni, detta “Zora”
e pure un altro parente, di 25 anni circa, chiederò il suo nome ai
parenti che ho a New York e poi lo saprò dire, eh sì, i titini li hanno portati
via il 18 maggio 1944 per gettarli nella foiba, pensate che mia nonna Lucia
Viscovi, che abitava a Brovigne non ha voluto venire via perché diceva: Se i
torna no i trova nissun. Qualcuno dei prelevati era riuscito a sopravvivere,
nascondendosi in un momento di confusione, così raccontò che prima hanno ucciso
mia zia e una sua amica buttandole in una foiba piccola, mentre gli uomini li
hanno tenuti prigionieri, perché così portavano munizioni e robe pesanti, poi
li hanno fatti fuori anche loro».
Udine, Parco Vittime delle Foibe, 10 febbraio 2017, il gonfalone del Comune di Udine
Si aggiunge solo che il nome di Albina Gobbo “Zora”, di Brovigne
di Albona, non compare nell’elenco di oltre 400 donne uccise dagli slavi e
gettate nelle foibe, nei pozzi minerari, nelle cave o nelle fosse comuni,
pubblicato nel 2014 da Giuseppina Mellace. La stessa autrice riporta che nel
periodo 1943-1945 «ben 10.137 persone [sono] mancanti in seguito a
deportazioni, eccidi ed infoibamenti per mano jugoslava» (pag. 236).
Tarcento, Centro Ceschia, il folto pubblico alla presentazione del libro di Toth. Fotografia di Bruno Bonetti
Il Giorno del Ricordo a
Tarcento
Nel pomeriggio dello stesso 10 febbraio 2017 presso la
Biblioteca di Tarcento, al Centro Ceschia, l’ANVGD di Udine ha organizzato, in
collaborazione con il Comune di Tarcento un altro evento pubblico che ha
destato molta partecipazione ed interesse.
Dopo il saluto di Mauro Steccati, sindaco di Tarcento la dottoressa Bruna Zuccolin, vice presidente dell’ANVGD di Udine, ha introdotto il professor Fulvio Salimbeni. È stato lui a presentare il libro “Storia di Zara”, scritto la Lucio Toth, presidente onorario dell’ANVGD. Ha fatto seguito un breve filmato su Zara e la sua storia millenaria, realizzato dall’ANVGD di Udine.
Dopo il saluto di Mauro Steccati, sindaco di Tarcento la dottoressa Bruna Zuccolin, vice presidente dell’ANVGD di Udine, ha introdotto il professor Fulvio Salimbeni. È stato lui a presentare il libro “Storia di Zara”, scritto la Lucio Toth, presidente onorario dell’ANVGD. Ha fatto seguito un breve filmato su Zara e la sua storia millenaria, realizzato dall’ANVGD di Udine.
Gli enti che hanno patrocinato il Giorno del Ricordo 2017 a
Udine e Tarcento erano la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Prefettura
di Udine, la Provincia di Udine e il Comune di Udine.
Udine, Parco Vittime delle Foibe, 10 febbraio 2017. Lettura del messaggio di Silvio Cattalini
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Redactional e networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti,
in collaborazione con E. Varutti. Fotografie di Giorgio Gorlato, ove non
altrimenti riportato. Si ringraziano i cortesi prestatori delle fotografie.
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Riferimenti bibliografici
Giuseppina Mellace, Una
grande tragedia dimenticata. La vera storia delle foibe, Roma, Newton
Compton, 2014.
Flaminio Rocchi, L’esodo
dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Edizioni Difesa Adriatica, Roma,
1990.
Lucio Toth, Storia di
Zara. Dalle origini ai giorni nostri, Pordenone, Edizioni Biblioteca
dell’Immagine, 2016.
Elio Varutti, Il Campo
profughi di Via Pradamano e l’Associazionismo giuliano dalmata a Udine. Ricerca
storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo
1945-2007, Udine, Edizioni ANVGD Comitato provinciale di Udine, 2007.
Il cippo con la targa in ricordo delle vittime delle foibe a Udine il 10 febbraio 2017. Foto di E. Varutti
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