Renata Capria D’Aronco, presidente del Club per l’UNESCO di
Udine, ha aperto i lavori dell’incontro per il Giorno del Ricordo il 10
febbraio 2017.
Renata Capria D'Aronco, a sinistra, e Zaira Capoluongo, con nonni da Rovigno d'Istria
L’evento si è tenuto alle ore 17,30 presso l’aula T3 del
Palazzo di Toppo Wassermann in Via Gemona 92, presso la Scuola Superiore dell’Università
degli Studi di Udine.
Poi ha preso la parola Anna Maria Zilli, Dirigente scolastico
dell’Istituto “B. Stringher” di Udine e
del Polo liceale di Gorizia (scuole associate all’UNESCO). La Zilli è pure Vice
Presidente della Rete Nazionale degli Istituti Alberghieri (RENAIA) ed anche Presidente
dell'Associazione “Umanità dentro la guerra”, nonché componente del Club UNESCO
stesso.
«Il progetto Umanità dentro la guerra – ha detto Anna
Maria Zilli – è una raccolta di memorie, testimonianze e contributi su episodi
di etica e solidarietà durante i conflitti e i tragici fatti storici del Novecento,
come durante l’esodo giuliano dalmata, dopo i tragici fatti delle uccisioni
nelle foibe». La dirigente
delle scuole friulane ha poi accennato alle «circolari ministeriali che spingono ad effettuare
iniziative educative per dare spazio al Giorno del Ricordo, fissato per legge
al 10 febbraio».
Renata Capria D'Aronco e Anna Maria Zilli, Dirigente scolastico
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
(MIUR) sul tema ha emanato le seguenti circolari: protocollo n. 73000 del
3.2.2010 e protocollo n. 3029 del 3.2.2015. Il MIUR ha inteso che sia diffusa
la conoscenza dei tragici eventi, che nel secondo dopoguerra colpirono gli
italiani vittime delle foibe e gli esuli istriani, fiumani e dalmati,
preservando le tradizioni delle comunità istriano-dalmate.
È intervenuto in seguito il professore Elio Varutti, componente
del Consiglio Direttivo dell’ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia) Comitato Provinciale di Udine. Ha presentato il libro edito nel 2015
dall’Istituto Stringher di Udine, dal titolo: “Ospiti di gente varia. Cosacchi, esuli giuliano dalmati e il Centro di Smistamento Profughi di Udine 1943-1960».
L’ultimo relatore è stato il professor Alberto Travain,
Presidente del “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie
dal Friûl”, Delegato alla Formazione Civica e alla Cittadinanza Attiva della
Presidenza del Club per l’UNESCO di Udine. Il suo intervento recava il titolo: “...Aquilegienses
et Ystrianos...”. Friûl e Istrie cun Aquilee: fruçons di storie “euroregjonâl” (Friuli
ed Istria con Aquileia: frammenti di storia “euroregionale”) - Intervento in
lingua friulana e italiana.
Al posto dell’annunciata testimonianza di Rosalba Meneghini,
con avi di Rovigno sul tema: “Il silenzio dei profughi”, ha parlato la figlia
Zaira Capoluongo, insegnante, per accennare alla «vergogna di parlare dell’esodo da
parte della nonna Maria Millia, esule da Rovigno, poi ho un rimpianto che è
quello di non aver chiesto alla nonna tante cose sull’Istria». In conclusione ha letto alcune
poesie scritte dal padre Giuseppe Capoluongo, in onore dei suoceri istriani.
Al termine dell’incontro c’è stato un breve dibattito con
esuli da Pinguente, amici toscani e calabresi.
Alberto Travain, primo a destra
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Redactional e networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti.
Fotografie di Elio Varutti.
Per gentile concessione dell’autore Giuseppe Capoluongo,
scrittore e poeta, si pubblicano cinque sue composizioni artistiche del
2015-2016, dedicate ai suoceri istriani.
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